Contrabbando di sigarette: in Italia il 5,8% sono illecite

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I Dati sono alquanto palesi. Circa sei sigarette su cento fumate in Italia, ossia il 5,8%, sono illecite. Dati e percentuali che evidenziano che 2015 4,6 miliardi di euro spesi in pacchetti di contrabbando causano un buco nelle casse dello Stato di 822 milioni di euro in mancati introiti erariali, tant’è che il nostro Paese si colloca al 21esimo posto nel consumo illecito di sigarette. Sono queste le conclusioni contenute nello studio ‘L’Italia del contrabbando di sigarette pubblicato sul sito www.ildenaro.it. dove si riportano anche i punti di transito e i luoghi di consumo grazie a “Intellegit”, la start-up sulla sicurezza dell’Università degli Studi di Trento, con il contributo di British American Tobacco Italia (BAT). Il tutto in considerazione che il contrabbando “delle bionde”,  resiste in particolare al Sud Italia specialmente nelle città portuali e di confine; ecco perché la metà dei pacchetti immessi sul mercato sono considerati ‘illecit whites’. Un terzo del contrabbando riguarda il commercio illecito di marchi noti, il restante, circa il 16% sono falsi, anche se l’Italia si pone al di sotto del consumo proibito che si registra negli altri Stati europei, dove in alcuni casi si supera il 15% – Irlanda, Grecia e Regno Unito – o addirittura il 20% – in Lettonia e Norvegia. Posizione che non ci lascia tranquilli, spiega il procuratore aggiunto Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Russo: “Sembrerebbe un punto di arrivo tranquillizzante, in realtà non è così perché attesta una capacità mimetica dei gruppi criminali. Si è fatto tanto ma si deve fare ancora di più. A tal riguardo necessita un ulteriore sforzo, con operazioni sotto copertura e uno scambio di intelligence più strutturato”. Andando a guardare più nel dettaglio il fenomeno contrabbando nell’anno andato in pensione da qualche mese gli uomini delle fiamme gialle ha effettuato 10.284 interventi denunciando 4.869 persone e sequestrato 241 tonnellate di sigarette. Una cifra indicativa ma lontana dai sequestri degli anni ’90, quando erano tolte dal mercato 1.600 tonnellate di sigarette e sequestrati 719 mezzi sia terrestri sia navali. Tuttavia il contrabbando è cambiato osservano Andrea Conzonato, amministratore delegato di BAT Italia e Stefano Dambruoso, per anni magistrato impegnato nella lotta al terrorismo – tant’è che per contrastarlo sono necessarie strategie innovative finanche quelle legate alla lotta al terrorismo internazionale che fa emergere come una delle fonti di finanziamento è senza ombra di dubbio proprio il contrabbando di sigarette. Di conseguenza necessita una cooperazione convinta è necessaria”. Si tratta di un fenomeno molto preoccupante, specialmente se si valuta quest’ultimo aspetto che cancella definitivamente l’immagine che aveva il contrabbando che permetteva d’incrementare, l’economia nascosta, legata a doppio filo ai “mitici motoscafi blu” protagonisti dell’eterna lotta tra lo Stato e i contrabbandieri.
Massimo Dalla Torre

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