Ogni 10 barche nel mondo una è prodotta in Italia, ma il comparto è in crisi

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Una ricerca effettuata da C.n.a. fornisce una fotografia della situazione dell’industria nautica da diporto dalla quale risulta che ogni dieci imbarcazioni  che solcano  mari, fiumi e laghi nel mondo, una è realizzata in Italia.
L’industria italiana in questo settore e la seconda produttrice dietro gli Stati Uniti con il 43% del mercato internazionale, davanti a Regno Unito,Olanda, Germania e Francia, tutti ben distanziati.
L’attacco dei produttori asiatici sembra sotto controllo, benché il ‘resto del mondo’, Cina compresa, rappresenti oltre un quinto della produzione nautica globale e risulti in costante crescita.
In Italia la crisi ha morso dolorosamente anche questo comparto,una volta dinamico e innovativo nell’intera filiera.
Nel 2008 il fatturato complessivo della nautica italiana raggiungeva i sei miliardi, nel 2014 era calato a 1,7 miliardi.
Poi due anni di ripresa e di crescita a due cifre: +15% nel 2015, +11% nel 2016,un risultato,esclusivamente appannaggio delle esportazioni, che incidono sul fatturato complessivo per oltre il 90%,con performance di assoluto rilievo sul mercato Usa, tradizionalmente ostico con le produzioni estere.
Quando si parla di nautica italiana, vuol dire soprattutto micro e piccole imprese, specialisti di altissima qualità capaci di firmare il ‘su misura’ richiesto dal committente e l’alto valore aggiunto di ogni imbarcazione.
A partire dal 2009, un terremoto ha colpito la filiera della “piccola nautica”: in  cinque anni sono state spazzate via 446 imprese (-13,9%) e quasi 3mila lavoratori sono rimasti disoccupati (-21,4%) con un picco tra i dipendenti (-23,9%), variazione ben più negative di quelle riscontrate nell’intero settore manifatturiero, che ha perso il 9,7% delle imprese, l’8,9% degli addetti e il 12,2% di dipendenti.
Le imprese con dipendenti sono diminuite del 13,9%, calando al 52,9%, e la media di addetti per impresa si è ridotta da 4,4 a quattro addetti. Una crisi che si spera abbia termine.
Alfredo Magnifico

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