Il lavoro si crea riorientando le politiche economiche.

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FOTO DI REPERTORIO

 

Dal convegno organizzato dalla CISL con il titolo“Per la persona, per il lavoro“. viene fuori un grido “Creare lavoro è la vera priorità” il lavoro, come la crescita, non si creano per legge, ma riorientando le politiche economiche,non esistono scorciatoie le politiche del lavoro possono e devono fare la loro parte”

Per la Cisl il 2017 deve essere l’anno di un concreto impegno sul lavoro, la priorità si attesterà sul “superamento della segmentazione del mercato del lavoro e della precarietà,

“La velocità dei mutamenti tecnologici richiederà competenze sempre più specifiche, ma al contempo la nuova organizzazione del lavoro meno gerarchica e più cooperativa richiederà sempre più competenze trasversali. La formazione devrà essere sempre più la prima forma di tutela dell’occupabilità del lavoratore”.

“La criticità più forte sarà quella della disoccupazione giovanile. Il rischio è condannare una generazione a perdersi e la nostra economia a non diventare innovativa e dinamica.

Esistono già provvedimenti importanti quali i bonus occupazionali per il lavoro stabile che per il 2017 sono concentrati sui giovani”, “il nostro paese ha finalmente adottato l’apprendistato duale e l’alternanza scuola lavoro, che costituivano i veri spread che ci distinguevano in negativo da quasi tutti gli altri sistemi europei, riforme che però non sono ancora decollate”.

“L’altra importantissima riforma mai decollata, la seconda gamba del Jobs Act, è quella delle politiche attive, per non lasciare solo chi perde il lavoro e chi cerca il primo impiego”. Infine, “il superamento della segmentazione del mercato del lavoro e della precarietà non può passare per un atteggiamento di netta ostilità: alcune forme di lavoro vanno contrastate con decisione qualora si tratti di abusi, ma vanno sostenute e tutelate quando si tratti effettivamente di una nuova articolazione della prestazione dei servizi lavorativi o di strumenti per contrastare la piaga del lavoro nero”.

Queste le dieci proposte per intervenire a sostegno del lavoro:

1) Sostenere con una specifica premialità contributiva e/o fiscale le imprese e le filiere che creano lavoro di qualità in settori con elevate prospettive occupazionali (ambiente, servizi alla persona)

2) Sostenere la formazione continua degli occupati sia promuovendo i Fondi Interprofessionali delle parti sociali e finalizzando meglio le loro risorse, sia con una misura di detassazione per le imprese che investono in formazione, con l’obiettivo di arrivare coprire con la formazione continua tutti gli occupati

3) L’apprendistato duale deve diventare la modalità più comune per concludere un ciclo di studi e raggiungere una qualificazione.

4) L’alternanza scuola lavoro è l’anello decisivo per migliorare orientamento scolastico efficace e occupabilità dei giovani che studiano.

5) Vanno contrastati abbandono scolastico e universitario definendo percorsi di recupero che portino il 20% dei giovani che abbandonano la scuola superiore a raggiungere con un percorso una qualifica opportuna.

6) Occorre intervenire sui tirocini extracurriculari, quelli che i nostri giovani (circa 400.000) fanno al termine di una laurea o un diploma come primo contatto con il mondo del lavoro: momento importante ma oggi spesso usato per mascherare lavoro sottopagato a 3-400 euro al mese.

7) Si dia subito gambe senza indugi alla prima sperimentazione dell’Assegno di ricollocazione per i primi 30/40mila percettori di Naspi, per poi estendere nel corso dell’anno lo strumento a tutti i disoccupati che lo chiedano, correggendo lo stesso sulla base della realtà.

8) Va messo in campo da subito un progetto per la fase 2 di Garanzia Giovani che, facendo tesoro delle criticità della prima fase, finalizzi meglio gli obiettivi di avvicinamento alla occupabilità, con criteri più omogenei sul territorio.

9) Deve continuare il contrasto al falso lavoro autonomo ma va sostenuto il lavoro autonomo ‘vero’ rafforzando le tutele per i collaboratori, anche a partita Iva, iscritti alla Gestione separata Inps, per dare realmente sostegno ad un mondo su cui si regge una parte non piccola della nostra economia.

10) Va affrontata senza demagogia la questione dei voucher che finora non hanno centrato l’obiettivo di riduzione del sommerso, ma paradossalmente lo hanno favorito. La soluzione non sta nell’abrogazione ma nell’introdurre significative limitazioni all’ambito di utilizzo dei voucher, che devono tornare ad essere circoscritti alle attività realmente occasionali, le quali potrebbero essere individuate dalla contrattazione collettiva.

Alfredo Magnifico

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