Conti correnti, primi controlli con il Risparmiometro

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Si chiama Risparmiometro e rischia di diventare la spauracchio dei correntisti. Sono partiti i primi controlli sui conti correnti degli italiani. Da oggi non solo le aziende, ma anche i singoli contribuenti saranno monitorati.
Il Risparmiometro è l’ultima arma messa in campo dallo Stato per combattere l’evasione fiscale. In sostanza è un algoritmo che verifica se i risparmi accumulati in un anno sono coerenti con i redditi dichiarati. In caso di scostamento fra entrate e uscite superiore al 20%, crea degli elenchi selettivi su cui poi scattano i controlli. Il Risparmiometro lavora in autonomia, avvalendosi di un’enorme mole di dati accumulata in dieci anni.
Da quando sono entrate in funzione l’Anagrafe Tributaria, infatti, le banche e gli operatori finanziari sono obbligati a fornire al Fisco i saldi annuali dei nostri conti e altre informazioni su base mensile, come l’apertura o la cessazione di rapporti, oppure le operazioni effettuate allo sportello con assegni o contanti.

L’Anagrafe ha così accumulato dati su 75 milioni di conti correnti, a cui si aggiungono quelli su 115 milioni di carte di credito, su 21 milioni di gestioni patrimoniali e altre informazioni, per un totale di addirittura 670 milioni di rapporti finanziari.

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