510 oggetti smarriti nel mese di agosto rinvenuti dal Comune di Bologna

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Sono 510 in totale gli oggetti che nel mese di agosto sono stati smarriti in città e consegnati all’Ufficio oggetti rinvenuti del Comune di Bologna. Tra questi una consolle a due piastre da DJ e un terminale per i pagamenti elettronici. Numerosi gli occhiali da sole, tre cappelli di paglia e poi, come al solito, tante le borse e gli zaini, ma anche gli smartphone e i portafogli persi. I portafogli restano anche questo mese la gran parte degli oggetti che più spesso vengono restituiti, complici i dati contenuti all’interno che permettono di risalire al proprietario: in generale nel mese di agosto sono 65 gli oggetti che sono “tornati a casa” di cui 37 sono portafogli, oltre a tanti documenti, diverse borse, zaini e cellulari e anche la consolle che ha già ritrovato il suo DJ.

Il proprietario, per rientrare in possesso del proprio oggetto o documento, deve presentarsi personalmente, con un documento d’identità valido, all’Ufficio che si trova in piazza Liber Paradisus 10 – Torre B – piano zero, e che è aperto il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 8.30 alle 12.30; il martedì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 16.30 e il giovedì con orario continuato dalle 8.30 alle 16.30. Il proprietario deve fornire una descrizione dettagliata del bene e deve portare con sé l’eventuale denuncia.
Di tutti gli oggetti smarriti viene pubblicato mensilmente un elenco a cura dell’Ufficio oggetti rinvenuti del Comune di Bologna che si occupa di tenerli in custodia per 12 mesi.
Nel caso il proprietario non si presenti per il ritiro entro 12 mesi, l’oggetto viene restituito alla persona che l’ha trovato e consegnato. Il ritrovatore ha due mesi di tempo per ritirare l’oggetto. Tutti i beni non ritirati rimangono a disposizione del Comune e potranno essere messi in vendita all’asta. Nel caso in cui l’oggetto non avesse un reale valore economico o non riuscisse ad essere venduto all’asta, questo viene donato ad associazioni che presentano dei progetti di valore sociale, didattico in tema ambientale, di riuso e di riciclo o di aggregazione.

E proprio grazie ad uno di questi progetti, una scarpa bianca spaiata, si anima e diventa la protagonista del racconto di una studentessa del Liceo Luigi Galvani. Il racconto fa parte del progetto “L’og-getto che non getto. Storie di oggetti smarriti” dell’associazioni Visu-Ali a cui l’Amministrazione comunale consegna periodicamente alcuni degli oggetti non restituiti al legittimo proprietario o non rivenduti all’asta. Grazie a questa opportunità, i ragazzi delle scuole superiori bolognesi, hanno dato una seconda vita a questi oggetti, che possono così rivivere in brevi racconti.

Il racconto integrale di Alessandra Pernozzoli (Liceo Artistico “Francesco Arcangeli)

“Equivoco.
Non potete capire che gioia io stia provando in questo momento. Sono una scarpa nuova di zecca, di un bianco splendente, senza un graffio, pronta per essere indossata! Sono così bella, nuova e alla moda che sicuramente mi compreranno per prima, anzi, sarò contesa da tante persone, che scateneranno un pandemonio pur di avermi. So cosa state pensando: “Mamma mia, quante arie si dà questa scarpa, forse non ha capito che da sola non serve a nulla” ed è proprio questo il bello. Cosa c’è di più gioioso per una scarpa se non l’essere indossata dal proprietario, magari imbrattandosi e consumandosi tra intemperie e avventure? Beh, senza dubbio fare tutto questo in coppia. Ebbene sì, la cosa che mi rende più elettrizzata è in assoluto il fatto che di qui a poco incontrerò la mia compagna, con cui condividerò il resto della mia vita. Andremo d’accordo su tutto, e saremo identiche ad eccezione del fatto che io calzerò il piede destro, mentre lei quello sinistro.
Ora sono al buio, mi hanno appena sistemata in questa comoda e confortevole scatola di cartone. Sto aspettando con trepidazione l’arrivo di quella che sarà probabilmente la mia migliore amica, non sto più
nella pelle!
Ecco che aprono la mia scatola, la vedo, ecco che la mettono di fianco, ecco, ecco, ecco! Non sento nessun suono, nessun sospiro, niente, e non capisco perché la mia compagna non sia emozionata quanto me alla prospettiva di una nuova avventura! La guardo bene e cerco di cogliere il minimo dettaglio, anche se la mia vista, nonostante si stia lentamente abituando al buio, ha delle difficoltà. C’è qualcosa in lei che non mi convince, eppure i colori si rivelano pian piano gli stessi, i lacci sono uguali… All’improvviso mi sento gelare, mi manca il fiato, trattengo il respiro e chiudo gli occhi, sperando di essermi solo immaginata quello che ho visto, ho paura di riaprirli. Lo faccio lentamente, con cautela… e se prima ero immobile dalla paura, ora sono proprio nel panico totale. Vedo tutti i miei piani in fumo, tutti i sogni di una vita svaniti per sempre… cerco di trovare un lato positivo in tutto ciò, ma non riesco a trovarne nemmeno uno. Una scarpa destra, UNA SCARPA DESTRA, come me! E ora cosa succederà?
Nessuno se n’è accorto, e nessuno lo farà, quando il commesso del negozio in cui saremo spedite se ne renderà conto, sarà troppo tardi, e verremo buttate via tra le cose che nessuno vuole, le cose inutili, che non servono. Sono tristissima, non so quanto tempo sia trascorso, ma questa che ho di fianco continua a dormire o non so cos’altro, fatto sta che non ci siamo rivolte ancora una singola parola. Vedremo poi quando anche lei si renderà conto della tragica situazione in cui siamo finite. Finalmente mi ha rivolto la parola, ma forse sarebbe stato meglio se fosse stata zitta quella vecchia ciabatta! Dice che non le importa di finire in una discarica, che avrebbe preferito essere da sola piuttosto che insieme a una paranoica come me.
Certo che ha una bella faccia tosta, come se a me piacesse l’idea di finire tra la spazzatura proprio con questa maleducata!
Ad un certo punto vedo la luce… lo so, sembra strano a dirlo così, ma vengo letteralmente accecata e all’improvviso una mano afferra la mia grandissima amica e, in un decimo di secondo, la porta via. In quel momento realizzo che si sono accorti dell’errore, finalmente mi sono liberata di quell’insopportabile creatura, indifferente e scortese!
Ora mi sento sollevata, felice e in pace con me stessa, questa volta finalmente pronta alla mia avventura. Dopo le mie peripezie mi spetta di diritto. Dopo qualche minuto la stessa mano di prima con un movimento fulmineo porta la mia vera e unica compagna di viaggio, e questa volta sono sicura sarà quella giusta.
Come la volta precedente, esamino la scarpa nei suoi dettagli. Quando i miei occhi si abituano finalmente al buio tiro un sospiro di sollievo: è sinistra.
Ma un momento… il colore… sento un brivido percorrermi: è una scarpa nera”.

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