Coronavirus, Inps: “I dati della Protezione Civile sui decessi sono poco attendibili”

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FOTO DI REPERTORIO

Sono “poco attendibili” i dati della Protezione Civile sui decessi da Covid-19. A dirlo è l’Inps in un rapporto nel quale stima che sono circa 47.000 in più, rispetto alla media, le morti registrate in Italia fra marzo e aprile 2020: “la quantificazione dei decessi per Covid-19 condotta utilizzando il numero di pazienti deceduti positivi fornito su base giornaliera dal Dipartimento della Protezione Civile – si legge – è considerata, ormai, poco attendibile in quanto influenzata non solo dalla modalità di classificazione della causa di morte, ma anche dall’esecuzione di un test di positività al virus”.

La stima dell’Inps è in linea con quella elaborata dall’Istat con l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e della quale si attende a breve l’aggiornamento relativo al 30 aprile.
Giudizi simili arrivano anche da altre fonti.
“Chi lavora in questi ambiti aveva capito che c’era una sottostima”, osserva la demografa Graziella Caselli, dell’Università Sapienza di Roma: “sappiamo che i decessi diagnosticati con il tampone non possono essere la totalità dei decessi per Covid-19, considerando le persone morte in casa e quelle che sono morte nelle Rsa e alle quali non è stato fatto il tampone”.