Poesia/ “La casa sotto le stelle” di Valeria Faillaci

0
90

La chiarezza delle “cose” sta nella luce. L’arte, la poesia in quanto tali non sono espressione di una norma morale, piuttosto equivalgono ad un atto di donazione che l’artista esterna, mettendo a disposizione di tutti la propria esperienza. Valeria Faillaci vuole farci cogliere il senso dell’eterno, dell’amore. Ci vuole fare accostare ai suoi principi, vuole farci scavare dentro di noi, attraverso il simbolo, attraverso le sue metafore e i suoi pennelli interiori, che attingono colori da una matrice esterna a questo mondo… decisamente divina!
Quella di Valeria può considerarsi anche un’indagine psicologica, uno scandaglio interiore, un viaggio non dal presente nel passato, ma nell’attualizzazione del proprio vissuto interiore. È un dialogo che la poetessa fa con la propria vita, non solo quella vissuta nella propria gabbia corporea, ma anche quella vissuta in altre dimensioni. Noi possiamo ascoltare e rivedere, in questo dialogo conoscitivo, la ragione che dà spiegazione ai sentimenti in una fusione a tratti psicanalitica e simbolica. Valeria ha suddiviso, la raccolta poetica, “La casa sotto le stelle”, in tre parti, inserendo per prima una pubblicazione che, Fabio Furnari (Terre Sommerse) curò personalmente alla fine degli anni ’80, quando si accorse della luminosità della sua anima. Proprio la poesia, volutamente senza titolo, tratta dalla prima raccolta “Voci di altri luoghi”, tratteggia la fisionomia interiore dell’artista, altro non è che l’immagine di chi chiede giustizia per ciò che la propria anima ha affrontato, nel cammino delle esistenze. Un’anima non “personale” ma l’anima del mondo.
Cristo
lava i piedi
ai suoi persecutori
anche tu
potresti
lavare tutta una vita …
La seconda parte comprende delle poesie dal 1995 al 2005 “Come una lettera d’amore”. Sono gli anni dei cambiamenti, della sofferenza e delle perdite, ma anche gli anni della consapevolezza, della conoscenza di sé:
Ho sognato
una musica
che era un quadro
che era una poesia
che ero io.
L’ultima parte, invece, riguarda il periodo dal 2007 al 2019. È il ritrovarsi, il cercare se stessa attraverso il passato. Valeria volge sempre il suo sguardo verso il passato, è da lì che prende la maggiore ispirazione, la nostalgia per ciò che è stato. Attraverso il passato ci mette in guardia sul futuro, cogliendo, in anticipo, i tempi che verranno.
Mezzogiorno
solitudini d’ombre
sciolgono al tempo
trecce di destino
su lunghi orizzonti
di cera.
Bambina
volge l’anima
l’erta del cielo
col cerchio giocando
sui prati
in dolce meraviglia
Commentare ed esternare la propria visione rispetto all’opera artistica, di una persona che si conosce negli aspetti più intimi e personali non è cosa facile. Si rischia di perdere la rotta, di confonderne i ruoli. Ma nel caso del poeta, nel caso della poesia non ci si può mai sbagliare. La poesia ci detta la via, non è il poeta a parlare ma è la sua diretta connessione con la parte più alta, quella che nell’albero della vita della Cabala si definisce il punto più alto Keter, contrapposto a Malkuth. Il poeta è solo un tramite, un utile mezzo, e per noi che godiamo delle sue ispirazioni, delle sue intuizioni è un piacere raccoglierne il respiro. Il respiro dell’anima!
Biografia
Valeria Faillaci, poetessa, scrittrice, pittrice. E’ stata iniziata al suo percorso artistico pittorico e poetico dal compositore contemporaneo Giacinto Scelsi, luce e guida della sua ricerca. I primi lavori in ambito poetico risalgono al 1988, anno in cui pubblica un primo foglio di poesie dal titolo Voci di altri luoghi e avvia una propria ricerca sperimentale di creazione figurativa. Segue Il ricordo di Sara – Storia di una vita antica – romanzo breve pubblicato nel 2004 (Ed. Terre Sommerse). Nel 2010 pubblica la raccolta di poesie La palma e il minotauro (Ed. Terre Sommerse) nella quale sono inseriti alcuni suoi disegni. Nel 2013 pubblica il CD di musica e poesia Forma Muta (Ed. Terre Sommerse) con le musiche di Franco Di Luca e Birgit Cicha (soprano) e le poesie di Fabio Furnari, Niccolò Carosi e Valeria Faillaci. Nel 2014 pubblica un racconto dal titolo Piccola storia di un delirio (Ed. Terre Sommerse). Dal 1998 è fondatrice insieme a Fabio Furnari dell’Associazione Terre Sommerse dalla quale nascerà subito dopo l’omonima Casa Editrice e Discografica. Per la stessa Terre Sommerse è inoltre fondatrice e curatrice della rivista trimestrale di arte e cultura Corus Cafè e del semestrale I Quaderni di Corus sui quali ha pubblicato numerosi articoli. L’impulso derivatole dal Maestro Scelsi già dagli anni 80, la indirizza alla pittura che intuisce come visione associata al suono e alla parola. L’espressione pittorica si manifesta con forza a partire dal 2013 quale frutto della sua maturazione artistica. Negli anni partecipa con i suoi testi poetici a numerose manifestazioni artistiche. Nel 2012 porta in scena, insieme a Fabio Furnari e Niccolò Carosi, sulle musiche dal vivo di Franco di Luca e Birgit Chica, presso la libreria Bibli e la Fonderia delle Arti di Roma, lo spettacolo di musica e poesia dal titolo Forma Muta dal quale viene poi pubblicato l’omonimo CD.
Nel 2016 presenta la sua prima mostra personale dal titolo “Ho sognato una musica che era un quadro che era una poesia che ero io” presso la galleria Art G.A.P. in Trastevere, a cura di Naid Danesh per Ars Veritas. La mostra, accompagnata da una video proiezione su base musicale, è concepita sull’interazione di pittura e poesia, dove anche il testo poetico viene esposto accanto alle opere pittoriche. Nello stesso anno la personale viene rappresentata anche presso il Chiostro della Chiesa di S.Pietro a Piazza Armerina. Nel 2017 partecipa alla collettiva “Dall’iperrealismo alla realtà” a cura di Cleofe Ferrari con la presentazione di Giorgio Grasso, presso l’Hotel San Remo a Roma.