Lavoro/ Nel 2021 nove milioni di persone perderanno il posto

0
73
Alfredo Magnifico,

Da un rapporto della Società finanziaria Allianz emerge che nel 2021 per effetto Covid, in Europa 9 milioni di persone perderanno il posto di lavoro, tra i settori più a rischio ristorazione, costruzioni e intrattenimento, l’impresa tedesca definisce “zombie” gli impiegati prossimi a perdere il lavoro, corrispondono a circa il 20% della manodopera europea, attualmente soggetta a turni ridotti e a programmi di cassa integrazione o contratti di solidarietà, sono 45 milioni le persone in cassa integrazione tra le prime cinque economie europee – Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Spagna. Il colosso ritiene che sia necessario studiare delle misure che permettano di scongiurare licenziamenti di massa e chiede interventi per sostenere redditi e riqualificazione professionale, l’Italia sta cercando di arginare il problema con il blocco dei licenziamenti fino al 17 agosto e cassa integrazione, comunque si prospetta un futuro incerto per milioni di persone dopo l’estate, il governo sta pensando di prolungare la CIG fino a dicembre con il nuovo decreto di luglio. Secondo uno studio realizzato dall’associazione Lavoro&Welfare 2 milioni di lavoratori italiani hanno perso in media 2.500 euro di stipendio con la cassa integrazione da inizio anno.

I settori più a rischio, che riceveranno maggiori aiuti sono; arte, intrattenimento, trasporti e stoccaggio, alloggi, servizi alimentari e intrattenimento, sono i settori maggiormente colpiti dalle misure di distanziamento sociale e da altre norme di sicurezza in emergenza COVID-19, e che risentiranno per più tempo dell’imposizione di queste misure e nei quali si trovano i 9 milioni di lavoratori destinati a perdere il posto di lavoro entro il 2021. Si tratta i settori più colpiti dalle attuali restrizioni sanitarie e dalle norme sul distanziamento sociale “che limitano il numero di persone in ristoranti o negozi e vieta in assoluto viaggi o eventi internazionali. I posti di lavoro zombie sono più numerosi nel Regno Unito, in Italia e in Spagna, poiché questi Paesi vantano quote relativamente maggiori di settori ad alta intensità di lavoro come l’edilizia, la vendita al dettaglio, l’alloggio e i servizi di ristorazione – e meno in Germania. Per salvare i 9 milioni vicini al licenziamento, occorrono “politiche ad hoc per evitare la disoccupazione di massa posticipata, è urgente e importante combinare politiche attive del mercato del lavoro, (non le prese per i fondelli di navigator) riqualificazione, intermediazione, con sussidi salariali, occorrono programmi complementari per sovvenzionare nuovi assunti, in particolare giovani in cerca di lavoro a rischio di ‘traumi’ nella transizione scuola-lavoro”, ma anche aiuti ai dipendenti “che scelgono mobilità e riqualificazione”.

Alfredo Magnifico