Vino/ La Francia e la crisi, probabile la riduzione delle rese

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Tempi duri per la Francia del vino, che sembra accusare in maniera pesante sul lato ecnonomico i dazi Usa e la pandemia.

Ora si studiano le misure per limitare il danno. Nella Gironda, riporta il sito Vitisphere, si vaglia la riduzione delle rese nell’ordine di un -10% sul 2019, in media, per le diverse denominazioni bordolesi, e l’introduzione di una riserva di vendemmia per i vini rossi. Si parla anche di espiantare tra gli 8.000 ed i 10.000 ettari di vigna dalla Gironda, selezionando quelli di minor pregio, per riequilibrare la produzione, visto che le scorte nelle cantine sono pari a 2 anni di vendite.

Nella Champagne, si stimano perdite per 1,7 miliardi di euro nel 2020. Si è ipotizzato di bloccare l’ingresso sul mercato di parte della prossima produzione fino al 2022, ma anche in questo caso si parla della riduzione delle rese per la vendemmia 2020. Secondo i Vignerons Indépendants non si può assolutamente scendere sotto i 9.000 chili di uva per ettaro per mantenere margini di profitto per coloro che producono Champagne solo da uve provenienti dai propri vigneti.

Meno problemi nella Borgogna, dove nonostante un -20% in valore stimato da qui a fine anno, il Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne ha confermato tutti i budget per lo sviluppo e la promozione del territorio.