Roma/ Proteste contro la terziarizzazione dei servizi al Rome Cavalieri Waldorf Astoria

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“Vogliamo lavorare. No terziarizzazione, vogliamo lavorare”. Protesta pacifica ieri mattina a Monte Mario davanti al Rome Cavalieri Waldorf Astoria. L’hotel ha deciso di esternalizzare alcuni dei suoi servizi, e con essi anche i suoi dipendenti. In questo modo i lavoratori non sarebbero più assunti direttamente dalla struttura ma affidati a cooperative esterne. E la preoccupazione tra i lavoratori sale, soprattutto in un momento delicato come quello vissuto non solo a livello sanitario ma anche e soprattutto a livello economico e lavorativo. Tra loro, a protestare, ieri mattina, c’era anche il ladispolano Donato. Donato lavora al Rome Cavalieri Waldfor Astoria da ben 18 anni, dal 2003. Il suo settore, al momento, quello della ristorazione sommelier, non è stato ancora toccato, ma si teme che la struttura possa intraprendere la strada della terzializzazione anche per tutte le altre mansioni al suo interno, andando così a mettere in seria difficoltà tutti i suoi dipendenti, molti dei quali in cassa integrazione da un anno a causa dell’emergenza sanitaria.

“I lavoratori protestano perché non accettano questa terziarizzazione”, ha spiegato il segretario generale di Confintesa Smart, Alfredo Magnifico presente al sit in di protesta a Monte Mario. “Da una parte l’azienda sembra voglia dare ai lavoratori tutte le garanzie possibili – ha proseguito – rispetto alle società che entrano, dall’altra, con la pretesa di un accordo tombale del rapporto con l’Hilton, è come se si lavasse le mani. I lavoratori rischiano che le aziende li assorbano nelle loro attività, magari, inizialmente, con gli stessi diritti e poi togliendoglieli”. Accettare l’esternalizzazione dei servizi, per Magnifico, è come “rinunciare alle battaglie e alle conquiste che hanno maturato all’interno dell’Hilton”.

E la preoccupazione, proprio come raccontato da Donato, è che l’azienda non si fermi qui e che tutti i settori all’interno della struttura ricettiva passino a terzi. Una spada di Damocle sulle teste dei lavoratori già in crisi a causa dell’emergenza sanitaria e delle restrizioni imposte dal Governo, con le famiglie che ad oggi, si rimboccano le maniche per cercare di continuare a dare sostentamento ai propri cari.