Vino/Oggi è il Malbec World Day

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da: Aislights (articolo del 17.04.2021)

I tempi di Bordeaux sono finiti da un pezzo, e anche se piante allignano ancora a Bourg, Blaye e a Entre-Deux-Mers, il malbec in Francia ha trovato un altro posto, a Cahors, in Occitania, dove ha assunto un nome diverso: auxerrois o côt. Nessuna porta in faccia, in teoria: il malbec continua a essere ammesso nei disciplinari bordolesi, anche se i produttori lo snobbano per il colore troppo scuro e per i problemi di allegagione. Troverebbe posto anche in molte denominazioni del sud-ovest francese, e persino nella Valle della Loira, all’interno della denominazione Anjou-Touraine, ma in pratica non è così. A Cahors, invece, sembra avere trovato casa, nutrendo le speranze dei produttori della zona, e in particolare di Château Lagrézette, la cantina nata per iniziativa di Alain-Dominique Perrin, all’epoca presidente dell’impero Cartier. Prtroppo nomi come il suo, o come Alain Gayraud (Château Lamartine), Château du Cèdre e Château Pech de Jammes non bastano a fare della denominazione una garanzia:  molti vini di Cahors rimangono rustici, sbilanciati e a volte magrolini. 

 Negli anni Ottanta del Novecento il malbec aveva inondato l’Argentina, e in particolare la zona di Mendoza. L’invasione all’inizio era stata mal tollerata (si era sempre pronti a scambiarlo con barbatelle di cabernet sauvignon) ma negli anni Novanta, quando ci si rese conto del rapporto felice di quest’uva con l’altitudine, finì per diventare il vitigno bandiera della nazione. La corsa al vigneto più alto, anzi, unitamente a certe morbidezze legnose e dolciastre, sono state per molto tempo i capisaldi dei Malbec argentini. Le cose oggi sono cambiate. Linfantile interesse per i centimetri di altezza è stato sostituito dai concetti di zonazione e terroir; le vendemmie sono state anticipate, per guadagnare acidità; le vinificazioni guardano ormai al cemento.

 Eppure, tutto questo non sembra sufficiente ad assicurargli un futuro. Certo, gli ettari sono in crescita, e la nouvelle vague dei vignaioli ha dato un grande contributo, ma la partita non è ancora conclusa, e alcuni importatori statunitensi iniziano a dare segni di disinteresse. Una nuova scommessa potrebbe arrivare dall’Oregon, dove il malbec pare candidarsi a concorrente del pinot nero.

Così almeno emerge dagli assaggi dei vini provenienti da due valli meridionali, quella di Rogue e quella di Umpqua, e soprattutto dai prezzi spuntati dalle uve sul mercato, secondi solo a quelli del pinot nero. Il produttore Eric Weisinger crede cosi tanto nelle potenzialità di invecchiamento del Malbec dell’Oregon da dichiararsi pronto a investire grosse somme in nuove botti di rovere francese, liquidando le precedenti di legno americano, giudicate meno adatte. 

L’approfondimento su Wine Searcher.