Il film della settimana/ “Senza rimorso ” di Stefano Sollima (Usa)

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Pietro Colagiovanni *

Film del 2020 è il secondo impegno hollywoodiano per Stefano Sollima, regista italiano, autore di serie tv di grandissima notorietà come Gomorra e Romanzo Criminale. Stefano Sollima inoltre è figlio del leggendario Sergio, il regista della serie tv di immenso successo Sandokan. Stefano Sollima ha già fatto il suo esordio ad Hollywood dirigendo Soldado con Benicio Del Toro, film bene accolto dalla critica e dal pubblico.

“Senza rimorso” è la trasposizione cinematografica dell’omonimo libro di Tom Clancy del 1993 ( lo scrittore è citato nel titolo), centrato sulla figura dell’ex Navy Seal John Clark. Tom Clancy è un autore di grande successo noto per aver inventato il cosiddetto genere techno thriller ed è stato anche un creatore di videogiochi, cosa non secondaria guardando la trasposizione cinematografica delle sue opere. La storia è quella del Navy Seal John Kelly, interpretato da Michael B. Jordan, impegnato in una missione in Siria nella quale vengono uccisi alti ufficiali russi.

Ritiratosi dalla vita militare subisce una feroce vendetta, apparentemente da parte russa per il tramite di alcuni efferati sicari. John perde in un agguato a casa sua la moglie incinta di una bambina ma riesce a salvarsi e medita vendetta. Si troverà immerso, attarverso molte peripezie, in una vicenda molto più grande di lui, un intrigo internazionale e di poteri forti di cui lui era solo una semplice pedina.

La trama sostanzialmente è tutta qui e non si discosta da un normale action movie con qualche venatura di spy story internazionale e di moralismo sulla ferocia del potere, come se ne vedono ogni anno a decine. Gli attori sono corretti, precisi nel loro ruolo ma nulla di più. L’unico che emerge non è lo statuario Jordan, che non è il massimo dell’espressività, ma Jamie Bell, l’interprete di Billy Elliot, un ennesimo esempio della grande capacità di sfornare talenti del teatro inglese. Sollima fa quello che può, si vede che è bravo ed alcune scene (come il combattimento in casa di Kelly) sono di altissimo cinema da vero maestro.

Ma il problema, nonostante l’evidente dispendio di fondi ed energie, è che la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti. Sia nella storia macro (improbabilissimo il movente di tutte queste stragi) sia nella storia micro ( i cecchini nemici sono un branco di incapaci scelti, la Russia viene descritta come un paese coloniale dove puoi circolare come un carro armato umano come se nulla fosse) la sceneggiatura affossa in modo irreparabile il film senza che nessuno possa fare niente. L’opera perde quindi di ritmo e al netto di qualche trovata di Sollima naufraga nel mondo piuttosto affollato dei film non riusciti.

Voto 2,5/5

*imprenditore, giornalista, fondatore e amministratore del gruppo Terminus

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