Il mondo del bere/ Quali sono le origini dello shaker ?

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di Paolo Santangelo*

Nel 1848, George Foster, un reporter nel New York Tribune che trascorreva le notti nei quartieri più squallidi della città alla ricerca di buone storie, rimase meravigliato dal modo in cui un barista stava facendo un drink: “Con le maniche della camicia arrotolate, e il suo viso avvolto in un bagliore di fuoco, sembrava stesse tirando fuori lunghi nastri di Julep da una tazza di metallo.”

Questa è forse stata la prima descrizione nota di uno shaker. A quel tempo, le bevande venivano mescolate con cucchiai a manico lungo oppure gettati avanti e indietro tra due bicchieri di vetro, che sicuramente rendevano spettacolo ma non facevano un’ottima miscelazione (per non parlare della confusione). Alla fine, dice David Wondrich, uno storico dei cocktail tra i cui libri ricordiamo “Imbibe!” e “Punch”, qualcuno “arrivò con la brillante idea di attaccare una tazza di metallo sopra un bicchiere che scuotendo con il ghiaccio si sigilla. Dal 1850 iniziarono a costruire shaker personalizzati interamente fatti in metallo, lega, ottone e argento placcato.”

Lo Shaker Parisienne, che era popolare in Europa, era un elegante variante a forma di urna. Era composto da due pezzi senza uno colino e arrivò sulle scene dei bar circa 20 anni più tardi. “Gli europei vedendo quello che stavamo facendo” dice Wondrich, ” pensarono che era davvero fantastico. Tutti impazzirono per i drink americani e iniziarono ad importare gli strumenti.”

Nel corso del 1870 gli inventori cercarono in ogni modo di migliorare il disegno di base. Uno aveva un sistema a stantuffo per la miscelazioni di sei bicchieri in una sola volta; un altro aveva prese d’aria. Ma nessuno di questi ebbe successo. Poi nel 1884, Edward Hauck di Brooklyn brevettò lo Shaker di metallo in tre parti con filtro incorporato, una configurazione che è rimasta sostanzialmente immutata fino a i nostri giorni. Divenne famoso come Cobbler Shaker (lo Sherry Cobbler, fatto di Sherry, zucchero, ghiaccio e arancia o limone, fu uno dei cocktail più popolari dell’epoca).

Quando l’acciaio inossidabile fu inventato nei primi anni del XX secolo, divenne rapidamente il materiale di scelta per gli Shakers, un onore di cui continua a godere ancora oggi.

Anche se gli Shaker rimangono una parte fondamentale del corredo del Barman, c’è il rischio di abuso nel suo uso. I Martini devono essere mescolati (nonostante James Bond), come dovrebbe accadere per gli Old Fashioned e Manhattan. Quando si tratta di aggiunte più recenti alla lista dei cocktail, è difficile anche per un esperto categorizzare. “Le persone stanno shakerando di tutto ai giorni d’oggi” dice Wondrich. “A volte ho guardato, mi sono grattato la testa e sperato in una birra”.

*bar manager ed esperto horeca

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