L’intervento/Per aiutare il lavoro serve un taglio dei contributi

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FOTO DI REPERTORIO

Per migliorare le condizioni degli under 30 è necessario intervenire sui tributi previdenziali, con una riduzione complessiva e permanente del costo del lavoro.

Il dibattito sulla riforma fiscale ha ipotizzato un taglio dell’Irpef sui giovani lavoratori, spero non sulla base anagrafica poiché sarebbe una misura regressiva e poco utile, ma occorre un taglio strutturale dei contributi previdenziali degli under-30,anzi, un taglio dei contributi, con un obiettivo di politica occupazionale, che riduca l’elevato tasso di disoccupazione giovanile,potrebbe dare  risposte a un obiettivo redistributivo generazionale.

Il taglio strutturale dei contributi,iniziativa già sperimentata nel passato sarebbe una buona via per aumentare l’occupazione dei giovani,infatti, la legge di bilancio del 2018 ha introdotto una riduzione dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro privati del 50% per 36 mesi, fino a un massimo di 3mila euro su base annua, con riferimento alle assunzioni con contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato di soggetti aventi meno di 35 anni di età.

La novità della norma fu estendere uno sgravio più generoso, già esistente nel 2017, per gli under-30 anche a individui al di sotto dei 35 anni, i posti di lavoro creati con questo incentivo furono circa 220 mila, con un costo medio per ciascun incentivo attorno a mille euro, il costo complessivo della misura è quindi stato di 234 milioni di euro.

La legge di bilancio 2021 ha esteso la stessa misura per il biennio 2021-2022, questi interventi sono una forma precisa di tagli dei contributi o incentivi all’assunzione, queste misure si rivolgono a una platea di lavoratori, che vengono assunti, con ulteriori vincoli; assunzione a tempo indeterminato e non aver mai avuto un contratto a tempo indeterminato in precedenza.

Queste caratteristiche limitano l’impatto della misura, in termini occupazionali e redistributivi, inoltre, non avendo natura permanente, si rivelano di anno in anno incerte, poiché, senza la possibilità di rinnovo.

Occorrerebbe ridurre in maniera strutturale i contributi previdenziali dovuti dai lavoratori under-30 o con primo contratto a tempo indeterminato, il taglio non dovrebbe essere limitato alle nuove assunzioni o a specifiche tipologie contrattuali o ad uno specifico periodo di tempo dopo l’inizio del rapporto del lavoro, ma dovrebbe far  attuare una riduzione complessiva e permanente del costo del lavoro di tutti gli individui impiegati con contratto a tempo indeterminato.

Questo “Benefit” non deve incidere sull’accumulo di contributi da parte dei lavoratori, in vista della pensione e in linea con le misure già adottate, i contributi non pagati dovrebbero essere fiscalizzati, ovvero portati a carico della comunità nazionale nel suo insieme e pagati dal sistema fiscale nel suo complesso.

In poche parole, sostituire i sussidi con veri Benefici sul costo del lavoro.
Alfredo Magnifico