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Coronavirus/ Stabile la curva del contagio in Italia

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Numeri stabili quelli dell’epidemia da Coronavirus in Italia nelle 24 ore. Il bollettino del Ministero della Salute dice che i nuovi positivi  sono 1.400 su 203.173 tamponi (ieri erano stati 1.255 su 212.112 tamponi).

Sono 52 i morti di oggi (ieri erano stati 63). Con 5.399 dimessi e guariti in più gli attualmente positivi sono 101.855, ( – 4.051).

Il tasso di positività è oggi è allo 0,69% (ieri era stato dell’0,59%). ll totale delle vittime da coronavirus nel nostro Paese dall’inizio della pandemia sale a 127.153. 

Sociale/ Fenomeno badanti in Italia, l’impatto nei Paesi d’origine

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FOTO DI REPERTORIO

L’Osservatorio nazionale DOMINA sul lavoro domestico ha riscontrato che negli ultimi vent’anni la presenza di lavoratori stranieri (soprattutto lavoratrici) ha rappresentato un bacino molto importante per il settore. In particolare, la componente più numerosa è quella dell’Est Europa, tanto che ad oggi i lavoratori di quell’area rappresentano il 30,4% tra i collaboratori familiari (colf) e il 52,2% tra gli assistenti familiari (badanti). Se dal punto di vista del Paese di destinazione conosciamo bene l’impatto socio-economico di questa presenza, sono spesso sottovalutate le conseguenze per i Paesi d’origine. Innanzitutto, bisogna sottolineare che si tratta di una presenza prevalentemente femminile: le donne rappresentano il 90,7% tra gli italiani e l’87,9% tra gli stranieri, con punte del 96,6% tra i domestici dell’Est Europa.

L’impatto economico

Essendo il fenomeno dovuto principalmente alla necessità economica della famiglia, il primo effetto è il trasferimento di denaro dall’Italia verso i Paesi d’origine. Tali trasferimenti, registrati sotto il nome di “rimesse”, rappresentano per molti Paesi una fonte significativa di reddito. Le rimesse hanno la caratteristica di andare ad incidere direttamente sui bisogni primari delle famiglie (consumi, spese sanitarie, istruzione), mentre si traducono in misura molto marginale in risparmio o investimenti.

Rapportando i flussi in entrata rispetto al PIL nazionale, l’Osservatorio DOMINA è arrivato alla conclusione che per molti Paesi le rimesse rappresentano una fonte importante: sfiora il 16% del PIL la Moldavia, mentre superano il 10% Georgia, Senegal e Ucraina. Le rimesse ricevute superano l’8% del PIL anche per Filippine, Pakistan, Sri Lanka, Albania e Dominica. Osservando i dati 2020 sui flussi di denaro inviati dall’Italia, le prime destinazioni sono il Bangladesh (707 milioni, 10,5% del totale rimesse), la Romania (604,47 milioni, 8,9% del totale) e le Filippine (449,29 milioni, 6,6%).

noltre, a partire dai dati Istat Rcfl, L’Osservatorio DOMINA ha stimato, per ciascuna nazionalità, l’incidenza dei lavoratori stranieri sul totale degli occupati1. Mediamente i lavoratori domestici rappresentano quasi un quarto di tutti gli occupati stranieri. Tra alcune nazionalità, addirittura, i lavoratori domestici rappresentano oltre il 50% degli occupati: è il caso di Ucraina (59,0%), Georgia (64,5%), Filippine (58,9%) e Sri Lanka (54,3%). Per altre comunità, invece, la componente di lavoratori domestici è più bassa.

Sulla base di questi dati è possibile stimare, infine, la quota parte di rimesse riconducibile ai lavoratori domestici per ciascun Paese. Complessivamente, dunque, possiamo stimare che le rimesse inviate in patria dai lavoratori domestici italiani siano oltre 1,6 miliardi, pari a quasi un quarto delle rimesse complessive.

Ricadute sociali

Oltre al dato economico, è opportuno considerare le ricadute (negative) dell’emigrazione di donne sole, disponibili a lavorare presso l’abitazione di anziani e non autosufficienti. Questo processo ha determinato nei Paesi d’origine il fenomeno dei cosiddetti “orfani bianchi”, ben raccontato dall’omonimo romanzo di Antonio Manzini2 e da numerosi reportage3. Secondo i dati Unicef riportati dall’Osservatorio DOMINA4, sarebbero almeno 350mila in Romania e 100mila in Moldavia

Bisogna considerare gli effetti sulla psiche delle lavoratrici, lontane dai propri affetti e a stretto contatto con situazioni di malattia e sofferenza. Lo stress e la privazione di relazioni affettive contribuiscono a sviluppare una forma di depressione nota col nome di “Sindrome Italia”, che si traduce in disturbi d’ansia, attacchi di panico, insonnia e depressione.

Orfani bianchi e Sindrome Italia sono due facce della stessa medaglia, il prodotto di un’emigrazione dettata da una crisi economica e da una mancanza di welfare che obbliga le famiglie a dividersi per garantire una vita dignitosa ai figli.

Secondo Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di DOMINA, “la presenza di lavoratrici e lavoratori stranieri nelle case delle famiglie italiane è divenuta fondamentale per la cura di bambini e anziani e per la gestione della casa. È importante che i lavoratori e le lavoratrici mantengano un legame con la propria famiglia d’origine e soprattutto con i propri figli, anche attraverso le nuove tecnologie: in questo senso va la campagna DOMINA organizzata in collaborazione con ILO e Caritas.

DOMINA – Associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro Domestico

Tab 1. Rimesse per paese di destinazione e incidenza sul PIL nazionale

Primi 20 Paesi per rimesse inviate dall’ItaliaIncidenza % Rimesse / PIL Paese d’origine (2019)Rimesse 2020 dall’Italia (milioni euro)Distribuzione % Rimesse 2020 dall’Italia
Bangladesh6,07707,3510,5%
Romania3,26604,478,9%
Filippine9,33449,296,6%
Pakistan8,00436,866,5%
Marocco5,63429,426,3%
Senegal10,70412,326,1%
India2,90382,005,6%
Sri Lanka8,03350,385,2%
Ucraina10,27298,394,4%
Georgia12,92258,403,8%
Perù1,47241,123,6%
Nigeria5,31231,303,4%
Albania9,64171,082,5%
Ecuador3,02155,222,3%
Moldavia15,96151,612,2%
Dominica8,44132,262,0%
Tunisia5,2880,211,2%
Brasile0,1779,321,2%
Costa d’Avorio0,5878,611,2%
Totale rimesse
6.766,60100,0%

Elaborazioni Osservatorio DOMINA su dati Banca Mondiale e Banca d’Italia

foto di repertorio

Sociale/Osservatorio annuale dedicato agli adolescenti in difficoltà in Italia

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FOTO DI REPERTORIO

Quasi 30.000 ragazzi e ragazze hanno commesso un reato nel nostro paese nel 2020. Gli italiani pensano siano molti di più (circa 750.000) e si dicono preoccupati, ma anche disponibili ad aiutarli in prima persona. Solo il 16%, infatti, ritiene che la detenzione sia lo strumento più indicato: 1 su 3 sostiene invece che possano essere molto più efficaci le comunità educative (in cui il tasso di recidiva è di circa il 20% rispetto al 60% di chi sconta la pena in carcere) e il 17% chiede nuovi strumenti. Per questo, la Cooperativa Sociale Arimo annuncia la costituzione di un Comitato Scientifico e avvia i lavori del suo primo Osservatorio Annuale che indagherà il fenomeno degli adolescenti in difficoltà e a rischio di devianza in Italia, con l’obiettivo di guardare da vicino un mondo spesso poco conosciuto e trovare sempre nuove soluzioni con percorsi educativi basati su fiducia e responsabilità. Per invertire la rotta e recuperare un capitale umano che altrimenti rischia di perdersi nelle sacche della criminalità. Intervenire prima. Prima che una difficoltà diventi una devianza. E intervenire dopo. Per riscrivere un destino che è tutt’altro che inevitabile. Nasce con questo obiettivo il primo Osservatorio Annuale di Arimo, la Cooperativa Sociale che dal 2003 aiuta ragazze e ragazzi in difficoltà, accompagnandoli verso l’autonomia sociale, economica e lavorativa. L’Osservatorio, annunciato oggi nel corso dell’evento “Impossibili o invisibili?”, sarà presieduto da un Comitato Scientifico che si occuperà di studiare, capire e interpretare in maniera più efficace il mondo degli adolescenti in difficoltà, facendosi portavoce di bisogni e disegnando possibili interventi.

Arimo affianca minori a rischio di devianza, abbandonati dal nucleo famigliare, minori non accompagnati e/o sottoposti a misure penali: adolescenti che devono essere (ri)educati al futuro, i cui percorsi sono spesso poco conosciuti o mal valutati, come emerso dall’indagine realizzata da Kantar per la Cooperativa Sociale Arimo presentata durante l’evento. Un appuntamento di confronto e approfondimento in cui Lamberto Bertolè – Presidente Arimo, Maria Carla Gatto – Presidente del Tribunale dei Minori di Milano, Laura Laera – già Presidente del Tribunale dei Minori di Firenze e Commissario e già Vicepresidente Commissione Adozioni Internazionali, Joseph Moyersoen – giurista, formatore, Giudice Onorario presso il Tribunale dei Minori di Genova, e già Presidente dell’Associazione Internazionale Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia, Roberto di Bella – Presidente del Tribunale dei Minori di Catania, promotore del progetto “Liberi di scegliere”, e Francesca Perrini – Dirigente del Centro per la Giustizia minorile della Lombardia, hanno condiviso modelli, prospettive e bisogni delle nuove generazioni in difficoltà.

Un percorso che è partito dal confronto tra percezione e realtà. Secondo l’indagine di Kantar, in particolare, la maggior parte degli italiani pensa che i giovani che delinquono siano circa 750.000:  in verità, nel 2020 sono stati circa 30.000, in calo rispetto al 2019. Solo 1 italiano su 10 tra gli intervistati si è avvicinato alla stima corretta, mentre 2 italiani su 3 sono convinti che i reati minorili commessi nell’anno della pandemia siano addirittura aumentati. Un altro pregiudizio riguarda la nazionalità di chi commette reati: solo il 23% è straniero, ma 1 italiano su 2 crede siano molti di più e 1 su 10 addirittura pensa che più del 70% dei reati minorili sia commesso da stranieri. Non solo, gli italiani tendono a sovrastimare anche il reato connesso alla detenzione e allo spaccio di stupefacenti: il 63% degli intervistati pensa sia il reato più commesso, mentre in realtà è solo al secondo posto. Il reato più commesso dai minorenni, infatti, è il furto. In terza battuta, le lesioni alle persone.

Tutto ciò dimostra quanto poco si sappia del mondo degli adolescenti e delle sue problematiche, con il rischio di perdere opportunità di riscatto e di risorse preziose. Destini che potrebbe essere reindirizzati e riscoperti, affinché, anziché ingrossare le fila della criminalità – anche organizzata –, vada ad apportare nuovo valore alla società civile. Non a caso, ad affiancare il Presidente di Arimo, Lamberto Bertolè, nel Comitato Scientifico che presiederà l’Osservatorio Annuale, hanno già confermato il loro impegno Joseph Moyersoen, Giudice Onorario presso il Tribunale dei Minori di Genova, e già Presidente dell’Associazione Internazionale Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia, Federico Capeci, CEO Kantar, e Ferruccio De Bortoli, già direttore di Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore: professionisti che hanno sempre fatto dell’informazione un elemento centrale del loro operato. Mai come in questo caso, infatti, è fondamentale conoscere il fenomeno per poi poter intervenire con percorsi e formazioni mirate.

«Nonostante i reati commessi dai minorenni siano diminuiti – ha spiegato Federico Capeci, CEO di Kantar – il 71% degli italiani è preoccupato per lo stato della delinquenza minorile. Solo il 16% però ritiene che la detenzione sia lo strumento più indicato: 1 intervistato su 3 sostiene invece che possano essere molto più efficaci le comunità educative, seguite dalle attività socialmente utili. Il 17%, inoltre, chiede nuovi strumenti non ancora conosciuti che non siano quelli ad oggi disponibili per questi ragazzi. Opportunità che fanno leva su una dimensione corale di aiuto e che presuppongono una maggiore partecipazione da parte della società civile. Il 60% degli italiani, infatti, si dice disponibile ad aiutare chi si occupa di minori in difficoltà. Una percentuale che per il 64% è rappresentata da appartenenti alla cosiddetta Generazione Z, ovvero ai nati fra il 1997 e il 2010. E anche questo ci dice molto sulle nuove generazioni. In sostanza, la delinquenza minorile pare più invisibile che impossibile».

Come certificato dal Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, gli ingressi di minorenni e giovani adulti negli Istituti penali per i minorenni in Italia nel 2020 sono stati 713, sui circa 30.000 denunciati. Gli altri sono in attesa di giudizio o sono sottoposti a misure alternative alla detenzione. Il tasso di recidiva per chi sconta la pena interamente in carcere è superiore al 60%. Nel caso delle misure alternative, invece, non supera il 20%. Percentuali che attestano l’inefficacia della detenzione, a cui va aggiunto anche il maggior costo economico a carico dello Stato. Un fallimento che si concretizza in ragazzi che entrano in carcere da giovanissimi per uscirne da adulti o non uscirne mai più. Perseguire strade alternative non significa scegliere soluzioni più leggere, piuttosto scommettere su pene più efficaci.

Come i percorsi di comunità, dove vengono richiesti impegno e responsabilità ai minori, che, anziché semplicemente attendere lo scadere della pena, vengono messi alla prova, chiamati a lavorare su se stessi per riscrivere, insieme, un nuovo futuro. È questo l’obiettivo a cui punta Arimo. Spazio di pensiero e laboratorio di progettazione di risposte e strategie di intervento per contrastare il disagio minorile, Arimo gestisce infatti servizi, comunità, alloggi, spazi educativi, attività formative e laboratori, collaborando con gli Enti Locali, con gli organi della Giustizia Minorile e con educatori preparati, capaci di relazionarsi con gli adolescenti con passione educativa oltre che con professionalità ed esperienza, per aiutarli a riappropriarsi del loro futuro.

«L’unico modo per cambiare un destino che sembra essere già segnato da contesti sociali emarginanti o da pregresse esperienze fallimentari è mettersi al fianco di questi ragazzi, con responsabilità e fiducia. Arimo si pone da sempre questo obiettivo perché siamo convinti che un adolescente che commette un reato stia chiedendo spesso, inconsciamente, aiuto al mondo adulto. Le risposte che possiamo dare, che possono essere anche sanzionatorie, devono soprattutto essere risposte responsabilizzanti e non passivizzanti, come quelle della detenzione – ha confermato Lamberto BertolèPresidente di Arimo. Costruire risposte attive significa lavorare insieme per costruire nuove basi per il proprio futuro. Le realtà come Arimo che svolgono attività di questo tipo non sono abbastanza e c’è sempre più bisogno di personale competente, per poter aiutare non solo i minori che commettono reato, ma tutti gli adolescenti che si trovano in difficoltà. L’Osservatorio Annuale e il Comitato Scientifico aiuteranno a compiere il primo, imprescindibile passo per comprendere in profondità il loro mondo, ma chiediamo a tutti di unirsi a noi per attivare nuove sinergie e intervenire prima e meglio in favore di questi giovani».

Dal 2003 la Cooperativa Sociale Arimo aiuta a riscrivere i destini di ragazzi e ragazze, italiani e stranieri, in difficoltà, accogliendo e accompagnando verso l’autonomia sociale, economica e lavorativa minori a rischio di devianza, minori allontanati dal nucleo famigliare, minori stranieri non accompagnati, minori sottoposti a misure penali. Spazio di pensiero e laboratorio di progettazione di risposte e strategie di intervento per contrastare il disagio minorile, Arimo gestisce servizi, comunità e spazi educativi, collaborando con gli Enti Locali e con gli organi della Giustizia Minorile.

www.arimo.eu

Bologna/ Risparmio idrico, le regole per un corretto uso dell’acqua potabile

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Da martedì 15 giugno, è entrata in vigore la consueta ordinanza per il risparmio idrico che fino al 30 settembre 2021 vieta il prelievo dalla rete di acqua potabile per uso non domestico dalle ore 8 alle 21, con particolare riferimento all’innaffiamento di orti, giardini e lavaggio di automezzi, in modo da contenere gli sprechi. Per le aree ortive concesse dal Comune il divieto di prelievo è disposto dalle 10 alle 18. Chi non rispetta l’ordinanza rischia una sanzione che va da 25 a 500 euro. Il Comune è da anni impegnato in politiche legate ad un uso sostenibile della risorsa acqua anche per affrontare gli effetti locali di cambiamenti climatici che stanno riducendo la disponibilità di acqua ad uso potabile nel periodo estivo e pertanto vuole ricordare quali possano essere alcuni consumi quotidiani da non trascurare per un utilizzo corretto e razionale dell’acqua:

  • un rubinetto lasciato aperto eroga mediamente 13 litri al minuto;
  • il 40% dell’acqua potabile consumata nelle case si utilizza per gli scarichi dei servizi igienici;
  • per una doccia di 5 minuti sono necessari 60 litri di acqua e per riempire una vasca da bagno ne occorrono il doppio;
  • i lavaggi a 30° in lavatrice/lavastoviglie riducono i consumi della metà rispetto a quelli a 90°;
  • azionando gli elettrodomestici a pieno carico si risparmiano dagli 8.000 agli 11.000 litri all’anno;
  • è possibile realizzare semplici sistemi di raccolta dell’acqua piovana per l’irrigazione di giardini e spazi verdi.

Per evitare sprechi il Comune raccomanda a tutti i cittadini di:

  • controllare il corretto funzionamento dei propri impianti idrici per individuare eventuali perdite occulte;
  • usare dispositivi per il risparmio idrico come i frangigetto per i rubinetti;
  • annaffiare le piante con sistemi a irrigazione a goccia e temporizzati;
  • usare lavatrici e lavastoviglie sempre a pieno carico;
  • per l’igiene personale preferire la doccia perché consuma meno acqua rispetto al bagno in vasca;
  • non fare scorrere in modo continuo l’acqua durante il lavaggio dei denti o la rasatura della barba;
  • non utilizzare acqua corrente per il lavaggio delle stoviglie e verdure, ma solo per il risciacquo;
  • utilizzare l’acqua di lavaggio della frutta e della verdura per innaffiare le piante.
  • Comune di Bologna – Ufficio Stampa

Cronaca nazionale/ Moto contro guardrail, un morto

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Ancora vittime della strada. Incidente fatale alle porte di Milano. Un centauro di 49 anni ha perso il controllo della sua moto, schiantandosi contro un guardrail.

Inutili i soccorsi: l’uomo è morto sul colpo.

 E’ accaduto a San Giuliano Milanese. Sul posto sono giunti gli operatori del 118 e i carabinieri .

Purtroppo ogni tentativo di salvarlo si è rivelato inutile.

Solidarietà/ Nasce SportAbility, il progetto che promuove lo “Sport di tutte le abilità”

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E’ stato presentato oggi presso la Sala Trasparenza SportAbility, il progetto che l’Associazione Stelle nello Sport ha creato, con il supporto di Regione Liguria, per promuovere le attività che hanno come focus i valori dell’inclusione e dell’integrazione. Un progetto cross-mediale che ha l’obiettivo di sostenere le Associazioni liguri che coinvolgono persone con disabilità fisica e/o intellettivo relazionale e promuovere tutte le abilità dello sport per una crescita inclusiva, relazionale e sana. Nasce così il portale www.sportabilityliguria.it che racconta le belle storie dello “sport che include”. Protagonisti magnifici: che siano atleti, tecnici o dirigenti. Un faro “potente” su tutta la straordinaria attività sportiva, non solo agonistica, organizzata in Liguria. Un percorso quotidiano che permetterà di “presentare” tutte le Associazioni che operano sul territorio, fornendo anche utili informazioni di servizio e mettendo “in contatto” operatori sportivi e famiglie per un sempre maggiore sviluppo dello sport dedicato alle persone con disabilità.

 Al fianco del portale sono stati creati il canale Youtube “SportAbility TV”, il canale Telegram, i profili Twitter e Instagram, oltre ovviamente alla pagina facebook “madre” di Stelle nello Sport che può contare su oltre 22.000 followers. Ogni settimana sarà lanciata anche una Newsletter “SportAbility Liguria” con tutti i contenuti premium del portale: storie, eventi e attività. E’ possibile iscriversi direttamente nella home page del sito www.sportabilityliguria.it

 “Troppo spesso sentiamo dire che le buone notizie non sono notizie”, spiega Michele Corti, giornalista e presidente dell’Associazione Stelle nello Sport. “Noi vogliamo raccontare con SportAbility le belle storie di chi, grazie allo sport, vive una rinascita. Storie che portino a emulazione. Il ruolo di Sportability sarà quello di supportare le Istituzioni per far comprendere alle oltre 5000 famiglie con studenti disabili quanto sia importante avvicinare i figli allo sport. Approfondimenti, interviste, storie – prosegue Corti – siamo certi ci permetteranno di diffondere la cultura della pratica sportiva quale strumento di benessere della persona, di socializzazione e aggregazione. Ciò che noi consideriamo limite (carrozzina, arto artificiale) per i ragazzi è una opportunità per costruire una nuova strada verso nuovi obiettivi. Uno sport per tutti e di tutti. All’insegna dell’inclusione e della integrazione. Uno sport di tutte le abilità”. Hanno “lanciato” il progetto le assessore regionali Ilaria Cavo (Politiche Sociali) e Simona Ferro (Sport). Al loro fianco Claudio Puppo (coordinatore della Consulta Regionale per l’handicap), Gaetano Cuozzo (presidente CIP Liguria), Alessandro Clavarino (dirigente Usr Liguria e direttore Special Olympics Genova) e quattro speciali “testimonial”: Francesco Bocciardo, Fabio Incorvaia, Fabrizio Zanino e Chiara Brambilla Bas (testimonial, Bic Genova).

 Ilaria Cavo saluta così la nascita di SportAbility. “Il mio assessorato ha sostenuto convintamente questo progetto perché in perfetta sintonia con una delle nostre missioni: promuovere la socialità, l’inclusione e l’integrazione attraverso lo sport. Lo slogan ben rappresenta l’obiettivo: lo sport di tutte le abilità. Ecco c’è bisogno di metterle in evidenza attraverso eventi, storie, esempi. La possibilità di conoscere grandi atleti paralimpici ma anche campioni che si mettono al servizio del sociale contribuisce a stimolare la partecipazione dei ragazzi con disabilità. Questo è l’obiettivo più importante. Fare in modo che le storie di successo agonistico o di volontariato diventino esempi positivi, sprone per chi lo sport potrebbe farlo e non lo sta facendo. Fare in modo che anche i momenti aggregativi, come l’evento dell’11 settembre, diventino una festa, un traguardo per molti ragazzi che già hanno preso consapevolezza delle loro diverse abilità, ma diventino soprattutto un punto di partenza, un’occasione per chi deve ancora scoprirli”. Concluse Ilaria Cavo: “Mi fa piacere essere qui oggi a sostenere questo evento perché arriva dopo tante iniziative e bandi che hanno voluto dare dignità (non solo con i fondi del sociale, ma anche con quelli della formazione) allo sport come fattore di inclusione sociale. Già negli anni scorsi abbiamo stanziato il Fondo Sociale Europeo (Fse) con linee mirate a questo concetto. Continueremo a farlo”. A Fabio Incorvaia, sette volte campione del mondo di moto d’acqua, da due anni ideatore del bellissimo progetto Jet Sky Therapy, Ilaria Cavo ha consegnato uno speciale Oscar di Stelle nello Sport (il secondo nella sua carriera), per la sua straordinaria iniziativa che sarà protagonista anche a Genova, il 25 e 26 settembre prossimi, nell’ambito della Festa dello Sport al Porto Antico di Genova.

Sport ed emozioni nel racconto di Simona Ferro. “In questi primi 7 mesi di mandato ho avuto l’opportunità di confrontarmi con il mondo dello sport a 360° ed una delle parti più emozionanti è stata assistere agli straordinari risultati di atleti con disabilità. Un progetto come SportAbility ha il pregio di poter fare da link, mettere in connessione e mostrare tutte le storie e le attività di chi, disabile, vive una rinascita grazie allo sport. Io ho il privilegio di potermi confrontare quotidianamente con un atleta eccezionale quale è Francesco Bocciardo e comprendo benissimo come questo confronto sia utile per abbattere barriere e favorire l’inclusione, per me il progetto è questo: un eccezionale strumento che favorisce il lato inclusivo dello sport”. Sport Ability promuoverà anche una importante serie di attività ed eventi. Primo appuntamento sabato 11 settembre. Nel “villaggio” sportivo della Sciorba andrà in scena “SportAbility Day”, con la collaborazione di My Sport e Bic Genova. Una giornata di festa che radunerà tante associazioni e permetterà a centinaia di ragazzi di provare diverse discipline sportive paralimpiche. Nei mesi di ottobre e novembre saranno sviluppati alcuni incontri a scuola con importanti testimonial sportivi che racconteranno i valori dello “sport che include”. Tra questi Francesco Bocciardo, da oltre 9 anni impegnato al fianco di Stelle nello Sport per la promozione dei valori dello sport.

L’1 dicembre, infine, si terrà a Palazzo Ducale un importante Forum che, a pochi giorni dalla giornata internazionale per le persone con disabilità, racconterà attraverso importanti protagonisti di livello nazionale e internazionale l’importanza dello sport quale strumento di integrazione e inclusione. In quella occasione sarà anche allestita una emozionante mostra fotografica curata da Cristina Corti che dal 2019 ha iniziato un prezioso viaggio tra le Associazioni liguri che promuovono lo sport “di tutte le abilità”. Un grande evento in una magnifica location grazie alla collaborazione di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura.

“L’Associazione Stelle nello sport ha sempre dato lustro a tutti i nostri ragazzi che praticano sport “minori” e paralimpici”, sottolinea Claudio Puppo, coordinatore della Consulta Regionale per l’Handicap. “Con l’avvio di questo nuovo progetto, tutti noi avremmo una finestra aperta sul nostro territorio, sui nostri ragazzi ma soprattutto per avvicinare al mondo dello sport coloro che, per vari motivi, non si sono lasciati ancora coinvolgere. Nel 1996, per caso, ha conosciuto il basket in carrozzina e, dopo 25 anni, sono ancora “innamorato” di questo sport che mi ha regalato le gioie agonistiche ma soprattutto la vera funzione sociale e di inclusione dello sport…. Gioie che non voglio rimangano solo mie o di pochi. Per questo dico “benvenuto” SportAbility! Ci permetterai di essere meno soli”.

 Al lancio di SportAbility la testimonianza emozionante di altri due importanti testimonial, Fabrizio Zanino e Chiara Brambilla Bas. Il primo è centrocampista del Genoa For Special, squadra che da tre anni ha iniziato il proprio percorso. Chiara è invece “bandiera” della prima squadra di calcio femminile in Italia con disabilità, il Bic Genova. Una super sportiva che fa parte del gruppo sportivo storico del Bic Genova con cui ha iniziato anni fa giocando a basket. “Bic Genova è un punto di riferimento per le famiglie che vogliono far praticare attività sportiva ai loro figli con disabilità intellettivo-relazionale”, racconta il presidente, Marco Barbagelata. “Calcio e Basket sono il fiore all’occhiello dove partecipano ben 60 tra atleti e atlete ma non solo visto che le attività continuano anche durante l’estate grazie al Summer Camp sulle Dolomiti che coniuga sport e autonomia con atleti provenienti da Liguria Piemonte e Lombardia”. Grande soddisfazione e gratitudine la esprime anche il presidente del Comitato ligure del Cip, Gaetano Cuozzo. “Il Comitato Italiano Paralimpico, ente pubblico al pari del Coni, ha lo scopo di curare, organizzare e potenziare lo sport per le persone disabili. Obbiettivi impegnativi che investono il Comitato di un ruolo formativo, di prevenzione sanitaria, di inclusione e coesione sociale e soprattutto di educazione alla democrazia, dove è detto che l’attività sportiva deve essere accessibile a tutti, nel rispetto delle aspirazioni e delle capacità di ciascuno, senza nessuna discriminazione. Per dirla con il nostro presidente nazionale Pancalli, fare sport, da disabili, vuol dire accettare doppiamente la sfida, quella difficile con se stessi, quella durissima con il pregiudizio di tutti gli altri. Questa proposta di “sportability” si inserisce perfettamente in questo contesto, volta alla maggiore divulgazione e promozione delle attività paralimpiche”.

In campo scende anche Alessia Bonati, direttore regionale Special Olympics che si congratula con i promotori del progetto: “E’ una iniziativa innovativa che aprirà una grande finestra sul mondo dello sport per persone con disabilità. In questo modo viene data voce alle splendide realtà presenti nella nostra Liguria. Special Olympics aderisce con entusiasmo affiancando SportAbility e portando avanti la propria mission con l’obiettivo di far conoscere a sempre più persone come lo sport sia un meraviglioso mezzo di inclusione. Dicono che ci siano persone nate per lo sport, io credo che lo sport sia nato per farli vivere”.

SportAbility

Coronavirus, la variante Delta nell’1% dei casi in Italia

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Notizie in breve sull’epidemia da coronavirus.

a) E’ certamente minoritaria rispetto alla variante inglese, ma la sua diffusione crea apprensione. In Italia i casi riconducibili alla variante Delta del coronavirus sono l’1% di quelli testati, riporta l’Istituto Superiore di Sanità;

b) Al via gli esami di maturità per oltre 540mila studenti: a causa della pandemia la prova sarà solo orale e gli studenti dovranno indossare la mascherina durante l’esposizione dell’elaborato;

c) Negli Stati Uniti i decessi legati al coronavirus dall’inizio della pandemia sono più di 600mila, rileva la Johns Hopkins University.

Vino/ È vera la storia del vino annacquato?

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(da: Aislights).

Un comunicato della Coldiretti del 7 maggio, poi ripreso dal Sole 24 Ore, ha dato il via in pochi giorni a una polemica fondata su una notizia secondaria: la discussione, in sede di comitato speciale agricoltura della UE, sulla possibilità di aggiungere acqua ai vini che sono stati dealcolizzati, evidenziandolo in etichetta. Da qui, con un ardito salto interpretativo, la notizia in Italia si è trasformata nella visione di un futuro dove il vino potrà essere allungato con l’acqua. La questione del vino dealcolizzato è una infinitesima parte dei temi che compongono il nuovo corso della Politica Agricola Comune (la PAC) che dovrebbe avere inizio nel 2023. Da circa un anno si è iniziato a lavorare su alcune proposte di modifica del Regolamento n. 1308/2013, per l’inserimento delle categorie “vino dealcolizzato” (con titolo alcolometrico non superiore allo 0,5 per cento di volume di alcol) e “vino parzialmente dealcolizzato” (con titolo alcolometrico compreso tra lo 0,5 e il 9 per cento di volume di alcol).  L’idea è di armonizzare a livello europeo due tipologie di prodotto le cui definizioni e caratteristiche (e la loro stessa esistenza) sono oggi gestite dalle singole leggi nazionali.

 In Italia, ad esempio, il processo è consentito dal 2009 solo per i vini generici, nella misura massima del 20 per cento, a patto che il contenuto in alcol successivo all’intervento non sia inferiore ai 9 gradi. Le definizioni di “vino dealcolizzato” e “vino parzialmente dealcolizzato” non sono comunque ammesse. Tra il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione Europea, i due organi legislativi dell’Europa, è in corso un laborioso negoziato che riflette le posizioni dominanti degli Stati cui i membri appartengono: il Parlamento vorrebbe regolare la dealcolizzazione solo per i vini da tavola, mentre il Consiglio vuole estendere la possibilità anche ai vini a denominazione. Possibilità che non significa in alcun modo obbligo: i regolamenti UE sono mediati dalle leggi nazionali, e dai disciplinari di produzione dei singoli consorzi.

La proposta di regolamentazione è caldeggiata dai paesi del Nord Europa, dove le bevande analcoliche sono molto diffuse, e ha trovato una solida sponda nei produttori più grandi, che vedono una occasione preziosa per vendere vino nei ricchi mercati a maggioranza musulmana, soprattutto Arabia Saudita e Indonesia. Le stesse modalità di dealcolizzazione sono tutt’ora oggetto di confronto: la pratica (si basa di norma sulla distillazione sottovuoto a bassa temperatura, oppure su filtrazioni a cartuccia o tramite membrana osmotica, mentre l’aggiunta di acqua (pietra dello scandalo del comunicato di Coldiretti) come coadiuvante del processo è considerata una soluzione aliena al mondo del vino e finora mai impiegata da nessuno stato membro della UE. Sulla regolamentazione dei vini dealcolizzati sarà necessario un lungo compromesso fra Parlamento, Consiglio dell’Unione Europea e Commissione Europea, di cui poco o nulla si saprà almeno fino all’inizio di giugno. (L’approfondimento su MilleVigne). 

Lampedusa/ Dieci migranti positivi alla variante Delta sulla nave quarantena

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FOTO DI REPERTORIO

La situazione è certamente preoccupante. Primi allarmi in Sicilia, è arrivata la variante Delta. Dieci migranti, provenienti dal Bangladesh e sbarcati a Lampedusa, infatti, sono risultati positivi all’incrocio tra l’indiana e l’inglese.

I profughi, come scrive il Giornale di Sicilia, sono tutti asintomatici e in isolamento su una nave quarantena.

Tutti i migranti vengono sottoposti a tamponi, prima di essere trasferiti sulle navi quarantena e sulla terraferma.

foto di repertorio

Roma/ Organizzano un festino con due presunte escort, ma vengono malmenati e rapinati

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La rete a volte nasconde inside e qualche pericolo anche inaspettato. Un incontro di sesso organizzato con due ragazze conosciute su un sito per escort e cuori solitari finisce in rapina. È accaduto a Roma. I due ragazzi aggrediti a calci, graffi e pugni hanno contattato la polizia. 

Per creare disordine e guadagnarsi la fuga indisturbate, le due hanno suonato a tutti i citofoni della palazzina dove abitavano i rapinati svegliando in piena notte i genitori e i parenti dei due. 
In manette sono finite una ventiduenne originaria di Bari, e una 32enne, anch’ella pugliese ma di Taranto, entrambe con precedenti di polizia per reati contro la persona.