Il libro verde dell’Iva
Il 1° dicembre 2010 la Commissione ha pubblicato “Il libro verde sul futuro dell’Iva” contenente 33 quesiti su cui è stata avviata una consultazione pubblica destinata a singoli contribuenti, imprese, Amministrazioni pubbliche e altri organismi. I circa 1700 contributi giunti ai tecnici Ue hanno cercato di dare una risposta a diverse questioni aperte sul fronte Iva: dai meccanismi di deduzione dell’imposta alle aliquote da applicare, dalla tassazione delle operazioni cross-border ai costi amministrativi gravanti sulle imprese.
I più interessati all’argomento, le associazioni di categoria e gli enti non profit operanti a livello nazionale, che hanno inviato il 35% dei contributi arrivati in Commissione, seguiti dalle imprese, con il 31,9%, delle risposte. A quota 9%, invece, i suggerimenti formulati dai singoli cittadini, il 5,4% dalle istituzioni e il 2% dalle università. La Germania è lo Stato da cui sono stati spedite più risposte, seguito da Gran Bretagna, Francia, Belgio e Italia.
Triplice obiettivo per un impegno comune
Sono tre i fronti su cui l’Unione europea è chiamata a lavorare: le imprese, le entrate fiscali e la lotta alle frodi. Numerosi contributi giunti per la consultazione evidenziano come molto spesso per le aziende europee sia più facile avere rapporti commerciali con operatori extraUe piuttosto che tra loro, a causa delle differenti regole sull’Iva vigenti nei Paesi membri. Sull’argomento, alcuni studi dei tecnici Ue hanno dimostrato che una riduzione del 10% delle discrepanze tra i regimi Iva nazionali potrebbe condurre a un incremento del commercio intraUe del 3,7%. Le aziende europee che svolgono attività transfrontaliere, inoltre, allo stato attuale sopportano un carico amministrativo molto forte che, secondo la Comunicazione, potrebbe essere alleggerito attraverso la creazione di un “one-stop-shop” per le operazioni transfrontaliere, ovvero uno sportello unico che permetta alle imprese di assolvere i propri obblighi IVA rapportandosi a una singola Amministrazione fiscale.
Sul fronte delle entrate tributarie, dal documento Ue emergono alcune indicazioni operative per gli Stati membri, chiamati a esaminare la possibilità di ampliare la base imponibile ai fini Iva. Alcuni studi, infatti, hanno dimostrato come la limitazione dell’uso di aliquote ridotte e di esenzioni possa far aumentare il gettito proveniente dall’Iva, che attualmente rappresenta circa il 20% delle entrate tributarie nazionali. Quanto alla lotta alle frodi, l’obiettivo è rafforzare gli strumenti esistenti, primo fra tutti Eurofisc, monitorare costantemente quelli messi in campo a livello nazionale e incentivare la creazione di forme di controllo multilaterale.
Alessandra Gambadoro
Fonte: Fisco Oggi