Sull’utilizzo dei tamponi per circoscrivere l’epidemia da Covid-19, la comunità scientifica si divide, in un confronto a distanza.
Da un lato il gruppo di accademici ‘Lettera 150’ – che vede nei test a tappeto l’unica misura “possibile e necessaria” per la ripartenza. Dall’altra, il professor Luigi Lopalco, a capo della task force in Puglia, sottolinea il paradosso che i tamponi siano diventati “un argomento di propaganda” e chiede invece precise “linee guida” al governo su chi debba farli, quando e come.
Il gruppo di accademici denominato ‘Lettera 150’: “Bisogna iniziare subito a fare tamponi di massa – scrivono i firmatari, perché – il tempo è poco e i rischi sono grandissimi”.
“Bisogna uscire dal paradosso che fare più tamponi sia sinonimo di sicurezza e prevenzione“, commenta l’epidemiologo Pierluigi Lopalco durante la trasmissione Agorà, su Rai 3. “Ne vanno fatti di più di quanti fatti in passato, perché abbiamo visto persone a casa con la febbre che non venivano diagnosticate e non venivano rintracciati i loro contatti”. Ma, aggiunge, “i tamponi vanno fatti in modo mirato, anche a tutti gli asintomatici entrati a contatto con persone con Covid, per circoscrivere il contagio”.
La discussione è tutt’altro che terminata. (foto di repertorio)





