Le eccellenze gastronomiche vengono in larga parte prodotte in piccoli comuni; ed i vini non fanno eccezione, anzi in questo caso i numeri sono evidenti. Il 92% dei prodotti Dop e Igp e del 79% dei vini italiani più importanti viene da piccole realtà comunali. Per fortuna c’è chi li vede, da anni, come motore vero di sviluppo dell’Italia, come terra di opportunità per i giovani, dove tanto è legato al wine & food di qualità, all’ospitalità rurale, alla piccola ristorazione. A patto, però, che lo Stato ci investa, soprattutto sul fronte delle infrastrutture e della banda larga, ma anche dei servizi essenziali.
La Fondazione Symbola, guidata da Ermete Realacci, ha presentato il Rapporto “Piccoli Comuni e Cammini d’Italia”, insieme ad Ifel, focus sui 44 Cammini, censiti dal Ministero dei Beni Culturali, a cui si aggiungeranno altri, dai 1.100 chilometri della Via Francigena in giù, attraversano il Belpaese con 15.400 chilometri di itinerari a piedi, che toccano centinaia di Comuni e borghi.
Quello dei piccoli borghi e dei Cammini, è “un turismo lento, colto, capace di rispettare la fragilità dei nostri territori e di goderne la bellezza che si intreccia con un immenso patrimonio storico artistico disseminato in tutta Italia, e di riconoscerne il grande valore”, ha detto il Ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini.
“I piccoli Comuni, i territori e le comunità – ha detto Realacci – sono una straordinaria opportunità per l’Italia: sono l’esempio di un’economia più a misura d’uomo che punta sull’intreccio fra tradizione e innovazione, fra vecchi e nuovi saperi”.
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