Tecnologia/ La blockchain contro le frodi nel vino

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(Da:Aislights) Le frodi nel mondo del vino sono una piaga nota. Qualche settimana fa ripercorrevamo la storia di Rudy Kurniawan e della sua truffa milionaria, il caso più famoso di un problema che in verità si propone quasi quotidianamente. Immaginate ora non solo di poter eliminare digitalmente le frodi, ma di poter mettere i produttori nelle condizioni di monitorare le loro bottiglie minuto per minuto, verificando eventuali contaminazioni o manomissioni durante la spedizione. Per Jeffrey Grosset di Grosset Wines, a Clare Valley, in Australia, tutto questo è possibile grazie alla blockchain. Lui ci crede tanto da avere fondato una società apposita.

 “Il nostro software garantisce la provenienza, l’autenticità e l’integrità di ogni bottiglia di vino. Identifica e conferma da dove proviene, quando è avvenuto l’imbottigliamento e soprattutto se la bottiglia è stata aperta.”

 L’investimento di Grosset non è un azzardo: secondo una recente indagine, il 71% dei consumatori considera importante la tracciabilità del vino acquistato, tanto da essere disposto a pagare di più per un servizio del genere. Secondo alcuni – continua Grosset – il 20% dei vini premium collocato in alcuni mercati è costituito da falsi; altri arrivano a parlare del 50%. Il rischio di danneggiare la reputazione di un vino è enorme. Gli fa eco il CEO di eProvenance, un’altra società specializzata in tecnologia blockchain: la trasparenza oggi è la valuta più importante per acquistare la fiducia del consumatore. 

 Il mondo del vino è storicamente opaco a causa di una complessa catena di approvvigionamento, mentre i consumatori sono sempre più alla ricerca di una provenienza verificabile e la certezza che i vini che acquistano soddisfino le loro aspettative. 

 I vantaggi non si fermano al cosiddetto trust-based marketing. La blockchain torna utile anche per monitorarne il corretto trasporto, lo stoccaggio e persino quali sbalzi di temperatura ha incontrato la bottiglia durante il suo viaggio. Peter Click di Chateau Ste. Michelle, a Washington, si dichiara entusiasta di poter avere sempre un quadro preciso della temperatura dei suoi vini, dalla cantina fino alla tavola del cliente. Il problema? I costi, ancora alti e difficilmente gestibili per una cantina di piccole dimensioni. L’approfondimento su Wine Enthusiast