Il governo, al tavolo con i sindacati, rilancia il patto per la crescita. Convinto che sia essenziale il contributo delle parti sociali per aumentare la produttivita’, e quindi anche la competitività “in un momento – ha detto il premier Monti – carico di tensioni e di preoccupazioni”, in una fase molto dura della vita del paese ma inevitabile per il suo risanamento”. Cgil, Cisl e Uil replicano in ordine sparso. Camusso reclama il contributo di Palazzo Chigi: ”la crescita non puo’ dipendere da quello che le parti sociali possono fare”, servono risorse ma il governo dice di non averne, e’ la sintesi. Bonanni, invece, promuove il governo, che si occupa di crescita “dopo lunghi anni di disattenzione”, festeggia “il ritorno della concertazione” e chiede di affrontare insieme i problemi. Foccillo, che sostituisce Angeletti al tavolo, chiede la detassazione di pensioni e salari. A tentare la mediazione e’ il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, che, in attesa di “proposte ambiziose e complessive”, assicura: “le poche risorse che abbiamo” andranno a sostenere l’accordo che sara’ raggiunto da imprese e sindacati. In sostanza, vengono confermate le attese della vigilia. Era prevedibile che i toni concilianti dell’incontro con le imprese della scorsa settimane lasciassero spazio alle richieste e alle perplessita’ di almeno una parte del fronte sindacale. Ad aprire il confronto fra governo e sindacati e’ il premier, che ribadisce l’impostazione gia’ utilizzata nel round con le imprese. Il presidente del Consiglio, poi, ha chiamato all’impegno Cgil, Cisl, Uil e Ugl. ”Vogliamo ragionare con le parti sociali di produttivita’, come ingrediente fondamentale per la crescita e l’occupazione”, dice, per poi sottolineare che ”recuperare la competitivita’ delle imprese e’ ora una sfida del paese da prendere in considerazione. Forse ancorapiu’ importante dello spread”. In questo quadro, il ruolo del governo e’ quello di “porre il problema e farlo cogliere alle parti sociali e all’opinione pubblica, facilitare le due parti a confrontarsi su questo tema”. Un’impostazione che la Cgil rispedisce al mittente. ”La crescita non puo’ dipendere da quello che le parti sociali possono fare in termini di produttivita’ aziendale”, dice Camusso al tavolo, per poi essere ancora piu’ esplicita al termine dell’incontro. “Il governo continua a dire che le risorse non ci sono e questo dimostra la debolezza di una politica che propone la crescita senza mettere a disposizione provvedimenti e risorse”. Ai sindacati, in chiusura, replica il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, che dei rapporti con imprese e sindacati sara’ il titolare nella fase che si apre da oggi, quella del confronto e, auspicabilmente, delle decisioni. ”Intendiamo mettere le poche risorse che abbiamo come un’azione di supporto, a quello che porterete come sindacati dal tavolo con gli imprenditori. Speriamo nei prossimi giorni, il piu’ presto possibile”, assicura. Secondo il ministro, “ci sono tante leve di sistema da poter utilizzare, oltre a quelle aziendali, per incidere sulla produttivita'”. Per questo, il Governo “e’ fortemente intenzionato ad accompagnare le proposte e lo sforzo che le parti sociali possono fare” su questo fronte. Quindi, le conclusioni. “Ci aspettiamo proposte ambiziose e complessive. Aumentare la produttivita’ serve anche in termini di convinzione per il resto del mondo che l’Italia sta facendo sul serio”.