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Corviale, due fermi per l’omicidio di Cristiano Molè

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(Adnkronos) – C'è una svolta sul caso dell'omicidio di Cristiano Molè a Corviale alla periferia di Roma. Fermati il mandante e uno degli esecutori materiali dell'assassinio, avvenuto la sera dello scorso 15 gennaio, e del tentato omicidio di Massimiliano Pacchiarotti, avvenuto lo scorso 15 maggio. Ad eseguire ieri sera il decreto di fermo nei confronti dei due i carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci e la squadra mobile, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Per rintracciare gli indagati, che si erano resi irreperibili, sono intervenuti i reparti speciali dei Nocs della Polizia di Stato e del Gis dell'Arma dei Carabinieri. Ieri sera il blitz che ha consentito di rintracciare il presunto mandante in zona Trullo e uno dei presunti esecutori materiali, nascosto in un B&b situato nell'area ovest della Capitale, armato di due pistole (una pistola semi automatica e un revolver) cariche e con il colpo in canna. Già nei giorni precedenti, nel corso delle indagini, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma e la Squadra Mobile di Roma, avevano effettuato delle perquisizioni all'interno di alcuni locali, riconducibili agli indagati, che hanno consentito di scoprire un vero e proprio arsenale a loro disposizione, poiché sono state sequestrate: una pistola Beretta modello Gardone, calibro 7,65, con matricola abrasa; una pistola Beretta modello 92x, calibro 9×21, con matricola abrasa; una pistola Tanfoglio Force, calibro 9×21, con matricola abrasa; un fucile a canne mozze, con matricola abrasa; una mitraglietta Uzi, con matricola abrasa; un centinaio di cartucce calibro 9×21 e ulteriori cartucce di altro calibro. —[email protected] (Web Info)

India, migliaia in piazza contro test ingresso Medicina: “Voti troppo alti per essere veri”

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(Adnkronos) – Centinaia di migliaia di aspiranti medici sono scesi in piazza in tutta l'India per una protesta nazionale a tratti violenta mirata a contestare il nuovo test introdotto dal ministro dell'Istruzione Dharmendra Pradhan e le irregolarità emerse durante la prova. La polizia è intervenuta per sedare la manifestazione, durante la quale si sono chieste le dimissioni del ministro e chiesto l'intervento del premier Narendra Modi, e una decina di studenti sono stati arrestati. A essere contestato è un nuovo metodo di selezione per accedere alle facoltà di Medicina in India che, al termine dell'esame, ha permesso a migliaia di studenti di avere voti molto alti. Troppi per essere realistico. Un dato anomalo rispetto al passato che ha ristretto le possibilità per chi, solo lo scorso anno, avrebbe avuto un punteggio considerato idoneo. Un vero e proprio scandalo, con punteggi favoriti da presunte fughe delle risposte corrette, che è approdato in Parlamento e che la Corte Suprema di Nuova Delhi analizzerà il prossimo 8 luglio. Nel frattempo è stato rimosso il direttore generale dell'Agenzia nazionale dei test, Subodh Singh, e nominato un comitato di alto livello con l'auspicio che possa garantire uno svolgimento equo e trasparente del prossimo test. L'annuncio della data del secondo test di Medicina, che era atteso per oggi, è stato rinviato ai prossimi giorni della settimana, come ha dichiarato un alto funzionario del National Board of Examination a Indian Express.  Intanto, dopo che i manifestanti hanno chiesto che il test possa essere ripetuto, due stati indiani, il Tamil Nadu e il Bengala Occidentale, che venga abolito a livello nazionale e ripristinato il vecchio sistema in cui erano gli stati che conducevano i propri test. Un esame condotto a livello nazionale diventa elitario e sfavorisce chi viene dalle zone rurali a favore di chi proviene da ambienti benestanti, contesta in particolare il Parlamento dello stato del Tamil Nadu dove si trova il numero maggiore di università di Medicina dell'India e dove si sono registrate le maggiori proteste. Il leader dell'opposizione Raul Gandhi ha scritto al primo ministro indiano Narendra Modi per chiedere che domani il Parlamento affronti la questione dei test di Medicina contestati. "Il nostro obiettivo è impegnarci in modo costruttivo per trovare una via da seguire. In questo momento, la nostra unica preoccupazione è il benessere di quasi 24 milioni di aspiranti medici in tutta l'India'', ha scritto Gandhi. ''Migliaia di famiglie hanno fatto enormi sacrifici personali per sostenere i propri figli. Per molti, la fuga di risposte è il tradimento del sogno di una vita'', ha aggiunto. ''Oggi questi studenti e le loro famiglie si rivolgono a noi, ai loro rappresentanti pubblici, affinché adottiamo misure coraggiose e decisive per risolvere il problema'', ha proseguito ricordando che ''negli ultimi sette anni si sono verificate oltre 70 fughe di documenti, che hanno colpito oltre due milioni di studenti", ha detto Gandhi nella lettera a Modi. Intanto lGli studenti nel frattempo non demordono e annunciano una manifestazione che raggiunga il Parlamento di Nuova Delhi. —internazionale/[email protected] (Web Info)

Alberto Genovese, evasione fiscale da 4,3 milioni di euro: patteggia multa da 75mila euro

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(Adnkronos) – E' stata accolta la richiesta di patteggiamento per Alberto Genovese, l'ex imprenditore del web, già condannato in via definitiva a 6 anni e 11 mesi per aver drogato e violentato due ragazze, in relazione all'accusa di una presunta evasione fiscale di 4 milioni e 300mila euro. I legali dell'imprenditore, Salvatore Scuto e Davide Ferrari, lo scorso giugno, avevano avanzato al gup Chiara Valori la proposta di patteggiare una pena di 10 mesi, commutandola in una sanzione pecuniaria da 75mila euro. E la giudice questa mattina ha dato parere favorevole, anche in considerazione del fatto che Genovese ha già saldato i conti con il fisco. —[email protected] (Web Info)

Bracciante morto a Latina, arrestato titolare azienda. Il Gip: “Condotta disumana”

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(Adnkronos) –
Custodia cautelare in carcere per Antonello Lovato, titolare dell'azienda in cui lavorava Satnam Singh, il bracciante morto nelle campagne di Latina in seguito ad un incidente sul lavoro. L'ordinanza è stata emessa dal Gip del Tribunale di Latina per il reato di omicidio doloso, ed eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Latina. Dai risultati della consulenza medico legale, la Procura della Repubblica di Latina ha variato l’ipotesi di reato inizialmente configurata, omicidio colposo, ed ha contestato il reato di omicidio doloso con dolo eventuale. La consulenza medico legale ha accertato che "ove l’indiano, deceduto per la copiosa perdita di sangue, fosse stato tempestivamente soccorso, si sarebbe con ogni probabilità salvato. Le condizioni del lavoratore dopo l’infortunio sono risultate talmente gravi da rendere evidente la necessità di un tempestivo soccorso".  Per la Procura di Latina "è dunque da ritenersi che la decisione di omettere il doveroso soccorso abbia costituito accettazione del rischio dell’evento letale ed abbia integrato la causa che ha direttamente determinato il decesso".  Le indagini proseguono con riferimento al delitto oggetto di contestazione e ad altri delitti connessi, con riguardo specificamente all’accertamento delle condizioni di lavoro.   "Prescindendo da valutazioni etiche (irrilevanti per il diritto penale) che, nel caso in esame, pure si imporrebbero a fronte di una condotta disumana e lesiva dei più basilari valori di solidarietà, non può sottacersi che l'indagato si è intenzionalmente e volontariamente disinteressato delle probabili conseguenze del suo agire. Ha fatto ritorno sui terreni dell'azienda agricola, quando ormai la p.g. intervenuta aveva delineato le circostanze spazio-temporali dell'accaduto e, in presenza dei suoi difensori, ha rappresentato circostanze parte e allo stato, risultano sconfessate", scrive il gip di Latina nell’ordinanza. “Il comportamento è apparso lucido e finalisticamente teso a dissimulare quanto accaduto, a tutti i costi”, si legge ancora. “D'altra parte, è logico ritenere che qualunque persona, in assenza di condizionamenti o diverse finalità perseguite, dinanzi ad un infortunio dalle conseguenze visibili (tra l'altro, amputazione di un arto) ed estremamente gravi, anche e soprattutto a fronte delle insistenti richieste in tal senso della coniuge della vittima, chiami i soccorsi o conduca il ferito nel più vicino presidio sanitario. Antonello Lovato, nonostante il prospettato stato emotivo, carica il corpo sul furgone, abbandona il corpo e separatamente l'arto amputato ('vi era una cassettina di plastica nera, tipica di quelle per la frutta, al cui interno vi era un pezzo di mano, che veniva poi recuperato dai sanitari', secondo una testimonianza), si allontana repentinamente ('iniziava a correre verso la strada dove era parcheggiato un furgone bianco'), intima il silenzio ai presenti ('faceva il gesto del dito davanti la bocca, come per dirci di stare zitti'), provvede a ripulire le tracce ematiche dal furgone adoperato”.  Nell’ordinanza il Gip sottolinea come "l'attività investigativa non si è ancora conclusa, sono state escusse alcune persone informate sui fatti, ma altre testimonianze dovranno essere oggetto di futura acquisizione. Pertanto, proprio nel descritto contesto, la procura evidenzia gli ulteriori approfondimenti investigativi necessari, nel corso dei quali è necessario recidere i contatti con l'esterno di Antonello Lovato, applicando la più gravosa misura cautelare della custodia in carcere”. “Il clima di soggezione nel quale versano gli altri lavoratori stranieri (oggetto di futura escussione), le possibili intimidazioni o i condizionamenti esterni andrebbero certamente a minare la genuinità delle loro affermazioni, non solo nell'attuale fese investigativa ma, anche, in ottica di correlate e futura protezione, delle fonti dichiarative, in vista della loro assunzione dibattimentale”, scrive il gip.’ “Il contesto nel quale continua ad operare l'azienda del Lovato, alla luce delle accertate violazioni antinfortunistiche e con la presenze dl lavoratori privi di garanzie contrattuali, addirittura irregolari sul territorio nazionale, permette di ritenere la possibilità che accadimenti (come quello descritto) possano ancora realizzarsi e, per l'effetto, l'indole manifestata dall'indagato impone di evidenziare che non si asterrebbe se ‘si presentasse affettivamente un'occasione per compiere ulteriori della della stesse specie’”, si sottolinea nell’ordinanza.     —[email protected] (Web Info)

Saldi, dai cambi allo sconto sul prezzo iniziale: i diritti del cliente

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(Adnkronos) – Saldi, ecco quali sono i diritti del cliente ma anche dell'esercente. A stilare una lista è Federazione Moda Italia e Confcommercio.  la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. A differenza degli acquisti nei negozi fisici, in quelli online è possibile restituire il prodotto o effettuare cambi entro 14 giorni dal ricevimento a prescindere dall’esistenza di un vizio; Non c’è obbligo, è rimesso alla discrezionalità del negoziante; Le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante;  i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo;  C'è l'obbligo di indicare il prezzo normale di vendita (tenendo conto che, in base al D.lgs 26/2023, va indicato il prezzo più basso applicato alle generalità dei consumatori nei trenta giorni precedenti l’avvio dei saldi), lo sconto e il prezzo finale. Per un corretto acquisto degli articoli in saldo, è obbligatorio per gli esercenti esporre chiaramente il prezzo originale e quello scontato della merce, con la relativa percentuale di sconto applicata; non è invece obbligatorio il cambio dopo l'acquisto. Questo è generalmente lasciato alla discrezionalità del commerciante, a meno che il prodotto non abbia gravi vizi occulti, nel qual caso scatta l'obbligo della sostituzione o della restituzione del prezzo. Il pagamento con carta deve essere accettato dal negoziante.    —[email protected] (Web Info)

Saldi, in vendita merce di fine stagione: cosa c’è da sapere

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(Adnkronos) –
I saldi sono vendite di fine stagione e riguardano tutti i prodotti che, come recita l’articolo 15 del D. Lgs. 114/98 (Decreto Bersani), se non venduti entro un certo periodo di tempo sono suscettibili di notevole deprezzamento. Nei saldi, precisa Confcommercio, è interessata la merce rimasta alla fine della stagione autunno/inverno o primavera/estate. Le promozioni, invece, riguardano alcuni articoli ai quali vengono applicati ribassi di prezzo (generalmente con percentuali di sconto più basse di quelle applicate durante i saldi) per agevolare le vendite di un certo prodotto o, in generale, nel negozio.  Questa parola è entrata ormai nel gergo comune con una qualifica ben precisa, ma in realtà è strettamente connessa ad un lessico commerciale. Il termine 'saldi' indica, infatti, la differenza tra le entrate e le uscite, nonché un 'saldo' positivo o negativo; motivo per cui i saldi sono la merce che non è stata venduta in un negozio a fine stagione e la vendita stessa dell'invenduto. 
I saldi, o vendite di fine stagione, rientrano nelle cosiddette vendite straordinarie. Ma cosa si intende con questa definizione? Nella 'Riforma della disciplina relativa al settore commercio' (Art. 15 del D.lgs. 31 marzo 1998, n. 114) viene data la definizione di vendite straordinarie nel modo seguente: le vendite di liquidazione, le vendite di fine stagione e le vendite promozionali nelle quali l’esercente dettagliante offre condizioni favorevoli, reali ed effettive, di acquisto dei propri prodotti. I saldi, dunque, non sono l'unico tipo di vendita straordinaria possibile: accanto alle vendite di fine stagione sono anche disciplinate le vendite di liquidazione e le vendite promozionali.  Nella definizione di vendita straordinaria sono incluse tre tipologie di vendita: 1) Vendite di fine stagione (o saldi): sono le vendite che interessano i prodotti di moda o di carattere stagionale che sono soggetti a deprezzamento se restano invenduti.  2) Vendite di liquidazione: sono vendite che possono avvenire in qualunque periodo dell'anno al fine di cedere, in poco tempo, i propri prodotti ma solamente se sussistono le seguenti condizioni: cessione dell’azienda; cessazione dell’attività commerciale; trasformazione o rinnovo dei locali; trasferimento dell’azienda in altro locale. Le vendite di liquidazione, affinché possano essere svolte correttamente, devono prima essere comunicate al Comune di competenza, che verificherà se sussistono le sopra citate condizioni. 3) Vendite promozionali: non sono vincolate ad uno specifico periodo dell'anno e avvengono per un limitato periodo di tempo. Su queste ultime la legislazione è lacunosa: il Decreto Bersani si limita a dire che le vendite promozionali possono essere effettuate per una parte specifica dei prodotti venduti e per periodi di tempo limitati. Le Regioni, pertanto, dettano regole più precise per la disciplina delle promozioni con l’obiettivo di distinguerle dai saldi e ponendo eventualmente limiti allo svolgimento nei periodi antecedenti le vendite di fine stagione (tra i 15 e i 40 giorni). In accordo con le organizzazioni locali dei consumatori e delle imprese del commercio, alle Regioni spetta il ruolo decisionale sulle modalità di svolgimento, sul periodo e la durata delle vendite di liquidazione e dei saldi e, infine, sull'adeguata pubblicità di informazione dei consumatori.   E' nel periodo dell'Italia fascista, ricorda Confcommercio, che vengono promulgate le prime leggi sulle 'vendite straordinarie', comunemente chiamate saldi. In particolare risale al 2 giugno 1939 l'introduzione delle vendite di liquidazione e le vendite straordinarie.  Alcune norme nel tempo sono state mantenute, come ad esempio il cartellino sulla merce che deve indicare chiaramente il prezzo, senza essere modificato durante l'intero periodo dei saldi. A cambiare, invece, è la possibilità dei negozianti di scegliere liberamente il periodo in cui effettuare le vendite straordinarie. Le leggi odierne, infatti, regolamentano il periodo dell'anno in cui devono essere svolti i saldi, sia in estate che in inverno. In quel tempo, uno dei principali fattori a scoraggiare i commercianti era la trafila burocratica indispensabile per aderire alle vendite straordinarie. Era necessario, infatti, presentare una domanda e attendere che fosse approvata da una parte della corporazione locale, ovvero dalle associazioni controllate dal governo intorno a cui ruotava il piano economico del fascismo. La fine del regime fascista nel 1944 comportò, nelle zone in cui l'Italia era stata liberata, l'abolizione delle sopra citate corporazioni. I poteri che finora avevano detenuto, furono trasferiti integralmente alle camere di commercio, industria e agricoltura dei vari capoluoghi e agli uffici provinciali dell'industria e del commercio. In realtà non è tutto, poiché venne emanato un ulteriore decreto legislativo in grado di rimettere ordine e organizzazione sul tema saldi.  Si dovrà attendere il luglio del 1979 per avere il primo disegno di legge nazionale sulle vendite straordinarie: il n. 405 A.C. (= Atto Camera), presentato da alcuni deputati democristiani. Il primo firmatario fu Aristide Tesini, il quale nel discorso di presentazione, sosteneva che frequentemente le "vendite straordinarie o di liquidazione" contenevano pubblicità illusoria, poiché non veniva effettuato alcuno sconto. E' stata proprio questa una delle motivazioni per cui si rendeva necessario un intervento immediato. In aggiunta anche al fatto che, ormai, la legge del 1939 con la sua burocrazia ormai inadeguata, non veniva più rispettata. La legge del 1980 ha determinato lo svolgimento dei saldi in massimo due diversi periodi dell'anno e la loro durata, che non poteva essere superiore alle quattro settimane. Si definiva anche l'esposizione della merce in saldo: doveva essere indicata chiaramente ed esibita in modo separato da quella non in saldo. Ulteriori misure (alcune in vigore ancora oggi) della legge: in caso di controlli, il venditore doveva dimostrare che gli sconti esposti erano stati rispettati; non doveva essere fatta pubblicità ingannevole; non vi erano limiti di acquisto dei capi in saldo; per avere lo sconto non erano obbligatori abbinamenti con altra merce. Dopo la legge del 1980, ulteriori modifiche furono eseguite dieci anni dopo dalla legge 12 aprile 1991, n. 130. Uno degli emendamenti più importanti riguarda l'unificazione, in tutta Italia, dei periodi dei saldi. Se prima la decisione spettava alle camere di commercio, con la legge 1991 i saldi si sarebbero svolti negli stessi periodi, ovvero dal 7 gennaio al 7 marzo e dal 10 luglio al 10 settembre. Al di fuori di questi periodi erano concesse solamente le 'vendite promozionali' che, però, erano vietate nei 40 giorni precedenti ai saldi e per l'abbigliamento duranti i giorni dei saldi. Sette anni dopo, nel 1998, hanno fatto seguito alla legge del 1991 ulteriori modifiche sulle date delle vendite straordinarie. Fu stabilito, infatti, che fossero le singole regioni a deliberare la data di inizio saldi. Un potere che venne rafforzato nel 2001 con la riforma del titolo V della Costituzione Italiana, in cui le regioni hanno acquisito sempre più poteri decisionali, iniziando a disporre quasi del tutto in fatto di legislazione del commercio. Resta, ad oggi, alle Regioni la facoltà di stabilire una specifica disciplina in materia di vendite straordinarie, comportando vincoli e divieti diversi da regione a regione. —[email protected] (Web Info)

Marco D’Amore dirigerà il prequel di ‘Gomorra’ su Pietro Savastano

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(Adnkronos) – Sarà Marco D'Amore a dirigere il prequel di Gomorra che si concentrerà sulla vita di Don Pietro Savastano. Dieci anni dopo il debutto della serie originale, 'Gomorra' torna sul piccolo schermo con uno spin-off che racconterà l'ascesa criminale del boss Pietro Savastano, interpretato ancora una volta da Fortunato Cerlino. Il prequel, annunciato da Sky, vede alla sceneggiatura Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli, già autori della serie originale e, secondo quanto apprende l'Adnkronos, Marco D'Amore sarà alla regia.  D'Amore, che nella serie originale ha vestito i panni di Ciro Di Marzio, torna dunque sul set ma da regista. L'attore ha già diretto alcuni episodi della quarta e quinta stagione (2019-2021) della serie e il film 'L'immortale' nel 2019, in cui ha continuato a vestire i panni di Ciro Di Marzio.  L'anno scorso, quando la notizia del prequel è iniziata a circolare, l'attore era intervenuto sui suoi canali social per chiarire che non avrebbe partecipato al progetto come attore. "Non ne so nulla, l'ho appreso come voi dai social. Per quanto mi riguarda la mia esperienza (fantastica) su Gomorra è terminata a novembre 2021, all'indomani della messa in onda della prima puntata della quinta stagione. Ho partecipato dando tutto me stesso, in otto anni di lavoro, come attore prima e come regista e direttore artistico poi, fino a quando insieme, non abbiamo portato a compimento il nostro viaggio", aveva scritto l'attore.  Tuttavia, il viaggio sembra aver preso un'altra direzione, con D'Amore che torna alla regia dello spin off della serie che lo ha reso celebre. Nessun annuncio sull'inizio delle riprese e la messa in onda della nuova serie. Ma intanto i casting procedono e nella periferia di Napoli si cercano i nuovi volti per la produzione Sky.  —[email protected] (Web Info)

Bimbo morto nel pozzo, autopsia conferma decesso per annegamento

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(Adnkronos) – L'autopsia ha confermato che Vincenzo Lantieri, il bambino di 10 anni caduto nel pozzo artesiano a Palazzolo Acreide, nel siracusano, è morto per annegamento. L'autopsia, eseguita da Francesca Berlich, è terminata ieri sera ed è durata quasi tre ore. Sono al momento nove le persone indagate per omicidio colposo, tra cui il proprietario del terreno in cui si trova il pozzo e l'educatrice che ha provato a salvare il bimbo lanciandosi nel pozzo. Nel registro degli indagati della Procura di Siracusa ci sono anche alcuni volontari della Onlus che ha organizzato la gita in campagna. "Sei una perla rara, ti amiamo vita nostra, il nostro cuore è in frantumi e la nostra anima è nera come la notte vita mia. Noi siamo morti con te dentro quel maledetto pozzo" ha scritto la mamma del piccolo sui social poco dopo la tragedia, pubblicando anche una sua foto.   —[email protected] (Web Info)

“Accuse Piotta lesive per nostra immagine”, Club Tenco dà mandato a legali

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(Adnkronos) – Non accenna a placarsi la polemica tra Tommaso Zanello, in arte Piotta e il Club Tenco e ora sono gli avvocati a 'cantare'. Dopo uno scambio di accuse sui social e attraverso comunicati stampa, la questione è finita in tribunale a seguito dell'esclusione dell'artista dalla rosa dei finalisti per la categoria 'Miglior album in dialetto'. Ieri, Piotta ha annunciato di aver incaricato i suoi legali di presentare una diffida formale al presidente del Premio, richiedendo l'accesso agli atti e la sospensione dell'assegnazione del premio. Il suo album 'Na Notte Infame' era stato inizialmente accettato senza obiezioni, ma è stato poi escluso senza preavviso. Gli avvocati di Piotta affermano che l'album è in dialetto romano, come confermato da varie istituzioni ed esperti, e denunciano la mancanza di trasparenza nell'esclusione. Oggi, il Club Tenco ha risposto attraverso il legale Davide Perrotta, affermando di aver seguito il regolamento delle Targhe Tenco e respingendo le accuse di Piotta. Il Club Tenco sostiene di aver operato in conformità con il regolamento delle Targhe Tenco e respinge le accuse di Piotta, giudicando i suoi attacchi mediatici dannosi per l'immagine dell'associazione. Secondo il Club, l'album di Piotta non soddisfa il requisito di avere almeno metà dei brani in dialetto, essendo prevalentemente in italiano. Il regolamento, ribadisce il Club Tenco, "è chiaro e che la contestazione di Piotta è infondata e lesiva per l'associazione". Nel frattempo, numerosi sostenitori si sono schierati dalla parte dell'artista romano, tra cui l'Assessorato alla Cultura Municipio Roma III, l'Associazione Culturale Lando Fiorini, Giovanni Vacca dell'Università di Roma 3 – Dams e Paolo D'Achille, presidente dell'Accademia della Crusca, che ha dichiarato: "ha ragione Piotta, è labile confine tra italiano e romano".  E oggi interviene anche la famiglia Tenco, che attraverso le parole del suo portavoce, Michele Piacentini, fa sapere che non esclude ulteriori azioni legali contro il Club Tenco, oltre alle già esistenti controversie sull'uso del nome e delle opere di Luigi Tenco. La famiglia ha interrotto le collaborazioni con il Club nel 2018 a causa di problemi di trasparenza e critica l'attuale direttivo, ritenendolo inadatto a rappresentare il nome di Luigi Tenco e accusandolo di svolgere attività commerciali inappropriate. 
Premio Tenco, la Crusca sta con Piotta: "Labile il confine tra italiano e romano"
 Nella replica del Club Tenco si legge, in particolare, che "l’album presentato dal cantante 'Piotta', con la propria autocandidatura alle Targhe, è assolutamente carente del requisito richiesto, poiché, ad eccezione di un solo brano e di pochi vocaboli per ogni canzone, i brani presentati da 'Piotta' sono tutti cantati – pressoché integralmente – in italiano, e non, invece, mediante prevalente utilizzo del dialetto". Il Club Tenco prosegue evidenziando che "il banale ascolto dei brani evidenzia la deliberata scelta del cantante di esprimere in italiano e non in dialetto romanesco – in questo album – la prevalenza delle espressioni caratterizzanti".  
Piotta: "Molti voti al Premio Tenco ma non sono in cinquina, come mai?". La replica: "Non è in dialetto"
 Nella nota del Club Tenco si legge, ancora, che il regolamento e la scheda di candidatura sono "chiarissimi sul punto", laddove è precisato letteralmente che: la sezione 'Migliore album in dialetto' deve "contenere almeno la metà dei brani che siano afferenti alla categoria nella quale concorrono”; "la scelta della categoria deve essere conforme al regolamento"; "sbagliando categoria si rischia che i voti vengano annullati nella fase di controllo, al termine delle votazioni"; "la scelta della categoria è responsabilità di chi effettua il caricamento"; "il Club Tenco effettuerà la verifica sulla correttezza delle categorie dopo il primo turno di votazione"; "se un disco è stato erroneamente candidato in una categoria errata, sarà eliminato da quella categoria e i voti eventualmente ottenuti andranno persi". "In tale contesto di chiarezza – conclude il Club Tenco – la contestazione mossa dall’artista si rivela assolutamente infondata e lesiva dell’immagine dell’associazione; essendo evidente la assoluta legittimità dell’operato del Club Tenco, che si è limitato – siccome obbligato, anche nel rispetto degli altri partecipanti – al doveroso ossequio del regolamento".  —[email protected] (Web Info)

Ascolti tv, Portogallo-Slovenia domina la prima serata

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(Adnkronos) – La partita di Euro 2024 tra Portogallo e Slovenia trasmessa su Rai1 domina la prima serata di ieri con 5.450.000 di spettatori e il 31.9% di share. La serie 'Bardot' su Canale 5 raggiunge 1.223.000 spettatori e il 7.2% di share mentre Rai 3 con il film 'Mai stati uniti' totalizza 1.102.000 di spettatori e il 6.2% di share. Fuori dal podio Rete 4 con 'Quarta Repubblica' che registra 744.000 telespettatori e il 5.6% di share 5.6%. Seguono: Italia 1 con 'The Twilight Saga: Breaking Dawn Part 1' (723.000 spettatori, 4.3% share); Rai 2 con 'Dawn – Sussurri nella Notte' (681.000 spettatori, 3.9% share); La7 con 'In Viaggio con Barbero' (540.000, 3.6% share). Chiudono la classifica: Nove con 'Faking It – Bugie Criminali' (403.000 spettatori, 2.3% share) e Tv8 con 'Viaggi Pazzeschi' (276.000 spettatori, 1.6% share). Nell'access prime time, è Canale5 con 'Paperissima Sprint' a vincere la sfida televisiva, incollando davanti allo schermo 2.271.000 spettatori e totalizzando il 12.1%. Italia1 con Ncis – Unità Anticrimine ha interessato 1.237.000 spettatori (share del 6.7%), mentre La7 con 'In Onda' è stato la scelta di 1.281.000 spettatori per uno share del 6.8%. Rai3 ieri proponeva 'Viaggio in Italia', che ha appassionato 1.189.000 spettatori registrando uno share del 6.8%, mentre 'Un Posto al Sole' ha raccolto davanti al video 1.560.000 spettatori con share al 8.2%. —[email protected] (Web Info)