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Coronavirus, la ministra Messa: “Il Green pass serve a garantire un diritto essenziale come quello allo studio”

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Notizie in breve.

a) E’ sempre la scuola, largomento al centro del dibattito sui sistemi di prevenzione dal contagiod a coronavirus.

“Il Green pass serve a garantire un diritto essenziale come quello allo studio”.

Lo afferma la ministra dell’Università, Messa;

b) “Si partirà con la terza dose di vaccino anti-COVID per gli immunocompromessi, poi a seguire si andrà sugli anziani e sui sanitari”.

Lo comunica il commissario all’emergenza, gen. Figliuolo;

c) Nel Regno Unito sono stati registrati 209 decessi legati al coronavirus in 24 ore: è il numero più alto da marzo

Fregene/ Il badante del nonno tenta di violentarla, 27enne salvata dai carabinieri

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Ancora storie di tentata violenza; ma questa volta il rapido intervento delle forze dell’ordine ha evitato il peggio. È stata una notte di terrore quella trascorsa da una giovane romana nell’abitazione del nonno invalido a Fregene. La ragazza, infatti, si è svegliata improvvisamente, trovandosi addosso il 47enne badante dell’anziano, che ha tentato di bloccarla ed usarle violenza.

 La giovane è tuttavia riuscita a divincolarsi e chiudersi all’interno della propria stanza, da dove ha inviato una richiesta di soccorso al fratello. I Carabinieri hanno immediatamente risposto alla richiesta di aiuto di quest’ultimo e bloccato il badante che era ancora intento a forzare la porta.

L’uomo, originario dello Sri Lanka e regolare sul territorio dello Stato, è così finito in manette ed è stato portato alla casa circondariale di Civitavecchia.

foto di repertorio

Coronavirus/ Cala il contagio, impenna la curva dei decessi

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Cala la curva del contagio, impenna quella dei decessi; è questa la sintesi dell’epidemia da Coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, leggendo il bollettino del Ministero della Salute.

I nuovi positivi registrati nelle ultime 24 ore sono 4.720 su 318.865 tamponi (ieri erano stati 3.361 su 134.393 tamponi). Sono 71 i morti di oggi (ieri erano stati 52). Con 6.877 dimessi e guariti in più gli attualmente positivi sono 133.787, ( -2.233).

Il tasso di positività è oggi è all’1,48% (ieri era al 2,5%). 

Forestazione, Rota (Fai Cisl): “Un comparto da ripensare”

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Onofrio Rota

“Il Piano di Ripresa e Resilienza rappresenta una grande opportunità per modernizzare il Paese, guardando a progetti che ci facciano superare quelle drammatiche scelte conosciute in passato tra lavoro e ambiente, tra occupazione e salute. Anche con il decreto di oggi il Governo prevede nuove risorse, con 40 milioni per l’emergenza incendi: spendiamoli bene, per uscire dalla logica delle emergenze. In questo senso vediamo ancora una volta protagonisti i Ministeri dell’Interno e della Difesa, mentre invece è il Mipaaf che dovrebbe essere il perno centrale delle politiche forestali e nella gestione dei lavoratori coinvolti”. Lo ha detto il Segretario Generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, intervenendo al webinar “Boschi e Foreste nella strategia forestale e nel PNRR”, al Festival della Soft Economy di Symbola, giunto quest’anno alla sua IX edizione. “L’ambiente – ha aggiunto il sindacalista – per il nostro Paese è davvero una risorsa essenziale anche in termini occupazionali, ma la politica italiana dagli anni ’70 ha abbandonato le foreste. Cosa che altri Paesi europei non hanno fatto, e non a caso sono quei Paesi che non hanno dovuto affrontare il dramma degli incendi come abbiamo dovuto farlo noi”. “Quello dei forestali – ha detto il leader della Federazione agroalimentare e ambientale della Cisl – è un ruolo attivo nella tutela del patrimonio naturale. Serve tanta manutenzione, ma oggi se veramente vogliamo seguire la strategia europea sulla biodiversità, servono soprattutto nuove piantumazioni, accordi di filiera per valorizzare i nostri vivai, creare nuova bellezza, qualità dell’aria, e contenere i cambiamenti climatici. C’è una multifunzionalità del settore idraulico forestale che il nuovo Piano nazionale dovrà saper cogliere, puntando soprattutto su tre assi: formazione dei lavoratori, ricambio generazionale e rilancio della filiera del legno, perché continuiamo a importare il l’80% di materia prima forestale, e spesso è legname che viene da circuiti poco trasparenti, dove regnano lavoro nero e deforestazione selvaggia. Tutto questo nonostante l’Italia abbia una superficie boschiva di quasi 12 milioni di ettari. Utilizziamo il 30% di questa risorsa, mentre la media europea è del 60%”. “Siamo orgogliosi – ha concluso Rota – di annunciare che finalmente, dopo tante battaglie e appelli, siamo all’ultimo miglio del rinnovo del CCNL del comparto idraulico forestale. Entro qualche settimana, ci auguriamo, i lavoratori potranno avere dalla loro parte un contratto nazionale nuovo, e vogliamo che oltre a recuperare parte del reddito perso si comprenda anche il valore stesso di aver ricomposto il tavolo istituzionale, traguardo per niente scontato visto che l’ultima trattativa è avvenuta 12 anni fa. Ma l’intero comparto va ripensato, va rivisto il ruolo delle Regioni e serve un maggiore protagonismo del Mipaaf. Lo dobbiamo ai 65mila operai di un’Italia che ha il 40% della superficie nazionale costituita da boschi. Sul settore il Governo deve metterci la faccia. Il Ministro Patuanelli ha dimostrato sensibilità sia verso il confronto con le parti sociali che verso le politiche ambientali, ora è giunto il momento di fare un ulteriore passo in avanti, attuando il Testo Unico della Forestazione, proseguendo con i decreti sulla certificazione dei prodotti legnosi, investendo su nuove segherie, un settore scomparso in Italia, e guardando alla ripresa del turismo, legato a doppio filo con le nostre filiere agroalimentari e ambientali”.

Ufficio stampa FAI-CISL

Scuola: Save the Children, tra i 10 e i 16 milioni di bambini nel mondo rischiano di non tornare sui banchi a causa delle conseguenze del Covid-19

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In un quarto dei paesi del mondo, l’educazione di centinaia di milioni di bambini rischia di collassare. Già prima della pandemia 258 milioni di bambini in tutto il mondo, un sesto della popolazione totale in età scolare, non avevano accesso all’istruzione[1] e oggi si stima che 10-16 milioni di bambini rischiano di non tornare mai più a scuola a causa delle conseguenze economiche del Covid-19 perché costretti a lavorare o a contrarre matrimoni precoci. Questo l’allarme lanciato da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro. Crisi climatica, carenza di vaccini contro il Covid-19, sfollamenti, attacchi alle scuole e mancanza di connessione digitale stanno mettendo a rischio l’accesso all’istruzione. In 48 paesi nel mondo, in particolare, l’educazione è ad altissimo rischio. Un rischio che non risparmia neppure gli studenti in Italia, che dopo un anno e mezzo di DAD, fanno registrare una grave perdita di apprendimento, con una “dispersione implicita” che sale di 2,5 punti nella media nazionale, con importanti disparità territoriali e una drammatica ricaduta sul Mezzogiorno.

Secondo le analisi di Save the Children, contenute anche nel nuovo rapporto “Build Forward Better”, lanciato dall’Organizzazione alla vigilia di un tentativo di ripresa delle lezioni in molti Paesi, e dell’apertura dell’anno scolastico in Italia, sono milioni i bambini ancora impossibilitati ad andare a scuola a causa delle misure di sicurezza per il Covid-19, dell’impatto economico della pandemia e dei continui attacchi all’istruzione. Una condizione che si aggrava nei paesi a basso reddito: i paesi con sistemi educativi a “rischio estremo” – secondo l’indice redatto da Save the Children – sono la Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Somalia, Afghanistan, Sud Sudan, Sudan, Mali e Libia, seguiti da Siria e Yemen in “alto rischio”.

Considerato l’alto numero di bambini che non ha accesso a un’istruzione di buona qualità si prevede che a livello globale, nel 2030, il 20% dei giovani tra 14 e 24 anni e il 30% degli adulti non saranno in grado di leggere. Le bambine e le ragazze sono ancora più penalizzate rispetto ai loro coetanei maschi. Sono, infatti, 9 milioni le bambine che dovrebbero frequentare la scuola primaria ma che probabilmente non vi accederanno mai, rispetto ai 3 milioni di loro coetanei maschi[2]. Inoltre, più della metà dei 720 milioni di studenti delle scuole elementari, circa 382 milioni, hanno un livello d’istruzione molto basso, non vanno a scuola o sono al di sotto del livello minimo di competenza nella lettura[3]. Inoltre, a causa della pandemia di Covid-19 il numero di bambini il cui apprendimento è peggiorato potrebbe effettivamente aumentare di altri 72 milioni.

Il tema del peggioramento dell’apprendimento scolastico non risparmia neanche l’Italia. La percentuale di studenti “in dispersione implicita”, ovvero che non raggiungono livelli sufficienti sia in italiano che in matematica e inglese, alla fine del percorso di istruzione, è aumentata dal 7 al 9,5% su base nazionale[4]. Il divario territoriale resta altissimo: nel Nord solo il 2,6% dei ‘diplomandi’ è risultato in dispersione implicita, al Centro l’8,8% e nel Mezzogiorno il 14,8% (oltre 1 studente su 7). Sono proprio gli studenti più grandi (all’ultimo anno delle superiori) a soffrire di più del calo di competenze, e sono anche quelli che hanno totalizzato il maggior numero di settimane in DAD.

“Sono i bambini più poveri a soffrire maggiormente a causa della chiusura delle scuole per il COVID-19. Purtroppo, però, il COVID-19 è solo uno dei fattori che sta mettendo a rischio l’istruzione e la vita dei bambini di oggi e di domani. Circa la metà dei 75 milioni di bambini la cui istruzione viene interrotta ogni anno lo fa a causa di minacce climatiche e ambientali come cicloni, inondazioni e siccità. Gli eventi legati al clima hanno già contribuito a costringere oltre 50 milioni di bambini a lasciare le loro case, ma non possiamo dimenticare i conflitti, gli odiosi attacchi alle scuole in paesi come Nigeria e Yemen, la situazione in Siria e infine quella dell’Afghanistan dove già prima dell’escalation di violenze, bambini e soprattutto bambine faticavano a poter frequentare la scuola e che ora rischiano di non rivedere più i banchi”, afferma Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia, sottolineando anche la condizione degli studenti nel nostro Paese. “Anche in Italia il rischio per l’educazione è altissimo, soprattutto per le bambine e i bambini che hanno maggiormente subito le conseguenze della crisi socioeconomica causata dal Covid. La scuola deve essere la priorità di questa ripartenza e l’istruzione non può più essere messa in secondo piano: i governi di tutti i Paesi devono mettere in campo tutti gli sforzi possibili per assicurare il ritorno a scuola in sicurezza di tutti i bambini e le bambine. La comunità internazionale deve fornire gli aiuti necessari ad adottare misure adeguate perché a tutti i bambini e le bambine siano garantite eque opportunità di apprendimento e di benessere”.

 Le cause di una “Educazione al collasso”

 Tra le cause che hanno contribuito ad aggravare un rischio già ingente per l’educazione, troviamo la crisi climatica: eventi meteorologici estremi danneggiano e distruggono le scuole e un numero sempre più alto di bambini deve fuggire dalle proprie case lasciandosi alle spalle la possibilità di andare a scuola.

Nonostante gli obiettivi globali per l’educazione fossero già lontani prima della diffusione della pandemia, la situazione è peggiorata ulteriormente e colpisce in particolare i bambini vittime di disuguaglianze e discriminazioni. Il problema sembra infatti più radicato nei paesi dell’Africa subsahariana, dell’Asia meridionale e nei paesi più fragili e colpiti da conflitti. Dei 63 milioni di bambini che non frequentano la scuola elementare in tutto il mondo, più della metà vive in Africa sub-sahariana, area che ha il triste primato del più alto tasso di bambini che non riescono ad apprendere. Nei paesi a basso reddito, inoltre, stanno aumentando le disuguaglianze in termini di accesso digitale: la metà degli studenti che non ha potuto frequentare la scuola a causa del Covid-19 – circa 826 milioni su un totale di 1,6 miliardi – non possiede un computer in famiglia e il 43% (706 milioni) non ha accesso a internet a casa. In Africa sub-sahariana l’82% degli studenti non ha un computer in famiglia, 82% non ha accesso a internet e 28 milioni vivono in zone senza rete telefonica[5].

Oltre ad aumentare povertà e disuguaglianze all’interno di Paesi e comunità, il Covid-19 ha esacerbato le disuguaglianze a livello globale: stime recenti mostrano che la chiusura delle scuole a causa del Covid-19 potrebbe portare a una riduzione della crescita economica globale equivalente a un tasso annuo dello 0,8%, con perdite maggiori nei paesi a basso e medio reddito rispetto ai paesi ad alto reddito[6]. Una recente ricerca di Save the Children ha infatti rilevato che in media, durante la pandemia, i minori dei paesi più poveri hanno perso il 66% in più di giorni di scuola rispetto ai coetanei che vivono nei paesi più ricchi. Una condizione che peggiora per le bambine e le ragazze che nei paesi più poveri hanno perso, in media, il 22% in più di giorni d’istruzione rispetto a bambini e ragazzi. A tutto questo si aggiungono altri fattori che avranno gravi conseguenze sulla prossima generazione tra cui l’alto tasso di disoccupazione giovanile, la scarsa istruzione primaria e il divario digitale che impedisce l’accesso all’apprendimento a distanza.

Conseguenze che non ricadono solo sull’apprendimento, ma anche sulla condizione psicologica di bambini e bambine: i lunghi periodi di chiusura della scuola hanno avuto gravi conseguenze sulla loro salute mentale. Tra coloro le cui scuole sono state chiuse da una a quattro settimane, il 62% ha riportato un aumento di sentimenti negativi; questa percentuale sale al 96% per coloro la cui scuola è stata chiusa dalle 17 alle 19 settimane[7].

 L’educazione in Italia alla vigilia del nuovo anno scolastico

Circa un anno e mezzo di scuola a distanza e di chiusure a singhiozzi per la maggior parte degli studenti in Italia ha avuto gravi ripercussioni in particolare sull’apprendimento. Il peggioramento delle competenze ha colpito tutti gli alunni, con particolari differenziazioni a livello di ciclo scolastico e di localizzazione geografica.

“I dati Invalsi certificano che a pagare maggiormente il prezzo della crisi sono stati gli adolescenti, per i quali la didattica a distanza è stata considerata sin da subito un’alternativa efficace. E’ necessario ora porre rimedio e investire risorse, energie e impegno per assicurare a questi studenti tutto il sostegno necessario per la ripresa dell’anno scolastico, non solo in termini di sicurezza degli ambienti, ma anche di concreto sostegno all’apprendimento e supporto per il benessere psicofisico, così seriamente compromesso durante l’ultimo anno e mezzo.”, spiega Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

La percentuale di studenti “in dispersione implicita”, ovvero di coloro che non raggiungono livelli sufficienti sia in italiano che matematica e inglese alla fine del percorso di istruzione, è aumentata dal 7 al 9,5% su base nazionale[8]. Il divario territoriale resta altissimo: nel Nord solo il 2,6% dei ‘diplomandi’ è risultato in dispersione implicita, al Centro l’8,8%, e nel Mezzogiorno il 14,8% (oltre 1 studente su 7).

Nel Mezzogiorno, quasi un terzo degli studenti, il 31%, abbandona la scuola senza un diploma o finisce il percorso scolastico senza acquisire le competenze di base minime[9].

Se consideriamo l’intera popolazione studentesca al 5° anno delle superiori che ha svolto le prove Invalsi, al livello provinciale, le percentuali di dispersione implicita mostrano differenze abissali – dal 28% di Crotone, il 26% del Sud Sardegna, il 25% di Cosenza e Agrigento all’1,3% di Trento, 1,4% di Aosta e 1,7% di Sondrio – differenze che diventano siderali se si restringe il campo agli studenti svantaggiati dal punto di vista socio-economico.

Tra gli studenti di famiglie con livello socio-economico e culturale più basso, le percentuali di chi non ha raggiunto il livello minimo di competenze sono aumentate: in 15 province del Mezzogiorno, oltre il 50% degli studenti svantaggiati non ha superato il livello minimo in matematica alla fine della scuola media, ma anche in province del Centro come Rieti, Frosinone e Latina la percentuale arriva al 40%. Nei Comuni di Napoli e Palermo la percentuale sale al 60%, un segno tangibile che anche se le scuole sono riuscite a trattenere questi studenti, che hanno partecipato quasi tutti alle prove (a Napoli non le hanno sostenute 7 studenti su 100, a Palermo 4 su 100), 6 mesi lontani dalle aule scolastiche nel 2020 e qualche altra settimana di chiusura nei mesi successivi hanno causato gravi perdite di apprendimento. Anche nei Comuni di Torino, Genova, Roma e Milano questa triste percentuale varia tra il 38 e il 31%, un fallimento di sistema anche in queste città, dove molti ragazzi ai margini, che spesso vivono nelle periferie del disagio, sono stati lasciati soli. D’altro canto, solo il 6-7% dei coetanei nella fascia socio-economica elevata non raggiunge i livelli minimi in matematica in queste città, con un minimo del 4% a Milano: un indicatore molto allarmante di disuguaglianza.

E non sorprende che la concentrazione di studenti svantaggiati nel livello più basso delle competenze numeriche (che non raggiungono le competenze minime per esercitare i diritti di cittadinanza) sia anche molto correlata alla variabilità tra classi misurata da Invalsi, cioè al triste fenomeno della segregazione socio-culturale degli alunni in classi di serie A e di serie B o C all’interno della stessa scuola. Fenomeno che nel Sud è doppio rispetto alla media italiana e 4 volte maggiore che al Nord.

“E’ indispensabile, con l’avvio del nuovo anno scolastico, intervenire in modo deciso per porre un argine al drammatico aumento delle disuguaglianze educative verificatosi con la pandemia. A partire dalla composizione stessa delle classi, dove occorre evitare il riproporsi di ogni forma di segregazione formativa – ai danni degli studenti più svantaggiati – e il sovraffollamento, problema questo particolarmente avvertito nel passaggio alle superiori, quando più forte è il rischio di dispersione scolastica.” dice Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

Save the Children è impegnata da anni in Italia con programmi di contrasto alla povertà educativa, alla dispersione scolastica e al supporto psicosociale in rete con le scuole e le organizzazioni locali: dall’inizio della pandemia sono stati raggiunti e sostenuti più di 160mila bambine, bambini, adolescenti, le loro famiglie e i docenti su tutto il territorio nazionale. Solo quest’estate sono stati coinvolti 5.351 minori e neomaggiorenni.

 Un b-roll con le immagini che vengono dai vari paesi del mondo è disponibile qui: https://vimeo.com/596048336/b972dcaf0a

  Per ulteriori informazioni:

Tel. 06-48070063/81/82/ ufficiostampa@savethechildren.org/ www.savethechildren.it

 Save the Children Italia Onlus

Trasporti/ Trasportounito: “sull’albo dell’autotrasporto il governo interessato solo alle poltrone”

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Sicurezza a rischio, autostrade bloccate, carenza ormai drammatica di autisti, mancato coordinamento della filiera logistica. Fra le decine di problemi che incombono sull’autotrasporto e quindi sull’asse portante della mobilità del Paese, il Governo sceglie di occuparsi solo delle poltrone.

A denunciarlo è Trasportounito che, per voce del suo segretario generale, Maurizio Longo denuncia come, nonostante i molteplici e gravi problemi che rischiano di paralizzare l’economia dei trasporti su strada, nella bozza del decreto legge sulle “Disposizioni urgenti in materia di investimenti e sicurezza delle infrastrutture, dei trasporti e della circolazione stradale” concentra la sua attenzione su quelli che dovranno essere i componenti del nuovo Comitato centrale dell’Albo degli autotrasportatori.

Secondo Maurizio Longo si predispone “una misura normativa non richiesta dalla categoria e imposta unilateralmente e inspiegabilmente dal Governo, puntualmente presente quando si tratta posti in authority, commissioni, enti e accreditamenti”.

“Sul contenuto – prosegue Longo – la proposta normativa cancella, di fatto, la presenza nell’Albo delle associazioni dell’autotrasporto sostituendole con le confederazioni associative; in sostanza, si consegna l’Albo degli autotrasportatori ai committenti dei servizi di autotrasporto”.

“Noi abbiamo da sempre sostenuto – conclude Longo – che il Comitato centrale degli autotrasportatori fosse ormai uno strumento obsoleto e quindi da modificare in chiave semplificata e consultiva ma, se dovesse passare la deleteria norma imposta dal Governo, ci troveremo costretti a contrastare tale operazione utilizzando tutti gli strumenti utili o necessari”.

Per ulteriori informazioni: Barbara Gazzale

Il Centro sub Corato “sposa” Kepown per il suo premio letterario ‘La donna e il mare’

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 Quale donna non si è mai sentita mare?

 E quale uomo non ha mai pensato che la donna fosse liquida e inafferrabile come l’acqua? 

Noi donne lo abbiamo guardato, il mare, attratte dalla sua profondità e dalla sua eternità. Ci siamo immerse per dimenticare o soltanto bagnate per provare ad essere acqua, ci siamo lasciate trasportare e abbiamo imparato il suo ritmo…. andare e ritornare. Siamo capaci di infuriarci come onde burrascose e di cullare come la più dolce delle maree. E abbiamo imparato a vedere il nostro amore partire e attenderlo per mesi, anni. Ma l’uomo cosa sa di noi? Quando solca il mare, ci vede all’orizzonte? Vuole raggiungerci?

 Per mettere in relazione il ruolo della donna all’interno della società e il tema dell’acqua da molteplici punti di vista – storico, mitologico, psicologico, economico, sociale – il Centro Sub Corato APS ETS, associazione pugliese, e Kepown, la piattaforma social di scrittori, hanno dato vita al primo premio letterario digitale “La donna e il Mare” con lo scopo di tramandare i racconti e far vivere le storie nate proprio da quei “pensieri che si perdono” sui litorali.

Il Centro Sub Corato ha scelto Kepown come strumento pratico ed efficace per organizzare il proprio concorso letterario e così tanti altri stanno abbracciando il rivoluzionario social per scrittori tutto Made in Italy. La scelta di Kepown è ricaduta per la sua filosofia Green e per venire incontro alle nuove esigenze di digitalizzazione e condivisione dei contenuti.

Sino al 20 ottobre 2021 (entro le ore 23.59) si potrà partecipare scrivendo un Kebook su www.kepown.com e seguendo poche semplici regole:

·         Caricare dei racconti con più di 10.000 battute

·         Geolocalizzali con il pin GPS dedicato

·         Corredali di foto a tema

·         Inserire gli hashtag #ladonnaeilmare21 #CSC.

In palio ben 3 premi dal valore complessivo di 200 euro.

Per il regolamento del concorso > https://centrosubcorato.wixsite.com/centro-sub-corato/progetto-donna-e-acqua

Kepown AFM 

Cronaca nazionale/Regno Unito, 7 milioni di contagiati da inizio pandemia

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Notizie in breve

a) E’ uno dei Paesi maggiormente colpiti dal contagio. Nel Regno Unito i contagi da COVID-19 accertati dall’inizio della pandemia superano quota 7 milioni;

b) In linea con l’OMS il G20 sostiene l’obiettivo di vaccinare almeno il 40% della popolazione globale entro la fine del 2021, come annuncia il ministro della Salute, Roberto Speranza;

c) In Nuova Zelanda termina il lockdown imposto a partire dal 17 agosto: le restrizioni permangono nella città di Auckland.

Napoli/ Il branco ancora in azione: pestato un rider senza motivo

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Scene di indescrivibile ed immotivata violenza. Prima gli sputi, poi l’aggressione dopo che la vittima aveva provato a chiedere spiegazioni. La furia del branco che ha pestato un rider a Fuorigrotta, al momento non trova spiegazioni se non la violenza pura e semplice.

Il giovane picchiato non ha neanche sporto denuncia per paura di ritorsioni: ma sono stati gli stessi carabinieri ad aprire un fascicolo d’indagine, perché le botte prese dal rider gli hanno procurato 21 giorni di prognosi e così, per legge, è scattata la denuncia d’ufficio da parte dei carabinieri.

Le immagini del pestaggio sono state immortalate da un passante, e certificano la brutalità del pestaggio.

Novara/ Bambina cade dal balcone, è in prognosi riservata in ospedale

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Apprensione per le sorti di una bambina di 4 anni  precipitata da un balcone ed è ora ricoverata in prognosi riservata all’ospedale Maggiore di Novara.

La piccola è caduta dal primo piano di un palazzo di edilizia popolare.

 Soccorsa dai genitori, la bimba è stata poi trasportata in ospedale da un ambulanza del 118.

Sul posto per le indagini i carabinieri.

foto di repertorio