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Etna, vulcano oggi attivo: nube di cenere da cratere Voragine

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(Adnkronos) – L'Etna nuovamente attivo oggi, 22 luglio 2024. L'Ingv di Catania rende nota la presenza di una attività stromboliana al cratere Voragine del vulcano. Le osservazioni delle immagini della rete di videosorveglianza, però, sono fortemente limitate a causa della copertura nuvolosa presente sull'area sommitale. Il modello previsionale di dispersione dell'eventuale nube vulcanica indica una direzione verso Est. Per gran parte della giornata odierna l'ampiezza media del tremore vulcanico è stata caratterizzata da un lieve e graduale trend in incremento, che dalle ore 17 circa si è manifestato in maniera ancora più pronunciata. Intorno alle 17:45 ha raggiunto l'intervallo dei valori alti dove tuttora permane con una tendenza a ulteriore aumento. —[email protected] (Web Info)

Cruciverba e sudoku amici del cervello? Cosa dicono i medici anti fake news

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(Adnkronos) – Protagonisti indiscussi dell'estate nelle ore di relax al mare o in montagna, compagni di viaggio di chi va in ferie nelle lunghe ore su treni, aerei e autobus, ma anche scaccianoia collettivo per divertirsi insieme. Sono i giochi enigmistici: cruciverba, sudoku, indovinelli, rebus. Passatempi che potrebbero avere un valore che va oltre il divertimento. Ma aiutano davvero a mantenere il cervello in salute? A rispondere – in occasione del World Brain Day – sono i medici anti-fake news del portale 'Dottore, ma è vero che…?', curato dalla Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini medici). "Questi e altri enigmi logici aiutano ad allenare le capacità cerebrali durante la stagione meno frenetica dell'anno – analizzano – Secondo diversi studi scientifici, poi, risolvere giochi enigmistici contribuirebbe a mantenere giovane il cervello, rallentando gli effetti dell’invecchiamento". "Negli ultimi anni sempre più ricercatori hanno dato prova della stretta relazione che esiste fra la qualità delle funzioni cognitive in età avanzata e la pratica dell'enigmistica – si legge nel focus dedicato a parole crociate & Co – Gli studi più recenti che hanno utilizzato dati provenienti da campioni rappresentativi e su larga scala della popolazione anziana hanno dimostrato che, rispetto ai coetanei che non amano le parole crociate, gli ultra 50enni con la passione per questo tipo di giochi riportano punteggi più alti nei test sull’attenzione, sul ragionamento e sulla memoria. Altri ricercatori si sono spinti oltre, suggerendo che divertirsi con la risoluzione di cruciverba, sudoku e altri enigmi logici diminuisce il rischio di demenza senile". 
Perché i cruciverba fanno bene al cervello? "Giocare alle parole crociate richiede un certo impegno, è uno stimolo per il pensiero critico, permette di esercitare il ragionamento logico e in molti casi favorisce la socialità – spiegano gli esperti – La stimolazione cognitiva che deriva da questo hobby, così come dalla lettura di un romanzo, dall'apprendimento di una lingua straniera e in generale da tutte quelle attività che mantengono il cervello allenato, può aumentare la resilienza cerebrale, cioè la capacità del cervello di affrontare i cambiamenti che possono portare a una malattia, favorendo la comunicazione tra neuroni e consentendo un utilizzo più efficiente delle reti neuronali". La scienza risponde anche a chi si chiede quanti cruciverba si dovrebbero fare per tenersi in allenamento: "Dopo aver seguito per 5 anni quasi 500 anziani sani all'inizio dell'esperimento, uno studio dell'Albert Einstein College of Medicine ha dimostrato che gli over 75 che risolvono cruciverba 4 volte a settimana hanno un rischio quasi dimezzato di ammalarsi di demenza senile rispetto a chi si dedica a questo tipo di attività una volta a settimana o più raramente". In generale, fra le ricerche che hanno documentato la frequenza con cui le persone di una certa età si dedicano all'enigmistica, le performance cognitive più alte erano associate a un uso quotidiano di questo passatempo. Ma si può dire che è un elisir contro l'Alzheimer? "Premesso che non esistono farmaci in grado di prevenire la malattia di Alzheimer e altre malattie neurodegenerative – chiariscono i medici – le conclusioni cui sono giunti negli anni alcuni studi suggeriscono la possibilità che l'enigmistica diventi uno strumento alla portata di tutti per il potenziamento delle funzioni cerebrali delle persone con un lieve deterioramento cognitivo". Per esempio, fa notare il blog della Harvard Medical School, in uno studio del 2022 che aveva indagato i presunti benefici dell'enigmistica su un gruppo di anziani con diagnosi di Alzheimer, i miglioramenti riscontrati nel peggioramento cognitivo e neurologico dei pazienti erano paragonabili agli effetti di un tipo di farmaci utilizzati nel trattamento delle forme meno gravi di questa malattia. A conclusioni simili era arrivato qualche anno prima anche un team di ricercatori inglesi. Dopo aver confrontato le prestazioni cognitive degli over 50 che giocano spesso a sudoku con quelle dei coetanei che non lo fanno quasi mai, i ricercatori avevano scoperto che il miglioramento riportato dai primi era paragonabile agli effetti di un farmaco usato per gestire i sintomi della malattia di Alzheimer. Tuttavia, gli stessi autori sottolineano la necessità di esperimenti controllati e a lungo termine, che al momento scarseggiano, prima di trarre conclusioni definitive. L'ultima domanda a cui risponde il portale dei medici anti-fake news è: Possiamo dire che giocare all'enigmistica mantiene il cervello giovane? "Anche se si sarebbe tentati di concludere che le parole crociate aiutano a prevenire l'invecchiamento cerebrale, le evidenze scientifiche di cui disponiamo al momento presentano alcune criticità – puntualizzano gli esperti – Innanzitutto, anche se parliamo di invecchiamento fisiologico, non si hanno ancora informazioni definitive su un eventuale rapporto di causalità. La maggior parte degli studi che dimostra l'esistenza di un legame fra invecchiamento cognitivo ed enigmistica è di tipo osservazionale, cioè scatta solo 'un'istantanea' di questa relazione, mentre per dimostrare una corretta inferenza causale sono necessari studi controllati. In attesa che la ricerca scientifica produca evidenze più solide, nulla vieta di portare in spiaggia la propria rivista di enigmistica preferita. Facendo attenzione, dopo qualche pagina, ad alzarsi dalla sdraio. Perché, non dimentichiamolo, anche per il cervello il movimento è il modo più efficace per proteggersi dai danni dell’età che avanza". —[email protected] (Web Info)

Caldo e sporcizia paradiso per le blatte, padrone delle città nelle notti d’estate

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(Adnkronos) – Caldo afoso e città non esattamente pulite: l'ambiente ideale per le blatte che si moltiplicano nelle aree cittadine, padrone della notte, momento in cui lasciano i loro nascondigli ed è alto il rischio di imbattersi in questi insetti fonte di disgusto per i più, oltre che di rischi per la salute. "Le blatte – spiega all'Adnkronos Salute Emanuele Mazzoni, docente di entomologia agraria all'università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza – amano tendenzialmente il caldo, quindi più le temperature sono elevate più crescono. Se trovano, ovviamente, cibo. La questione, dunque, è anche l'igiene ambientale".  Nel nostro Paese "abbiamo almeno 4-5 specie, ciascuna con le sue peculiarità e con comportamenti e aspetti molto diversi", descrive Mazzoni.  Se si parla di "quella nera comune, la blatta orientale, vive spesso e volentieri fuori dagli edifici e poi, nel suo vagabondare, penetra anche nelle case. Ci sono altre specie che invece sono più legate all'ambiente domestico". Quella 'americana', Periplaneta americana, "è la più grande di tutte, di colore rossiccio, è legata soprattutto agli impianti fognari, da lì poi si muove e può entrare anche nelle case". In generale, però, tutte "le blatte amano gli ambienti chiusi, amano il buio, si muovono solo di notte tendenzialmente. Se si vedono in giro di giorno vuol dire che la situazione non è drammatica, ma di più", avverte l'esperto.  Per tenerle lontane, "importante sarebbe evitare, ad esempio, il ristagno dei rifiuti, con una corretta gestione urbana e una rimozione costante. Ma serve attenzione anche da parte dei singolo cittadino, che non deve non lasciare in giro cibo: basta un pezzo di panino smozzicato ad attrarle, così come può attrarre topi, piccioni, uccelli vari. Tutti devono fare la propria parte per tenere pulite le città", raccomanda Mazzoni. Con cibo disponibile "è facile vedere, di notte, blatte girare sui muri perché risalgono dai pozzetti, dalle bocche di lupo, dalle fogne. Mentre di giorno rimangono e nascoste, rifugiate in quegli ambienti umidi, giardini compresi". E la questione non è solo il ribrezzo che provocano, ammonisce lo specialista, ma anche i pericoli sanitari che comportano. I problemi per la salute umana legati alle blatte sono di diverso tipo. Il primo, forse meno noto, illustra Mazzoni, "è legato alle allergie. Quando le blatte muoiono, infatti, i corpi si polverizzano e contengono sostanze allergeniche che si possono disperdere nell'aria". Più evidente il rischio infettivo, "legato al fatto che questi insetti tendono a frequentare ambienti sporchi, escono dalle fogne come abbiamo evidenziato. C'è una capacità di veicolare tutta una serie di patogeni che circolano nell'ambiente". I pericoli sono tanti, "ci sono tantissime pubblicazioni che elencano una lunga serie di patogeni isolati da corpi di blatte". Per quanto riguarda la prevenzione, "la pulizia è la cosa più importante. Ci sono poi in commercio trappole che consentono di catturare questi animali: di solito sono delle specie di pseudo casette di cartone con degli attrattivi alimentari, in alcuni casi anche con sostanze ferormonali", aggiunge l'esperto, ricordando che "le blatte tendono ad aggregarsi per cui emettono sostanze che richiamano le altre blatte. La pulizia e il lavaggio degli ambienti, in quest'ottica, sono ancora più importanti".  Importantissima anche "la manutenzione. Bisogna evitare che ci siano delle fessure nelle tubature, bisogna sigillare bene i tubi degli impianti di scarico. L'ultima ratio sono gli insetticidi che però devono essere molto limitati – precisa l'entomologo – perché sono noti molti casi di resistenza, quindi rischiamo di spruzzare sostanze che alle blatte non fanno niente, ma sono dannose per noi".   —[email protected] (Web Info)

Ambulatori vs farmacie, Uap: “Tutele o ci sentiremo liberi di vendere medicine”

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(Adnkronos) – L'Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata "Uap chiede una tutela adeguata per la vera medicina di territorio, per fornire un servizio a 360 gradi. Diversamente, si riterrà libera di poter commercializzare farmaci all'interno delle strutture sanitarie medesime e di adottare le medesime procedure richieste alle farmacie". La realtà "rappresentativa di tutte le 18 associazioni di categoria delle oltre 95mila strutture sanitarie presenti sul territorio, attraverso ambulatori, poliambulatori, ospedalità privata autorizzata e ospedalità religiosa", torna all'attacco in occasione della riunione delle Farmacieunite che si è tenuta in Emilia Romagna, occasione in cui "la lobby farmaceutica – scrive la Uap in una nota – è riuscita ad ottenere lo stanziamento di fondi alle farmacie per erogare servizi sanitari, sottraendoli alle strutture sanitarie private autorizzate e private convenzionate, che costituiscono la vera sanità di territorio". "Il paradosso a cui stiamo assistendo – ribadisce la Uap – è proprio quello di vedere che vengono stanziati fondi per strutture in possesso di una mera autorizzazione comunale alla commercializzazione di prodotti, ma che sono prive dei 420 requisiti richiesti dal D.Lgs. n. 502/1992 a tutela della salute dei cittadini. E' evidente – si legge – il mancato rispetto del principio di uguaglianza costituzionalmente sancito all'art. 3, che da un lato consente alle farmacie di erogare prestazioni sanitarie senza il possesso dei requisiti richiesti agli ambulatori, poliambulatori autorizzati privati e autorizzati convenzionati, cliniche e ospedalità pubblica e privata autorizzata, in totale violazione del D.Lgs. n. 502/1992 e del Regio Decreto del 1934, e dall'altro non autorizza questi ultimi a vendere farmaci. Questa modalità operativa del Governo fa pensare che non tutti abbiamo piena libertà, ma che ci troviamo in pieno Far West, dove viene garantita non già la sanità dei cittadini, ma la possibilità di guadagni economici". —[email protected] (Web Info)

Agricoltura, Gruppo Davines proroga candidature ‘The Good Farmer Award 2024’

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(Adnkronos) – – Il Gruppo Davines – azienda attiva nel settore della cosmetica professionale con i marchi per l’haircare Davines e per lo skincare [ comfort zone ], certificata B Corp dal 2016 – comunica la proroga per le candidature alla prima edizione del Premio The Good Farmer Award 2024. Il premio nasce su iniziativa del Gruppo Davines in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile, autorevole centro studi sulla green economy in Italia. L’iniziativa è la prima in Italia che premia i giovani agricoltori che abbiano già avviato progetti ispirati ai principi fondamentali dell’agricoltura biologica rigenerativa e dell’agroecologia. Gli agricoltori under 35, titolari dell’azienda o appartenenti alla famiglia imprenditoriale che la guida, potranno presentare il proprio progetto entro le ore 18 del 10 settembre 2024 compilando il modulo sul sito https://davinesgroup.com/il-nostro-impatto/percorsi/the-good-farmer-award. La candidatura al Premio è gratuita e una Commissione di esperti selezionerà i due progetti più innovativi e avanzati. I due vincitori riceveranno dal Gruppo Davines 10.000 euro ciascuno per l’acquisto del materiale e per interventi finalizzati a migliorare e sviluppare le pratiche agroecologiche già avviate. La cerimonia di premiazione si terrà il 27 Novembre 2024 al Davines Group Village di Parma. Requisiti necessari per accedere al bando sono l’avere ottenuto una certificazione biologica e applicare i principi dell’agricoltura biologica rigenerativa e dell’agroecologia. In particolare gli agricoltori coinvolti e le loro aziende agricole dovranno dimostrare di utilizzare almeno 3 tra le strategie e le pratiche di agricoltura biologica rigenerativa e agroecologia identificate dal bando, tra cui la rotazione colturale, il minimo disturbo del suolo, l’utilizzo di fertilizzanti organici, la coltivazione di alberi associata a campi seminativi o a pascoli, l’uso di colture di copertura come le leguminose e la pacciamatura del terreno (ossia la copertura del terreno con materiale organico come paglia o foglie). L’obiettivo del Premio è di contribuire alla diffusione di una nuova cultura di produzione agricola, che sostenga la transizione ecologica delle filiere agroalimentari ma non solo. L’agricoltura biologica rigenerativa va oltre il concetto di sostenibilità perché non solo limita gli impatti ambientali negativi generati dall’agricoltura industriale ma è in grado di ripristinare e rigenerare gli ecosistemi danneggiati con pratiche e interventi che sequestrano carbonio dall’atmosfera, riducono l'inquinamento dei suoli e delle acque e contribuiscono alla mitigazione del cambiamento climatico. Il punto di partenza è la salute del suolo che influisce su quella delle piante, del cibo che mangiamo e del Pianeta. Il termine agricoltura biologica rigenerativa è nato negli anni '80 grazie al Rodale Institute, un istituto di ricerca statunitense senza scopo di lucro; molte delle pratiche rigenerative come le colture di copertura e il compostaggio fanno parte della gestione dell'azienda agricola da generazioni con l'obiettivo finale di aumentare la sostanza organica nel suolo. L’agricoltura biologica rigenerativa richiede un cambio di paradigma nel modello di produzione agricola industriale e si basa su bisogni urgenti e oggettivi: più del 60% dei suoli europei non è in salute e non è in grado di fornire adeguatamente servizi ecosistemici essenziali per l’uomo. In Italia la percentuale è del 47% e tra i problemi principali c'è l'erosione dovuta soprattutto alla perdita di copertura vegetale (fonte: Re Soil Foundation, 2023).L’ erosione a sua volta causa l'emissione di CO2 in atmosfera, contribuendo al cambiamento climatico e alla perdita di carbonio, che dal suolo passa all’atmosfera (in alcune zone d'Italia la percentuale di carbonio nel suolo è al di sotto dell'1%).  Davines Group da circa 20 anni ha integrato la sostenibilità e l’impegno per l’ambiente nel suo modello di business, un approccio pionieristico a cui negli ultimi anni si è aggiunto l’obiettivo di realizzare un percorso di crescita rigenerativa. Su queste basi nel 2022 il Gruppo Davines ha creato in collaborazione con il Rodale Institute, presso il Davines Group Village di Parma, EROC (European Regenerative Organic Center): 17 ettari e un team dedicato di agronomi e di esperti per il primo centro europeo di formazione e ricerca sull’agricoltura biologica rigenerativa legata alle filiere per la produzione di piante alimentari, tessili e officinali.  “Contribuire a diffondere un modello di crescita rigenerativa è una sfida ambiziosa in cui crediamo molto. L’agricoltura biologica rigenerativa è una parte importante di questo nuovo modo di essere sostenibili, in cui non basta più mitigare i nostri impatti negativi sull’ambiente ma bisogna andare oltre, contribuendo attivamente a ripristinare le risorse del Pianeta”, ha commentato Davide Bollati, Presidente del Gruppo Davines. “Siamo partiti da EROC e da due anni facciamo formazione e ricerca per l’agricoltura biologica rigenerativa. Questo Premio rappresenta per noi la naturale evoluzione di questo percorso. Ci rivolgiamo in particolare ai giovani agricoltori perché siamo convinti che questo cambio di paradigma sia già in atto nelle nuove generazioni e perché crediamo nella loro capacità di essere i motori di questo cambiamento”.  A esaminare i progetti candidati sarà la Commissione giudicatrice del Premio, composta da sei membri fra professori universitari ed esperti in temi di agricoltura, agroecologia e sostenibilità, tra i quali il Presidente di giuria Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. “Per mantenere e migliorare la fertilità e per aumentare l'accumulo di carbonio organico nel suolo – ha dichiarato Edo Ronchi – nonché per migliorare la capacità di adattamento sia alla siccità che alle bombe d’acqua, è utile implementare, sperimentare e sviluppare tecniche rigenerative di coltivazione e gestione dei suoli che ne aumentino i contenuti di sostanze organiche e di biodiversità”  —[email protected] (Web Info)

Siesta, memory game e meno Google, consigli salva-cervello da esperto Ai

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(Adnkronos) – Prima regola: non passare le giornate a fare 'scrolling' sullo schermo dello smartphone, non affidarsi anima e corpo all'oracolo Google per ogni informazione di cui si ha bisogno. Piuttosto, meglio investire tempo in una siesta pomeridiana che fa bene al cervello più degli onniscienti motori di ricerca. Sono i consigli di una persona che di reti neurali, tecnologie e soprattutto intelligenza artificiale se ne intende. Nel giorno in cui si celebra il World Brain Day, l'accademico canadese Mohamed I. Elmasry condivide una sorta di 'check list' per capire se stiamo facendo le mosse giuste per ridurre il rischio di demenza senile: allenando adeguatamente il cervello invece di cercare tutto su Google, per esempio. E' questo il primo 'comandamento'.  Altra massima: fare riposini diurni regolari, perché – assicura nel suo libro appena dato alle stampe, 'iMind: Artificial and Real Intelligence' – può aumentare le probabilità di un invecchiamento sano. Nell'elenco amico della mente figurano semplici abitudini quotidiane (come la cosiddetta pennichella, appunto), allenamenti per la memoria, consigli come non usare lo smartphone. Elmasry evidenzia che oggi l'attenzione si è spostata troppo lontano dall'intelligenza 'Ri' (la Real Intelligence, cioè l'intelligenza naturale o reale) a favore dell'Ai, della macchina. Ma, fa notare, se "la durata di vita utile degli smartphone attuali è di circa 10 anni, una mente sana all'interno di un corpo sano può vivere per 100 anni o più". E l'invito è quindi a nutrirla perché la mente, come gli smartphone, ha 'hardware', 'software' e 'App', ma è molte volte più potente e durerà molto più a lungo con la giusta cura. Esperto di fama internazionale nella progettazione di microchip e intelligenza artificiale, Elmasry è stato ispirato a scrivere il libro dopo la morte del cognato, affetto da Alzheimer, e di altre persone a lui molto care, tra cui la madre, affette da altre forme di demenza. Sebbene affermi che i dispositivi smart stiano "diventando sempre più intelligenti", lo scienziato sostiene che nessuno si avvicina a "duplicare la capacità, la capacità di archiviazione, la longevità, l'efficienza energetica o le capacità di autoguarigione del cervello umano originale". "Il vostro cervello-mente è il bene di maggior valore che avete o che avrete mai – è il messaggio che lancia su iMind – Aumentate il potenziale e la longevità prendendovene cura fin da piccoli, mantenendolo sano in modo che possa continuare a svilupparsi". Elmasry entra nel concreto: "Gli esseri umani possono sviluppare e testare intenzionalmente la propria memoria giocando a 'giochi cerebrali' o eseguendo esercizi giornalieri per la mente". Mentre "non si può esercitare la memoria del proprio smartphone per farla durare più a lungo o incoraggiarla a funzionare a un livello superiore". Nel suo libro, il professore racconta un aneddoto sui suoi nipoti, i quali hanno dovuto usare il motore di ricerca dei loro smartphone per dare un nome alla capitale di Cuba, dopo aver trascorso una settimana nel Paese con i loro genitori. La storia ha una morale: illustra – spiega – come i giovani siano arrivati ​​a fare affidamento sulle App Ai per smartphone invece di usare la loro vera intelligenza. "Una memoria sana va di pari passo con la vera intelligenza. La nostra memoria semplicemente non può raggiungere il suo pieno potenziale senza la Real Intelligence".  Il libro di Elmasry include approfondimenti sulla storia della progettazione dei microchip, dell'apprendimento automatico e dell'intelligenza artificiale, nonché sul loro ruolo negli smartphone e in altre tecnologie. Il libro spiega anche come funzionano realmente sia l'intelligenza artificiale che quella umana, e come la funzione cerebrale collega la mente e la memoria. Confronta la mente umana e la funzione cerebrale con quella degli smartphone, di ChatGpt e altri sistemi basati sull'Ai. Basandosi su una vasta ricerca esistente, affronta poi l'attuale controversia sull'intelligenza artificiale e punta a ispirare i ricercatori a trovare nuovi trattamenti per l'Alzheimer, altre malattie neurodegenerative e il cancro. Lo scienziato sostiene che l'Ai attuale o persino quella che è stata pianificata per il futuro non può eguagliare le capacità di cervello-mente umani in termini di velocità, accuratezza, capacità di archiviazione e altre funzioni. L'invecchiamento sano, osserva, è dunque importante quanto il cambiamento climatico, ma non attrae neanche una frazione della pubblicità.  Pertanto Elmasry chiede ai decisori politici di adottare una serie di riforme chiave per promuovere l'invecchiamento sano. Tra questi cambiamenti, suggerisce che le sale bingo potrebbero passare dalla loro funzione di intrattenimento sedentario a centri di apprendimento attivi e stimolanti. Quanto ai consigli pratici per le persone, oltre al pisolino che rinfresca la memoria e altre funzioni cerebrali e corporee, l'esperto offre anche una serie di indicazioni concrete per potenziare le capacità cerebrali e l'intelligenza reale. Tra queste rientra la creazione di una memoria 'associativa': il "dizionario di significato" del cervello, in cui si associano nuove informazioni a ciò che già si sa. Il suggerimento è poi: provare a leggere un libro ad alta voce, usando tutti i propri sensi invece di andare in modalità pilota automatico, e trasformare gli incontri quotidiani in esperienze vissute appieno. Altre tecniche includono l'integrazione di un giorno di vero riposo nella settimana, la revisione del proprio stile di vita già a partire dai 20 o 30 anni, l'adozione di una dieta sana e l'eliminazione o la radicale moderazione del consumo di alcol per ridurre il rischio di demenza. —[email protected] (Web Info)

Napoli, incendio a Fuorigrotta: colonne di fumo nero, evacuata l’università

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(Adnkronos) – Colonne di fumo nero nel quartiere Fuorigrotta, zona occidentale di Napoli, dove poco fa c'è stato un incendio, con parte della vegetazione andata a fuoco nei pressi dell'università Monte Sant'Angelo. Il rogo sarebbe stato determinato dalla combustione di alcuni pneumatici stipati in un'area agricola privata, come rivela una nota dell'Arma dei Carabinieri. Al momento non si segnalano feriti e neppure l'interessamento del rogo alle strutture dell'Università Federico II, ma l'ateneo è stato evacuato. Le fiamme non hanno interessato i tralicci dell’alta tensione, sono sotto controllo da parte dei Vigili del Fuoco, i quali hanno richiesto l’intervento aereo per lo spegnimento delle fiamme non altrimenti raggiungibili. Non risultano feriti. —[email protected] (Web Info)

Cede giostra a Gallipoli, feriti 4 ragazzini: tragedia sfiorata al lunapark

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(Adnkronos) – Poteva diventare una tragedia l'incidente di ieri sera alla giostra di Gallipoli, nel quale sono rimasti feriti non in modo grave quattro ragazzini. Secondo le news di oggi, l'attrazione a seggiolini, più nota come 'calcinculo' è stata sequestrata dal pubblico ministero Donatina Buffelli della Procura della Repubblica di Lecce. Sul caso indagano gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Gallipoli.    A cedere sarebbe stato il palo in ferro al quale è appeso un pallone che i partecipanti devono cercare di acciuffare mentre la giostra gira in velocità. I ragazzini hanno riportato contusioni ma non fratture e sono stati tutti dimessi.  —[email protected] (Web Info)

Content creator, tra portfolio e social media ecco 5 consigli

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(Adnkronos) – Secondo un’analisi di Goldman Sachs il valore di mercato della creator economy potrebbe crescere fino a raggiungere i 480 miliardi di dollari entro il 2027, raddoppiando così la sua attuale valutazione. Dal 2024 in poi si assisterà ad una progressiva trasformazione dei content creator che raggiungeranno nuovi orizzonti di professionalizzazione. Nel settore dei fotografi e content creator la concorrenza sarà sempre più alta e secondo Roberto Zampino, fotografo professionista, business coach e fondatore della community e corso online Unstoppable Photographers, riuscirà a distinguersi chi imparerà a presentarsi il meglio possibile. 
Come trovare i primi clienti se si parte da zero: ecco i 5 consigli di Roberto Zampino, fotografo professionista e business coach 
Trovare la propria nicchia ma non rimanerne incastrati. Come in tutti i settori, anche nel mondo della fotografia e della content creation esistono tantissime sfumature. Specializzarsi in una tipologia di fotografia (che sia matrimonialista, naturalistica, ritrattistica ecc) permetterà di distinguersi nel mercato e attirare clienti interessati proprio a quello stile o servizio. Ma allo stesso tempo è necessario sfatare il mito della mono nicchia: un fotografo, creator, social media manager può benissimo spaziare tra più nicchie. Una volta diventati bravi in quella fetta di mercato ci si potrà aprire ad altre nicchie. “La mia esperienza è cominciata facendo il fotografo ai matrimoni poi mi sono specializzato nelle case vacanza di lusso, passando anche per il settore commerciale, extreme sport e ritratti. Il segreto è riuscire a lasciare il proprio stile e adattarlo alle esigenze del settore o del cliente per cui si lavora”, spiega Zampino.  
Costruire un portfolio che sappia parlare al cliente. Il portfolio è un potente biglietto da visita. Per renderlo il più efficace possibile è necessario che mostri il meglio del proprio lavoro e parli alla nicchia che si vuole raggiungere. Un portfolio online accessibile e professionale può aiutare a raggiungere un pubblico più ampio. Inoltre, il portfolio deve essere nicchia-centrica e non fotografo-centrico: non serve inserire troppe foto e rischiare di annoiare il proprio pubblico, ma analizzare ogni scatto con attenzione e criterio commerciale.  
Utilizzare i social media non per vantarsi. I social media sono strumenti potenti per costruire il proprio marchio e connettersi con potenziali clienti. Per questo è necessario scegliere le piattaforme che meglio si adattano al proprio target e pubblicare contenuti di qualità con una certa regolarità. L'engagement con la propria community social è cruciale ma allo stesso non serve a nulla dare peso alle metriche di vanità (ovvero like e commenti): i social devo essere un megafono per la propria nicchia e non un modo per vantarsi. Il trucco è creare un profilo che parli ai clienti e non ad altri creator o fotografi. Networking e collaborazioni. Non sottovalutare il potere del networking. Partecipare a eventi del settore, workshop, masterclass e fare volontariato in progetti che permettono di incontrare altri professionisti e potenziali clienti è molto utile. Le collaborazioni con altri creativi possono anche offrire opportunità di apprendimento e visibilità. 
Continuare a formarsi e sperimentare. Il mondo della fotografia e della content creation è in costante evoluzione. Rimanere aggiornati sulle ultime tendenze, tecnologie e tecniche è fondamentale e sperimentare nuovi stili e tecniche non solo aiuta a crescere come artista ma potrebbe anche aprire nuove porte commerciali. Ma se si vuole trasformare la propria passione in un lavoro serve formarsi per imparare a vedere: si tratta di una competenza che va acquisita subito, non lasciata all’esperienza.  Nascondersi dietro le scuse del “non so vendermi” o mi vergogno è un’occasione persa. “Penso che la condivisione delle proprie competenze sia il modo migliore per vivere una passione, che nel mio caso è diventata un lavoro. Il corso com’è organizzato oggi è esattamente ciò che sarebbe servito a me all’inizio della mia attività. Sono tantissime le persone che lavorano nel mondo della fotografia e della creator economy: ciò non deve rappresentare un ostacolo ma un incentivo in più, perché significa che il mercato ha molto potenziale. Serve però capire qual è la propria nicchia e imparare a 'vendersi', aspetti su cui insisto molto nel mio corso”, aggiunge Zampino.  Strutturato come un corso online, Unstoppable Photographers offre una formazione pratica aiutando gli studenti a migliorare non solo le loro abilità tecniche ma anche a sviluppare una solida base di conoscenze nel campo del business fotografico e della content creation. Presentandosi come un incubatore di talenti, Unstoppable Photographers ha da poco superato i 1000 studenti iscritti e nei prossimi mesi l’obiettivo di Roberto è esportare lo stesso format anche all’estero, partendo da Inghilterra e Spagna, e puntare all’internazionalizzazione del proprio servizio. —[email protected] (Web Info)

Fnm, nasce Academy del gruppo per migliorare conoscenze su trasporti e mobilità

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(Adnkronos) – Trasmettere conoscenze, migliorare competenze e contribuire allo sviluppo professionale delle persone coinvolte nel settore dei trasporti e della mobilità. Nasce con questi obiettivi Fnm Academy, la corporate university a cui ha dato vita il gruppo Fnm. "Si tratta – spiega una nota – di un campus aperto che vuole rafforzare il patrimonio di sapere che il gruppo ha accumulato nel corso degli anni e renderlo disponibile, oltre che ai propri dipendenti, anche agli stakeholder esterni come le associazioni di categoria e gli ordini professionali". A questo scopo sono già state sottoscritte due convenzioni con gli Ordini degli ingegneri e degli architetti della provincia di Milano per collaborare all’organizzazione di eventi congiunti di formazione, che possano anche rilasciare crediti formativi. Il calendario delle attività, in corso di definizione, potrà prevedere corsi, seminari, workshop, convegni o altri tipi di incontri, in aula fisica o virtuale (webinar, streaming, e-learning, etc.). “Con questo progetto – spiega il presidente di Fnm Andrea Gibelli – vogliamo condividere le competenze tecniche e manageriali già presenti nelle aziende del gruppo, attraverso la diffusione e il radicamento all’esterno, contribuire al grande mercato delle conoscenze, diventare interlocutore affidabile e autorevole su questioni aperte, progetti complessi, obiettivi industriali raggiunti o da raggiungere, anche in dialogo con le associazioni di categoria e le altre corporate university italiane e internazionali". “Fnm Academy – sottolinea il direttore generale di Fnm Marco Piuri – vuole creare una piattaforma che permetta di coniugare la teoria con la pratica, la riflessione con l'azione. Oggi, oltre a guardare alle necessità attuali, si pongono le basi per affrontare le sfide del domani nel mondo della mobilità con l’impegno a creare sia opportunità di crescita concreta per i dipendenti sia momenti di dialogo aperto intorno alle tematiche emergenti del settore”. —[email protected] (Web Info)