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Cronaca nazionale/ Tragedia sulla pista da sci, cade ed urta il capo: muore un ragazzo 15enne

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FOTO DI REPERTORIO

Una notizia terribile di una giornata che sarebbe dovuta essere di svago ed è finita in tragedia.

Un ragazzo di 15 anni è morto all’ospedale Maggiore di Novara dove era stato ricoverato per i gravi traumi subiti in una caduta sulle piste da sci di Alagna Valsesia (Vercelli).

L’incidente è avvenuto sulla pista di rientro che da Pianalunga riporta ad Alagna.

Il ragazzo è stato traportato in elisoccorso all’ospedale novarese.

Nonostante i tentativi dei medici, è morto a causa dei traumi che ha riportato al capo.

Foto di repertorio

Cronaca nazionale/ Travolti da un’auto vicino un locale, muoiono due giovani

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Dramma della strada: due morti. Tragedia nella bergamasca a Paladina, dove due giovani di 21 e 24 anni sono morti dopo essere stati travolti da un’auto nei pressi di un locale.

Le due vittime erano entrambi di origini marocchine, vivevano a Bergamo ed erano vicini di casa.

 Il conducente dell’auto che li ha investiti, un sessantenne della zona, è stato denunciato per omicidio stradale.

Foto di repertorio

Roma/ Auto si schianta contro un albero, morte due giovani ragazze: erano sorelle

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Una tragedia enorme e due giovani vite spezzate. Dramma a Roma , morte due ragazze giovanissime. Un’autovettura con due ragazze a bordo è finita contro un albero in via dei Platani, zona Centocelle: le due giovani a bordo, due ragazze italiane (ma di origine dell’Ecuador) di 23 e 19 anni, hanno perso la vita. 

Le vittime dell’incidente erano sorelle Lo schianto non ha coinvolto altri veicoli.

La macchina nell’impatto si è accartocciata contro un albero.

foto di repertorio

Salute/ Presentato il XIX Rapporto di Cittadinanzattiva sulle politiche della cronicità:

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Un paziente su due dichiara che con la pandemia sono aumentate le criticità nell’accesso alla diagnosi e cura per la propria patologia. A subire rinvii e ritardi sono ancora le visite specialistiche e diagnostiche, in aumento le difficoltà ad attivare l’assistenza domiciliare integrata e a farsi riconoscere l’invalidità o handicap. Va meglio sul fronte della prevenzione, grazie al recupero di alcuni ritardi negli screening programmati e nelle vaccinazioni ordinarie. Dalla pandemia inoltre un impulso positivo alla telemedicina. Costi privati in aumento per un paziente su due e uno su cinque è stato costretto a rinunciare alle cure per motivi economici.  Insieme alle difficoltà e richieste dei cittadini affetti da una patologia cronica e rara, ci sono quelle dei caregiver familiari – oltre sette milioni nel nostro Paese – che chiedono meno burocrazia e più tutele a livello lavorativo e, i più giovani, nel percorso di studi

La fotografia emerge dal XIX Rapporto sulle politiche della cronicità, dal titolo “La cura che (ancora) non c’è”, presentato oggi da Cittadinanzattiva e realizzato con il coinvolgimento di 64 associazioni di pazienti con patologia cronica e rara aderenti al CnAMC (Coordinamento nazionale Associazioni Malati cronici) e di circa 3000 pazienti. Il Rapporto è realizzato con il sostegno non condizionato di MSD e di Chiesi. Circa tre associazioni su quattro denunciano la presenza di importanti differenze sul territorio nazionale e regionali sulla gestione e presa in carico dei pazienti: ad esempio, solo poco più di una su due (52,3%) afferma che sono presenti ovunque i registri di patologia (archivi informatizzati con i dati dei pazienti) e i cosiddetti PDTA (Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali). Quasi un cittadino su due (48,8%) ha avuto difficoltà nell’ottenere il riconoscimento dell’invalidità e handicap, principalmente perché i medici della commissione sottovalutano la patologia perché non la conoscono, e per i tempi eccessivamente lunghi per la visita di accertamento. Il 62% afferma le criticità sono aumentate con la pandemia.

Più di uno su tre (34,3%) ha incontrato difficoltà per l’assistenza domiciliare integrata, e ben il 71% dichiara che la situazione è peggiorata rispetto al periodo pre-covid: in particolare mancano figure specializzate, oppure si fa fatica ad attivarla o viene sospesa da un momento all’altro. Più di un paziente su cinque (22,7%) segnala criticità nell’assistenza protesica e integrativa, criticità aumentate rispetto al passato nel 70,8% dei casi. In particolare sono troppo lunghi i tempi di autorizzazione e rinnovo per avere presidi, protesi ed ausili, gli stessi non sono compresi nel nomenclatore tariffario o non sono adatti alle esigenze personali.

Le risorse che stanno arrivando con il PNRR sono preziose ma vanno accompagnate con misure che ne consentano solidità strutturale anche dopo il 2025, a cominciare da un adeguato potenziamento del personale sanitario, e con la realizzazione di quelli che da tempo sono strumenti prioritari ma ancora non attuati appieno per rispondere alle esigenze dei malati cronici e rari”, dichiara Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva. 

Si tratta innanzitutto di dare ovunque ed uniforme attuazione, tanto al livello regionale, quanto a quello aziendale, ai PDTA e al Piano nazionale delle cronicità e monitorare il raggiungimento degli obiettivi previsti; di finanziare e monitorare il rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) su tutto il territorio, al fine di ridurre le diseguaglianze tra regioni ed assicurare a tutti i cittadini pari diritti. Tutto questo è importante che sia fatto attraverso un confronto costante con i cittadini e le associazioni di tutela dei diritti dei pazienti che, in questo anno e mezzo di pandemia, hanno mostrato di essere un fondamentale tassello del welfare del nostro Paese”.

Dopo la pandemia, fra servizi attivati e liste di attesa  Se da un lato la pandemia ha avuto un impatto positivo sui servizi e programmi di telemedicina che, a detta dell’oltre il 58% delle associazioni, sono stati incrementati, e sul rafforzamento del ruolo delle stesse associazioni che hanno attivato o ampliato gli spazi e gli strumenti di informazione, tutela e advocacy per i propri pazienti, dall’altro lato ha acuito problemi già evidenti anche prima dell’emergenza.  

Un paziente su due, 52,4%, ritiene aumentate le criticità, il 41,4% invariate e il 6,2% leggermente peggiorate. Il 40,5% dei cittadini dichiara che è più difficile effettuare una visita specialistica a causa degli ambulatori chiusi o delle liste di attesa (lo scorso anno la percentuale delle segnalazioni era del 35,3%). Stessa situazione ci viene segnalato per quanto riguarda le prestazioni diagnostiche e ricoveri sempre a causa della lista di attesa si passa dal 36,5% al 39,9% e ancora anche per le prestazioni diagnostiche in generale. Negative ma stabili le segnalazioni di ritardi negli interventi chirurgici, lo segnala ancora un cittadino su tre. I pazienti lamentano anche una minor attenzione al dolore collegato alla propria patologia: lo denuncia il 34,5% rispetto al 26,4% dello scorso anno.  Sembra riprendere il suo corso la prevenzione, visto che diminuiscono le segnalazioni di interruzione degli screening programmati (dal 38% del 2020 al 32% di quest’anno), e riprendono le vaccinazioni per i minori (si abbassa al 16,5% la quota di chi lamenta ritardi o interruzioni, vs al 34% circa dell’anno scorso) e quelle per adulti (dal 29,7% al 19%). Meno difficoltà anche per ottenere protesi, ausili e dispositivi medici (le segnalazioni calano dal 32,5% al 21%).  I costi. Fino a 7mila euro per protesi ed ausili non rimborsati. E uno su cinque rinuncia alle cure

I pazienti sostengono abitualmente di tasca propria costi privati necessari alla gestione della patologia. Il 45% circa per l’acquisto di parafarmaci ed integratori non rimborsati, oltre il 40% per effettuare visite specialistiche in regime privato o intramurario, il 36% per la prevenzione terziaria (diete, attività fisica, dispositivi), il 33% circa per effettuare esami diagnostici a pagamento.  Uno su due afferma che i costi sono aumentati rispetto al periodo pre-pandemia e uno su cinque è stato costretto a rinunciare ad alcune cure perché non poteva sostenerne i costi. Si arriva a spendere fino a 60.000 euro per l’adattamento dell’abitazione o la retta in RSA, 25.000 euro per pagare una badante e 7.000 euro per protesi e ausili non rimborsati dal SSN, solo per citare alcuni esempi.

Accanto ai pazienti cronici: i caregiver, chi sono, cosa fanno, cosa vorrebbero.

Più di un paziente cronico su due (53,2%) afferma che c’è almeno una persona a prendersi cura di lui, nella stragrande maggioranza (98%) si tratta di un familiare. 

Sono i cosiddetti caregiver: dimenticati dalle istituzioni, assistono i familiari anche per 20 ore a settimana. Vorrebbero occuparsi meno di burocrazia, essere a fianco della persona più da un punto di vista emotivo e avere maggiore spazio per sé stessi.

Il 47,6% ha fra i 51 e i 65 anni, il 27% 36-50 anni, il 18,7% 66-80 anni, il 4,6% tra i 25-35 anni. Inoltre il 76,8% dei rispondenti è femmina. Oltre il 28% dichiara di dedicare alla cura ed assistenza del familiare più di 20 ore a settimana, e circa il 30% è caregiver da 5-10 anni, un 20% addirittura da più di 20 anni. Più della metà degli intervistati, il 56,4%, riguarda la cura della sfera emotiva, il 41,6% parla di aspetti burocratici, amministrativi e finanziari, il 39,1% di gestione dell’igiene e cura quotidiana, il 25,2% di assistenza infermieristica. 

Il 69,7% sostiene che essere caregiver influenzi la vita familiare significativamente, dal punto di vista emotivo e pratico, perché provoca stress e stanchezza e si ha poco tempo libero per sé e per gli altri familiari. Il 74% delle donne e il 59% degli uomini ha dovuto rinunciare o smettere di lavorare e studiare. I64% vorrebbe disporre di più tempo da dedicare a sé stesso/a e alla sua “vita privata”, il 46,6%avere un maggior riconoscimento sociale, il 35,3% avere qualcuno che lo supporti o si faccia carico delle incombenze amministrative e finanziarie correlate alla persona, di modo che si possa dedicare a lei e non alla burocrazia. 

Quasi l’80% vorrebbe che gli venissero riconosciute agevolazioni e permessi ulteriori rispetto alla legge 104 e ulteriori contributi, rispetto ai tre anni previsti. Il 43% gradirebbe avere la certificazione di competenze acquisite sul campo e spendibili sul mercato del lavoro (tipo ECM, attestati tipo OSS, iscrizione ad albi o registri specifici). Uno su tre chiede di avere agevolazioni e linee guida uniformi fra gli Atenei per poter effettivamente proseguire gli studi universitari (il 4,6% dei rispondenti alla nostra indagine ha tra i 25 e i 35 anni).

San Severo/ Al Mat Museo Dell’alto Tavoliere il murale “Albero della legalità” dell’artista Michela Sarrocco.

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Riceviamo e pubblichiamo

Da qualche giorno il MAT Museo dell’Alto Tavoliere di San Severo si è arricchito di un murale, un “Albero della Legalità” realizzato da Michela Sarrocco. L’artista ha donato la sua significativa opera, un murale all’interno della sala che ospita, durante l’anno, diversi alunni delle scuole che aderiscono a variegate offerte didattiche. Una di queste è un laboratorio sulla legalità, denominato: “Una matita contro la mafia: fumetti e legalità”.

“Michela ha accettato – dichiara il Sindaco Francesco Miglio che segue direttamente la delega ai Servizi Museali – di concludere il processo di progettazione del laboratorio realizzando un “Albero della Legalità”, per contribuire a dare voce ai pensieri degli alunni che hanno partecipato e parteciperanno al laboratorio didattico, tradotti e concretizzati in parole-chiave, quali giustizia, inclusione sociale, confronto, giustizia, diritti, memoria, verità, resistenza, libertà. Un Albero denominato da lei stessa “a radici scoperte” poiché queste simboleggiano la matrice vitale dell’albero stesso, costituito sia dalle foglie ovvero dalle parole-chiave e sia dai rami che metaforicamente rappresentano la legalità, la storia, la cultura, la musica, il territorio e l’Arte. Le radici fanno riferimento, inoltre, alla provenienza dell’artista stessa. Attraverso questa rappresentazione ciò che è invisibile diventa visibile. L’artista, infatti, vuole rendere visibile la sua origine pugliese specificatamente dell’Alto Tavoliere. Radici e origini che sono le basi fondanti del MAT Museo dell’Alto Tavoliere: un museo del Territorio. A lei indirizzo il plauso mio personale e di tutta l’Amministrazione Comunale”.

Michela è artista, psicologa e studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Foggia. Fin da piccola ha sempre avuto la passione per il disegno che ha maturato essere, con il passare del tempo, un talento innato. Diventata psicologa, infatti, decide di far emergere ciò che da troppo tempo aveva trattenuto nell’oscurità: una creatività, una dote artistica che si concretizza nell’arte figurativa. Appassionata degli studi artistici, approfondisce la storia dell’arte e le tecniche annesse scoprendo i grandi dell’arte come i pittori austriaci Gustav Klimt e soprattutto Egon Schiele che l’avrebbero ispirata e guidata verso una propria indipendenza e peculiarità artistica.

Giorno dopo giorno matura un proprio stile grafico che lo riassume in: “A mano libera”. A mano libera perché opera senza disegno preparatorio poiché, mentre disegna, tende a lasciarsi guidare completamente dall’anima della sua ispirazione senza mai tornare indietro. Come lei stessa ha affermato: “Non mi interessa essere brava o lodata perché riesco a riprodurre realisticamente un oggetto o una persona, mi interessa che quell’oggetto o quella persona prendano vita e si muovano sul foglio e se non sul foglio almeno negli occhi di chi guarda”.

Il suo modus operandi è caratterizzato da una totale libertà creativa che la guida quasi verso la catarsi. L’arte assume una efficacia curativa, un modo per affrontare momenti di crisi e di tristezza. Momenti che, in realtà, Michela non annulla o non nasconde ma, anzi, diventano fonti di ispirazione. Grazie all’arte, riesce a ribaltare ciò che prima era negatività in positività e voglia di mettersi in gioco. Collabora a diversi eventi, progetti che hanno lo scopo di produrre e condividere la sua Arte. Questo è ciò che è accaduto all’interno del museo civico di San Severo.

Il Responsabile Ufficio Stampa dott. Michele Princigallo

Vino e dintorni/ Cuvage, tra Natale e Capodanno: quattro spumanti per le feste

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– Vigilia, Natale, Santo Stefano e Capodanno si avvicinano e l’azienda Cuvage, cantina di Acqui Terme del gruppo Mondodelvino, propone quattro spumanti da abbinare alle occasioni conviviali delle feste. Stile ed eleganza che nascono dalle uve provenineti da vigneti collocati tra le colline a più alta vocazione vitivinicola del Piemonte qui declinati in quattro vini che reinterpretano in chiave moderna la nobile e antica tradizione spumantistica piemontese.
 Nebbiolo d’Alba Doc Millesimato Rosé Brut Metodo Classico è il vino giusto da versare nei calici per la cena della Vigilia di Natale. Spumante rosè da uve 100% Nebbiolo, sosta almeno 24 mesi sui lieviti prima della sboccatura. Rosa cipria dal perlage fine, si apre al naso con sentori lievi di rosa e noce moscata e in bocca esprime equilibrio e persistenza. È un vino di personalità che ben si abbina al menu di pesce tipico del 24 dicembre: insalata di mare e ostriche, paccheri con vongole e seppie, scampi con crema di avocado.
 Alta Langa Docg Millesimato Brut Metodo Classico è la bottiglia perfetta da stappare per il pranzo di Natale. Blend di uve 80% Pinot Nero e 20% Chardonnay, sosta almeno 36 mesi sui lieviti prima della sboccatura e ulteriori sei mesi in bottiglia prima della distribuzione. Giallo paglierino con riflessi dorati e perlage a grana finissima di grande persistenza, al naso sorprende per un corredo olfattivo in continua evoluzione: prima crosta di pane e mineralità poi frutta gialla, glicine, nocciola e sfumature di ribes. Vino di grande acidità, sapidità e struttura, è la classica bollicina da “tutto pasto” con un ampio spettro di abinamenti che passa dalle mazzancolle saltate su vellutata di ceci, ai tagliolini al tartufo bianco, dalla tartare di fassona con salsa al lime e rosmarino fino ai formaggi stagionati.
 Asti Docg Millesimato Dolce è lo spumante adatto per il pranzo di Santo Stefano e non solo per il panettone. Metodo Martinotti, 100% Moscato bianco, resta a maturare sui lieviti in acciaio minimo 9 mesi e in bottiglia almeno sei mesi. Giallo paglierino con riflessi dorati, perlage fine e denso, al naso rimanda note di brioche appena sfornate e prosegue con sentori di mela gialla, fiori bianchi, acacia, nocciola e pepe bianco.
Al palato è avvolgente e ricco con finale piacevolmente evoluto. È l’etichetta da sperimentare, senza pregiudizi, oltre al classico abbinamento con i classici dolci natalizi e la pasticceria secca. Compagno perfetto dei formaggi erborinati, divertente da bere sui bocconcini di salmone al curry, su tortillas con maiale, paprika e cumino o, addirittura, su una pasta cacio e pepe molto speziata.
 Piemonte DOC Blanc de Blancs Brut Metodo Classico è la bottiglia giusta per lo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre e festeggiare l’arrivo del nuovo anno. 100% Chardonnay, matura sui lieviti per almeno 30 mesi prima della sboccatura. Paglierino dal perlage fine e persistente, al naso richiama frutta gialla, pepe bianco e crosta di pane. Lieve, fresco e delicato, da gustare in abbinamento a una tempura di gamberi e verdure, a un carpaccio di pesce spada con insalata di mele o a un cosciotto di tacchino con castagne e uva. Ma anche, con le immancabili lenticchie e cotechino delle prime ore del nuovo anno.
 Cuvage ha iniziato la sua attività produttiva nel 2011 ad Acqui Terme, in provincia di Alessandria; il nome dell’azienda nasce dall’unione delle parole Cuvée e Perlage, due termini chiave nella produzione del vino spumante. Orgogliosa delle proprie origini Piemontesi, l’azienda attraverso i propri vitigni autoctoni e quelli internazionali classici, ha l’obiettivo di esaltare un terroir unico, luogo di provenienza famoso nel mondo per gli spumanti italiani di qualità. Quattro etichette per quattro giorni di festa. Cuvage con i suoi spumanti di qualità, profumi e gusto renderà più gioiosi ed effervescenti i pranzi e le cene con le persone care.

MONDODELVINO smstudio | pr & communication 

Bologna/No vax imbrattano il punto vaccinale a San Lazzaro: la condanna del sindaco Matteo Lepore

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“Il punto vaccinale Cicogna di San Lazzaro è stato imbrattato nelle scorse ore da scritte no vax che non esito a definire deliranti. Scritte che seguono a quelle che hanno interessato un nostro asilo qualche giorno fa – per il quale abbiamo proceduto con una denuncia della responsabile -, ed alcune scuole di Imola. Episodi da condannare con fermezza, non solo per i contenuti e le modalità vandaliche, ma anche perché colpiscono volutamente zone sensibili, per innalzare il livello di tensione.

 Agli operatori del centro vaccinale Cicogna vanno la mia vicinanza e solidarietà e un ringraziamento per quello che stanno facendo per l’intera comunità, con un impegno encomiabile. Credo sia doveroso continuare ad invitare le persone a vaccinarsi, una misura che ci sta consentendo un ritorno alla normalità, pur in una fase di risalita dei contagi, e che sta salvando posti di lavoro.

Altrettanto doveroso confrontarsi, chiarire dubbi e rassicurare dalle paure, che spesso sono legittime. Ma non accetteremo in nessun caso atti intimidatori come questi, che sono da condannare senza se e senza ma.”

Comune di Bologna – Ufficio Stampa

Cortina, una nuova seggiovia nel paradiso bianco di Ra Valles

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Neve naturale e una vista spettacolare sulla conca ampezzana e sulle Dolomiti. La zona di Ra Valles si rivela un paradiso bianco per gli amanti dello sci, ma rappresenta anche una speciale sosta in quota all’insegna del gusto per chi desidera provare una delle pizze più alte delle Dolomiti. Estesa tra i 2.200 e i 3.000 m di quota, propone piste blu, rosse e una nera tra le più famose e adrenaliniche di Cortina: un’area servita dagli impianti Tofana – Freccia nel Cielo che da questa stagione accoglie la nuova seggiovia quadriposto Ra Valles – Bus Tofana in grado di condurre più velocemente in quota e al riparo dal vento grazie alla copertura. Già attiva, verrà inaugurata ufficialmente domenica 19 dicembre con un evento “sci ai piedi” dalle ore 9.00, aperto a tutti con momenti istituzionali e un aperitivo di chiusura.

Parola d’ordine innovazione: dopo la nuova cabinovia che collega il centro di Cortina a Col Druscié, inaugurata a gennaio 2020, il complesso funiviario Tofana – Freccia nel Cielo accoglie una nuova seggiovia quadriposto ad agganciamento automatico la cui peculiarità è una curva di oltre 90°, soluzione innovativa adottata per la deviazione delle funi. Collegando Pian Ra Valles a Bus Tofana, permette di sciare su neve naturale durante tutta la stagione in un’area compresa tra i 2.700 e i 2.200 m di quota, nonché di intraprendere anche la pista più lunga di Cortina che si sviluppa su un dislivello di ben 1500 m, con partenza da Bus Tofana e arrivo alla stazione di partenza della cabinovia. Con piste adatte a tutti i gusti e un rifugio panoramico, Ra Valles è meta ideale sia per esperti che per le famiglie, raggiungibile comodamente da Cortina in 15 minuti, prendendo la cabinovia fino a Col Druscié e la funivia fino a Ra Valles.  Qui si trovano due tracciati blu adatti anche ai bambini, Pian Ra Valles e Cacciatori, due rosse più ardite ma con una pendenza contenuta, Bus Tofana e Canalini, e una nera considerata tra le più adrenaliniche ed emozionanti di Cortina, Forcella Rossa.

Quest’ultima palcoscenico degli AllBlacks, un gruppo di appassionati che ogni anno si sfidano per raggiungere il maggior numero di discese compiute tra le sue pendenze che raggiungono il massimo del 72%. A completare l’esperienza di sci in quota a Ra Valles, c’è il Rifugio Capanna Ra Valles: con la sua forma circolare è una spettacolare terrazza panoramica su Cortina e sulle Dolomiti, dove concedersi un veloce snack o una più completa pausa ristoratrice per coloro che preferiscono una sosta all’insegna della semplicità. Inoltre, assolutamente da non perdere qui: una delle pizze più alte delle Dolomiti, lievitata lentamente in quota e farcita anche con ingredienti locali.Ra Valles rappresenta la zona sciistica più in quota del comprensorio Tofana – Freccia nel Cielo, che include anche l’area di Col Druscié, con le spettacolari e tecniche piste A e B che sono state palcoscenico delle gare mondiali, le proposte gourmet del Ristorante Col Druscié 1778 e Masi Wine Bar Al Druscié, e l’Osservatorio Astronomico “Helmut Ullrich”. Un’ampia offerta di servizi che garantisce divertimento, emozioni e sicurezza, grazie ai moderni impianti e al rispetto di tutto le regole anti covid previste, per un’esperienza senza pensieri.

Cronaca nazionale/ Treno travolge un furgone, ma il conducente dell’automezzo non si trova

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Un incidente dai risvolti ancora non chiari. Un furgone è stato travolto da un treno merci a Luino, comune in provincia di Varese.

Non si hanno notizie del conducente del mezzo che non si trovava a bordo. Fortunatamente non si sono registrati feriti.

Le forze dell’ordine indagano però sulla dinamica dell’incidente e cercheranno di capire cosa possa aver causato la perdita di controllo del furgone.

Roma/ False assistenti sociali derubano e narcotizzano due anziane: una muore in ospedale

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Un furto finisce in tragedia con una vittima. È morta una delle due sorelle ultranovantenni ritrovate mercoledì pomeriggio nella loro casa dopo essere state narcotizzate e rapinate da false assistenti sociali che erano riuscite ad entrare nella loro casa in zona Montesacro, nel territorio nord est della capitale.

Non ce l’ha fatta e a causa delle ferite riportate è deceduta in ospedale. Non si sa per quanto tempo le due siano rimaste senza soccorso: forse le ore di attesa potrebbero essere state 48, ben due giorni.

L’allarme è scattato quando alcuni parenti si sono rivolti alle forze dell’ordine.

Quando gli agenti del commissariato si sono recati nella casa per un sopralluogo hanno trovato l’abitazione in completo disordine: non si sa ancora a quanto ammonti la refurtiva che sono riuscite a rubare.

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