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Lavoratori domestici più esposti al Covid ma meno tutelati

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FOTO DI REPERTORIO

I lavoratori domestici, pur essendo lavoratori dipendenti, non sono coperti dall’INPS in caso di malattia: l’indennità di malattia è a carico dei datori di lavoro domestico e limitata ad un massimo di 15 giorni. Si tratta peraltro di una categoria molto esposta alla pandemia di Covid-19, considerando il contatto diretto con anziani e persone fragili. Partendo dai giorni medi di malattia dei lavoratori domestici e degli altri lavoratori dipendenti, l’Osservatorio DOMINA stima quanto costerebbe all’INPS farsi carico anche della malattia dei domestici (regolari). Questi i risultati dello studio, contenuto nel III Rapporto annuale DOMINA sul lavoro domestico, che verrà presentato il prossimo 14 gennaio al Senato.

Il lavoro domestico durante la pandemia

Nei primi 10 mesi del 2021 le denunce di infortunio sul lavoro segnalate all’INAIL per infezione da Covid-19 sono state 183.147 e nel 65% dei casi hanno riguardato il settore della sanità e dell’assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili). In questo settore si collocano perfettamente anche gli assistenti alle persone (badanti) ed in molti casi anche i collaboratori domestici (colf) che, nel lavoro di cura della casa, vivono a contatto con gli anziani. Viste le peculiarità del settore e le caratteristiche delle persone assistite, è evidente che i lavoratori domestici siano stati particolarmente esposti alla pandemia di Covid 19. La banca dati DOMINA, basata su un campione di 17 mila rapporti di lavoro, testimonia questo impatto. Se fino al 2019 mediamente i giorni di malattia erano 11, nel 2020 sono saliti a 16.

Tuttavia, nel lavoro domestico non è l’INPS a pagare l’indennità di malattia. Il diritto all’indennità di malattia, per quel che riguarda i lavoratori dipendenti a carico INPS decorre dal quarto giorno (i primi tre giorni sono di “carenza” e se previsto dal contratto di lavoro verranno indennizzati a totale carico dell’azienda). Anche i lavoratori domestici rientrano nella categoria dei lavoratori dipendenti, ma la loro copertura in caso di malattia è molto diversa. Se il lavoratore domestico si assenta dal lavoro per malattia, l’INPS non paga alcuna indennità. È il datore di lavoro a pagare l’indennità di malattia (indennità che arriva al massimo a 15 giorni)1. Questo limite temporale, pensato per non pesare troppo sulle famiglie che non potrebbero sostenere il costo di una malattia prolungata, fa sì che molti lavoratori non hanno diritto ad un trattamento economico in caso di malattia, peraltro sancito dall’art. 38 della Costituzione.

Dati DOMINA lavoratori domestici


20192020
Assenze per malattia sul totale assenze7,2%12,5%
Giorni di malattia medi1116

Elaborazioni Osservatorio DOMINA su dati DOMINA

La malattia degli “altri” lavoratori dipendenti

Grazie ad una fornitura personalizzata INPS, è stato possibile analizzare i dati relativi alla malattia dei dipendenti privati in settori diversi da quello del lavoro domestico. In queste analisi vengono considerati i lavoratori dipendenti con almeno una malattia iniziata nell’anno e le relative giornate di malattia. Il confronto con il 2019 evidenzia un incremento dei dipendenti che hanno effettuato almeno un giorno di malattia e l’aumento anche dei giorni di malattia effettuati. Anche in questi casi si evidenzia l’impatto del Covid.

I dati INPS ci consentono di esaminare anche l’incidenza della malattia nei lavoratori dipendenti di altri settori per classi di reddito. L’incidenza dei lavoratori che effettuano malattia nelle prime classi di reddito è molto bassa: probabilmente si tratta di persone che hanno lavorato per brevi periodi e quindi con minori possibilità di ammalarsi durante il periodo di lavoro. Dall’analisi dei giorni di malattia, i pochi che hanno dichiarato giorni di malattia hanno effettuato malattie più lunghe rispetto la media. Le classi centrali (dai 15 mila ai 30 mila euro), hanno la più alta incidenza di malati, ma i giorni di malattia tendono a decrescere.

Da questa analisi sembra che la classe di reddito di appartenenza, che a sua volta deriva dalla durata del contratto, influenzi la probabilità usufruire della copertura assistenziale legata alla malattia. Non sembrano essere invece determinanti il genere e la cittadinanza dei lavoratori: l’incidenza della malattia è infatti simile tra uomini e donne e tra italiani e stranieri. Significativa invece la qualifica professionale: gli operai tendono ad ammalarsi più degli altri dipendenti, evidentemente a causa di una maggiore esposizione al rischio rispetto agli occupati del terziario.

Stima della malattia attuale dei lavoratori domestici

I dati relativi agli altri settori consentono di fare delle ipotesi per calcolare il costo dell’estensione della malattia anche ai lavoratori domestici. Essendo la malattia dei domestici pagata dai datori di lavoro domestico, non esistono dati ufficiali relativi ai giorni di malattia ed al costo della loro malattia. Grazie ai dati INPS abbiamo potuto evidenziare che la malattia dipende in modo indiretto dal reddito dichiarato. Per riuscire a stimare quanto possa essere elevata la platea di beneficiari, ipotizziamo che l’incidenza della malattia sia uguale a quella dei dipendenti privati nei settori diversi da quello domestico per classe di reddito.

Considerando i 921 mila lavoratori domestici regolari, nel 2020 arriviamo a 220 mila possibili “malati” nel lavoro domestico.

Dai dati DOMINA 2019 (anno senza pandemia) i giorni medi di malattia erano 11. Considerato che la banca dati DOMINA si riferisce ad un campione di lavoratori domestici, è probabilmente che i lavoratori più precari siano sottostimati. È probabilmente più corretto considerare come valore intermedio un’anzianità dai 6 ai 12 mesi (vedi nota metodologica). Analizziamo, quindi il costo della malattia nell’ipotesi di 10 giorni di indennizzo e della paga base di un lavoratore CS (assistente a persone non autosufficienti). L’INPS riesce a fornirci gli importi relativi alle retribuzioni ed in base alle indennità attuali possiamo calcolare il costo giornaliero di indennità e stimare il costo che le famiglie dovrebbero sostenere per i 220 mila domestici in malattia. La stima di questo costo è pari a 71,7 milioni di euro.

Costo attuale della malattia a carico delle famiglie datori di lavoro domestico.

Stima dei malati domestici2Giorni da indennizzareStima costo Famiglie Datoriali
220 mila10 giorni71,7 milioni di euro

Elaborazioni Osservatorio DOMINA su dati INPS

Stima del costo dell’estensione della copertura INPS al lavoro domestico

La nuova proposta, inclusa nella piattaforma programmatica delle parti sociali presentata al Governo nel 2021, prevede che l’INPS paghi anche ai lavoratori domestici il 50% dell’indennità dal 4^ al 20^ giorno di malattia ed il 67% nei giorni successivi fino al 180^ giorno. I primi tre giorni dovrebbero essere gestiti dai datori di lavoro domestico ed in base all’attuale CCNL del lavoro domestico l’indennizzo è pari al 50% della retribuzione globale di fatto.

Considerando l’ipotesi di 10 giorni di malattia per un lavoratore CS (assistente a persone non autosufficienti). Il costo che l’INPS dovrebbe sostenere per i 220 mila domestici in malattia è di soli 30 milioni il 41% del costo che attualmente sostengono le famiglie datori di lavoro domestico. La differenza è dovuta ai diversi importi di indennità di malattia che attualmente sostengono le famiglie datoriali rispetto a quelli dell’INPS. L’INPS ai dipendenti degli altri settori economici concede il 50% della retribuzione dal 4° al 20° esimo giorno, mentre le famiglie datori di lavoro il 100%. Bisogna precisare che da questo conteggio rimangono esclusi i costi a carico delle famiglie datori di lavoro domestico, ovvero i primi tre giorni di malattia. Ma se ipotizziamo che l’indennizzo dei primi tre giorni sia lo stesso che attualmente prevede il CCNL del lavoro domestico (pari al 50% della retribuzione ordinaria), le famiglie spenderebbero 12,6 milioni di euro.

Ipotesi del nuovo costo della malattia a carico INPS

Stima dei malati domestici3Giorni da indennizzareStima costo INPSStima costo Famiglie Datoriali
220 mila10 giorni29,5 milioni di euro12,6 milioni di euro
220 mila16 giorni54,8 milioni di euro12,6 milioni di euro

Elaborazioni Osservatorio DOMINA su dati INPS

Una delle criticità che si potrebbe individuare da questa proposta sono i giorni di malattia, forse troppo bassi rispetto ai dipendenti degli altri settori. Per questo abbiamo quantificato il costo anche nel caso di 16 giorni, ovvero i giorni medi di malattia dei domestici nel 2020. Consideriamo il dato come un’ipotesi di massima, visto che i giorni medi indennizzati nel 2019 (anno primo della pandemia) per i dipendenti privati degli altri settori economici erano solo 14. In questo caso il costo per l’INPS sarebbe di 54,8 milioni di euro, a cui si dovrebbero aggiungere il costo delle famiglie per i primi tre giorni di malattia (12,6 milioni di euro). Con questa proposta i lavoratori domestici hanno gli stessi diritti degli altri dipendenti privati in caso di malattia. Viene garantito anche ai lavoratori domestici con gravi malattie la possibilità di curarsi senza dover sostenere problematiche economiche.

Per dare un’idea di come cambierebbe la situazione con questa proposta, analizziamo il caso di un lavoratore TIPO, ovvero di un lavoratore CS (assistenza a persona non autosufficiente, non formato) con convivenza, che lavora 54 ore a settimana, con un’anzianità di 2 anni. Ipotizziamo tre situazioni: la prima con un periodo di malattia pari a 10 giorni, la seconda con un’assenza pari a 16 giorni e l’ultima che analizza il periodo massimo di malattia, ovvero 180 giorni. L’indennità ATTUALE di malattia per il lavoro domestico, prevede che nel primo caso i giorni indennizzati siano 10, mentre nel secondo e terzo caso 15 giorni (periodo massimo consentito nel lavoro domestico). Il costo della malattia del dipendente domestico è attualmente a carico solo della famiglia datrice di lavoro domestico ed ammonterebbe a circa 339 € di retribuzione lorda e 66€ di contributi previdenziali nel caso di 10 giorni (totale 405 €). Mentre negli altri due casi a 538 € di retribuzione lorda e a 100 € di costi previdenziali (totale 638 €). L’INPS per tutti i periodi non

Indennità ATTUALE Esempio di CASO TIPO CS (assistenza a persona non autosufficiente, non formato) con convivenza, 54 ore a settimana. Paga base 1.036,97 € (1 scatto di anzianità).

Rappresentazione per competenza in quanto le famiglie non sono sostituto di imposta e non versano l’Irpef ed il lavoratore per avere il trattamento integrativo (ex bonus Renzi) deve presentare la dichiarazione dei redditi. Elaborazioni Osservatorio DOMINA su dati INPS

Con la nuova proposta il costo della malattia verrebbe ripartito tra INPS e famiglie datori di lavoro domestico. I datori di lavoro indennizzerebbero i primi tre giorni in base al CCNL del lavoro domestico, che prevede un indennizzo del 50% della retribuzione (in questo caso 60 € e 20 € di contributi previdenziali) e l’INPS indennizzerebbe tutti i restanti altri giorni (7 giorni nel primo caso, 13 giorni nel secondo caso e 177 giorni nell’ultima simulazione) con un’indennità del 50% della retribuzione nei primi 17 giorni che poi passa al 67% nei restanti 160 giorni. In questo modo il costo della malattia sarebbe sostenuto sia dai datori di lavoro che dall’INPS.

Il lavoratore riceverebbe un importo minore per periodi di malattia brevi, in quanto l’indennità dell’INPS è attualmente più bassa di quella prevista dal CCNL del lavoro domestico, ma gli sarebbe garantito un maggior numero di giorni d’indennizzo (180 giorni al posto dei 15 giorni massimi previsti per il lavoro domestico) indipendentemente dall’anzianità del lavoratore, equiparandolo a livello di diritti durante la malattia ai dipendenti degli altri settori. Lo si evidenzia nell’ultima simulazione (figura 2.5) nel caso di una malattia di 180 giorni il lavoratore domestico passa da un importo netto di 518 € (indennità attuale) ai 4.880 € della nuova proposta.

Sindacale/ I° Congresso di Terra Viva Piemonte, Ivana Alario nominata reggente per l’associazione regionale

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Si è svolto a Fontanafredda, in provincia di Cuneo, il 1° Congresso Regionale Terra Viva Piemonte, associazione di secondo livello affiliata alla Fai Cisl, che rappresenta i liberi produttori agricoli. Il Presidente nazionale Claudio Risso e il consiglio generale eletto hanno nominato Ivana Alario reggente per l’associazione regionale. Presenti ai lavori congressuali il Segretario Generale Fai Cisl Piemonte Franco Ferria, i dirigenti sindacali delle Fai territoriali e il Segretario regionale Cisl Piemonte Luca Caretti. L’agricoltura in Piemonte registra 52.189 aziende, che lavorano 960mila ettari di SAU (Superficie Agricola Utiliazzata) impiegando circa 70mila addetti. Sono 23 i prodotti Dop e Igp nell’alimentare e 59 nel settore vitivinicolo. 2.256 aziende agricole biologiche e 1305 agrituristiche. Il 13% delle aziende (circa 7mila) sono condotte da imprenditori under 40.

“Un grande patrimonio da valorizzare e far crescere sempre più, grazie alle risorse che arriveranno dal PNRR, dalla programmazione del piano strategico cui partecipiamo – ha sottolineato il presidente nazionale Claudio Risso – Nel primo semestre del 2021, l’export agroalimentare Made in Italy ha raggiunto il valore record di 24,81 miliardi, +12% rispetto al 2020 con lo storico sorpasso sulle importazioni, che si attestano sui 22,95 miliardi. Noi faremo la nostra parte, per sostenere i produttori associati e dare la giusta centralità al comparto”.

Nominata reggente per Terra Viva Piemonte Ivana Alario, 54 anni, di Alba, proviene da una lunga esperienza sindacale in Fai e in Cisl, ha collaborato per anni con il CAA territoriale, maturando una grande competenza nel mondo agricolo. Nel suo intervento ha ribadito: “centrale sarà la sinergia tra Terra Viva e Fai, nel pieno interesse dei produttori che rappresentiamo ma allo stesso tempo del mondo del lavoro che dobbiamo tutelare. Una delle attività prioritarie sarà costruire un protocollo di lavoro con la categoria dei pensionati, diffondere il progetto “Coltiva il Gusto” e aumentare la cultura della prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro. Il mio impegno sarà inoltre nel costruire uno spazio per valorizzare il lavoro delle donne in agricoltura”.

Franco Ferria, Segretario Generale della Fai Cisl Piemonte ha dichiarato: “Terra Viva è una sfida nella quale crediamo molto. Realizzare una filiera etica, garantire il lavoro di qualità, aumentare la sicurezza sui luoghi di lavoro grazie alla formazione permanente, sono tutti obiettivi da perseguire insieme. L’inserimento della clausola di condizionalità sociale, nella nuova PAC 2023-2027 è stato un passo in avanti anche perché l’agricoltura europea sia sempre più sostenibile, anche a livello sociale”.

Ha concluso i lavori il segretario regionale Cisl Piemonte Luca Caretti: “Coinvolgere la categoria dei pensionati, che spesso hanno piccoli appezzamenti agricoli, credo sia una giusta intuizione. Creare continuità associativa è sempre un valore aggiunto. Il settore agroalimentare è un asset strategico per l’economia del nostro Paese, e uno dei comparti essenziali, che anche durante la pandemia non si è mai fermato, garantendo il cibo sulle tavole degli italiani. Massimo sostegno quindi della nostra USR a questo progetto che, anche in Piemonte, deve crescere e radicarsi”.

Terra Viva Associazione Liberi Produttori Agricoli

Cronaca nazionale/ Costringeva la fidanzata ad avere rapporti sessuali anche con altri, in quattro arrestati dai carabinieri

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Dal revenge porn alla violenza sessuale di gruppo, in una spirale orribile di depravazione. E’ accaduto a Catania  e la vittima è una ragazza ventenne che ha subito violenza da parte di quattro ragazzi, due di 20 anni e due di 21, poi finiti in manette perché indagati di violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo, diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti ed estorsione.

Ad arrestarli sono stati i carabinieri a seguito della denuncia presentata dalla ragazza. Uno dei quattro era il fidanzato della vittima

 La giovane ha raccontato di essere stata costretta ad avere rapporti sessuali con altri con la minaccia della diffusione di un loro video ‘hard’ girato con un telefonino in un garage.

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Roma/ Senza tetto trovato morto vicino la stazione Termini

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Una storia di disperazione e povertà, purtroppo finita con la morte di un senza fissa dimora. E’ accaduto a Roma, nei pressi della stazione Termini.

I carabinieri sono intervenuti sul posto dopo la segnalazione di un passante.

 L’uomo, probabilmente di origine nordafricana, non aveva documenti. Il personale del 118 non ha potuto fare altro che costatarne il decesso: sul corpo non c’erano segni di violenza, la morte sarebbe riconducibile a cause naturali e non è escluso che possa avere inciso anche il freddo.

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Cronaca nazionale/ Fuga di gas, trovati due cadaveri in una casa

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S’indaga per capire la dinamica della disgrazia, che ha portato alla morte di due uomini, nel potentino a Brienza, in località Monte.

Il decesso, secondo quanto appreso dall’ANSA, sarebbe stato causato da una fuga di gas all’interno della casa, alla periferia della cittadina burgentina.

I due lavoravano in una ditta boschiva.

Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, i Vigili del fuoco e gli operatori sanitari del 118.

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Cronaca nazionale/ Litiga con il compagno e si allontana, 40enne scomparsa da 4 giorni

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Apprensione e sconcerto per la scomparsa di una donna. E’ accaduto a Vigevano; una donna, 40 anni, si è allontanata da casa lo scorso 4 dicembre e da allora non ha più dato sue notizie. L’allontanamento sarebbe avvenuto dopo una discussione con il convivente, che in seguito ha sporto denuncia alla polizia e ha anche diffuso un appello su Facebook. Al momento però della 40enne non c’è ancora nessuna traccia.

Secondo l’uomo, la compagna potrebbe essere a Milano, nella zona di Buenos Aires o Porta Venezia, dove vive una nutrita comunità di etiopi ed eritrei.

Sulla vicenda indaga la polizia di Stato.

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Cronaca nazionale/ Auto contro la recinzione, muore un 81enne

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L’auto che si schianta contro un muro di recinzione, il malore e la morte in ospedale. E’ quanto accaduto nel pomeriggio a Misinto (Monza) dove un uomo di 81 anni, residente a Cogliate, è deceduto poco dopo essere stato soccorso in condizioni molto gravi. 

Sul posto sono intervenuti il 118 con un’ambulanza e un’automedica insieme ai vigili del fuoco e ai carabinieri.

Secondo quanto riferito dall’Azienda regionale emergenza urgenza l’uomo sarebbe uscito da solo dal veicolo ma all’arrivo dei mezzi sanitari, durante la valutazione medica, la situazione si sarebbe aggravata e l’81enne avrebbe accusato un malore. 

Arrivato anche l’elisoccorso che ha trasferito l’uomo all’ospedale Niguarda di Milano.

Una volta giunto al nosocomio, è stato dichiarato morto. 

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L’intervento/Sciopero incomprensibile che rischia di frantumare il mondo del lavoro

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Ogni anche piccola esperienza mi ha dato grandi lezioni di vita, ho iniziato per passare le lunghe serate d’inverno, in un piccolo paese agricolo del Molise  a prendere lezioni di musica, il maestro, persona alla buona, ripeteva sempre il suono è armonia ed è frutto dell’accordo che si trova tra tutti i suonatori, lo stesso ripeteva sempre il maestro del coro, quando, inconsciamente, l’ardore canoro mi portava a sovrastare la voce degli altri, mi ripeteva devi sentire la voce di chi ti sta vicino ,lo stesso ripeteva il rettore del seminario quando facevamo lunghe passeggiate, tenere sempre l’occhio chi rimane indietro, perché in ogni caso occorreva fare gruppo, rimanendo sempre uniti.

La mia esperienza sindacale, iniziata nel 1977 mi ha fatto vivere in più di un’occasione le divisioni sulla proclamazione dello sciopero e in diversi momenti la Cisl si è astenuta dallo scendere in piazza. Nei settori che ho curato ho,sempre, tentato di non far cadere le motivazioni che avevano portato a dividere e ho sempre raccomandato di seguire l’obiettivo del loro benessere senza cadere nelle sterili polemiche che in quel momento dividevano il sindacato. Venendo ad oggi e alla proclamazione dello sciopero del 16 dicembre; Cgil e Uil considerano “insoddisfacente” la Legge di Bilancio, la Cisl: ritiene sbagliato ricorrere allo sciopero generale, Palazzo Chigi considera che la Manovra fa tanto per famiglie, lavoratori e pensionati. 

Forse Landini e Bombardieri vogliono oggi recuperare in un colpo solo tutte le malefatte lasciate passare negli ultimi trent’anni ,da quel famoso 1992 anno della caduta della prima Repubblica e dell’avvento di Berlusconi al governo, che un pò alla volta lui e, non da meno, i suoi successori che a varie riprese si sono alternati alla guida di Palazzo Chigi hanno sradicato e azzerato. Nelle tante riunioni di Palazzo Chigi,dai resoconti dei tre e dagli articoli di giornale,sembrava si fosse tracciata una linea di recupero sul fronte di; fisco, pensioni, scuola, politiche industriali e contrasto alle delocalizzazioni, contrasto alla precarietà del lavoro soprattutto dei giovani e delle donne, non autosufficienza, tutti pezzi ,nel passato, lasciati scardinare senza tanto brusio da parte dei vertici sindacali dell’epoca.

Non conosco, ma forse neanche loro sanno, per quale motivo andavano a Palazzo Chigi, non avendo avuto visione di qualsivoglia straccio di piattaforma o documento, il dire è insoddisfacente rischia di non sapere da dove si parte né dove si vuole arrivare. Ritengo ,visti i fallimenti precedenti, Draghi come Ferruccio Parri, presidente del consiglio di un governo, formato da coalizioni di partiti diversi e opposti, che ha il dovere morale di portare l’Italia fuori dalla guerra Pandemica. Draghi ha aperto un dialogo che, forse, poteva far recuperare parzialmente una  redistribuzione della ricchezza, ridurre le disuguaglianze, per generare uno sviluppo equilibrato e strutturale e un’occupazione stabile, principale obiettivo del PNRR,.

Personalmente gli addosso una sola colpa, non aver convocato tutte le forze Sindacali, essendo oggi il panorama sindacale molto più esteso e variegato di;CGIL-CISL-UIL . Reputo sbagliato ricorrere allo sciopero generale, radicalizzare il conflitto in un momento così delicato per il Paese, ancora impegnato ad affrontare una pandemia che non molla la presa. Considero che tutti dovremmo essere protesi a consolidare quei segnali positivi, riconosciuti anche dall’Europa, di una ripresa economica e produttiva al di là delle aspettative, ma che necessita di uno sforzo comune per essere resa strutturale.

Non si possono negare ,al di là di qualche sbavatura, risultati positivi, appresi dalle cronache, di; riduzione delle tasse ai lavoratori e pensionati, risorse per gli ammortizzatori sociali e contratti di espansione, maggiori stanziamenti per la sanità, importanti risorse per non autosufficienza, pubblico impiego, assegno unico per i figli, uniti all’impegno forte assunto dal Governo di aprire al più presto un confronto con il sindacato sulle rigidità della Legge Fornero e di accelerare la riforma fiscale. Il mio maestro di sindacato mi ripeteva sempre che spesso i conflitti sono sterili e fini a se stessi, mai alzarsi da un tavolo quando la via del dialogo e del confronto e su prosegue, soprattutto dico io quando siamo in una fase decisiva per il futuro del nostro Paese.

Alfredo Magnifico

Francia/ Ex-campione olimpionico di nuoto arrestato per abusi sessuali su un minore

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Una notizia terribile. Guai seri per un ex nuotatore di 29 anni, due volte campione olimpico di nuoto alle Olimpiadi di Londra 2012.

E’ stato arrestato in Francia, nell’ambito di un’inchiesta per «violenze e abusi sessuali su un minore di 15 anni», hanno fatto sapere fonti delle forze dell’ordine locali.

E’ stato «fermato a Parigi e portato in stato di arresto a Mulhouse».

foto di repertorio

Coronavirus, contagio e ricoveri in aumento

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Continua ad aumentare il contagio da Covid in Italia, leggendo i dati del bollettino del Ministero della Salute.

Sono 12.527 i nuovi casi e 79 i nuovi decessi accertati nelle ultime 24 ore.

Continua ad aumentare il tasso di positività ,che passa dal 3,2% di ieri al 4% di oggi, così come ricoveri e terapie intensive (+ 20).

Sono 312.828 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia.