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Cronaca nazionale/ Impatta con l’auto contro un camion, muore un 33enne

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Ancora una giovane vita spezzata a causa di un sinistro mortale. Tragico incidente sull’autostrada A1, nei pressi del casello di Colleferro. Secondo indiscrezioni il 33enne,stava procedendo sull’autostrada quando la sua auto ha impattato contro un camion, rimanendo incastrata sotto il mezzo pesante. Una delle ipotesi è che il giovane non sia riuscito a frenare in tempo.

Per lui, purtroppo, non c’è stato nulla da fare. In macchina con lui c’era un amico, portato in ospedale con l’eliambulanza: le sue condizioni sono molto gravi.

Sul sinistro indaga la polizia stradale.
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Cronaca nazionale/ Entra in un negozio e violenta la titolare, arrestato dai carabinieri

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Ennesimo orribile caso di violenza sessuale in Italia. Violentata da uno straniero nel suo negozio. I Carabinieri della Compagnia di Abano Terme (Padova) hanno arrestato per violenza sessuale aggravata un pakistano di 45 anni.

Entrato nel negozio di una trentenne dalla Bassa padovana e, approfittando del fatto che fosse sola, si è finto un rappresentante e ha abusato di lei, riuscendo prima a stordirla.

La vittima, che non ricordava nulla, si è resa conto dell’accaduto solo guardando le riprese delle telecamere interne.

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Coronavirus, aumentano i ricoveri nelle terapie intensive

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Decessi ed ospedalizzazione: sono questi i dati preoccupanti nella statistica delle ultime 24 ore con riferimento all’epidemia da Covid in Italia.

Il bollettino di oggi del Ministero della Salute  dice che sono 15.756 i nuovi casi registrati in Italia su 695.136 tamponi eseguiti. Il tasso di positività si attesta al 2,3%, in calo rispetto al 3,2% di lunedì.

Nelle ultime 24 ore i decessi sono stati 99. Aumentano di 33 unità le terapie intensive, mentre sono 199 in più i ricoveri negli altri reparti Covid.

I guariti odierni sono 10.584.

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Politica/ La necessità di una riforma fiscale per unificare

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Il governo Draghi, con alcune riforme sta provando, con grande fatica, a portare l’Italia verso standard internazionali, fatti di minori distorsioni e squilibri a livello di tasse sul lavoro. In Italia chi è povero diventa ancora più povero e ha salari e guadagni più bassi di quelli che ci si potrebbe aspettare guardando le medie europee. Grazie al credito di cui gode il presidente del Consiglio Mario Draghi ci sono state poche polemiche sulla riforma fiscale del governo, meno di quelle che probabilmente si sarebbero scatenate se a idearla fosse stato un governo politico e di parte, non di larghe intese come ora. La scelta del governo di far arrivare i maggiori benefici, di tagli all’Irpef, a chi ha un reddito medio-alto, tra 40 e  70 mila euro, nasce dalla considerazione che, cittadini che fanno parte di scaglioni più bassi, hanno goduto in passato del bonus Renzi di 80 euro, diventati poi 100. Non mancano polemiche, frutto di un Paese povero e diseguale, con disuguaglianza e povertà che si alimentano a vicenda, come attesta il Censis nella sua fotografia, metà dei lavoratori dipendenti dichiara ai fini Irpef tra i 10 e i 30mila euro secondo il ministero delle Finanze, per cui il 50% percepisce meno di 20mila euro,  solo il 7,5% si ritrova negli scaglioni tra 40 e 70 mila euro.

I dati Ocse consentono di confrontare ogni livello di reddito italiano con quelli europei, si scoprono risvolti interessanti: il decile più basso, quello composto dal 10% della popolazione con il reddito inferiore, dichiara ben il 19% in meno rispetto a quanto hanno i cittadini europei che si trovano nello stesso scaglione, ed  è tantissimo, considerando che i nostri stipendi e le nostre entrate sono più bassi di quelli medi Ue, ma non così tanto. Più i redditi salgono, più si riduce il divario rispetto al resto d’Europa, quelli che rientrano nel quarto e quinto decile, a metà strada tra i più ricchi e i più poveri, risultano avere guadagni che sono tra il 3,66% e il 4,97% più bassi di quelli Ue dello stesso segmento, il 10% più benestante ha addirittura redditi più alti del 10% più ricco a livello europeo, nella situazione identica alla nostra si trova la Spagna. In Germania e in Francia accade l’opposto a livello di  tassazione, invece, in Italia e Spagna chi è povero è ancora più povero e ha salari e guadagni più bassi con tassazione percentualmente più alta.

Nei Paesi con i redditi più bassi sono maggiori gli squilibri sociali, evasione ed elusione hanno un grande peso nel determinare tali statistiche. In base ai dati Ocse, l’aliquota netta complessiva (contributi, detrazioni e cash benefit) pagata dal lavoratore è bassa per chi guadagna metà del salario medio, sale in modo rilevante man mano che crescono le entrate, passando, per un single, dal 14,8% per i più poveri al 43% per i più ricchi, invece Francia, Germania, Regno Unito e Usa l’aumento è più ridotto, traspare una notevole differenza in base alla presenza di coniuge e figli a carico.

Le tasse italiane, con una famiglia da mantenere, risultano più alte rispetto a quelle degli altri grandi Paesi, questo vuol dire che nel nostro Paese vi è un incentivo maggiore a rimanere negli scaglioni più bassi di reddito, e si è meno invogliati ad avere un figlio o ad averne uno in più, soprattutto se si guadagna piuttosto bene, infatti chi prende salari più alti l’aliquota netta nel caso di prole composta da due o più rampolli e coniuge a carico, non arriva al 35% nel Regno Unito, al 30% in Spagna e Francia, ed è solo del 21,1% negli Usa, mentre va oltre il 40% in Italia. In Italia le nascite diminuiscono e i redditi risultano schiacciati in modo innaturale verso il basso, non possiamo certo dire che a Berlino o a Parigi, dove l’andamento delle aliquote è più dolce, non vi sia attenzione ai più poveri, non vi sia progressività o un welfare insufficiente, anzi.

Si stà creando l’effetto disincentivo al lavoro e alla crescita professionale, ovvio che nessun lavoratore rifiuterà aumenti o promozioni,  si sviluppa,però,  una spinta verso l’evasione, uno dei motivi dell’altissima percentuale di lavoratori con redditi bassissimi,innescando un circolo vizioso, una pressione a pagare e denunciare poco, cosa che spinge lo Stato a mantenere un regime fiscale che conservi l’esistente. Draghi sta provando a portare il Paese verso standard internazionali, fatti di minori distorsioni e squilibri, manca una tassazione che non sia penalizzante per chi ha figli, anzi favorisca chi cerca di fermare il blocco delle nascite, sviluppato in parte con l’assegno unico per i figli.

Sono anni che le associazioni delle famiglie provano a strattonare i vari governi, i sindacati hanno sempre taciuto sul problema, anche questa volta, con l’estensione a tutti dell’assegno unico, a rimetterci è il lavoratore dipendente.

Alfredo Magnifico

Andria/ Al via la “Grande C”, il progetto di assistenza per malati oncologici ideato dal Calcit, patrocinato dal Comune

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Dal Comune di Andria riceviamo e pubblichiamo

Presentata a Palazzo di Città, sabato mattina, con l’intervento del Sindaco, avv. Giovanna Bruno, la Grande C, il progetto per i malati oncologici voluto dal Calcit di Andria e patrocinato dal Comune di Andria. La Grande C sta ad indicare il salto di qualità immaginato dal Calcit nell’assistenza che, dal lontano 1984, prosegue senza sosta sul territorio andriese dopo essere nata all’interno di un istituto scolastico, la Scuola Media “Vittorio Emanuele III”, per celebrare la figura del Prof. Forte scomparso prematuramente a causa di un cancro.

«Ora vogliamo poter dare un contributo maggiore e più qualificato – ha spiegato il Dr. Nicola Mariano, Presidente del Calcit – con un progetto di assistenza completa che ha al suo interno medici, psicologi, infermieri ed OSS oltre che trasporti. Insomma una grande C che vogliamo mettere interamente a disposizione della comunità. Ed è fondamentale non solo l’impegno dei soci del Calcit, ma anche di tutti i partner che hanno sposato appieno gli obiettivi del progetto. C’è una grande necessità sul territorio e noi vogliamo in qualche modo dare il nostro contributo».

La sede operativa sarà quella dell’Ambulatorio Solidale “Noi con Voi” della Misericordia di Andria che è anche partner diretto del progetto del Calcit. L’Associazione “Giorgia Lomuscio – Tutto per Amore” ed il CAF Movimento Cristiano Lavoratori sono gli altri organismi associativi che hanno aderito alla rete creata dal Calcit. Importante anche il patrocinio della Città di Andria.

«L’evento di presentazione di sabato è per noi un modo per avviare ufficialmente questo progetto – ha spiegato il Dr. Mariano – un progetto che coinvolge moltissimi professionisti nei loro campi ed a cui si potrà accedere contattando semplicemente il nostro numero di telefono e cioè lo 0883.890947».

Il Responsabile Ufficio Stampa dr. Vincenzo Rutigliano

Roma / ‘Salva la tua lingua locale’: in Campidoglio la cerimonia di premiazione del concorso letterario Unpli-Ali Lazio dedicato ai dialetti

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Se da una parte linguisti e accademici tengono alto il dibattito sull’inclusività dell’italiano scritto e parlato (vedi alla voce ‘schwa’), dall’altra il tema del momento è certamente la conservazione e lo studio dei dialetti e delle lingue locali. Non è caso che Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia) e ALI Lazio (Autonomie Locali Italiane) con il Centro Internazionale ‘Eugenio Montale’ e E.I.P. ‘Scuola Strumento di Pace’ da ben nove edizioni curino il premio letterario nazionale ‘Salva la tua lingua locale’. Un concorso articolato in diverse sezioni, tutte a tema libero, che dà vita ogni anno ad una preziosa antologia che raccoglie gli elaborati dei vincitori e dei finalisti delle singole categorie. Ci sono il ‘Premio Tullio De Mauro’, la ‘Poesia edita’, la ‘Prosa edita’, la ‘Poesia inedita’, la ‘Prosa inedita’, il ‘Fumetto edito’, la ‘Musica’ e il ‘Teatro inedito’. Proprio oggi a Roma, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, sono avvenute le premiazioni dei vincitori delle edizioni 2020 e 2021. “Il nostro premio ormai è diventato un’istituzione- racconta all’Agenzia Dire il presidente dell’Unione nazionale delle Pro Loco (Unpli), Antonino La Spina- si tratta del più importante e autorevole premio nazionale sui dialetti e le lingue locali. Abbiamo invogliato a scrivere e realizzare opere che sono anche frutto di studio e di ricerche, che mantengono tradizioni e identità locali conservando moltissimo di quel materiale che fa parte della nostra istituzione dialettale e linguistica italiana”.

Nel 2021 sono state circa 300 le opere in concorso, dimostrazione del fatto che il premio letterario sia in costante crescita, un successo che arriva anche dall’inserimento di nuove sezioni.

“Voglio ricordare la sezione dedicata al nostro ex presidente onorario Tullio De Mauro- aggiunge il presidente La Spina- è una sezione scientifica delle lingue locali che negli ultimi due anni ha registrato un numero di opere davvero importante”.

Vale la pena ricordare che dialetti e lingue sono veri e propri patrimoni culturali immateriali riconosciuti e protetti dall’Unesco, grazie ai progetti e ai risultati ottenuti l’Unpli dal 2012 è infatti accreditata come consulente del Comitato Intergovernativo previsto dalla Convenzione Unesco per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale.

“L’iniziativa vuole mettere in risalto la riscoperta e la valorizzazione del dialetto e della lingua locale- spiega Patrizia Nicolini, vice presidente di Ali Lazio- lo vuole fare con ogni genere letterario e anche con ogni target di destinatario, è ovvio che i giovani in tutto questo hanno un ruolo importante, perché sono coloro che possono tramandare le radici e la carta d’identità che il dialetto e la lingua vogliono rappresentare in Italia”.

Sul canale YouTube ‘Memoria immateriale’ è possibile trovare la registrazione audio e l’archiviazione di tutti gli elaborati inediti presentati: un inventario on line delle tradizioni italiane unico nel suo genere voluto ed implementato dall’Unione Nazionale delle Pro Loco.

La cerimonia dedicata alle premiazioni di ‘Salva la tua lingua locale’ è stata condotta dalla giornalista e presentatrice televisiva Veronica Gatto. Il presidente onorario del concorso è Giovanni Solimine, mentre la giuria per l’edizione 2021 è stata composta da: Franco Brevini, Patrizia Del Puente, Luigi Manzi,Luca Lorenzetti, Giovanni Ruffino, Plinio Perilli, Giancarlo Schirru, Giovanni Tesio, Tonino Tosto, Salvatore Trovato (presidente). Giuria ad hoc, invece, per la sola sezione ‘Musica’, così composta: Toni Cosenza (Presidente), Andrea Carpi, Marco Rho, Rosario Di Bella, Pasquale Menchise, Matteo Persica, Paolo Portone, Elisa Tonelli, Luciano Francisci.

La riflessione/ così l’altruismo ha curato il mondo: cosa ci insegna la storia dei vaccini

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Il 9 dicembre del 1979 i membri della Commissione globale dell’OMS annunciarono al mondo l’eradicazione della prima malattia ufficialmente sconfitta dall’umanità, il vaiolo, che fu poi ufficialmente dichiarato sconfitto per sempre nel corso dell’Assemblea generale OMS nel maggio successivo. Il vaiolo è stata anche la malattia da cui tutta la storia dei vaccini è iniziata. Lady Mary Wortley Montagu, scrittrice e intellettuale del 1689, conobbe una procedura medica sviluppata in Oriente: la variolizzazione, prima rudimentale forma d’immunizzazione. Lady Montagu, sfidando le resistenze della classe medica occidentale, dedicò la vita alla sua promozione anche in Europa. In seguito, molti medici, fra cui l’italiano Luigi Sacco, sperimentarono su sé stessi il vaccino, inoculandosi il vaiolo.

Scienziati come Mary Montagu e Luigi Sacco dedicarono la propria vita alla ricerca per sconfiggere una malattia che seminava morte o, nel migliore dei casi, lasciava sfigurati a vita. Una dedizione tale da mettere anche il proprio stesso corpo a disposizione della ricerca. Una forma di altruismo forse estrema, ma che ha davvero salvato il mondo da una delle malattie più terribili. 

L’ALTRUISMO È NEL DNA DEGLI ITALIANI?

Oggi, a due anni dalla pandemia del secolo, il tema dell’altruismo è tornato prepotentemente attuale: il virus ci ha messi dinanzi all’evidenza che ci si salva solo insieme e che le azioni del singolo hanno una ricaduta collettiva determinante. Ma gli italiani possono considerarsi altruisti? A dispetto delle polemiche, i dati sembrano proprio dirci di sì. Come mai nessun’altra emergenza prima, la pandemia da Covid-19 ha segnato gli ultimi due anni in maniera indelebile anche nel campo delle donazioni. Nel mondo le donazioni filantropiche per l’emergenza Covid-19 mappate da candid.org (a cui vanno aggiunte le donazioni individuali piccole e/o anonime) ammontano a 20,6 miliardi di dollari. In Italia 785,55 milioni di euro sono stati donati in denaro, beni o servizi; 130 milioni di euro sono le erogazioni e raccolte da parte di Fondazioni bancarie (fonte Acri, periodo marzo/agosto 2020); 25 milioni di euro sono stati raccolti attraverso il crowdfunding.

Ma non si tratta solo di pandemia: già nel 2019, le donazioni in Italia avevano ripreso ad aumentare. Secondo i dati forniti alla testata Vita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze relativamente alle erogazioni liberali portate in deduzione e detrazioni dagli italiani in dichiarazione dei redditi, dopo la battuta d’arresto (-0,87%) riscontrata nelle dichiarazioni dei redditi 2018 (anno fiscale 2017), nel 2019 il giving era tornato a crescere (+3,9%) fino al valore complessivo di 5,528 miliardi di euro. 

IL COVID HA FATTO CRESCERE LA FIDUCIA NEL NO PROFIT

Secondo i dati di Comitato testamento Solidale[1], 7 italiani su 10 hanno donato almeno una volta nel corso della propria vita e, negli ultimi due anni (2020-2021), 3 su 10 hanno supportato iniziative di contrasto all’emergenza sanitaria (erano 2 su 10 nel 2020). E nel 2021, il 13% degli italiani ha scelto una onlus per sostenere la lotta all’emergenza Covid-19, più del doppio rispetto al 2020 (6%). In generale, il non profit si conferma di gran lunga l’attore su cui gli italiani ripongono maggior fiducia per uscire dalla crisi post-pandemica e contribuire a creare una società migliore. Per il 63% del campione le

ONP hanno dato un contributo positivo. Seguono PMI (45%), cittadini italiani in generale (43%), Amministrazioni locali (41%) ed Europa (41%). Più indietro Governo nazionale, grandi imprese e banche. 

Di pari passo, continua ad aumentare il numero di italiani che hanno già predisposto un lascito testamentario o sono orientati a farlo: il 22% tra gli ultracinquantenni rispetto al 12% nel 2018. Tale predisposizione è supportata dalla crescente conoscenza del tema testamento solidale: oggi il 73% degli italiani sa di cosa si tratta, percentuale che sale all’83% tra gli over 60. “Negli ultimi due anni il Terzo Settore ha visto aumentare ulteriormente le proprie responsabilità davanti all’inedita emergenza, prima sanitaria e poi sociale ed economica, che ci ha colpiti. La pandemia, da una parte, ha reso più difficili i compiti svolti tradizionalmente dal Terzo Settore; dall’altra, di fronte al crescere delle disuguaglianze e delle incertezze, ha visto aumentare drammaticamente l’urgenza del proprio intervento, che per definizione combatte la disuguaglianza e che per l’incertezza conosce una sola ‘medicina’: la solidarietà” commenta Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e Presidente della Lega del Filo d’Oro, che conclude: “Sempre di più, dunque, gli italiani pensano al non profit e ai lasciti solidali come concrete azioni di altruismo per far fronte ai mali vecchi e a quelli nuovi generati dalla pandemia. Solidarietà e lasciti come veri e propri ‘vaccini’ per creare anticorpi non solo morali ma anche molto concreti contro sofferenze, bisogni o ingiustizie”

3 LUOGHI COMUNI DA SFATARE SUI LASCITI SOLIDALI

“Il testamento solidale è roba da ricchi”. Non è così. Il lascito solidale è una forma di filantropia veramente alla portata di tutti. l testamento solidale è un lascito a favore di Enti, Associazioni e Organizzazioni non profit,

una scelta che permette di contribuire a cambiare il mondo, anche dopo la vita. È un gesto semplice e non vincolante, che può essere ripensato e modificato in qualsiasi momento. Per farlo, non occorrono ingenti patrimoni: per sostenere il lavoro quotidiano di Associazioni impegnate nelle più importanti cause umanitarie e scientifiche, anche un piccolo lascito – una piccola somma di denaro, un bene mobile o immobile, una polizza – può fare la differenza.

“Sono gli uomini che pensano al testamento”. La realtà è proprio l’opposto: il lascito solidale è “rosa”, come conferma anche una ricerca condotta lo scorso aprile dal Comitato Testamento Solidale tra le Organizzazioni aderenti per raccontare il fenomeno del lascito solidale dal punto di vista di chi opera per realizzare progetti in ambito umanitario, socio-sanitario e ambientale. Oltre a confermare la crescita di questo strumento di solidarietà concreta, l’indagine mostra che il lascito proviene in maggioranza da donatrici (61%), mentre per oltre il 30% il testamento solidale viene scelto in egual misura da uomini e donne.

“Fare un lascito solidale penalizza i familiari”. Sbagliato: parliamo di un lascito in favore di una causa benefica inserito in un testamento che, secondo la normativa italiana, tiene sempre conto dei legittimi interessi degli eredi. 

TESTAMENTO E LASCITI: IL FUTURO È NELLA BLOCKCHAIN?

Proprio come molte altre pratiche di vita, anche il mondo delle onoranze funebri e delle ultime volontà si prepara a entrare nel digitale. In Italia si vedono le prime start up che offrono servizi come il comparatore di prezzi del funerale (come avviene, ad esempio, per i viaggi o per la spesa on line), i necrologi on line e non ultimo la redazione del testamento digitale che, a detta di chi lo propone, sarà rapido da preparare e con la massima garanzia di riservatezza e di sicurezza, facendo anche ricorso alla blockchain per renderlo inattaccabile. Si parla di futuro, forse anche prossimo, perché ad oggi in Italia il testamento olografo è regolato dall’art. 602 del Codice civile e prevede che il testatore trascriva di proprio pugno le ultime volontà e firmi il testo.

Informazioni più dettagliate si trovano sul sito www.testamentosolidale.org dove, oltre alle indicazioni sulle organizzazioni aderenti e sui loro progetti, è possibile scaricare la dettagliata Guida ai lasciti solidali del Comitato Testamento Solidale. 

Del Comitato Testamento Solidale fanno parte 24 organizzazioni no profit: ActionAid, AIL, AISM, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Associazione Luca Coscioni, Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus, Amnesty International, Amref, Apurimac onlus, CBM, Greenpeace, Humanitas, Istituto Pasteur Italia Fondazione Cenci Bolognetti, Operation Smile Italia Onlus, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Mission Bambini, Progetto Arca, Unicef, Università Campus Bio-Medico di Roma, UICI e Vidas.

Ufficio stampa Comitato Testamento Solidale – Istituto Nazionale per la Comunicazione

Tecnologia/ E’ un sardo trentenne il re internazionale della cybersecurity

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E’ la storia di un successo che trae origine addirittura dall’infanzia del geniale personaggio.

Dal condominio di Cappuccini, a Sassari, dove a soli 7 anni connetteva in rete tutto il vicinato allo spazio sulla prestigiosa rivista statunitense Forbes, che gli dedica una pagina annoverandolo fra i migliori manager emergenti nel mondo, re indiscusso della cybersecurity.

Simone Dore, 30enne sassarese trapiantato a Milano, con la sua azienda di telecomunicazioni Nexim sta scalando tutte le classifiche imprenditoriali. Nel solo 2021 l’azienda ha registrato una crescita del 750%, attestando la società nell’olimpo tecnologico mondiale. Simone Dore nel ruolo di ad & cto, controlla una rete specializzata in progettazione, sviluppo e fornitura di sistemi di connettività che sul territorio italiano gestisce 8600 chilometri di fibra ottica, quattro data center di proprietà e ventisette centrali con apparati propri.

L’azienda è riuscita ad aprire uffici a Milano, Roma, Napoli, Verona, Sassari e Tortona, ma anche Bruxelles, Amsterdam, Londra, Parigi, Dubai, Riad, Gedda e NewYork

Roma/ Lite tra extracomunitari per un giaciglio, la vittima sfregiata al volto con un collo di bottiglia

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Grave atto di violenza in pieno centro a Roma. E’ accaduto allo scalo ferroviario di Termini. Una lite tra un somalo e un nigeriano ha rischiato di trasformarsi in tragedia. Durante la discussione, per motivi di gelosia e per la contesa di un giaciglio sul marciapiede di via Marsala, un nigeriano di 38 anni ha tentato di sgozzare il rivale con un collo di bottiglia che aveva rotto.

Con il vetro lo ha sfregiato al volto e all’occhio. Il peggio è stato evitato grazie all’intervento di una pattuglia dei carabinieri, che dopo un inseguimento a piedi hanno ammanettato l’aggressore.

La vittima è stata trasportata dal 118 al policlinico Umberto I dove, data la gravità delle ferite, è stata ricoverata con una prognosi di venticinque giorni.

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Roma/ L’appartamento prende fuoco, anziana muore carbonizzata

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Le indagini in corso chiariranno la dinamica del grave fatto di cronaca.

E’ morta tra le fiamme nel suo letto una donna di 90 anni trovata carbonizzata nell’appartamento dove viveva a Roma in zona Ostiense. A fare la triste scoperta è stata la figlia che ha immediatamente dato l’allarme.

Sul posto sono intervenute le volanti del commissariato e della Questura e i vigili del fuoco.

Accertamenti della polizia sono in corso sulle cause dell’incendio.

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