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Cronaca nazionale/ Lascia il phon acceso sul divano e la casa prende fuoco, muore un 37enne

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Una tragedia domestica assurda; purtroppo si registra anche una giovane vittima. E’ accaduto a Curtarolo, in provincia di Padova, dove si è sviluppato un incendio all’interno di un’abitazione ed è morto un uomo. I

l proprietario, un 37enne,  macellaio nato a Grantorto e impiegato come macellaio a Limena  è stato elitrasportato in ospedale a Padova, in grave pericolo vita è poi deceduto.

Da indiscrezioni la causa sarebbe un phon lasciato acceso sul divano. A trovare la vittima esanime in casa è stata la fidanzata.

 I vigili del fuoco hanno portato la vittima fuori dall’appartamento e I medici hanno tentato di rianimarlo, inutilmente.

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Cronaca nazionale/ Accusa un malore mentre gioca a padel, si accascia al suolo e muore

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Una morte improvvisa ed inaspettata per un’atleta.

Muore dopo essersi sentita male sul campo da padel.

Una ex giocatrice di pallavolo e fisioterapista, si è sentita male mentre giocava  con degli amici.

Durante la partita si è accasciata a terra perdendo i sensi.

Immediati sono stati i soccorsi dei presenti che hanno chiamato il 118, ma purtroppo per la 43enne non c’è stato nulla da fare.

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Coronavirus/ Impenna il contagio: il numero dei decessi in un giorno è il più alto dal mese di giugno

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Sono numeri che fanno pensare e iniziano a destare preoccupazione. Covid in Italia, il bollettino di oggi dice che sono 15.085 i positivi ai test individuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del Ministero della Salute; ieri erano stati 12.764.

Sono invece 103 le vittime in un giorno, in aumento rispetto a ieri, quando erano state 89. Era dai primi di giugno che non c’erano così tanti morti mentre per un numero così alto di contagiati bisogna ritornare ad aprile.

I tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia sono 573.775 , eri erano stati 719.972. Il tasso di positività è al 2,6%, in aumento rispetto all’1,8%.

Cronaca nazionale/ Allarme variante ‘omicron’ sul volo Roma-Alghero: 130 passeggeri in quarantena

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E’ una situazione difficile da controllare, quella dei voli ‘a rischio’ per la nuova variante del coronavirus.

Allarme ‘omicron’ in Sardegna. Un passeggero di rientro dall’Africa presente sul volo Roma-Alghero atterrato domenica in Sardegna è risultato positivo al Covid.

Solo tra alcuni giorni si potrà sapere con certezza se l’uomo, che ha fatto scalo in Olanda e a Fiumicino, sia effettivamente stato contagiato dalla variante Omicron.

Intanto, però, per i 130 passeggeri a bordo dell’aereo è scattata la quarantena preventiva, con tampone molecolare domani e poi tra dieci giorni. 

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Lavoro/ASP Golgi Redaelli: concorso per 20 Operatori Socio Sanitari

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L’Azienda di Servizi alla Persona (ASP) Golgi-Redaelli, con sede a Milano (Lombardia), ha indetto un concorso per 20 Operatori Socio Sanitari (OSS) – Cat. Bs. Le risorse selezionate saranno assunte con contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Il termine per presentare la domanda di partecipazione scade il 13 Dicembre 2021.

Per partecipare al concorso sarà necessario il possesso dei seguenti requisiti generali e specifici:

-cittadinanza italiana, di Stato UE o di Stato terzo (purché, in questo ultimo caso, sia presente una delle condizioni che seguono: essere familiare di cittadino UE e avere la titolarità del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente; avere la titolarità del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo; avere la titolarità dello status di rifugiato; avere la titolarità dello status di protezione sussidiaria);

-ai cittadini non italiani è richiesta un’adeguata conoscenza della lingua italiana;

-aver raggiunto il 18° anno di età;

-godimento dei diritti civili e politici, anche negli Stati di appartenenza o di provenienza, eccetto per i soggetti titolari dello status di rifugiato o di protezione sussidiaria;

-posizione regolare nei confronti degli obblighi di leva (per i soli cittadini soggetti a tali obblighi);

-idoneità psicofisica alle mansioni;

-conoscenza di una lingua straniera a scelta tra inglese e francese; 

-conoscenza delle apparecchiature e delle applicazioni informatiche più diffuse;

-non essere stati destituiti o dispensati dall’impiego presso una Pubblica amministrazione per persistente insufficiente rendimento;

-non essere stati licenziati a seguito di procedimento disciplinare;

-non essere stati dichiarati decaduti per aver conseguito l’impiego mediante produzione di documenti falsi o viziati da invalidità insanabile;

-non aver subito condanne per uno dei reati contro la Pubblica amministrazione;

-diploma di istruzione secondaria di primo grado;

-attestato di qualifica di Operatore socio sanitario (OSS).

BANDO

Cronaca nazionale/ Colto da malore mentre prepara il caffè ai clienti del bar, muore in ospedale

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Una morte improvvisa che ha lasciato nello sconforto quanti conoscevano la persona deceduta. E’ avvenuta a Fiume Veneto (Pordenone) l’improvvisa e prematura scomparsa di un 57enne, proprietario e gestore del un noto bar.

Mentre stava preparando il caffè per i clienti, è stato colto da un malore che poi si è scoperto essere un ictus. La moglie ha dato l’allarme: l’uomo è stato soccorso ma non c’è stato nulla da fare.

Ricoverato a Pordenone, era in attesa di un intervento chirurgico che non è stato possibile fare a causa del complesso quadro clinico che non ha consentito di procedere.

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Convengo nazionale Compag, al comparto agricolo servono coesione e formazione. con un occhio ai finanziamenti del PNRR

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Grande partecipazione la scorsa settimana al Convegno Nazionale Compag, annuale appuntamento degli operatori della filiera cerealicola e delle rivendite agrarie, quest’anno incentrato sull’importante tema della Strategia verde europea, con i rischi e le opportunità che essa comporta. Una strategia – secondo Campag – ambiziosa e ispirata certamente da buone intenzioni, ma dalla scarsa applicabilità (data l’assenza di regolamenti attuativi e le scadenze irrealizzabili) e non priva di contraddizioni e ripercussioni.

“Nei nostri convegni abbiamo sempre parlato di sfide, cambiamenti e opportunità” ha esordito Fabio Manara, Presidente della Federazione. “Oggi però le nostre aziende affiliate si trovano a un bivio: da una parte la Comunità Europea intende ridurre drasticamente l’impiego della chimica in agricoltura (con la riduzione del 50% nell’uso dei pesticidi a fronte dell’aumento del 25% delle coltivazioni biologiche entro il 2030), dall’altro, per riuscirci, va fatta formazione. Una formazione che prima godeva del sostegno delle multinazionali, mentre oggi è tutta sulle spalle delle nostre aziende”. Sebbene Compag non abbia praticamente mai attinto ai fondi pubblici, viene ora fortunatamente in aiuto il PNRR (Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza) che prevede investimenti nel settore per 6,8 miliardi di Euro. Molti i progetti che Compag sosterrà nel 2022, tra cui la promozione delle attività di filiera, l’aggiornamento della piattaforma per il rilascio dei patentini abilitanti all’uso dei fitofarmaci, corsi di formazione da parte di esperti indipendenti che analizzeranno la possibilità di sostituire i prodotti chimici con quelli alternativi, ma soprattutto un servizio di supporto alle aziende per accedere ai contributi del PNRR affrontando insieme a loro quel percorso così ostico che troppo spesso fa desistere i meno preparati. Compag, che negli ultimi 10 anni ha creato ottimi rapporti con tutta la filiera, ritiene che sia la coesione la chiave di svolta per riuscire ad attingere a tali contributi.

Interessante l’intervento di Graeme Jones – Vice capo Unità della DG SANTE, la direzione generale della Commissione responsabile della politica dell’UE per la sicurezza alimentare e la salute e del monitoraggio dell’attuazione della normativa. “Per raggiungere gli obiettivi della strategia F2F – ha affermato Graeme Jones – bisognerà aumentare l’agricoltura biologica facendo un uso sempre maggiore della produzione integrata e riducendo al massimo la chimica, individuando rapidamente dei sostituiti e incrementando la disponibilità di pesticidi a basso rischio”. Ha ricordato, inoltre, che non si tratta di vincoli stringenti ma di semplici target di ispirazione. Obiettivi ambiziosi ma non irraggiungibili, e anche la Commissione sta lavorando intensamente per raggiungerli.

Ha sottolineato la necessità di puntare sulla produzione integrata per garantire il benessere del mondo animale e la difesa delle colture anche Paula De Vera, Senior policy advisor di COPA-COGECA (associazioni che rappresentano l’una 22 milioni di agricoltori europei e l’altra 1959 rappresentanze delle agricooperative). De Vera ha sottolineato, tuttavia, la necessità di una valutazione d’impatto e la scarsa disponibilità di alternative accessibili, efficaci e sostenibili.

Sulla necessità di una maggiore coesione si è espresso anche Lorenzo Faregna, direttore di Federchimica-Agroarma, il quale ha spiegato come, negli ultimi 20 anni, il numero di molecole disponibili è stato decurtato del 60% a causa delle stringenti normative, a fronte però del miglioramento della professionalità di agricoltori e distributori di mezzi tecnici oltre agli investimenti delle industrie che hanno portato soluzioni sempre più efficaci. È la stessa industria, infatti, a investire su principi attivi a bassa pericolosità intrinseca (che va misurata anche tenendo conto dell’esposizione al rischio) o addirittura naturali (Agrofarma produce il 60% dei prodotti biologici in commercio). Fondamentale dunque parlare di complementarietà più che di “prodotti alternativi” e smettere di demonizzare tutto ciò che è chimico. Perché l’impegno verso il naturale è condiviso e partecipato, e chimico non significa necessariamente più pericoloso dell’alternativa naturale. “Siamo orientati alla ricerca, al futuro – ha affermato Faregna – ma sono necessari incentivi e supporti. L’industria non si tira indietro (abbiamo investito 10 miliardi nell’agricoltura digitale entro il 2030, 4 miliardi in R&S in agrofarmaci utilizzabili dall’agricoltura biologica, e ci siamo impegnati a formare 1 milione di agricoltori a livello europeo), chiede solo un contesto di norme certe. La politica deve tutelare sistema registrativo che è fra i più sicuri al mondo”.

Percorsi faticosi, impegnativi, affrontati ogni giorno per difendere e sviluppare tutto il comparto agricolo. Lo sottolinea lungamente anche Vittorio Ticchiati, direttore Generale di Compag, che, dopo aver elencato gli innumerevoli impegni per assistere le rivendite agrarie (patentini per operatori non professionali, accesso al credito del PNRR, etichette…), sottolinea come mettendo sempre maggiori restrizioni normative si pongono reali problemi operativi al mondo produttivo. Ne è un esempio la pressione a cui sono sottoposte le aziende che operano lo stoccaggio e il commercio di cereali e oleaginose dal progetto Granaio Italia che istituisce il registro telematico di carico e scarico dei cereali per stabilire l’esatta produzione nazionale, fardello che si abbatte come una scure sulle imprese che sono obbligate a monitorare settimanalmente (con ovvia penalizzazione economica e di risorse umane) e a uniformarsi sotto minaccia di sanzioni, nonostante gli stessi dati siano già raccolti da enti e istituzioni, come Istat e Ministero dell’Agricoltura. Un ulteriore esempio del cattivo rapporto restrizioni/attività economica è stato il decreto sui fitosanitari per utilizzatori non professionali la cui applicazione avrebbe eliminato dal mercato oltre il 90% dei prodotti disponibili. E’ stata necessaria una forte e prolungata attività di confronto con il Ministero della Salute per ottenere una proroga che permettesse le modifiche indispensabili a salvaguardare l’attività commerciale e le esigenze di coloro che esercitano in maniera hobbistica la coltivazione di colture quali frutta od ortaggi.

Esaustiva anche la descrizione dell’attuale stato dei centri di stoccaggio in Italia. Edoardo Musarò, responsabile settore cereali e oleaginose di Compag, ha evidenziato una realtà prevalentemente obsoleta, con il 20% degli impianti antecedenti al 1971, il 66% mai ampliati e il 53% mai ristrutturati. Poiché si tratta di imprese fondamentali nella filiera della pasta, del pane, dei dolciumi ma di scarsa marginalità economica, diventa fondamentale poter accedere ai finanziamenti del PNRR che consentirebbero di rifare, ad esempio, gli impianti di refrigerazione o di implementare i sistemi di tracciabilità mediante intelligenza artificiale e block chain. Ed emerge ancora una volta il ruolo di Compag come punto di accesso concreto al PNRR al fine di superare lo sforzo titanico richiesto alle singole imprese per accedere ai finanziamenti.

Ha chiuso il convegno l’intervento di Stefano Serra, esperto di commodity e di mercato internazionale di cereali, che ha descritto l’evoluzione dei mercati dei cereali e delle oleaginose prevedendo un calo degli stock, in particolare del mais, dovuto all’aumento dei consumi rispetto alle produzioni. Il rapporto scorte e utilizzo aveva visto un 2020-21 chiudersi con un calo delle scorte e un inizio campagna 2021/22 caratterizzato da scarsa disponibilità, dai dazi sugli export (in particolare della Russia), dal ritorno dell’Australia (grande assente per i 3 anni di siccità) e dalla crescita del Sud America (in compensazione alle dispute tra USA e Cina). Nel 2021-22 si pensava a un graduale rientro delle scorte, ma il clima avverso (soprattutto di USA e Sud America) ha penalizzato le colture. In compenso, sarà record la produzione mondiale del grano tenero, con 680 milioni di tonnellate, e non preoccuperà il rapporto stock/utilizzi al 35%.

Il futuro chiama alla coesione per fare innovazione e arrivare insieme alla transizione ecologica e digitale prevista dal PNNR. Compag rimane in prima linea per creare dialogo e incentivare la formazione.

www.compag.org

La riflessione/ La Società, tra giovani fragili e lavoro flessibile

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Secondo il rapporto Censis, il lavoro atipico interessa in Italia 2,7 milioni di lavoratori, di cui 1,5 con meno di 34 anni. Sui giovani quindi, e ancor più sulle giovani donne, si concentra la domanda di flessibilità dell’economia (e del sistema pubblico, a sua volta generatore di lavoro precario). Per anni il problema dei giovani è stata la disoccupazione, oggi i tassi sono diminuiti, ma è aumentato il lavoro precario, spogliato di garanzie e di benefici sociali: in parole semplici; ti faccio lavorare e ti pago per quanto vali, se e fino a quando mi servi.

Il lavoro precario, nel passato, si associava con il lavoro nero, poi, molte forme sono state legalizzate (co.co.co, poi co.co.pro, ecc.) ,raccolte in oltre 20 regimi occupazionali diversi, tanto da essere difficoltoso capire la differenza tra dipendente e autonomo, occupato o in cerca di lavoro,alcuni luoghi di lavoro, call center, MC Donald etc..sono diventati emblematici della condizione dei giovani lavoratori, anche istruiti.

Il lavoro precario può essere inteso come:

·        Un passaggio verso il posto di lavoro classico, per es. nel pubblico impiego

·        Una palude, in cui i lavori precari si susseguono o si alternano alla disoccupazione

·        Una forma di tirocinio per accedere a professioni qualificate

·        Una forma di autonomia professionale, consapevolmente scelta.

Circa 4 milioni di ingressi o cambiamenti di posto all’anno, posti-lavoro allo stesso tempo vengono creati e distrutti, lavoratori che si muovono tra occupazione, disoccupazione e sottoccupazione , tra un’impresa e l’altra, concentrati in alcuni gruppi sociali: giovani, donne, immigrati, e lavoratori anziani dequalificati. All’alta mobilità occupazionale corrisponde una modesta opportunità di carriera, giovani e famiglie reagiscono, all’incertezza e alla vischiosità del sistema occupazionale innalzando i livelli di istruzione, il 90% dei giovani accede alla scuola secondaria superiore, 3 su 4 ottengono un diploma, oltre la metà si iscrive all’università con la speranza di un lavoro dignitoso.  Le piccole imprese restano diffidenti nei confronti dei laureati, tanti candidati nascondono la laurea per avere più speranze di assunzione, delusione e frustrazione tra i giovani, lamento da parte degli imprenditori, che non trovano i lavoratori che cercano, di qui l’assunzione di manodopera straniera per i bassi livelli del sistema occupazionale.

Il lavoro non ha perso importanza, ma, è venuta meno la dimensione collettiva del lavoro, cioè la sua capacità di generare solidarietà, battaglie condivise, coesione politica, lavoratori e operai, non hanno più un unico partito di riferimento, si è problematizzata l’idea di un collegamento tra occupati e adesione al sindacato, militanza politica e voto nella società industriale, erano omogenee e collegate fra loro, oggi sono diversificate e meno riconducibili ad una identità unitaria. L’investimento nell’istruzione e nel lavoro dovrebbero essere un’ opportunità di mobilità sociale, ma, da un’indagine della Banca d’Italia emerge che il 53% degli italiani resta a far parte del ceto in cui è nato, il 15,3% scende, solo il 31,7% sale. anche nel resto d’Europa si parla d’arresto dell’ascensore sociale. Si verifica, anche, una clamorosa trasmissione ereditaria delle professioni più redditizie e tutelate: quasi metà degli architetti (43,9%), degli avvocati (42%), dei farmacisti (40,8%), degli ingegneri (39,2%), dei medici (38,2%) fa laureare almeno un figlio nelle stesse discipline.

I giovani fanno fatica ad emergere e prendere il posto, di adulti che mantengono più a lungo il controllo delle occupazioni e posizioni privilegiate e cercano possibilmente di passarle ai figli, anche se sono più protetti e foraggiati dalle famiglie, anche una volta raggiunta l’età adulta,“il welfare dei giovani è la famiglia”. Si è sfasciato il patto sociale tra classi e generazioni: chi studiava e si impegnava avrebbe ottenuto migliori occupazioni, e sarebbe entrato a far parte di una classe più elevata di quella dei genitori. La famiglia diventa agenzia di protezione per: prolungamento degli studi, attesa di un buon lavoro, precariato, agenzia di collocamento, le disuguaglianze si riproducono e si inaspriscono, mentre la mobilità sociale langue.

La polemica sui “bamboccioni”,pigri, choosy, che non vanno fuori di casa è una  forme di colpevolizzazione da parte dei ceti dirigenti,ma se non si separano dai genitori, non è per mammismo o mancanza di coraggio, ma per mancanza di mezzi, opportunità e prospettive. Si adagiano ad uno stile di vita all’insegna del carpe diem, della composizione di spezzoni di lavoro, aiuti familiari, solidarietà reciproca, condivisione di spazi abitativi e mezzi di sussistenza, in aree urbane degradate che si rivitalizzano, per l’arrivo di giovani tesi a condurre  una vita divertente, spensierata, ricca di socialità, possibilmente creativa, senza progetti e senza attese per il futuro, è come se la vita vissuta, tra precarietà e ricerca di sicurezza, avesse trovato un equilibrio, per cui lasciare la casa della famiglia, per dividerne un’altra con amici, lavorare e studiare facendo contemporaneamente diversi “lavoretti” non si configura più come un comportamento “deviante”, ma si inscrive in una tappa della vita.

Lo slogan potrebbe essere “ci avete privato delle certezze, ci riprendiamo i sogni”. La precarietà, la difficoltà a sposarsi e a generare figli, la precarietà dei legami e degli impegni, di oggi, di certo non è peggio  delle coppie che si sposavano nell’immediato dopoguerra. Il mondo del lavoro ; pretende coinvolgimento per offrire poche opportunità, incita a dedizione, senza orari e senza remore, non prende impegni a lungo periodo, non incoraggia scelte familiari impegnative, irreversibili, “a tempo indeterminato”. La conciliazione tra lavoro e vita familiare si presenta come una sfida sempre più ardua e un cammino impervio di crescita per le giovani generazioni del nostro tempo.

Alfredo Magnifico

Cronaca nazionale/ Tragedia in un liceo: studente cade dalla finestra e muore

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Una tragedia enorme ed una comunità scolastica sotto shock per l’accaduto. Precipita da una finestra della scuola: muore un 14enne. Si tratta di uno studente che frequentava il primo anno di un liceo scientifico Tedone a Ruvo di Puglia, nel Barese. Sul posto, per accertare la dinamica, i carabinieri.

Al momento non è esclusa alcuna ipotesi. Durante l’intervallo tra una lezione e la successiva, mentre in classe non c’erano professori e i compagni chiacchieravano tra loro, sarebbe salito sul davanzale della finestra e, dopo qualche istante, si sarebbe lasciato cadere.

 A quanto si apprende, quando i soccorsi sono arrivati sul posto, il 14enne era già morto, forse deceduto sul colpo.

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Madre Aderita Guidolin ha 108 anni: è la suora più anziana d’Italia

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Una vita longeva, ma anche piena di ricordi e solidarietà.

“Dal giorno della consacrazione sono passati ottantasette anni”. Originaria di Galliera Veneta, madre Adelina Guidolin ha da poco raggiunto il traguardo dei 108 anni presso la casa di riposo Don Luigi Maran a Villafranca Padovana.

È la suora più anziana d’Italia: e nonostante l’età, la mente le regala ancora i ricordi di una vita trascorsa tra i poveri dell’Africa e i bisognosi del Veneto.

La sua vita contemplativa non è mai rimasta però indifferente a quello che le accadeva attorno. Soprattutto durante il secondo conflitto mondiale quando perse suo fratello Dante.