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Biden si ritira, Trump: “Via il presidente peggiore, Harris è pazza”

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(Adnkronos) –
Joe Biden ritira la candidatura, Donald Trump si prepara a sfidare Kamala Harris nelle elezioni del 5 novembre per la Casa Bianca. Il presidente degli Stati Uniti ufficializza il passo indietro e lancia la vicepresidente, che dovrà essere 'incoronata' dalla convention di agosto. Intanto, Trump si prepara a modificare la strategia per affrontare un avversario nuovo ma, tutto sommato, atteso. Il candidato repubblicano, nel comizio di sabato a Grand Rapids in Michigan, aveva preannunciato il cambiamento: "I democratici cacceranno Biden" e aveva iniziato a martellare Harris, "una pazza". Domenica 21 luglio arriva l'annuncio ufficiale: Biden out, Harris pronta a scendere in campo. 'Biden è stato il peggior presidente in assoluto della storia degli Stati Uniti", il primo commento di Trump alla Cnn. Harris ''sarà più facile da sconfiggere di quanto lo sarebbe stato Biden", aggiunge.  Quindi, l'offensiva social: ''Il corrotto Joe Biden non era adatto a candidarsi alla presidenza'' e "non è mai stato'' in grado di fare il presidente. Biden, scrive Trump su Truth, ''ha ottenuto la carica di presidente solo con bugie, fake news". E ''tutti quelli che lo circondavano, incluso il suo medico e i media, sapevano che non era in grado di essere presidente''. "Davvero qualcuno crede che Joe il corrotto avesse il covid? No, voleva scappare dal 27 giugno, dalla serata del confronto televisivo in cui è stato totalmente distrutto. Quello è stato il momento in cui Joe Biden è finito. In quel momento Joe si è rivelato per quello che è, un incompetente che non avrebbe mai dovuto diventare presidente. Joe Biden non è idoneo per l'incarico, sta distruggendo il nostro paese", incalza l'ex presidente in un altro post. "Insomma, siamo costretti a spendere tempo e denaro per combattere il corrotto Joe Biden, che ottiene pessimi risultati nei sondaggi dopo un dibattito terribile e abbandona la corsa. Ora dobbiamo ricominciare tutto dall'inizio", scrive preparandosi al confronto con un altro avversario. "Il partito pepubblicano non dovrebbe essere rimborsato per la frode subita? Tutti quelli che erano attorno a Joe, compresi i suoi dottori e i Fake News Media, sapevano che non era in grado di candidarsi o di essere presidente", scrive l'ex presidente, auspicando che il prossimo dibattito, a settembre, non vada in onda sulla Abc e venga trasmesso su FoxNews. La campagna di Trump intanto si appresta a trasmettere i primi spot centrati su Harris. Intanto, si comincia con il fuoco di fila delle dichiarazioni: Harris 'complice' di Biden, come afferma anche il candidato vicepresidente repubblicano JD Vance.  "Joe Biden è stato il peggior presidente della mia vita e Kamala Harris è stata lì con lui in ogni fase del suo percorso", scrive su X, indicando la Harris come la "responsabile" dei fallimenti del presidente e accusandola di aver "mentito per quasi quattro anni sulla capacità mentale di Biden, accollando alla nazione un presidente che non può svolgere il compito. Il presidente Trump e io siamo pronti a salvare l'America, chiunque sia in cima alla lista dei democratici", assicura Vance. "Negli ultimi quattro anni -prosegue Vance- Harris ha co-firmato le politiche di confini aperti e di truffa verde di Biden, che hanno fatto aumentare il costo delle case e dei generi alimentari. "È responsabile di tutti questi fallimenti e ha mentito per quasi quattro anni sulle capacità mentali di Biden, consegnando alla nazione un presidente che non è in grado di fare il suo lavoro". Dalla seconda fila, partono i fendenti del governatore della Florida Ron DeSantis, che per mesi è stato il principale sfidante di Trump alle primarie repubblicane. Harris ha "coperto Biden" e la scelta scelta di nominarla come candidata democratica alla Casa Bianca equivale a ''sistemare le sedie a sdraio sul Titanic'' prima che affondi. ''Kamala Harris è stata complice di un enorme insabbiamento per nascondere e negare il fatto che Joe Biden non era in grado di svolgere i suoi doveri'', scrive.   —internazionale/[email protected] (Web Info)

Biden-Harris, il passaggio di testimone non è scontato: cosa può succedere

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(Adnkronos) – Con la decisione di Joe Biden di rinunciare alla candidatura per le elezioni 2024 e l'endorsement dato a Kamala Harris, la vice presidente democratica è di fatto la front runner a diventare la nuova candidata alla Casa Bianca. Ma il passaggio di testimone non è automatico, dal momento che la decisione sofferta dell'81enne presidente di fatto ha aperto la strada ad una 'open convention', cioè una convention che il 19 agosto prossimo a Chicago si aprirà senza il candidato già prescelto nelle primarie. Ed altri democratici potranno contendersi con Harris il voto dei delegati.  Bisogna comunque ricordare che i delegati non solo sono stati eletti in quota Biden ma sono stati anche selezionati dalla sua campagna. Quindi per avere una maggioranza di delegati che scelga un candidato diverso da Harris ci dovrebbe essere un massiccio numero di defezioni da parte dei supporter di Biden. In teoria comunque secondo le regole del partito democratico i delegati eletti per Biden non hanno nessun obbligo di appoggiare il successore da lui indicato.  Bisogna poi considerare un altro gruppo di delegati, i cosiddetti 'super delegati', circa 700 leader del partito e funzionari eletti che diventano autonomamente delegati. Loro hanno maggiore libertà di voto – solitamente possono partecipare solo dalla seconda chiamata – ma non è ancora chiaro se in questa convention senza precedenti si seguiranno altre regole, diciamo di emergenza.  Tecnicamente per candidarsi alla nomination in una open convention, i candidati devono presentare almeno 300, ma non più di 600, firme di delegati. Ogni candidato può firmare una sola petizione di un candidati. Inoltre un candidato non può ottenere il sostegno di più di 50 delegati di un determinato Stato. Calcolando che ci sono 4700 delegati, il numero dei possibili candidati potrebbe arrivare ad un massimo di 15, in uno scenario da incubo e di completo caos che sicuramente i democratici nelle prossime settimane cercheranno in tutti i modi di evitare.  
Infine c'è la questione di fondi elettorali: alla fine di giugno la campagna di Biden aveva 96 milioni nelle sue casse, staff ed uffici elettorali in tutto il Paese. Ora a chi andrà questa massiccia infrastruttura? Questo anche è un terreno inesplorato, dal momento che non ci sono precedenti di cambio di candidato nell'era delle campagne elettorali miliardarie. Certo se Harris rimarrà nel ticket, sarebbe logisticamente più facile per lei prendere il controllo dei fondi e della macchina elettorale, dal momento che i soldi ed il resto sono intitolati alla campagna Biden-Harris.  —internazionale/[email protected] (Web Info)

Biden si ritira e lancia Kamala Harris: “Mi guadagnerò nomination”

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(Adnkronos) – Dopo settimane di pressioni, Joe Biden cede e annuncia ufficialmente il suo ritiro dalla corsa alla Casa Bianca: il presidente non sfiderà Donald Trump nelle elezioni del 5 novembre. Lo comunica attraverso una lettera pubblicata su X, lo stesso social sul quale – solo qualche decina di minuti più tardi – il presidente Usa lancia anche l'endorsement alla sua vice, Kamala Harris.  Una decisione presa a poco meno di un mese dal terribile flop nel faccia a faccia con Trump e "nel miglior interesse del mio partito e del Paese", ha assicurato Biden nella lettera indirizzata ai concittadini americani. Tra una rivendicazione dei risultati raggiunti e ringraziamenti ad Harris, "a tutti coloro che hanno lavorato così duramente per vedermi rieletto" e al popolo Usa, Biden ha poi sottolineato come da ora – e fino al prossimo novembre – si dedicherà "esclusivamente" all'adempimento "dei miei doveri di Presidente per il resto del mio mandato". Quindi ecco arrivare l'endorsement alla vice: "La mia primissima decisione come candidato del partito nel 2020 è stata quella di scegliere Kamala Harris come mio vicepresidente. Ed è stata la migliore decisione che ho preso. Oggi – ha spiegato – voglio offrire il mio pieno sostegno e il mio appoggio affinché Kamala sia il candidato del nostro partito quest’anno". Appoggiata dai principali donatori dem, da nomi di peso come quello dei Clinton e considerata – almeno al momento – l'unica candidata possibile per sostituire in corsa Biden, dal canto suo Kamala Harris ha detto di essere "onorata di avere l'appoggio del presidente" e di volersi "guadagnare e vincere la nomination" a soli 107 giorni alle elezioni. "Insieme combatteremo. E insieme vinceremo", la promessa. Secondo la Cnn, che cita proprie fonti ben informate, Harris avrebbe saputo solo ieri della decisione di Biden di ritirarsi e del sostegno del presidente nei suoi confronti. I più stretti collaboratori del presidente Biden, tra cui Steve Ricchetti e Mike Donilon, sono invece stati informati della sua decisione di abbandonare la corsa presidenziale sabato sera. E a loro avrebbe chiesto di iniziare la stesura della lettera e di coordinare l'annuncio. Biden e Harris hanno parlato più volte ieri mattina prima dell'annuncio del presidente, ha poi affermato una fonte citata dall'emittente. Il presidente, ancora in fase di recupero dalla diagnosi di Covid-19, è rimasto per tutto il fine settimana nella sua casa di Rehoboth Beach, nel Delaware, con la first lady Jill Biden. Se Biden punta tutto sulla sua vice, chi non crede nelle possibilità della 'pioniera' Harris è, prevedibilmente, lo sfidante Trump. Che, anzi, esulta. Harris, ha detto il candidato repubblicano alla presidenza Usa alla Cnn, "sarà più facile da sconfiggere di quanto lo sarebbe stato Biden". Poi la stoccata all'ormai ex contendente in un post sul social Truth: "Biden è stato il peggior presidente in assoluto della storia degli Stati Uniti", un "corrotto", non era adatto a candidarsi alla presidenza'' e "non è mai stato" in grado di fare il presidente e che "ha ottenuto la carica solo con bugie e fake news", mentre "tutti quelli che lo circondavano, incluso il suo medico e i media, sapevano che non era in grado di essere presidente". Per Trump è quindi il momento di "rendere l'America di nuovo grande", elencando quelli che ha definito danni che Biden ha commesso con "milioni di persone che hanno attraversato il nostro confine, totalmente senza controlli, molte provenienti da prigioni, istituti psichiatrici e numeri record di terroristi. Soffriremo molto a causa della sua presidenza, ma rimedieremo molto rapidamente al danno che ha fatto". —internazionale/[email protected] (Web Info)

Biden si ritira, Tajani: “Usa amici dell’Italia con Trump o Harris”

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(Adnkronos) –
Joe Biden ritira la candidatura per le elezioni Usa 2024 e cede il passo a Kamala Harris. Con ogni probabilità, sarà la vicepresidente a sfidare Donald Trump nel voto del 5 novembre. L'Italia osserva la svolta a stelle e strisce ''Chiunque sarà il prossimo presidente Usa, sia Trump sia Harris, noi lavoreremo bene con lui. Abbiamo lavorato bene e stiamo ancora lavorando bene con l'amministrazione Biden. Abbiamo sempre lavorato bene con gli Stati Uniti che sono un grande paese amico'', il commento del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al tg1. ''Credo che ora ci sarà una campagna elettorale che seguiremo con grande attenzione, convinti che gli Stati Uniti sapranno fare la scelta giusta. Io conosco Trump e Harris. Ho conosciuto Trump quando ero presidente del Parlamento europeo e lui era presidente Usa. Ho parlato ultimamente con Harris al vertice sulla pace in Svizzera. Naturalmente, per noi quel che conta è la relazione tra i due Paesi. C'è una storia talmente collegata, milioni di italiani hanno contribuito alla crescita degli Stati Uniti'', aggiunge Tajani. Con il ritiro di Biden ''non cambia nulla nei rapporti tra Italia e Stati Uniti. Era una decisione attesa. Non penso che questo cambio in corsa possa cambiare di molto l'esito delle elezioni, ma vedremo'', dice il ministro della Difesa, Guido Crosetto, al Tg1. "Biden, che il grande Trump ha definito 'il peggior presidente USA della storia', ha finalmente annunciato il ritiro alla corsa per la Casa Bianca, offrendo il suo sostegno alla sua vice Kamala Harris. Che ne pensate?", il post su Fb del leader della Lega e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. "L'Occidente rappresenta la democrazia nel mondo. Gli Usa sono garanti della libertà e della democrazia nel pianeta. Biden è stato simbolo di debolezza nonostante la sua volontà di rimanere in campo. L'America visse anni fa momenti drammatici. Mai come in questo momento vale, per il bene degli Usa, dell'Occidente, del mondo, della libertà e della democrazia, l’invocazione 'God bless America'. Il bene dell’America sarà il nostro bene'', dice il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri. "Il passo indietro annunciato dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden è un atto di responsabilità verso il suo Paese, i suoi concittadini e anche il suo partito", dice Così Giuseppe Conte, leader M5S. "Da ogni prospettiva – economia, lavoro, salari, investimenti, politica estera – quella di Biden è stata una grande presidenza. Non aveva evidentemente la forza fisica per fare il bis e non avrebbe dovuto provarci, ma questo non cancella l’ottimo lavoro fatto", afferma il leader di Azione, Carlo Calenda.  —internazionale/[email protected] (Web Info)

Elezioni Usa, Rizzo (Atlantic Council): “Harris candidata, difficile altro nome”

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(Adnkronos) – La domanda è: cosa succede ora che Joe Biden ha lasciato la corsa? L'Adnkronos ha contattato Rachel Rizzo, senior fellow dell'Atlantic Council, uno dei più importanti think tank americani, per discutere degli scenari per il Partito Democratico. L'elemento fondamentale è l'immediato endorsement a Kamala Harris da parte del presidente uscente. "Sui giornali e a Washington si parla spesso di una brokered convention, cioè una riunione dei delegati del partito democratico in cui i giochi si riaprono completamente e nuovi candidati si sfidano per la nomination. Parlando con vari delegati, invece, credo che il partito punterà a una transizione 'ordinata': Kamala candidata alla presidenza, che sceglie un candidato vice tra i maschi bianchi e moderati del suo partito. Come Roy Cooper, governatore della Carolina del Nord, Josh Shapiro, governatore della Pennsylvania, Andy Beshear, governatore del Kentucky. L'alternativa, un tutti contro tutti, sarebbe molto caotica e non darebbe un'immagine di unità del partito democratico". Nel partito, spiega Rizzo, aspettano le dichiarazioni di Biden che arriveranno più avanti nella settimana. "È stata una decisione storica per il presidente in carica. Credo sia difficile che membri del partito, dopo il suo passo indietro, si mettano a contestare la scelta di Kamala". Si fanno vari nomi 'presidenziabili', tra cui Gavin Newsom e Gretchen Whitmer. "Queste figure stanno costruendo la loro immagine politica, magari per future corse presidenziali. È un momento in cui 'sangue nuovo' entra nell'agone politico. Fare un balzo in avanti ma contro la Casa Bianca è una mossa azzardata. Devo ammettere che siamo in una situazione mai vista negli ultimi decenni, quindi sebbene la possibilità di una convention aperta sia bassa, non posso escluderla del tutto", prosegue l'esperta. Bisogna poi considerare che al momento i fondi della campagna sono a nome del ticket Biden-Harris, e dunque eventuali candidati 'disobbedienti' non potrebbero sfruttare il tesoretto dei democratici ma dovrebbero iniziare a raccogliere milioni di dollari da soli. Non è escluso, ma non è facile. In più, i delegati hanno votato per la coppia ma ora che Biden non è più candidato non sono tenuti a votare la sua vice. Sebbene non è facile cambiare cavallo in corsa. —internazionale/[email protected] (Web Info)

Biden ritira candidatura, Putin osserva e aspetta: “Vediamo che succede”

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(Adnkronos) –
Joe Biden si ritira dalle elezioni Usa 2024 e Vladimir Putin osserva, apparentemente con interesse relativo. Il terremoto istituzionale negli Stati Uniti, con il passo indietro del presidente che ritira la candidatura, ufficialmente non è argomento di primo piano per Mosca. Il Cremlino monitorerà la situazione, ma considera prioritari non i risultati delle elezioni americane, ma il raggiungimento degli obiettivi del Distretto militare centrale, vale a dire nella guerra in Ucraina. E' la formula usata dal portavoce del presidente russo Dmitry Peskov al canale Shot Telegram. "Mancano ancora quattro mesi alle elezioni, e questo è un lungo periodo durante il quale molte cose possono cambiare. Dobbiamo prestare attenzione e guardare cosa succederà dopo. La nostra priorità è raggiungere gli obiettivi del Distretto Militare Centrale non i risultati delle elezioni negli Stati Uniti", ha detto Peskov. Nelle ultime settimane, Mosca ha osservato gli sviluppi della campagna elettorale americana stigmatizzando le posizioni assunte da Biden nei confronti di Putin, definito un ''omicida'' dal presidente degli Stati Uniti nella conferenza successiva al vertice Nato di Washington. Nella stessa giornata, Biden era incappato in una clamorosa gaffe presentando il presidente ucraino Volodymyr Zelensky come "Vladimir Putin": "Biden è un candidato filorusso", il commento ironico da Mosca. —internazionale/[email protected] (Web Info)

Mahmood incanta Fregene con un live a sorpresa – Video

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(Adnkronos) – Mahmood ha sorpreso e incantato il litorale romano con un secret show a Fregene, nell'ambito dell'iniziativa "glo for music", volta a promuovere l'arte e la creatività in tutte le loro forme e declinazioni. All'ora del tramonto, la voce potente e l'energia di Mahmood hanno fatto scatenare la spiaggia di Fregene. Il concerto a sorpresa si è aperto con “Rapide”, seguito da una serie di hit tra cui “Barrio”, “Overdose”, “Ra ta ta” e l’immancabile “Tuta Gold”. —[email protected] (Web Info)

La ‘pioniera’ Kamala Harris, chi è la vice di Biden che potrebbe diventare presidente

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(Adnkronos) – Kamala Harris candidata alla Casa Bianca dopo il passo indietro di Joe Biden, che ha ritirato la candidatura alle elezioni in programma negli Stati Uniti il 5 novembre. La vicepresidente ha ricevuto l'endorsement di Biden e di esponenti di rilievo dell'universo del partito democratico: difficile ipotizzare un altro nome contro Donald Trump. 
Harris, 59 anni, ha scelto 'Pioneer' come nome in codice per il Secret Service, che ha incominciato a proteggerla durante la campagna elettorale per la vice presidenza Usa. E la sua vocazione di pioniera, dopo averla dimostrata come prima vice presidente donna alla Casa Bianca, l'ha confermato come prima candidata donna alla presidenza americana. In precedenza, è stata la prima donna di colore eletta procuratore distrettuale della California, poi prima donna attorney general, prima senatrice di origine indiana ed ora ad un passo dal diventare la prima donna presidente degli Stati Uniti.  
Nata a Berkley il 20 ottobre 1964, Kamala Devi Harris è figlia di due accademici, la ricercatrice indiana specializzata in oncologia, Shyamala Gopalan, e l'economista della Giamaica, Donald Harris, che erano uniti dalla passione per il movimento per i diritti civili. E la piccola Kamala quando era ancora in passeggino ha partecipato a diverse manifestazioni nel leggendario campus della protesta Usa. 
Militante anche il nome che mamma Gopalan scelse per lei: Kamala significa loto ma è anche un altro nome per indicare la dea Hindu Lakshmi e la forza delle donne. "Una cultura che venera le dee produce donne forti", ha detto la madre di Harris in un'intervista nel 2004. Dopo il divorzio dei genitori, Kamala e la sorella Maya rimangono a Berkley con la madre e partecipano ai programmi di integrazione scolastica, andando ogni mattina in autobus dal loro quartiere a predominanza afroamericana in una scuola elementare di un distretto ricco di bianchi. Le bambine frequentano sia il tempio hindu che la chiesa battista afroamericana, che la denominazione a cui ora appartiene Harris. "Mia madre capiva molto bene che stava crescendo due figlie afroamericane", ha scritto nella sua autobiografia. Negli stessi anni visitano la famiglia in India che ha una grande influenza su di lei, in particolare il nonno, un alto funzionario del governo che aveva combattuto per l'indipendenza, e la nonna, un'attivista che viaggiava per le campagne indicane istruendo le contadine sul controllo delle nascite. Dopo le scuole superiori a Montreal, dove la madre aveva avuto un posto all'università, Kamala si laurea prima alla Howard University, il prestigioso Black college di Washington, e poi torna a San Francisco per la Law School. Nel 1990 diventa avvocato ed entra nell'ufficio del procuratore di Oakland, concentrandosi sui crimini sessuali. A chi, anche all'interno della sua famiglia liberal, esprime scetticismo sulla sua scelta indicando la cattiva reputazione dei procuratori, replica che intende cambiare il sistema dall'interno.  
Negli anni trascorsi nell'ufficio del procuratore Harris si crea i contatti con gli ambienti politici e ricchi di San Francisco che nel 2003 appoggeranno l'avvio della sua formidabile carriera politica. Durante i suoi primi tre anni come procuratore distrettuale il tasso delle condanne sale dal 52 al 67%, numeri che le hanno dato l'etichetta di procuratrice di ferro e che le hanno fatto guadagnare critiche e sospetti da parte del movimento Black Lives Matter.  Diventata poi attorney general, Harris diventa poi alleata della prima ora di Barack Obama ed una dei suoi fund raiser in California. E il presidente nel 2013 la definisce "il procuratore generale più affascinante del Paese", scusandosi poi per il tono sessista.  Anche alcune azioni di Harris come attorney general sono messe sotto accusa dal movimento di protesta contro la polizia: in particolare il fatto di non aver avviato un'inchiesta sull'uccisione di due afroamericani nel 2014 e 2015 e non aver sostenuto un progetto di legge per la nomina di un procuratore speciale per i casi di uso eccessivo della forza da parte della polizia. 
Nel 2014 si sposa con Doug Emhoff, un avvocato degli studios di Hollywood, che ha due figli adolescenti da un precedente matrimonio che ora la chiamano Momala. Nelle elezioni del 2016, quelle della vittoria di Donald Trump, vince il suo seggio al Senato e la Harris diventa famosa a livello nazionale nel 2017 quando, da esperta procuratrice, mette alle corde l'allora ministro della Giustizia, Jeff Sessions, all'esordio dell'inchiesta del Russiagate. Nel suo primo discorso da vice presidente, aveva detto: ''Anche se sono la prima donna a ricoprire questo incarico, non sarò l'ultima. Qualunque bambina ci sta guardando stasera vede che questo è il Paese delle possibilità''.  Kamala Harris aveva scelto di vestirsi di bianco per il suo primo discorso da vice presidente eletta degli Stati Uniti, un omaggio alle suffragette e alla loro battaglia per il diritto di voto alle donne. Solitamente vestita in blu o nero, Harris aveva scelto un abito bianco anche lo scorso gennaio, quando aveva prestato giuramento nel processo di impeachment del presidente Donald Trump. —internazionale/[email protected] (Web Info)

“Stress da Covid”, Cassazione annulla ergastolo per il femminicidio di Lorena Quaranta

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(Adnkronos) – Sul femminicidio di Lorena Quaranta, la studentessa di Medicina strangolata dal fidanzato in una villetta di Furci Siculo il 31 marzo 2020, i giudici della Corte d’Assise di Reggio Calabria avrebbero dovuto verificare se "la specificità del contesto possa, e in quale misura, ascriversi all'imputato per non avere efficacemente tentato di contrastare lo stato di angoscia del quale era preda o se la fonte del disagio, evidentemente rappresentata dal sopraggiungere dell'emergenza pandemica, con tutto ciò che essa ha determinato sulla vita di ciascuno e, quindi, anche dei protagonisti della vicenda, e, ancor più, la contingente difficoltà di porvi rimedio, costituiscano fattori incidenti sulla misura della responsabilità penale". E' quanto scrivono i giudici della Corte di Cassazione, nelle motivazioni – pubblicate dalla Gazzetta del Sud – sulla decisione di annullare con rinvio, limitatamente all'applicabilità delle attenuanti generiche, la condanna all'ergastolo per l'infermiere calabrese Antonio De Pace per l'uccisione della giovane fidanzata originaria di Favara, in provincia di Agrigento. 
La decisione di disporre un appello-bis limitatamente all'applicabilità delle attenuanti generiche per De Pace, anticipata ieri dal 'Messaggero', è in relazione proprio al fatto che il femminicidio avvenne nella prima fase della pandemia di Covid-19 e questo potrebbe aver inciso sull'animo e sullo stato di angoscia dell'infermiere.  —[email protected] (Web Info)

Giornalista La Stampa aggredito a Torino, Meloni: “Inaccettabile atto di violenza”

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(Adnkronos) – "Esprimo la mia solidarietà al giornalista Andrea Joly, rimasto vittima ieri sera di un'inaccettabile aggressione a Torino. Un atto di violenza che condanno con fermezza e per il quale mi auguro i responsabili siano individuati il più rapidamente possibile. L'attenzione del governo è massima e ho chiesto al Ministro dell'Interno Piantedosi di essere aggiornata sugli sviluppi del caso". Così Giorgia Meloni, in una dichiarazione sull'aggressione denunciata dal giornalista de La Stampa da parte di militanti di estrema destra. "Troppa violenza e intolleranza in Italia contro chi non la pensa come te. A Torino aggredito un giornalista de La Stampa da estremisti di destra, a Roma due ragazzi picchiati perché omosessuali, minacce di morte a Forza Italia. Condanniamo con grande fermezza ogni violenza!". E' quanto scrive quindi su X il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.  L'aggressione, si legge sul quotidiano torinese, è avvenuta nella serata di ieri "in via Cellini all'esterno dell'Asso di Bastoni, un circolo storicamente frequentato da simpatizzanti e militanti di estrema destra". "Un filmato girato dal cronista stesso, che passava di lì per caso, immortala il momento in cui gli attivisti lo avvicinano chiedendogli 'Sei dei nostri?', poi reagiscono appena intuiscono che Joly non c’entra con loro", si legge ancora. "Da una prima ricostruzione fuori dal locale era in corso una festa di Casa Pound con fumogeni e fuochi d'artificio. A Joly è stato intimato di consegnare lo smartphone quindi lo hanno minacciato e aggredito, mentre lui si allontanava lo hanno calciato facendolo cadere e a quel punto lo hanno colpito con dei calci. Il giornalista è stato costretto a farsi medicare in ospedale", racconta La Stampa. —[email protected] (Web Info)