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Agroecologia/ il caso studio del Chianti, un approccio territoriale per sostenibilità e resilienza ai cambiamenti climatici

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Individuare gli approcci agroecologici più efficaci per assicurare la sostenibilità socioeconomica delle aziende agricole, la resilienza dell’ecosistema agroalimentare locale e per tutelare al tempo stesso la biodiversità e il paesaggio nelle aree rurali. Sono questi gli obiettivi del progetto europeo UNISECO (Understanding and Improving the Sustainability of Agro-ecological Farming Systems in the EU, Comprendere e migliorare la sostenibilità dei sistemi agro-ecologici nell’Unione Europea), al quale partecipa anche il CREA, con il suo centro di Politiche e Bioeconomia e di cui si conclude oggi la presentazione dei risultati. Si tratta di una concreta opportunità a livello di territorio, che prevede metodologie innovative – come per esempio nuovi indicatori per la valutazione delle emissioni di gas serra, delle risorse idriche e della biodiversità – per valutare la sostenibilità dei sistemi agricoli e i cambiamenti economici e tecnologici delle aziende. I risultati finali di UNISECO forniranno raccomandazioni per l’attuazione della strategia europea From Farm to Fork, della Strategia per la biodiversità per il 2030 e dei piani strategici nazionali della PAC post 2022.

Il Biodistretto del Chanti Fra i 15 casi di studio selezionati tra diversi paesi europei partecipanti al progetto, c’è l’area del Chianti classico, l’unico in Italia, ad alta vocazione vitivinicola associata ad un turismo rurale molto sviluppato, ampiamente nota a livello internazionale, ma minacciata dalla pluri-decennale intensificazione della viticoltura e dall’abbandono dei terreni marginali e il conseguente avanzamento incontrollato del bosco. Da notare, infine, che qui la superficie coltivata con metodo biologico è pari al 33% di quella agricola complessiva, un dato che va ben oltre quello regionale e nazionale.

Il CREA Politiche e Bioeconomia ha discusso alcune strategie per la transizione agroecologica assieme al “Biodistretto del Chianti”, un’associazione che unisce operatori del biologico, amministratori locali e altri attori delle filiera agro-alimentare per promuovere la transizione verso un sistema agricolo più sostenibile e resiliente. Per favorire questo processo si sono dimostrate cruciali: l’adozione di pratiche sostenibili – quali l’inerbimento interfilare nelle colture permanenti, il monitoraggio delle coltivazioni, il compostaggio a piccola scala e la coltivazione con metodo biologico – in grado di ridurre la perdita di biodiversità e le emissioni di gas serra e la diversificazione colturale, perseguita attraverso il recupero dell’olivicoltura nelle aree più marginali e l’introduzione di seminativi e orticoltura nei terreni in via di abbandono.

Centrale è risultato essere il ruolo delle iniziative locali degli agricoltori e degli altri soggetti coinvolti (per es. il Biodistretto del Chianti, accordi di collaborazione tra agricoltori per l’utilizzo comune di macchinari e impianti, attività di consulenza svolte in forma collettiva e primi tentativi di filiere corte per prodotti di elevata qualità). Azioni queste, che devono essere ulteriormente promosse, attivando nuove reti locali di filiera, rafforzando i servizi di consulenza e facilitando l’accesso alla terra. In tal senso, le innovazioni studiate in seno a UNISECO, di carattere prevalentemente sociale, riguardano i processi di interazione e cooperazione tra tutti gli attori. La transizione agroecologica, infatti, passa anche dalla promozione di iniziative di cooperazione per superare le diseconomie di scala che gravano sulle piccole e medie imprese (es. la condivisione di macchinari, dei servizi di consulenza o dei dati meteorologici).

Identikit del progetto. UNISECO (Understanding and Improving the Sustainability of Agro-ecological Farming Systems in the EU, Comprendere e migliorare la sostenibilità dei sistemi agro-ecologici nell’Unione Europea) è un progetto triennale (2018-2021) finanziato dalla Unione Europea con il programma Horizon 2020, e realizzato in 15 Stati Membri (tra cui Germania, Italia, Regno Unito, Spagna, Grecia, Finlandia, Lituania, Ungheria).

Contatto stampa: Micaela Conterio

Coronavirus/ La Protezione Civile: “Procedere per anno di nascita è l’unico criterio oggettivo per vaccinare i cittadini”

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Notizie in breve sull’epidemia da coronavirus

a) I criteri di somministrazione dei vaccini sono da giorni al centro del dibattito politico.

“Procedere per anno di nascita è l’unico criterio oggettivo per vaccinare i cittadini contro la COVID-19”, la dichiarazione è del capo della Protezione Civile;

b) E’ un dato che, anche a livello istituzionale, è stato definito ‘insopportabile’. Nell’ultimo giorno in Italia i decessi legati al coronavirus sono 551: è il dato più alto dallo scorso 19 gennaio, come riporta il Ministero della Salute;

c) “Se la situazione lo permette riapriremo le scuole anche nelle zone rosse”. Lo ha dichiarato il premier, Mario Draghi.

Arte/ Cardi Gallery presenta otto maestri italiani del dopoguerra

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 Cardi Gallery,  in occasione di Art Basel 2021, nell’ambito della viewing room online “Pioneers”, presenta le opere d’arte di otto maestri italiani del dopoguerra. Attraverso una selezione intitolata Pioneri della terra e dei cieli la galleria propone otto opere prodotte tra il 1966 e il 2010. Allontanandosi dall’uso dei medium artistici tradizionali e sfidando il rapporto tra spettatore e arte, questi artisti hanno avuto un ruolo significativo nel cambiare il corso dell’arte contemporanea.

 Durante tutta la sua carriera, Mimmo Rotella ha sviluppato nuove tecniche per superare i limiti della pittura: il décollage negli anni ’50, l’emulsione fotografica e l’artypo negli anni ’60, il blank negli anni ’80. La Diva (1963) è uno dei primi esempi delle sue emulsioni fotografiche, in cui l’artista trasforma la tradizionale tela in una superficie fotografica su cui proiettare immagini ingrandite provenienti da riviste o dal proprio corredo iconografico. Il suo vocabolario visivo attinge costantemente dalla cultura pop, dalle icone del cinema, della pubblicità e della cronaca trasformandole nel soggetto per eccellenza di città in continua evoluzione e di un’economia in forte espansione. L’atteggiamento ribelle di Rotella verso lo spazio sacro della tela e l’atto del dipingere, così come la sua giocosità con i materiali quotidiani, fanno di lui un pioniere nello sviluppo dell’arte italiana del dopoguerra.

 Come Rotella, anche Alberto Biasi allarga gli orizzonti della pittura attraverso l’assemblaggio di materiali di produzione industriale. La sua opera Drops in Lewisham (1974) evoca l’immaginario di gocce tremolanti attraverso un processo cinetico virtuale in cui strisce di PVC e acrilico sono animate dal movimento dello spettatore davanti all’opera, creando così nuove forme che guidano lo sguardo. La presenza dello spettatore è necessaria per completare l’opera, poiché stabilisce una relazione cruciale e attira l’attenzione su un elemento performativo e temporale di un’opera a parete.

 Questo atteggiamento è esemplificato anche dalla pratica di Michelangelo Pistoletto e dalle sue serie di quadri specchianti come Uomo dal cappello giallo e verde (1973), dove lo spettatore diventa fisicamente parte integrante del dipinto. Proprio come per Pistoletto lo specchio funge da ponte tra l’opera d’arte e il mondo del “qui e ora”, lasciando quindi che il quotidiano sconfini nell’opera, in Untitled (1983) di Mario Merz questa funzione è esaltata da una lancia leggera che trafigge una tela privata del telaio. Questo lavoro, dipinto astrattamente, richiama una forma simile a un gufo, tratta dal ricco bestiario dell’artista.

Nelle loro opere, questi artisti abbracciano gli elementi naturali nella loro organicità più povera e più semplice: ghiaccio e sale. Poi, li elevano, associandoli a materiali industriali, come le stampe seriali per Rotella, strutture plastiche per Biasi, acciaio inox per Pistoletto, tubi al neon per Merz, fogli di piombo e un sistema di congelamento per Pierpaolo Calzolari e la sua opera Untitled (Black Salt) del 1986. Queste opere parlano della tattilità dell’arte, della sua capacità alchemica di trasformare ed elevare non solo soggetti naturali comuni e materiali di uso quotidiano, ma anche di sfidare la visione e attivare gli altri sensi attraverso il profumo del metallo gelido, la variazione di temperatura e il ronzio di un motore. Tutti questi artisti fanno riferimento al linguaggio pittorico, ma allo stesso tempo se ne allontanano, decostruendo l’Arte Pura attraverso approcci e assemblaggi creativi e singolari.

Alighiero Boetti rinuncia a parte della propria autorialità artistica. Cieli ad Alta Quota, un pezzo del 1988 dell’iconica serie Aerei, illustra l’approccio collaborativo dell’artista nella creazione di opere d’arte, che vede coinvolti colleghi artisti e dilettanti a disegnare i suoi aeroplani sullo sfondo dei cieli d’alta quota. Un’altra opera d’arte che mette in discussione i caposaldi dell’Arte Pura è il pezzo da parete del 1980 di Jannis KounellisMensola. Quest’opera reinventa simultaneamente il linguaggio della scultura classica e della pittura; la tela è stata sostituita da una pesante lastra di ferro con mensole, sulla quale è esposta una piccola collezione di teste in gesso accanto ad alcuni materiali di artisti. Le sculture sono frammentate o macchiate di pittura colorata, gli stracci imbevuti di colore, i vetri rotti probabilmente appartenenti ad alcune cornici.

 Un atteggiamento completamente diverso nei confronti della pittura è dimostrato dal silenzioso neo-espressionismo di Untitled (2010) di Mimmo PaladinoUntitled è un’opera su tela di grandi dimensioni che raffigura un colorato tableau a tecnica mista di elementi figurativi, forme geometriche e motivi decorativi, la testa umana rappresentata sia di profilo che frontalmente, una casa stilizzata e il numero 1. Le opere di Paladino sono intrise di misticismo, quest’ultimo è strettamente legato alla terra e profondamente radicato nella cultura italiana, ma allo stesso tempo si riferisce all’ultraterreno.

Cronaca/ Silvio Berlusconi ricoverato in ospedale

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La notizia ha avuto subito vasta eco sui mass media. Silvio Berlusconi è ricoverato in ospedale. A rivelarlo è il suo legale, l’avvocato Federico Cecconi, all’inizio dell’udienza del processo milanese sul caso Ruby ter. L’avvocato all’inizio dell’udienza nella maxi aula della Fiera, davanti ai giudici , ha voluto “dare atto a verbale che il dottor Berlusconi per problematiche di salute è da lunedì mattina ospedalizzato”.

Ad ogni modo, così come già avvenuto nelle scorse udienze, la difesa dell’ex premier ha deciso “di non avanzare istanza di legittimo impedimento” per chiedere il rinvio del processo e dunque oggi l’attività in aula va avanti.

Long Covid, pubblicati gli avvisi regionali per la riabilitazione degli assistiti Inail

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 Individuare strutture sanitarie su tutto il territorio nazionale per l’erogazione di prestazioni riabilitative ai lavoratori che continuano a soffrire di postumi debilitanti a distanza di mesi dal contagio da Sars-CoV-2. È questo l’obiettivo dei nuovi avvisi regionali pubblicati dall’Inail, che puntano a garantire un approccio alla riabilitazione degli assistiti di tipo multi-assiale, in grado cioè di prendere in carico ogni caso sulla base delle specifiche esigenze terapeutiche post Covid-19, che possono interessare l’aspetto respiratorio, cardiologico, muscolare e neurologico. Il fenomeno, oggetto di studio e analisi da parte dei ricercatori a livello internazionale, è denominato in letteratura scientifica “Long-Covid”.

Bettoni: “È un ulteriore tassello nel percorso di tutela costruito in questo anno difficile”. “Gli ultimi dati – spiega il presidente dell’Istituto, Franco Bettoni – fanno registrare ben oltre 150mila denunce di contagio da Covid-19 in occasione di lavoro. Fin dall’inizio della pandemia ci siamo attivati per assicurare il massimo sostegno possibile a tutti i nostri assistiti colpiti dal virus e alle loro famiglie, attraverso l’erogazione dell’ampia gamma di prestazioni previste dall’Istituto per gli infortunati sul lavoro. Gli avvisi regionali appena pubblicati rappresentano un ulteriore tassello nel percorso di tutela dei lavoratori costruito dall’Inail in quest’anno difficile di pandemia, un passo avanti necessario che tiene conto anche delle conseguenze nel lungo periodo del Covid-19 sulla salute delle persone.

“Operando in sinergia con il Sistema sanitario nazionale allevieremo la pressione sulle strutture pubbliche”. “Attraverso la stipula di convenzioni con strutture sanitarie operanti sul territorio – aggiunge Bettoni – vogliamo fare in modo che tutti i lavoratori ricevano l’assistenza di cui hanno bisogno con la necessaria tempestività. L’Inail opererà così in sinergia con il Servizio sanitario nazionale, integrando il livello delle prestazioni e degli interventi garantiti, e allevierà la pressione degli utenti sulle strutture del sistema pubblico a causa dell’elevata domanda generata dagli effetti della pandemia sulla popolazione”.

I pazienti seguiti con il regime riabilitativo più idoneo tra ricovero, day hospital e ambulatoriale. L’Inail, in particolare, una volta accertata l’impossibilità delle strutture del Servizio sanitario nazionale di assicurare il trattamento rispondente alle esigenze riabilitative nei tempi previsti, informerà i propri assistiti in merito alle strutture convenzionate con l’Istituto per l’erogazione delle prestazioni multi-assiali. Nel rispetto della libertà di scelta terapeutica, i lavoratori potranno indicare la sede prescelta, dove saranno seguiti con il regime riabilitativo più idoneo (ricovero, day hospital, ambulatoriale).

Le domande devono essere inoltrate all’Istituto entro 45 giorni dalla data di pubblicazione dell’avviso. Fermo restando il rispetto della normativa nazionale e regionale in materia di autorizzazione all’esercizio delle attività sanitarie, le strutture interessate a erogare queste prestazioni agli assistiti Inail devono garantire i requisiti professionali, tecnici, organizzativi e strutturali specificati negli avvisi regionali. Le domande di partecipazione, redatte secondo lo schema allegato, devono essere inoltrate all’Istituto entro 45 giorni dalla data di pubblicazione dell’avviso.

Lucibello: “Con questa iniziativa prosegue il nostro impegno per la gestione dell’emergenza sanitaria”. Come sottolineato dal direttore generale dell’Inail, Giuseppe Lucibello, “la riabilitazione post Covid-19 è, in ordine di tempo, l’ultimo degli impegni che l’Istituto da me diretto si è assunto per contribuire alla gestione dell’emergenza sanitaria, a partire dalla validazione straordinaria di dispositivi di protezione individuale, per far fronte alla grave carenza nei primi mesi di pandemia, fino alla messa a disposizione di 453 milioni di euro per l’acquisto di strumenti di protezione e per le attività di sanificazione da parte delle imprese”.

“Determinante il contributo offerto con l’elaborazione dei documenti tecnici e la presenza nel Cts”. “Determinante è stato, inoltre, il ruolo dell’Istituto nella elaborazione dei numerosi documenti tecnici che hanno consentito al decisore politico di adottare il corposo impianto normativo per il contenimento del contagio non solo nei luoghi di lavoro – precisa Lucibello – e prezioso è stato il contributo fornito nell’ambito del Comitato tecnico scientifico presso la Protezione civile, attraverso la presenza di un rappresentante Inail. Ciò ha consentito di tenere in considerazione, nel bilanciamento degli interessi, le esigenze del mondo produttivo e della sicurezza dei lavoratori durante le diverse fasi della crisi sanitaria”.

“La presa in carico tempestiva consentirà il ritorno più veloce alla normalità delle relazioni sociali e lavorative”. “Attraverso questa nuova iniziativa – spiega il direttore generale dell’Inail – vogliamo contribuire non solo a fornire sostegno ai lavoratori direttamente colpiti dal virus, ma anche a ridurre l’impatto dei costi sociali ed economici della pandemia, che si traducono, dopo gli effetti immediati e diretti del contagio, in termini di ore di lavoro perse. La presa in carico tempestiva delle persone che soffrono di postumi debilitanti consentirà il ritorno più veloce alla normalità delle loro relazioni sociali e lavorative”.

Mipaaf propone di candidare all’Unesco il caffè espresso italiano

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Il Mipaaf ha presentato le candidature a patrimonio culturale immateriale dell’umanità del Rito del caffè espresso italiano tradizionale, che è anche vera e propria arte, e in subordine quella della Cultura del caffè napoletano, realtà tra rito e socialità.
L”istruttoria delle proposte di candidature che ha portato il Rito del caffè espresso italiano tradizionale e la Cultura del caffè espresso napoletano ad essere già inserite nell’Inventario dei Prodotti agroalimentari italiani (INPAI).
Il Gruppo di lavoro UNESCO del Mipaaf ha quindi deciso all’unanimità di proporre le candidature e di inviare la documentazione alla Commissione Nazionale dell’Unesco che dovrà decidere l’avvio del procedimento per l’inserimento nel patrimonio immateriale dell’umanità di un elemento che ha importanti risvolti culturali, sociali, storici e di tradizione.
La priorità per l’elemento Rito del caffè espresso italiano tradizionale, a parità degli elementi costitutivi del dossier, è stata determinata dalla presentazione della relativa proposta all’inizio del 2019 mentre quella della Cultura del caffè espresso napoletano è stata presentata alla metà dello scorso anno.
Dopo la scadenza del termine per la presentazione delle candidature, prevista per il 31 marzo, l’Unesco sarà chiamata a pronunciarsi sulla proposta di candidatura.

Sicurezza alimentare/ Ritirati due lotti di barrette allo zenzero al limone

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Sono stati ritirati dal commercio alcuni lotti dei Céréal BIO Raw Bar zenzero al limone; il marchio del prodotto è Céréal BIO e il nome o ragione sociale dell’OSA a nome del quale il prodotto è commercializzato è Nutrition & Santé Italia S.p.A. Il marchio di identificazione dello stabilimento o del produttore è Meraviglie, mentre il nome del produttore è Meraviglie S.r.l., con sede dello stabilimento i via del Commercio 16 a Sommacampagna.

I lotti:

 L030621: data di scadenza o termine minimo di conservazione del 3 giugno 2021 e unità di vendita da 35 grammi;

L221021: data di scadenza o termine minimo di conservazione del 22 ottobre 2021 e unità di vendita da 35 grammi;

nelle avvertenze viene chiesto di riportare eventuali confezioni di questi due lotti nei punti vendita dove è stato effettuato l’acquisto. Per ulteriori informazioni è possibile contattare il numero verde 800018124.

I piccoli editori online contro l’AGCOM. ANSO al fianco de Il Giunco nel ricorso al Tar del Lazio

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Sanzione sproporzionata: ANSO si schiera con Il Giunco, editore dell’omonima testata giornalistica online, nel ricorso al Tar del Lazio contro l’AGCOM. L’Associazione Nazionale Stampa Online chiede l’annullamento della multa da 50mila euro irrogata dall’Autorità Garante per le Comunicazioni al piccolo editore toscano per la presunta violazione del divieto di pubblicità dei servizi di gioco disposta dall’art. 9 del Decreto Dignità.
«La scelta di combattere il gioco d’azzardo attraverso il divieto della sua promozione è corretta – dichiara Marco Giovannelli, presidente di ANSO -. Molto meno il sistema sanzionatorio delle norme previste perché non si può chiedere a una testata giornalistica di pagare 50mila euro a seguito di un articolo pubblicato. L’associazione appoggia quindi il ricorso de Il Giunco perché si arrivi a una soluzione equa».
L’antefatto è un articolo pubblicato quasi un anno fa su ilgiunco.net, “testo presuntivamente informativo, redatto similmente ad un normale articolo di taglio giornalistico, volto, però, a promuovere il gioco con vincita in denaro tramite un apposito collegamento ipertestuale”, scrive l’AGCOM nell’ordinanza del gennaio scorso con la quale ha confermato la sanzione amministrativa e alla quale l’editore ha fatto opposizione al Tar. Il punto non è nella violazione, ma nel meccanismo di conteggio della sanzione stessa che viene conteggiato, come recita la norma, di “importo pari al 20 per cento del valore della sponsorizzazione o della pubblicità e in ogni caso non inferiore, per ogni violazione, ad euro 50.000”.
ANSO chiede che siano accolte le eccezioni di legittimità costituzionale e di compatibilità con il Trattato UE del Decreto Dignità sottoposte da Il Giunco all’attenzione dei giudici amministrativi.
Gli editori italiani, specie le piccole realtà locali, scontano infatti i limiti della potestà giurisdizionale italiana e la soggezione del principio del paese d’origine di cui alla Direttiva c.d. SMAV e, pertanto, oltre a subire una illegittima e sproporzionata restrizione alla propria attività, sono incisi anche da una disparità di trattamento conclamata rispetto agli editori stabiliti in altri paesi appartenenti all’UE che non sono soggetti ai divieti del Decreto Dignità ed ai controlli di AGCOM.
Sulla scorta dei recenti pronunciamenti della Corte Costituzionale in tema di sanzioni, ANSO ha rilevato come la norma primaria che prevede l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria minima di 50mila euro sia del tutto irragionevole e sproporzionata prevedendo una modalità di calcolo che non consente ad AGCOM di poter differenziare il trattamento sanzionatorio rispetto alla fattispecie concreta ed avendo portata indistinta in relazione a qualsiasi trasgressore da Google al piccolo editore locale.

Milano/ Baby gang di rapinatori sgominata dalla polizia

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Sgominata una baby gang dedita ad atti di particolare violenza. Due ragazzi di 15 e 17 anni sono stati arrestati dalla polizia perché ritenuti a capo di una baby gang che tra luglio 2020 e febbraio 2021 ha compiuto rapine e aggressioni a Milano.

Il 17enne è incensurato mentre il 15enne, nonostante l’età, è già noto per violenza sessuale e lesioni commessa quando era ancora 13enne nei confronti di una coetanea. Altri 4 minorenni sono stati indagati. 

Il primo episodio attribuito al gruppo, composto da 15 ragazzini, risale al 27 luglio 2020.

Al 17enne vengono contestate 3 rapine e il danneggiamento di un bus, al 15enne tre rapine, due delle quali commesse in concorso con l’amico più grande.

Un vino,un territorio/ Toscana- Vino Nobile di Montepulciano Gattavecchi

Pietro Colagiovanni*

Il territorio: oggi un’incursione in una delle patrie della vinificazione in rosso italiana e internazionale, la zona del senese dove oltre a Montepulciano, con il suo vino Nobile troviamo, a qualche chilometro di distanza, anche Montalcino, con il suo famosissimo Brunello. Montepulciano dove ha sede la storica cantina Gattavecchi è un comune di circa 13.000 abitanti ricco di storia e meta di turismo internazionale mondiale.

E’un borgo medievale che è diventato nel tempo una cartolina dell’Italia e del suo ricchissimo passato. Di origine etrusca in epoca romana fu importante presidio militare. Turbolento il medioevo. Dapprima le guerre contro la vicina Siena poi nel Trecento forti contese interne tra le famiglie maggiorenti. Sul finire del XIV secolo in chiara funzione antisenese Montepulciano diventa stabile alleata di Firenze.

Montepulciano – borgo storico

Il periodo aureo della città è tra 1400 e metà del 1500 che vide il fiorire di una grande dinamismo culturale ed artistico. E’l’epoca del poeta Angelo Poliziano e delle sue Stanze ma anche di un incredibile fervore architettonico con la realizzazione di splendide chiese e dimore patrizie. Con l’annessione di Siena al principato di Firenze Montepulciano perse, nella seconda metà del XVI secolo, parte della sua rilevanza strategica.

Non dimeno rimase un centro importante e prestigioso, divenne sede episcopale e diede i natali ad uno dei più famosi attori della controriforma, il cardinale e teologo Roberto Bellarmino in seguito santificato che si occupò dei processi a Giordano Bruno e a Galileo Galilei.

Il Granduca Ferdinando I lasciò il governo di Montepulciano alla Granduchessa di Lorena. Il lungo periodo di governo lorenese diede nuovo impulso architettonico alla città, con la realizzazione di numerose chiese e pose le basi per una rinascita economica e sociale di Montepulciano. Con l’unità d’Italia il centro passò dalla provincia di Arezzo a quella di Siena e grazie a migliori collegamenti stradali e ferroviari divenne importante snodo agricolo e imprenditoriale. Da vedere a Montepulciano c’è tantissimo ed è consigliabile fermarsi per più di qualche giorno.

La semplice passeggiata per i suoi vicoli e le sue strade vale da sola il viaggio. Volendo dare qualche riferimento da visitare, a solo titolo esemplificativo, citiamo la Cattedrale di Santa Maria Assunta, la Chiesa di San Biagio, la Fortezza Medicea, la Piazza Grande, il Teatro Poliziano e potremmo continuare a lungo. Un posto splendido come splendidi sono i suoi dintorni, con incredibili scorci di campagna toscana, con filari di cipressi a decorare una collina suggestiva e bellissima.

Il vitigno: il vino Nobile di Motepulciano deriva, in questo caso al 90% dal vitigno a bacca rossa Sangiovese, il vitigno principe della vinificazione in rosso della Toscana. Probabilmente originario della stessa Toscana il Sangiovese ha originbi antichissime e se ne ha notizie sin dal periodo etrusco, nell’VIII secolo a.C. La teoria più accreditata sul nome è quello di Sangue di Giove che lo legherebbe alla tradizione religiosa dei romani. Altre invece lo legano al comune di San Giovanni Valdarno o al comune di Santarcangelo di Romagna. Come che sia siamo di fronte ad un vitigno di grande storia e pregio,capace di dare vita a vini di grande qualità ed armonia, adatti a lunghi invecchiamenti che ne esaltano produzione di profumi terziari. Il restante 10% proviene da altre uva a bacca rossa che il produttore non ci indica analiticamente.

Il vino: si potrebbero scrivere dei trattati sul Vino Nobile di Montepulciano, uno dei grandi rossi della tradizione italiana. Nonostante negli anni sia stato superato in fama e notorietà dal vicino Brunello (con cui condivide lo stesso vitigno) o dal piemontese Barolo o dal Veneto Amarone il Nobile per chi scrive è un autentico gioiello della viticoltura nostrana. E lo è perchè lega in modo indissolubile la storia di secoli (e che storia) con un territorio fantastico, che è poi quello che questa rubrica persegue prioritariamente. Il Nobile 2016 Docg di Gattavecchi è un classico, quasi un’emblema di un prodotto.

La cantina Gattavecchi, una bellissima cantina storica nel cuore di Montepulciano (visitabile, con annesso un ottimo ristorante) produce vini di qualità da oltre cento anni. Questo Nobile proviene dai vigneti siti in località Argiano e Ascianello, sempre a Montepulciano. Dopo una lenta macerazione di 16 18 giorni affina due anni in botti di rovere di Slavonia con ulteriore affinamento in bottiglia di 6-8 mesi. Dal colore rosso granato esprime profumi armonici e completi di frutta rossa sotto spirito.

Al sorso è equilibrato, asciutto con sobrietà ed eleganza. Potremmo continuare così con descrizioni sommellieresche per un po’ ma basta dire, semplicemente, che è un gran vino. Senti la storia, la tradizione. Berlo è come fare un tour tra Montepulciano e le sue colline, è un’esperienza di alto livello. E’un vino classico, come lo può essere un bell’abito maschile di sartoria, non passa mai di moda e ti fa fare sempre una bella figura. Perfetto con arrosti e piatti di carne ha una tale qualità che si può degustare anche in solitudine, ha la struttura e la personalità adatta.

Valutazione: 4,6/5

Prezzo medio: 18 euro

Rapporto qualità/prezzo: molto favorevole

* fondatore e amministratore del gruppo Terminus, giornalista, sommellier Ais

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