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Cronaca nazionale/ Positivi al Covid, continuano a lavorare in ufficio, denunciati

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La trasgressione delle norme di prevenzione del contagio è un fatto grave, che quando viene alla luce porta alla relativa denuncia.

Un imprenditore e una segretaria, rispettivamente suocero e nuora, di un’azienda di Carpenedolo, in provincia di Brescia, si sono presentati regolarmente in ufficio seppur positivi al tampone Covid.

Stando alle prime informazioni riportate sul Giornale di Brescia, dal primo di marzo i due erano tutti i giorni alla loro scrivania nonostante erano stati segnalati da Ats: avevano continui contatti con gli altri dipendenti. Sono intervenuti i carabinieri di Desenzano e per i due è scattata la denuncia.

foto di repertorio

Cronaca nazionale/ Da tempo curava la moglie malata, anziano si toglie la vita

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Dramma in provincia di Frosinone, dove un uomo di 85 anni si è tolto la vita in un rustico all’esterno della sua abitazione di campagna nel comune di Aquino.
Da tempo si prendeva cura della moglie malata. Da quanto si apprende, aveva scoperto con un test rapido di essere positivo al Covid-19.
Non avrebbe lasciato biglietti né messaggi per spiegare il suo gesto; naturalmente non c’è nessuna evidenza che il gesto estremo sia dovuto alla notizia della malattia.
Sul posto è giunto il personale del 118 che non ha potuto fare altro che constatare il decesso dell’uomo, assieme ai carabinieri.

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Cronaca nazionale/ Colpita dal fratello con uno spiedino, è in gravi condizioni in ospedale

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Litigio familiare finito in tragedia. Una donna di 69 anni è ricoverata in condizioni gravissime in ospedale al Brotzu di Cagliari dopo essere stata aggredita dal fratello, al culmine di un violento litigio. L’ex assessora del comune di Quartu Sant’Elena, in provincia di Cagliari, si trova ora ricoverata in fin di vita in ospedale: è stato lo stesso fratello a chiamare i soccorsi subito dopo essersi scagliato contro di lei. Sul posto i soccorritori del 118 e le forze dell’ordine.

Sulla dinamica dell’accaduto stanno indagando i poliziotti del Commissariato di Quartu e gli agenti della Squadra Mobile.

foto di repertorio

Milano, arriva il treno per trasportare malati di Covid in terapia intensiva

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L’emergenza richiede forme di assistenza alternative ma importanti. Da oggi tra le armi per la lotta alla pandemia di coronavirus si aggiunge anche un treno completamente adibito al trasporto in sicurezza di pazienti affetti da Covid-19. Il mezzo è stato presentato a Milano ma a tutti gli effetti potrà percorrere quasi tutto il sistema ferroviario del Paese per prestare aiuto dove serve e per alleggerire dal punto di vista logistico e sanitario il carico di lavoro degli ospedali maggiormente in sofferenza per mancanza di posti letto.
Visto dall’esterno il treno sanitario è un normale convoglio da dieci carrozze; l’interno dei vagoni è pero completamente adibito alla cura dei passeggeri, come una sala ospedaliera di terapia intensiva.

Bologna/ Quattordicenne ricoverato in gravi condizioni per Covid

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Una notizia terribile. Un 14enne è stato ricoverato, per Covid, in terapia intensiva, al policlinico Sant’Orsola di Bologna. Il ragazzo è arrivato in ambulanza da Modena.

Le sue condizioni sono gravi: secondo gli accertamenti fatti finora, non avrebbe patologie pregresse, ma sono in corso ulteriori approfondimenti.

Milano/ Nascondeva la droga nelle buche del tavolo da biliardo, arrestato dalla polizia

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Un piano che sembrava inattacabile, ma due persone sono state scoperte dalla polizia.

Per vendere liberamente cocaina ai suoi clienti, senza dare troppo nell’occhio, aveva escogitato di nascondere la droga all’interno delle buche di un biliardo, con la complicità del titolare del bar. Un italiano ed un cinese sono però finiti nei guai dopo un blitz della polizia a Milano, nella zona periferica di Quinto Romano.

La perquisizione ha consentito di trovare, all’interno di una delle buche di un biliardo, undici involucri contenenti cocaina ed uno contenente marijuana.

Il 33enne italiano è stato arrestato per detenzione e spaccio di stupefacenti;   il proprietario del bar è stato denunciato a piede libero.

Mezzogiorno, Paolo Capone(Ugl): “Riforma del codice degli appalti e investimenti in formazione dei giovani e digitalizzazione per eliminare il gap Nord-Sud”

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“Il Recovery Plan rappresenta per il Mezzogiorno un’occasione preziosa per un riscatto economico e sociale di portata epocale. L’UGL ribadisce la centralità di un piano per il lavoro, che coniughi politiche industriali e occupazionali sul modello del piano Marshall. È il momento di valorizzare le immense potenzialità del Sud e fare leva sul giacimento inesauribile di risorse intellettuali e professionali che è in grado di offrire. A tal fine è indispensabile un mutamento di paradigma culturale prima che politico, abbandonando la logica dell’assistenzialismo e dei sussidi che svilisce innanzitutto la dignità del lavoratore, rimuovendo gli ostacoli burocratici che impediscono il matching tra domanda e offerta di lavoro. Il sostegno alla scuola e alla formazione deve essere concepito come uno dei più grandi investimenti ad alto moltiplicatore, in termini di nuove competenze e di opportunità di sviluppo. In tal senso, i giovani rappresentano il futuro del nostro Paese per cui è un obbligo morale dare loro la possibilità di inserirsi all’interno del mercato del lavoro. Fondamentale, dunque, avviare un programma di interventi all’insegna della digitalizzazione, un passaggio fondamentale per creare nuovi posti di lavoro e promuovere la competitività delle imprese nelle regioni meridionali. Al tempo stesso è urgente riformare l’attuale codice degli appalti al fine di ridurre le tempistiche per la ‘messa a terra’ di un’opera, liberando gli oltre 120 miliardi di euro di fondi nazionali non spesi a causa della burocrazia. Risorse preziose che consentirebbero, unitamente ai finanziamenti derivanti dal Recovery Plan, di far ripartire i troppi cantieri rimasti sospesi. La riscossa del Mezzogiorno potrà avverarsi soltanto attraverso un ambizioso piano infrastrutturale a cominciare dal Ponte sullo Stretto e dall’Alta velocità, per eliminare il gap Nord-Sud a beneficio dell’occupazione, della coesione e dello sviluppo del Paese”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito agli investimenti necessari per favorire la ripresa economica nel Sud Italia.

Coronavirus/ Aumenta il contagio e sale il numero dei deceduti nelle 24 ore

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E’ un contagio in continua ascesa, purtroppo, quello del Coronavirus in Italia, leggendo i numeri del bollettino del Ministero della Salute. I nuovi positivi registrati nelle ultime 24 ore sono 25.673 su 372.217 tamponi (ieri erano stati 22.409 su 361.040 tamponi). Sono 373 i morti di oggi (ieri erano stati 332). Con 15.000 dimessi e guariti in più gli attualmente positivi sono 497.350, ( +10.276). Il tasso di positività è oggi del 6,9% (ieri era stato del 6,2%).

Il totale delle vittime da coronavirus nel nostro Paese dall’inizio della pandemia sale a 101.184. Il totale dei casi di Covid-19 dall’inizio della pandemia in Italia è dunque di 3.149.017, di cui 2.550.483 dimessi e guariti.
Del totale dei positivi sono 471.244 quelli in isolamento domiciliare (+9.879), 23.247 ricoverati con sintomi (+365) mentre i malati in terapia intensiva sono 2.859 (+32).

Coronavirus/ La variante inglese oramai prevalente in Italia

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Notizie in breve sull’epidemia da coronavirus

a) E’ oramai prevalente rispetto a contagio da Covid “normale”. In Italia la prevalenza stimata della variante scoperta in Inghilterra resta stabile al 54%. La precisazione è del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Brusaferro;

b) Le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi del vaccino anti-COVID sono più di 1,8 milioni, come riporta il governo italiano;

c) Nell’ultimo giorno il Brasile registra il più alto numero di decessi legati al coronavirus dall’inizio dell’epidemia: sono 2.286

Covid-19, in uno studio Inail-Istituto Superiore di Sanità la fotografia del contagio tra i tecnici della salute a inizio pandemia

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 Dall’inizio della pandemia e fino al 30 aprile 2020, tra i tecnici della salute la categoria degli infermieri (47,9%) è stata quella più colpita dall’infezione derivante dal nuovo Coronavirus. A seguire, i medici, con il 20,5%, e gli operatori socio-sanitari con il 19,7%. Guardando al genere, a essere maggiormente contagiate sono state le donne (67,4%) rispetto agli uomini (32,6%), con un’età media pari a 47,4 anni e mediana pari a 49 anni. Anche queste cifre confermano che a fronteggiare per primi un “nemico” dal profilo iniziale ancora indefinito sono stati gli addetti del sistema sanitario. I dati emergono dal documento sul monitoraggio degli operatori sanitari risultati positivi al Covid-19 nei primi mesi dell’emergenza epidemiologica, compiuto attraverso uno studio retrospettivo in sette regioni italiane.

Uno studio Inail-Iss in collaborazione con sette regioni. La pubblicazione è frutto di un lavoro tecnico di ricerca curato dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’Inail in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità e con le regioni Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio, Abruzzo, Puglia e Sicilia.  Condiviso con il Comitato tecnico-scientifico (Cts) istituito presso il Dipartimento della Protezione Civile nella seduta del 5 marzo scorso, lo studio è consultabile sul sito dell’Istituto, insieme agli altri documenti tecnici relativi all’emergenza sanitaria. 

Fondamentale il ruolo degli operatori sanitari nella gestione dell’epidemia. Nel report viene affrontato il tema del contagio tra gli operatori sanitari fotografando l’epidemia dai suoi albori, quando cioè la comparsa di un agente virale e di una patologia del tutto nuovi e sconosciuti ha determinato serie difficoltà per il sistema sanitario nazionale in termini di diagnosi, tracciamento e trattamento dei casi. Come viene ricordato in premessa, fin dalle primissime fasi il personale sanitario ha svolto un ruolo cruciale nella gestione dell’epidemia, sia per la cura in prima linea dei pazienti infetti, con il conseguente maggior rischio di esposizione, sia nell’assicurare la piena implementazione delle misure di prevenzione e controllo per il contenimento del contagio.

Un’analisi suddivisa in quattro macro-aree territoriali. Nella ricerca Inail-Iss, le circa 16mila schede valide esaminate al termine del monitoraggio, provenienti dalle sette regioni citate e relative agli operatori sanitari risultati positivi durante la prima ondata dell’epidemia da Sars-CoV-2, hanno consentito di raggruppare le regioni in quattro macro-aree. In particolare la Lombardia rappresenta il Nord-Ovest (63,7%), il Veneto confluisce nel Nord-Est (19,6%), il Lazio e la Toscana afferiscono al Centro (10,8%) e l’Abruzzo, la Puglia e la Sicilia nella macro-area Sud e Isole (6,0%).

Il contagio si è verificato prevalentemente in ospedale. Riguardo alla tipologia di struttura in cui sono avvenuti i contagi, dallo studio risulta che sul campione totale il 76,5% dei casi in esame ha operato prevalentemente in strutture di ricovero e cura. Tra queste, la maggior parte (94,2%) era costituita da strutture ospedaliere. A seguire, con il 4,2%, le strutture socio-sanitarie (residenze sanitarie assistenziali, case riposo/case famiglia, hospice). 

Ricoveri e modalità di contagio. La ricerca ha approfondito anche gli aspetti riguardanti in maniera più specifica il contagio da Covid-19. È emerso che gli operatori sanitari ospedalizzati sono stati 3.633, pari al 22,8% del campione totale, i ricoverati in terapia intensiva 197 (1,2%) e 63 gli operatori deceduti (0,4%). Quanto infine alle modalità di contagio, nei casi in cui questa informazione era disponibile, il 52,5% ha dichiarato di aver avuto un contatto in ambito famigliare o in altro ambito mentre il 47,5% ha sostenuto di aver avuto un contatto stretto in ambito lavorativo, di cui la parte prevalente è costituita dal contatto con un paziente.

L’abbassamento della curva grazie all’approfondimento sul virus e all’uso dei dispositivi di protezione. Anche da questo documento, quindi, si rileva che all’inizio della pandemia si è registrata un’elevata diffusione di infezioni tra gli operatori sanitari, con percentuali molto alte rispetto ai casi riscontrati nella popolazione generale. Solo dopo diverse settimane, spiegano gli autori della ricerca, sono state registrate percentuali di assestamento intorno al 3-4%. Un risultato dovuto al miglioramento delle conoscenze, all’aumentata capacità di testing e di disponibilità dei dispositivi di protezione individuale, nonché alla campagna vaccinale iniziata a fine dicembre 2020. In questo modo è stato possibile mitigare il rischio, favorendo tra gli operatori sanitari una riduzione della curva dei contagi.