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Sale giochi chiuse, “boom” del business illegale: in un anno di lockdown centinaia di agenzie sequestrate, oltre 200 denunce, 300 siti oscurati

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Il lockdown ha dato una spinta formidabile alla proliferazione dell’attività illegale nel mondo dei giochi. Lo dimostrano le operazioni delle forze dell’ordine mirate a contrastare il fenomeno dell’illegalità proprio durante il periodo di chiusura forzata del gioco legale a causa della pandemia da Covid-19.

Secondo un’analisi compiuta da Agipronews prendendo in esame le indagini e i controlli condotti da Guardia di Finanza, Polizia, Carabinieri e Agenzia Dogane e Monopoli (Adm), emerge che da marzo scorso sono state oltre 200 le persone fermate o denunciate per il reato di raccolta illecita di giochi. Sono invece svariate centinaia le agenzie sequestrate che operavano senza la necessaria autorizzazione, almeno un centinaio le “bische” chiuse e oltre 2 mila gli apparecchi di intrattenimento illegali sequestrati. Inoltre la lista dei siti inibiti pubblicata dall’Agenzia Dogane e Monopoli ha superato quota 9 mila unità, oltre 300 in più rispetto al mese di marzo dell’anno scorso.

Nel corso degli ultimi dodici mesi, ricorda agipronews,sono anche state elevate sanzioni per una cifra superiore a 1,5 milioni di euro per attività non autorizzate. Un danno diretto e gravissimo anche per l’Erario, quindi, che ha registrato nel 2020 un calo di 4 miliardi delle entrate dalla chiusura dei canali retail.

Dati preoccupanti, che trovano conferma anche nelle parole di Marcello Minenna, direttore generale di Adm, che ha ammesso come “il lockdown ha portato a un aumento del gioco illegale a fronte di una riduzione del 20-25% di quello legale per la chiusura delle sale” e per il quale sono state irrogate “sanzioni per oltre un milione di euro”.

Una situazione che rischia di aggravarsi ulteriormente, ha sottolineato Federico Cafiero De Raho, Procuratore  Nazionale Antimafia: “Molteplici indagini hanno dimostrato quanto il gioco illegale sia un indotto gestito dalle mafie e dalla ‘ndrangheta” e come sia “necessario incrementare il gioco autorizzato per sottrarre risorse alla criminalità organizzata e monitorare in modo puntuale tutta la filiera”, ha detto.

Nel 2020, il settore legale dei giochi e delle scommesse ha fatturato 12,5 miliardi di euro, con un calo superiore al 30% rispetto all’anno precedente; un trend  che, con il perdurare delle restrizioni, è destinato a peggiorare ulteriormente anche nel 2021. Numeri in discesa, in particolare, per slot machine e Vlt, che hanno registrato un crollo del 54% rispetto al 2019. Anno in rosso anche per le scommesse (-36%), mentre lotterie e Bingo sono fermi a 4,4 miliardi di euro (-25%).

Cronaca nazionale/ Tappezza il paese di foto intime dell’ex-fidanzatina, minorenne finisce in comunità

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E’ quello che viene definito ‘revenge porn’ ed è un reato. Per vendicarsi della fine della relazione e umiliare l’ex fidanzatina, di appena 13 anni, ha deciso di tappezzare il paese di foto intime dell’adolescente.

Per questo motivo, un 17enne residente in provincia di Salerno è stato portato dalla polizia in una comunità su disposizione del Tribunale per i minorenni.
L’episodio di revenge porn contestato al minore si è verificato alcuni giorni fa in un piccolo centro del salernitano.

Agenti della Polizia Postale e delle Comunicazioni Campania hanno sequestrato anche materiale pedopornografico.

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Cronaca nazionale/ Tragico incidente stradale, muore un 36enne

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Ancora una vittima della strada. Tragico incidente nella tarda serata di ieri sulla strada statale 274 Lecce-Gallipoli nei pressi dello svincolo per Melissano: due auto si sono schiantate ed un 36enne è morto.
Il conducente dell’altra auto è rimasto illeso.
Sul posto vigili del fuoco e carabinieri.

Rifiuti elettronici, con l’EcoIsola nel 2020 raccolte 15 tonnellate di cellulari, frullatori e lampadine

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La raccolta di prossimità dei rifiuti elettronici continua a dare risultati: sono quasi 15 le tonnellate di RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) che sono state conferite nelle EcoIsole di Ecolight l’anno scorso. Il consorzio nazionale per la gestione di RAEE, pile e accumulatori, anche nel 2020 ha continuato a sostenere il progetto per incrementare la raccolta di piccoli elettrodomestici e lampadine non più funzionanti. Le 33 EcoIsole, posizionate in corrispondenza di grandi strutture commerciali e in luoghi a elevata frequentazione, hanno permesso di intercettare oltre 13 tonnellate tra frullatori, tablet e cellulari, e più di una tonnellata e mezza di sorgenti luminose a risparmio energetico e neon. Permettendo così di avviare a recupero 7 tonnellate di metalli e 4 di plastica.
Nei dodici mesi, nonostante il lockdown e le notevoli difficoltà agli spostamenti imposti dall’emergenza sanitaria, non è calata l’attenzione all’ambiente. «Abbiamo registrato per ciascuna postazione, mediamente quasi due conferimenti al giorno per un peso di circa un chilo e mezzo l’uno. All’incirca, ogni giorno sono stati raccolti un tablet con il suo caricabatterie, un phon e un frullatore, tutti non più funzionanti», dice il direttore generale di Ecolight Giancarlo Dezio. Rispetto agli anni precedenti però, i volumi di raccolta si sono quasi dimezzati. «Le chiusure e le limitazioni agli spostamenti hanno inevitabilmente diminuito la frequentazione dei centri commerciali», osserva il direttore generale di Ecolight. «Alla base però resta il duplice valore di un progetto che porta la raccolta dei rifiuti elettronici su un piano di prossimità: da una parte, infatti, c’è la possibilità che viene data ai consumatori di avere un punto di conferimento alternativo all’eco centro comunale per i loro piccoli elettrodomestici rotti; dall’altra, c’è il servizio alla Distribuzione: i grandi punti vendita, in virtù del principio dell’Uno contro Zero, dal 2016 sono obbligati dalla legge a raccogliere cellulari, piccoli utensili elettronici e lampadine – con dimensioni fino a 25 cm – gratuitamente».


Le EcoIsole sono un cassonetto intelligente interamente automatizzato che permette il conferimento, attraverso due bocche distinte, di RAEE di piccole dimensioni. Uno sportello è dedicato al conferimento di piccoli elettrodomestici ed elettronica di consumo, rifiuti identificati nel raggruppamento R4 dei RAEE; il secondo è invece per la raccolta delle lampadine a risparmio energetico e delle sorgenti luminose fluorescenti (raggruppamento R5). L’accesso all’EcoIsola avviene attraverso l’uso della carta regionale dei servizi, così da poter tracciare i rifiuti conferiti. Le 33 EcoIsole di Ecolight in funzione nel 2020 sono state posizionate nelle principali città di Lombardia, Piemonte, Veneto, Toscana, Lazio e Marche, in corrispondenza di grandi strutture di vendita; otto EcoIsole hanno invece trovato posto nelle vicinanze di altrettanti Municipi di Milano.


Conclude Dezio: «Per aumentare la raccolta dei rifiuti elettronici e quantomeno avvicinarci agli obiettivi europei,  la strada da fare è ancora lunga: occorre aumentare la sensibilità ambientale per una tipologia di rifiuti che ha elevate percentuali di recupero. Infatti i piccoli elettrodomestici, che sono anche quelli più difficili da intercettare, sono riciclabili per oltre il 90% del loro peso. Non certo secondo, è necessario intervenire sui canali illegali e non autorizzati di gestione che sottraggono alla filiera RAEE oltre un terzo dei rifiuti».

Ecolight – Costituito nel 2004, è uno dei maggiori sistemi collettivi per la gestione dei RAEE, delle Pile e degli Accumulatori. Il consorzio Ecolight raccoglie quasi 1.900 aziende ed opera in una logica di contenimento dei costi e rispetto per l’ambiente. È stato inoltre il primo sistema collettivo in Italia ad avere le certificazioni di qualità ISO 9001 e ISO 14001. È punto di riferimento per la grande distribuzione (Gdo) e tratta tutte le tipologie di RAEE. www.ecolight.it

Un vino, un territorio/ Friuli-Collio Bianco Edi Keber

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Pietro Colagiovanni*

Il territorio: questa settimana siamo in Friuli, sulle colline di Gorizia, con una delle aziende tra le più iconiche nella rinascita vitivinicola della regione, quella di Edi Keber a Cormons, in località Zegla. Ci troviamo ad appena 4 chilometri dal confine con la Slovenia, nel Collio, zona pianeggiante ai piedi del monte Quarin. Cormons, circa 7.000 abitanti, nasce come stazione militare in epoca romana e viene lungamente contesa in epoca medievale per la sua importanza strategica, quale accesso alla città di Gorizia. Tranne qualche incursione veneziana Cormons fece stabilmente parte dell’Impero Asburgico.

Al termine della prima guerra mondiale, dopo alterne vicende, tornò definitivamente all’Italia. Da visitare il castello di Cormons, di origine longobarda e la chiesa di San Leopoldo, in stile barocco. Cormons offre una localizzazione ideale per la viticoltura : a poca distanza dai monti e dal mare ha una buona ventilazione ed una certa escursione termica.

Il terreno, la caratteristica Ponka del Collio rappresenta un altro elemento fondamentale: il caratteristico terreno del Collio, una marna arenaria di origine eocenica dove spesso si ritrovano fossili marini crea l’habitat ideale per una viticoltura dalla forte personalità, con mineralità e sapidità in primo piano. E proprio sulla ponka a Zegla, in un anfiteatro naturale Edi Keber produce il suo vino, un’azienda che ha origini nel XVIII secolo.

E’ lui il promotore del progetto Collio, fortemente radicato nel territorio e nella cultura del territorio. Una scelta quasi radicale di questa cantina, che nel tempo ha ottenuto numerosi riconoscimenti ed è diventata il faro per la produzione vinicola di questa zona. Abbandonati i trattamenti chimici Edi Keber (dal 2010 affiancato da suo figlio Kristian) produce 57.000 bottiglie su 12 ettari vitati di un solo prodotto, il Collio Bianco, espressione e sintesi di un territorio, di una cultura, di una comunità.

Cormons-panorama

Il vitigno: il vino è un blend autarchico di vitigni friulani. Il 70% è Friulano, il buon vecchio Tocaj cui l’Unione Europea nel 2008 ha tolto questo nome tradizionale per assegnarlo esclusivamente al vino passito e muffato dell’Ungheria. Coltivato in diverse regioni di Italia in Friuli trova la sua patria ideale. Questo vitigno a bacca bianca dà origine a vini dal colore giallo paglierino con una nota molto caratteristica di mandorla amara ed una buona struttura. Il 15% è invece Malvasia Istriana, vitigno a bacca bianca, aromatico, facente parte della grande famiglie delle malvasie di origine ellenica, coltivata in Friuli ma anche in Veneto e da qualche tempo sperimentata anche in Sardegna. Dà origine a vini di buona struttura, con forti sentori di frutta fresca, di acacia. Nei terreni marnosi, come nel caso del nostro vino, questi sentori diventano più delicati e aiutano a creare un bouquet complesso e variegato. Il restante 15% è Ribolla Gialla, altro vitigno a bacca bianca che ha dato al Friuli una riconoscibilità internazionale. Un vitigno che origina vini dal bel colore giallo paglierino, dalla spiccata acidità e da diffuse note floreali.

Il vino: il Collio di Edi Keber è un vino che negli anni ha fatto il pieno di riconoscimenti tra gli esperti e le maggiori guide del settore . L’edizione 2018, che abbiamo assaggiato questa settimana, ha avuto quattro tralci dall’Associazione italiana Sommellier e il massimo del punteggio del Gambero Rosso. E’ un bianco che fermenta in cemento e poi affina in cemento per almeno 5 mesi. Può essere bevuto subito ma può riposare in cantina anche per 2 o 3 anni. Alla vista è di un giallo paglierino intenso, quasi scintillante. Al naso propone una forte e intensa personalità, quella che è poi la sua nota complessivamente predominante. Puoi quasi sentire il territorio che lo produce, senti la pesca, la mandorla, ma senti anche la sapidità e la mineralità delle correnti marine, i profumi che il vento porta dalla costa verso la collina. Al sorso questa spiccatissima personalità diventa totalizzante. Il Collio Bianco di Keber è sempre un vino importante, con una personalità assertiva e potente ma nell’edizione 2018 si amalgama in modo armonico ed elegante come forse non mai . E’ morbido al punto giusto, fresco al punto giusto ma poi esplode con un mix di mineralità e sapidità che lo rende probabilmente unico. E’ un vino molto particolare, di ottimo livello che in questa annata ha raggiunto un suo equilibrio di alta qualità. Abbinamenti con antipasti caldi di pesce, torte salate, primi piatti al pomodoro con verdure o con pesce. In generale piatti non esili, di media struttura e con una buona complessità di sapori, per contrastare la personalità importante e peculiare del Collio Bianco di Keber.

Valutazione: 4,25/5

Prezzo medio: 16 euro

Rapporto qualità/prezzo: corretto

* fondatore del gruppo Terminus, comunicatore, sommellier Ais

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Patto per l’innovazione del lavoro pubblico, Usae, Bonazzi: “Siamo preoccupati perché non ci fidiamo della Triplice”

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La pandemia ha pesato di più sull’economia del lavoro autonomo ma sono stati e sono i lavoratori della sanità pubblica la vera trincea contro il Covid-19.  Cgil-Cisl-Uil ci riprovano ma noi sappiamo bene che sul tema loro hanno già  fallito più di una volta  mortificando i lavoratori.

L’appuntamento è fissato per domani, nella sala Verde di Palazzo Chigi, la stanza simbolo della concertazione tra parti sociali e governo e ci sarà anche Mario Draghi, segno dell’importanza dell’evento. Verrà siglato il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” voluto dal ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta.

L’intenzione di Brunetta è mettere al centro del progetto di ricostruzione proprio il lavoro pubblico. Dai Ministeri alla scuola, alla sanità, ai dipendenti degli enti locali, il patto parlerà di reclutamento, retribuzioni, smart working.

Il punto è che la Pa di oggi, schiacciata da lunghi anni di organici congelati e di mancate innovazioni, sarebbe una macchina inadeguata per la corsa imposta dal Recovery. Brunetta ha annunciato che agirà su tre fronti: lo sblocco dei concorsi e delle procedure già avviate, la modifica dei sistemi di reclutamento nella Pubblica amministrazione e la messa a punto di percorsi specifici per selezionare gli specialisti destinati all’attuazione degli investimenti del Recovery Plan; quest’ultimo punto è considerato il più urgente. Poi entro 4-5 settimane saranno definite delle norme speciali per permettere l’assunzione a termine degli esperti e dei professionisti necessari (è probabile che le norme siano inserite in un decreto legge ad hoc), una cornice che servirà a mettere al centro del Recovery Plan la pubblica amministrazione. Per portare a termine i concorsi già avviati e bloccati dalla pandemia, saranno rivisti i protocolli anti-Covid e messe a disposizione tutte le strutture pubbliche in grado di ospitare le selezioni in sicurezza.

E per accompagnare tutto questo in campo ci sarebbero anche 700 milioni da destinare ai cosiddetti livelli professionali. Risorse extra, che andrebbero ad aumentare il bacino da 3,8 miliardi destinato al rinnovo dei contratti. Ma sotto le forbici ispirate dal Recovery potrebbe finire anche il vincolo dell’articolo 23, comma 2 del decreto attuativo della riforma Madia (Dlgs 75/2017) che impedisce agli enti pubblici di destinare al trattamento accessorio una somma superiore a quella del 2016. Perché la prima urgenza è quella di aprire le porte ai tempi determinati per i progettisti e le altre professioni tecniche. Ma poi è utile anche avere a disposizione le leve retributive per trattenere le professionalità nelle amministrazioni pubbliche. Il congelamento dei premi è un ostacolo non piccolo. E per superarlo serve anche un nuovo sistema di valutazione. Un’altra sfida non banale. Insomma, alla vigilia del recovery plan si parla un’altra volta di riforma della pubblica amministrazione e di  patto per il lavoro pubblico. Molte delle misure annunciate saranno meglio dettagliate quando Brunetta andrà in Parlamento a illustrare le linee guida del suo dicastero.

Ci risiamo. Sembra di essere nel 1993 quando l’accordo del governo Ciampi (sempre con la triplice) ingabbiò gli stipendi di tutti i lavoratori dentro l’indice programmato o, più miseramente, alla vigilia di quel 30 di novembre del 2016, quando per 3,3 milioni di lavoratori del settore fu scritto e firmato un accordo che, dopo dieci anni di blocco contrattuale (periodo in cui gli stipendi dei lavoratori privati erano aumentati mediamente di oltre 320 euro), prevedeva che nei contratti Pa fosse sancito un aumento medio di 85 euro lordi mensili” – commenta il Segretario Generale, Adamo Bonazzi, che afferma anche: siamo preoccupati perché non ci fidiamo della  triplice. Cgil, Cisl, Uil ci riprovano ma noi sappiamo bene che sul tema loro hanno già fallito più volte, mortificando i lavoratori. E, anche in questa occasione, alle altre organizzazioni sarà servito un piatto già cotto e in parte anche mangiato. Dovranno cioè firmare un testo già precostituito e anche già firmato che non hanno contribuito a formare. Non vorremmo che fosse l’ennesima legittimazione della triplice e passasse per la svendita dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni e del loro ruolo essenziale nel paese. Questa volta il rilancio del paese non deve essere fatto pagare ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni centrali e locali che hanno già dato. Se è vero che la pandemia ha pesato di più sull’economia del lavoro autonomo è anche vero che sono stati e sono i lavoratori della sanità pubblica la trincea contro il Covid-19. Non ci piace vedere i lavoratori del Ssn pagati una miseria mentre  i loro colleghi reclutati dalla protezione civile vengono pagati cinque volte tanto. Ci preoccupa che lo smart working e gli spazi di coworking possano essere la scorciatoia per lo smantellamento di interi settori della pubblica amministrazione e la cassa integrazione dei lavoratori interessati” – conclude Adamo Bonazzi.

Coronavirus, record d’ingressi in terapia intensiva in un solo giorno

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Notizie in breve sull’epidemia da coronavirus.
a) Il contagio, soprattutto a causa delle varianti, è forte e più di tutto preoccupa l’alto livello di ospedalizzazione.
Gli ingressi in terapia intensiva nell’ultimo giorno in Italia sono 278: mai così tanti dal 3 dicembre, giorni in cui si è iniziato a registrare il dato;
b) All’ospedale di Pisa è iniziato il primo test degli anticorpi monoclonali di AstraZeneca nel nostro Paese per le cure profilattiche contro il coronavirus;
c) In Brasile risulta occupato oltre l’80% dei letti di terapia intensiva nelle capitali di 25 Stati su 27, riporta l’Istituto di ricerca Fiocruz di Rio de Janeiro.

Coronavirus/ Vaccini, il direttore Rezza: “Torneremo a una pseudo-normalità in 7-12 mesi”

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Notizie in breve sull’epidemia da coronavirus

a) Non passa giorno senza che si discuta sui piani vaccinali in Italia.

“Con 240mila vaccinazioni al giorno torneremo a una pseudo-normalità in 7-12 mesi”. La stima è del il direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Rezza;

b) “Non c’è ancora un orizzonte per la riapertura delle scuole”; lo dice il Ministro dell’Istruzione, Bianchi;

c) Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha ricevuto la prima dose del vaccino anti-COVID.

L’Aquila/ Pirata della strada investe e uccide un pedone e fugge via

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Tragico incidente, purtroppo con una vittima.

Drammatico incidente a L’Aquila, dove un pedone è stato travolto e ucciso da un’auto pirata. La tragedia si è verificata sulla strada statale 80, vicino al bivio che conduce all’abitato di Pizzoli. Stando a quanto si apprende sembra che la vettura non si sia fermata dopo aver travolto la vittima.

Sul posto sono giunti immediatamente i soccorritori con diversi mezzi insieme con il personale di Anas e gli agenti della polizia stradale.

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Cronaca nazionale/ Getta benzina addosso al collega e gli dà fuoco, fermato un kossovaro

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Attimi di follia trasformati in tragedia. Una violenta lite è culminata con il folle gesto di un operaio che ha lanciato del liquido infiammabile a un collega e poi gli ha dato fuoco. E’ accaduto in un’azienda agricola del Trevigiano.
Ora è ricoverato in gravi condizioni nel reparto Grandi Ustionati di Padova.

Ad intervenire altri colleghi che hanno spento le fiamme e allertato i soccorsi. Sul posto sono giunti in poco tempo i soccorritori del Suem con diversi mezzi insieme con i militari della compagnia di Treviso. E’ stato trasferito d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso.

L’autore del terribile gesto, un operaio di nazionalità kossovara dipendente dell’azienda, si trova ora in stato di fermo.

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