C’è apprensione per gli sviluppi del contagio. Certamente poco confortanti alcune dichiarazioni degli esperti. “Se dovesse esserci una terza ondata in Italia è molto probabile che avvenga tra questa settimana e la fine di marzo”.
Lo sostiene, in un ‘intervista al Tgcom24, Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova. “E’ lo stesso periodo in cui abbiamo avuto la prima grande ondata con il picco nel mese di marzo”, dice ancora il medico.
Sono dichiarazioni tutt’altro che distensive, che certamente faranno discutere.
“Il mondo deve prepararsi al fatto che “il Covid non scomparirà”; lo sostiene la direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, Andrea Ammon.
“Sembra che si adatti molto bene agli esseri umani. Quindi dobbiamo prepararci al fatto cheresterà tra noi”, ha detto. Restando in tema, il Ministero della Salute, fa sapere che la variante inglese è probabilmente destinata a diventare quella prevalente nei prossimi mesi; a ‘compensare’ queste previsioni poco confortanti il fatto che, sempre dal Ministero, arriva la conferma che le vaccinazioni restano comunque efficaci anche contro il virus mutato.
Ma non basta. Il virus SarsCov2 “muta continuamente e sono già state isolate centinaia di varianti, anche se la maggior parte non cambia le caratteristiche del virus”. Lo afferma sempre il Ministero della Salute comunicando i risultati della “flash survey” relativa alla diffusione delle varianti.
Esiste una sola salute, del pianeta, degli ecosistemi, degli animali, delle piante e della specie umana, tutto è strettamente connesso, a partire dalla biodiversità invisibile dei microbi e dal cibo che mangiamo. Ed è per questo che politica, economia e società civile devono lavorare sempre di più insieme, come in una sorta di triangolo, con lo stesso obiettivo di preservare l’equilibrio degli ecosistemi e il benessere delle persone.
È questo il messaggio che cinque medici, ricercatori e divulgatori scientifici di fama internazionale hanno lanciato nel corso della conferenzaSalute del pianeta, salute delle persone disponibile a questo link sulla piattaforma di Terra Madre Salone del Gusto. Questo appuntamento fa parte del percorso realizzato da Slow Food grazie al supporto di Reale Mutua che per un mese approfondirà il tema Cibo e salute.
La pandemia di Covid-19 ci ha messo di fronte alla necessità, non più procrastinabile, di rivedere il nostro approccio con la natura, di guardare alla tutela della biodiversità non più come un impedimento alla corsa forsennata del sistema capitalistico, ma come una risorsa per mitigare la crisi climatica. «La chiave per agire di fronte a questo scenario è l’approccio olistico, basato sul fatto che il pianeta, le piante e gli animali, noi esseri umani, condividiamo tutti uno stesso futuro, che con le nostre scelte possiamo influenzare positivamente o negativamente» sottolinea Andrea Pezzana, direttore della S.C. Dietetica e Nutrizione Clinica presso ASL Città di Torino e consulente scientifico di Slow Food per il tema Cibo e salute, moderando l’incontro. Una visione che da sempre fa parte della filosofia e dei progetti avviati da Slow Food in oltre 30 anni di attività e che oggi si possono toccare con mano in 160 Paesi in cui il movimento è presente. «Sano è il naturale completamento di buono, pulito e giusto, i tre pilastri del cibo di qualità così come lo intende Slow Food ed è per questo che stiamo lavorando a un position paper su questo tema e chiediamo a tutti di offrirci il proprio contributo affinché questo documento possa davvero essere olistico e condiviso e possa indicare le linee guida da seguire a livello internazionale» conclude Pezzana. Cibo e salute infatti è anche una sezione tematica, realizzata con il contributo di Reale Mutua, Sostenitore Ufficiale di Slow Food Italia, che si arricchisce di giorno in giorno di notizie, approfondimenti, video, consigli…L’effetto spillover e il concetto di One Health
Alla base del Covid-19, e di tutte le altre pandemie del passato, c’è il fenomeno dello spillover, reso ormai famoso dall’omonimo libro scritto nel 2012 dal giornalista e divulgatore scientificoDavid Quammen, intervenuto in apertura della conferenza: «Viviamo in un pianeta di virus, ma quello che genera il salto di specie, lo spillover, da un animale selvatico all’uomo, è lo squilibrio ecologico. Quando l’essere umano disturba ecosistemi remoti per catturare gli animali e nutrirsene, per abbattere alberi, estrarre carburanti fossili o altre risorse minerarie, si espone ai virus degli animali selvatici, creando opportunità per la diffusione di una pandemia».
Quammen ricorda il concetto di “one health”, su cui le Nazioni Unite lavorano dal 2017 per creare un fronte comune di ricerca e sensibilizzazione e prevenire proprio il diffondersi delle pandemie: «Siamo tutti connessi: le scelte che compiamo, compreso il cibo che mangiamo, e il modo in cui quel cibo è prodotto o allevato hanno implicazioni che possono condurre a un pianeta più sano oppure a una pandemia».
La vita al microscopio che fa la differenza
Abbiamo sempre pensato che i microbi, e cioè tutti quegli esseri invisibili alla base della vita sulla Terra, dovessero essere eliminati affinché la nostra salute fosse garantita. Negli ultimi 20-30 anni invece abbiamo scoperto che sono molto importanti per il pianeta, le piante e gli animali perché garanzia di biodiversità. E secondo Heribert Hirt, professore dell’Institute of Plant Sciences, Inra Paris, Francia; del Center for Desert Agriculture, Kaust, Arabia Saudita e del Max Perutz Laboratories, University of Vienna, Austria, sono proprio i microbi all’interno del nostro corpo che fanno la vera differenza tra un individuo e l’altro: «Osservando il nostro quadro genetico, abbiamo scoperto che siamo tutti uguali al 99,9%, mentre è guardando al microbiota intestinale, e cioè al complesso di microbi che popolano una persona, che si riscontrano differenze tra l’80 e il 90%. E questo incide anche nel modo in cui il nostro organismo funziona e reagisce alle pressioni esterne».
Un microbiota intestinale inadeguato è causa della disbiosi, cioè l’opposto della simbiosi, e può essere causa di patologie come diabete, Alzheimer e tumori. E allora come possiamo nutrire il nostro microbiota? «Nel nostro corpo ci sono più microbi che cellule e non sono solo passeggeri, sono abitanti a tutti gli effetti. Li ereditiamo a partire dal liquido amniotico, li rinforziamo con l’allattamento e l’ambiente che ci circonda. Ma è a partire dallo svezzamento che il quadro può cambiare sostanzialmente: i cibi tradizionali con alti contenuti di fibre, minerali e vitamine fanno la differenza. Dove trovarli? Innanzitutto mangiando tante verdure e cibi crudi, ma è essenziale che questi provengano da piante in buona salute, non coltivate con pesticidi, perché questi uccidono i microbi già in campo. Ecco perché è importante il cibo che mangiamo. Tutto è collegato, salute delle piante, degli animali, dell’uomo e il collegamento sono i microbi».
Fragilità dell’ambiente e fragilità dell’ecosistema
La crisi climatica, la crisi ambientale, la pandemia, determinano conseguenze innanzitutto sugli elementi di maggiore fragilità del sistema. Sono gli anziani, i primi a pagare il prezzo del Covid-19 in termini di vite umane. Ma anche gli impollinatori, fondamentali per garantire la varietà e variabilità sulla Terra, la sicurezza alimentare e quella biodiversità che, come ormai tutti gli esperti affermano, può aiutarci a mitigare la crisi climatica, e non solo: «Basti pensare che 1,4 milioni di api sono trasportate ogni anno in California per avviare la fioritura dei mandorli che altrimenti non avverrebbe. Il lavoro degli impollinatori solo negli Stati Uniti vale 15 miliardi di dollari. Eppure non siamo riusciti ancora a debellare la produzione e diffusione dei neonicotinoidi, così tossici per le api» racconta Kathy Sykes, esperta in politiche pubbliche, salute ambientale, invecchiamento e comunità sostenibili negli Stati Uniti. La buona notizia è che piccole azioni possono aiutare i nostri amici impollinatori ma un grande passo deve farlo la politica: «Nel 2015 Obama aveva messo in piedi una task force per salvare gli impollinatori e capire come favorire la loro attività. Pochi giorni fa, Biden appena eletto ha firmato il rientro negli accordi di Parigi sul clima, e questa è una buona notizia per noi».
Politiche globali coerenti su cibo, salute e ambiente
«Le politiche che influenzano il settore alimentare, a diversi livelli – locale, nazionale e globale – per affrontare le sfide attuali devono guardare a cibo, salute e ambiente in maniera olistica e coerente, come lati di uno stesso triangolo» sottolinea Rosalind Sharpe, direttrice del Food Research Collaboration (FRC) di Londra. «Il settore pubblico, quello privato e la società civile possono lavorare insieme a tutti i livelli, per definire, ad esempio, politiche agricole a sostegno delle aree rurali, o commerciali per agevolare la distribuzione di cibi di qualità piuttosto che prodotti altamente processati, possono agire sulle infrastrutture, per esempio l’e-commerce, per aiutare i piccoli produttori a essere competitivi anche in un mercato globale». In tutto il mondo sono diversi i governi che si sono già adoperati, anche grazie all’azione di advocacy di associazioni come Slow Food e alla collaborazione delle aziende private, mettendo in atto decine di iniziative che tutelano la salute pubblica, la biodiversità, i produttori di piccola scala, che limitano gli sprechi, l’uso di antibiotici e pesticidi, che mitighino il consumo di alimenti ricchi di zuccheri e fortifichino l’educazione alimentare a partire dai più piccoli. «Quello che serve è lavorare affinché le politiche globali siano coordinare e determinino un cambio di mentalità a tutti i livelli» conclude la ricercatrice inglese.
La più importante manifestazione dedicata al cibo buono, pulito e giusto, è organizzata da Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte con il patrocinio di Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. L’edizione 2020 di Terra Madre Salone del Gusto è possibile grazie al sostegno delle aziende che credono nel progetto. Tra tutte citiamo i Platinum partner: Pastificio Di Martino, Unicredit, Lavazza, Acqua S.Bernardo, Quality Beer Academy; i Gold partner: Agugiaro&Figna, Astoria, BBBell. Con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Associazione delle fondazioni di origine bancaria del Piemonte. Con il contributo di IFAD, UE. In collaborazione con SANA e Turismo Torino e Provincia.
Si conferma, anche in un anno così difficile, il peso rilevante del sistema agroalimentare italiano nell’economia del Paese, la sua funzione mitigatrice rispetto ai cambiamenti climatici, le sue diverse declinazioni degli asset strategici (il made in Italy, l’alimentare di qualità, il biologico) e la componente della diversificazione. La riprova arriva anche dal confronto con l’UE, dove l’agricoltura italiana è prima per valore aggiunto e terza per produzione lorda vendibile. A fronte di questi risultati, l’Italia riceve il 10,6% del totale delle risorse UE della PAC, pari in termini assoluti a 5,7 miliardi di euro, posizionandosi al quarto posto dopo la Francia, Spagna e Germania. Questa è la fotografia che emerge dall’Agricoltura italiana conta 2020, l’opuscolo agile e snello che da 33 anni fornisce un quadro sintetico, ma completo dei diversi fattori che definiscono il ruolo del settore primario in una economia avanzata. La pubblicazione è realizzata dal CREA, con il suo Centro di Politiche e Bioeconomia, dopo l’approfondita analisi del sistema presentata con l’Annuario dell’agricoltura italiana. Il sistema agroalimentare, duramente colpito dall’epidemia, si è dimostrato resiliente, assicurando l’approvvigionamento e la sicurezza alimentare a tutta la popolazione, grazie allo sforzo degli operatori e all’intervento delle istituzioni, rimarcando in questo modo la sua funzione essenziale e strategica, nonostante le fragilità e le debolezze, legate anche all’andamento climatico instabile, che ha favorito la diffusione di alcuni agenti parassitari.
Nonostante ciò, il suo contributo, in termini di valore aggiunto, all’interno dell’economia nazionale ha superato la quota del 4%, tra i più dinamici in un contesto economico recessivo, grazie anche alla crescita dell’industria alimentare. Si tratta del 15% del PIL nazionale, includendo anche i settori collegati – commercio ingrosso/dettaglio, ristorazione e servizi legati al cibo. Strategico in quest’ottica anche l’export agroalimentare, con 43,8 miliardi di euro, di cui quasi il 74% è rappresentato dal made in Italy. Dal 2019 si registra un miglioramento del deficit della bilancia agroalimentare, sceso per la prima volta sotto il miliardo di euro (-708 milioni), a fronte dei 5 miliardi del 2015 e degli oltre 9 miliardi del 2011. Si tratta di un dato straordinario, confermato dai primi mesi del 2020, in cui, addirittura, si verifica un cambio di segno nel saldo, per la prima volta positivo dall’inizio della serie storica. Indubbio il contributo del settore agricolo al raggiungimento degli obiettivi diriduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra, sia direttamente, limitando le emissioni dannose, sia indirettamente, grazie alle foreste e alla maggiore diffusione di pratiche colturali che favoriscono un maggiore assorbimento di CO2. Sempre più vivace è la dinamica della diversificazione delle attività aziendali, che si attesta al 20% della produzione agricola totale in termini di produzione delle attività di supporto e secondarie, come la trasformazione dei prodotti, l’agriturismo, la vendita diretta, la produzione di energia rinnovabile.
Notizie in breve sull’epidemia da coronavirus. a) Alleggerire il peso dell’ospedalizzazione è una delle priorità della politica sanitaria in chiave anti-Covid. Le notizie che vengono dalle strutture sanitarie, infatti, sono tutt’altro che rassicuranti. In Umbria, Friuli-Venezia Giulia e nelle province autonome di Trento e Bolzano il tasso di occupazione delle terapie intensive supera la soglia critica del 30%; b) Sono oltre un milione e 250mila le persone che in Italia hanno ricevuto entrambe le dosi del vaccino anti-COVID; c) Nel Regno Unito il numero dei contagi da coronavirus dall’inizio della pandemia ha superato i 4 milioni, riporta la Johns Hopkins University.
Si spostava sul territorio italiano per rubare orologi. La Polizia di Stato ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 29enne napoletano rapinatore esperto «trasfertista» di Rolex e già noto agli investigatori. L’attività d’indagine condotta dagli agenti del Commissariato Centro è nata dalla rapina commessa lo scorso 8 ottobre 2020 quando, poco dopo le ore 18, due persone a bordo di uno scooter hanno rapinato un Rolex Daytona a un cittadino italiano di 64 anni che è stato colpito con violenza.
i poliziotti della Squadra Investigativa del Commissariato Centro, grazie anche alle analisi delle telecamere cittadine, hanno identificato uno dei due rapinatori.
Sono, tuttora, in corso ulteriori sviluppi investigativi per l’identificazione del complice e per la ricerca dell’orologio.
S’indaga su un presunto caso di violenza sessuale nella capitale. Una festa tra studenti universitari nella zona di piazza Bologna si sarebbe trasformata in un inferno per una studentessa. La ragazza ventenne infatti ha denunciato alla polizia di essere stata violentata da un altro partecipante al party.
Nel cuore della notte, la studentessa sarebbe stato violentata da uno dei presenti che,sarebbe stato già identificato.
Una testimone avrebbe confermato quanto denunciato dalla studentessa.
Una scena da film, ma in realtà un gesto folle e pericoloso dei rapinatori, per fortuna senza vittime. Inseguiti da una volante della Polizia sull’Asse Mediano e con la strada sbarrata da una seconda pattuglia, due rapinatori hanno fatto inversione di marcia sulla rampa di uscita per continuare a scappare controsenso, ma il tentativo si è concluso pochi istanti dopo, quando la loro automobile si è schiantata frontalmente con un suv: uno dei criminali è stato bloccato subito, l’altro è stato raggiunto dai poliziotti dopo un breve tentativo di fuga a piedi. L’inseguimento nato a Grumo Nevano, dopo la rapina ai danni di un distributore di carburante. Gli agenti hanno trovato nell’auto dei rapinatori i soldi rapinati al benzinaio oltre a un coltello e una pistola replica ad aria compressa.
Notizie in breve sull’epidemia da coronavirus. a) Lo sforzo per la diffusione del vaccino inizia a dare risultati concreti. Da quando è iniziata la somministrazione dei richiami del vaccino, il contagio tra gli operatori sanitari si è ridotto del 64%. Lo rileva la fondazione GIMBE; b) L’Umbria e le province autonome di Trento e Bolzano sono considerate dall’ECDC le aree a più alto rischio contagio in Italia; c) In calo i casi di COVID-19 registrati in Europa nelle ultime 4 settimane ma attenzione al numero crescente di focolai, sottolinea l’OMS.