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Sorrentino presenta ‘Parthenope’ al Giffoni: “E’ il mio film per i giovani sulla giovinezza”

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(Adnkronos) – Un abbraccio intenso tra tre ragazzi, la camera che gira, la musica e il pathos che cresce, Paolo Sorrentino sceglie il Giffoni Film Festival per mostrare alcune delle immagini del suo nuovo attesissimo film 'Parthenope', in arrivo nelle sale il 24 ottobre e con alcune speciali anteprime il 19 settembre.  "Questa è una delle scene più importanti del film", racconta il Premio Oscar, perché 'Parthenope' è "un film sulla giovinezza, su cosa significa essere giovani e ho scelto Giffoni proprio per arrivare a tutti i giovani". Il regista in collegamento e i tre protagonisti Celeste Dalla Porta (Parthenope giovane), Dario Aita, Daniele Rienzo in sala, raccontano di sé e del film. "Essere giovani è una grande responsabilità, – dice Sorrentino – perché quando si è giovani si sta costruendo il futuro e al tempo stesso il proprio passato: quello che ricorderemo nella maniera più vivida, malinconica, luminosa e raggiante". E aggiunge: "Questa scena descrive uno di quei momenti in cui si è giovani non pensando al futuro né al passato. A voi ragazzi auguro di vivere il più possibile quei momenti in cui il presente accade e basta, in cui come diceva Sandro Penna si è talmente vivi che così vivi non si può. Una sensazione di amore, un presente che non ti mette più contro ai legami che il futuro costruisce". Sulla scena che, raccontano i protagonisti, è stata girata alle 4 del mattino, Dalla Porta aggiunge: "Mi ha dato una sensazione di forte malinconia, che a volte si prova nei momenti più belli. Lì era un momento di amore, di libertà, di condivisione, come lo è un abbraccio, e percepire che in quell'abbraccio c'era anche una mancanza. Mi ha trasmesso la sensazione di cercarsi e cercare qualcosa insieme". Rispondendo alle domande dei giffoner sulle tematiche della sua poetica, Sorrentino commenta: "Faccio film su ciò che non conosco, su ciò di cui sono sprovveduto" e parlando ancora di 'Parthenope' aggiunge: "Io non conosco bene né Napoli né la donna. E mi sono accorto di questo, pur avendo vissuto la maggior parte della mia vita a Napoli e pur avendo trascorso larga parte della mia vita a pensare alle donne. E quindi ho detto, perché non fare un film sulle donne, e su Napoli?".  Sono tanti gli spunti che il regista regala alla platea, sul mestiere del cinema e sulla modalità di creazione della sua arte: "Lavoro sempre per cercare di fare quello che non riuscirò mai a fare – ammette Sorrentino – ovvero un capolavoro”. A proposito delle difficoltà dell’essere attore, il regista non ha dubbi “è irrilevante essere un bravo attore, ma per fare l’attore devi disfarti di te. L’attore bravo è troppo concentrato su se stesso. Bisogna uscire da sé. E quelli che si estraniano – gli attori 'attori' – sono nel mondo 8, al massimo 10". Nel confronto con la sua precedente opera "È stata la mano di Dio", pur raccontando entrambe Napoli, il Premio Oscar riconosce una differenza sostanziale: "'Parthenope' racconta della mia vita sognata da giovane, mentre in 'È stata la mano di Dio' c'era la mia vita vissuta". Sul film e sul ruolo della protagonista, Celeste Dalla Porta descrive accuratamente lo sguardo del suo personaggio, uno sguardo che "racconta come Parthenope guarda la sua città, che osserva e lascia andare. È una sintesi del suo viaggio, il suo sguardo enigmatico è in profonda connessione con questo mare di Napoli". —[email protected] (Web Info)

Basta con ‘sindaca’ e ‘rettrice’, ddl Lega chiede stop a uso femminile

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(Adnkronos) – Altro che femminile 'sovraesteso', ora la Lega chiede di dire basta all'uso scritto, negli atti pubblici, di parole come 'sindaca', 'questora', avvocatessa' e anche 'rettrice'. L'uso del femminile, chiedono dal partito guidato da Matteo Salvini, va abolito per legge: almeno nei documenti si scriva solo 'sindaco', 'questore', 'avvocato' e 'rettore'. Senza tener conto dell'identità di genere di chi ricopre quel ruolo, sia un uomo o una donna. E per chi non si adegua spunta la sanzione, con una multa prevista fino a 5mila euro. Il leghista Manfredi Potente, senatore della repubblica, ha appena presentato il suo disegno di legge (titolo: 'Disposizioni per la tutela della lingua italiana, rispetto alle differenze di genere') con l'obiettivo dichiarato di "preservare l’integrità della lingua italiana ed in particolare, evitare l’impropria modificazione dei titoli pubblici dai tentativi 'simbolici' di adattarne la loro definizione alle diverse sensibilità del tempo".  Nel merito l'Art. 2. del testo, visionato in bozza dall'AdnKronos prevede che "in qualsiasi atto o documento emanato da Enti pubblici o da altri enti finanziati con fondi pubblici o comunque destinati alla pubblica utilità, è fatto divieto del genere femminile per neologismi applicati ai titoli istituzionali dello Stato, ai gradi militari, ai titoli professionali, alle onorificenze, ed agli incarichi individuati da atti aventi forza di legge".  E al successivo art. 3 si pone il "divieto del ricorso discrezionale al femminile o sovraesteso od a qualsiasi sperimentazione linguistica", ricordando che "è ammesso l’uso della doppia forma od il maschile universale, da intendersi in senso neutro e senza alcuna connotazione sessista". Nel finale art. 4 (Sanzioni) si legge come "la violazione degli obblighi di cui alla presente legge comporta l’applicazione di una sanzione pecuniaria amministrativa consistente nel pagamento di una somma da 1.000 a 5.000 euro". In premessa, viene ricordato dal senatore toscano, come l'ateneo di Trento abbia introdotto l'utilizzo del cosiddetto 'femminile sovraesteso' per le cariche e i riferimenti di genere, ovvero "che i termini femminili usati (…) si riferiscono a tutte le persone", come si legge in un documento dell'università, citato nel testo di legge. "Con la conseguenza -sottolinea il leghista- che, ad esempio, si è utilizzato 'rettrice' anche per l’incarico di rettore rivestito da un uomo". Quanto basta per arrivare alla legge di tutela della nostra lingua. Potente ricorda ancora i dubbi del "compianto linguista Luca Serianni" e anche "la contrarietà del Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano rispetto ad una decisione dell’Accademia della Crusca circa la possibilità di declinare al femminile le cariche pubbliche coperte da donne".  Occorre quindi "scongiurare che la legittima battaglia per la parità di genere, al fine di conseguire visibilità e consenso nella società ricorra a questi eccessi non rispettosi delle istituzioni". Siamo di fronte, avverte il leghista a "personalismi non invocati dall’ordinamento il quale correttamente deve pretendere che gli aspetti privati di chi esercita funzioni pubbliche rimangano accantonati. Una decisione assunta da una 'sindaca' potrebbe essere addirittura impugnabile poiché non prevista dal nostro ordinamento". —[email protected] (Web Info)

Scuola, Marcello Pacifico rieletto presidente nazionale dell’Anief

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(Adnkronos) – È stato rieletto presidente nazionale del sindacato Anief
Marcello Pacifico. L’elezione, avvenuta per acclamazione dei presenti delegati e osservatori, arriva dopo una due giorni di congresso nazionale, il quarto, che ha visto presidenti regionali, segretari generali e sindacalisti Anief impegnati in relazioni, mozioni, votazioni.  “La nostra forza è il consenso dei lavoratori e delle lavoratrici. Siamo rappresentativi su scuola, università e ricerca e continueremo a portare avanti le nostre battaglie. La nostra soddisfazione è quella di vederci riconosciuti e incisivi nelle lotte degli ultimi mesi. Adesso il fine è allineare gli stipendi all’inflazione, perché se il mestiere di docente è una missione necessita anche di riconoscimenti validi. Chiediamo la parità tra docenti di ruolo e docenti precari, perché non esistono insegnanti di serie A e serie B ma solo buoni insegnanti”, ha detto Pacifico, subito dopo l’elezione. —[email protected] (Web Info)

Atp Gstaad, Berrettini trionfa: Halys ko in 2 set

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(Adnkronos) – Matteo Berrettini si regala un bel bis e si impone nell'Atp di Gstaad, che aveva vinto nel 2018, in Svizzera, sulla terra in altura. L'azzurro, numero 82 del ranking, si è imposto senza troppi problemi in due set con il punteggio di 6-3, 6-1 sul francese, numero 192 al mondo, Quentin Halys, in 59 minuti di gioco. Per Berrettini, sesto favorito del seeding, è il nono titolo in carriera, il secondo nel 2024 dopo l'Atp di Marrakech dello scorso aprile. Il match era stato interrotto nel primo set per pioggia, poi il romano non ha più dato scampo al francese. "All'inizio della stagione abbiamo deciso che non avremmo pensato al mio ranking perché avevamo tanti dubbi, intanto sulla risposta del mio corpo. La cosa più importante è che sto bene e che gioco bene. Se queste due cose succedono, posso fare bene. Voglio far bene agli Us Open e in tutta l'estate americana. Un buon obiettivo può essere arrivare tra i primi 30 per l'Australian Open", ha detto Berrettini. Grazie a questo successo l'azzurro da lunedì sarà di nuovo top 50. "E' una sensazione incredibile. Sembra ieri che vincevo qui il mio primo titolo, sei anni fa. E invece da allora sono successe tante cose. Sono felice di poter giocare e godermi, credo di aver ritrovato le sensazioni di sei anni fa in questa settimana", ha aggiunto il tennista romano. Superato agevolmente in due set il francese Quentin Halys che proveniva dalle qualificazioni. "Per lui era la prima finale e dunque tante cose possono essergli passate per la testa soprattutto dopo l'interruzione per la pioggia e aver perso il servizio. All'inizio ho dovuto trovare come giocare perché ogni giorno le condizioni qui sono cambiate, oggi era freddo e umido. Ho comunque trovato la giusta energia e al rientro dopo l'interruzione ho trovato il focus perfetto".  —[email protected] (Web Info)

Genova, neonato colpito alla testa durante lite tra i genitori

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(Adnkronos) – Un neonato di 3 mesi è stato colpito alla testa durante una lite tra i genitori e ricoverato all'ospedale Gaslini di Genova con un trauma cranico. E' successo la notte scorsa a Borzonasca, nel Levante di Genova. A chiamare l'ambulanza è stata la mamma del piccolo. Indagini per ricostruire l'esatta dinamica ed eventuali responsabilità sono in corso da parte dei carabinieri. Il neonato non sarebbe in pericolo di vita. —[email protected] (Web Info)

Vannacci: “Io capo di nuova forza con legami esteri? Sempre comico sentire Renzi”

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(Adnkronos) – "Sempre comico ascoltare Renzi, strano che questa volta non abbia detto 'Vannacci si deve vergognare…'". Interpellato dall'AdnKronos, il generale Roberto Vannacci, eurodeputato indipendente della Lega, commenta così le parole dell'ex premier Matteo Renzi, che ieri sera, ospite di Ponza D’Autore, la rassegna nell'isola curata da Valentina Fontana e Gianluigi Nuzzi e organizzata da Vis Factor, aveva ipotizzato la nascita di un nuovo gruppo di destra in contrapposizione alle attuali forze di centrodestra e con rapporti con l'estero, guidato proprio dall'ex capo della Folgore Vannacci.  —[email protected] (Web Info)

Perugia, ragazzo ucciso a coltellate a Spoleto dopo lite: arrestato 42enne

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(Adnkronos) – I Carabinieri di Spoleto hanno arrestato un 42enne albanese con l'accusa di omicidio. L’uomo, già noto alle forze dell'ordine e sottoposto alla libertà vigilata, intorno alle 21 di ieri, al culmine di un litigio avvenuto sotto la propria abitazione per futili motivi, avrebbe colpito al torace con un coltello da cucina, un 28enne italiano, residente a Spoleto e anche lui noto alle forze dell'ordine. Il giovane, inizialmente soccorso da un passante e poi trasportato da personale sanitario del servizio 118 presso il locale ospedale, è successivamente morto a causa delle gravi lesioni riportate. L’immediata attività d’indagine sul territorio, durata tutta la notte e ancora in corso, ha consentito nell’immediato di ricostruire la dinamica e individuare il presunto responsabile. Gli accertamenti tecnici irripetibili, avviati sin dalle prime fasi conseguenti all’omicidio, sono stati affidati ai Carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche del Reparto Operativo di Perugia per l’acquisizione di tutte le fonti probatorie ritenute utili. L’arma bianca presumibilmente utilizzata per colpire la vittima è stata sottoposta a sequestro mentre la salma è stata traslata presso l’istituto di medicina legale di Perugia per il successivo esame autoptico. Il 42enne, all’esito dell’acquisizione di gravi, univoci e concordanti elementi indiziari, è stato arrestato per il reato di omicidio e, al termine delle formalità di rito condotte presso la Caserma dei Carabinieri di Spoleto, sarà portato nella Casa di Reclusione del luogo. —[email protected] (Web Info)

Torino, giornalista de La Stampa: “Aggredito da esponenti Casapound”. Schlein: “Clima di impunità”

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(Adnkronos) –  Giornalista de La Stampa Andrea Joly aggredito a Torino da militanti di Casapound. L'aggressione, si legge sul quotidiano, è "avvenuta in via Cellini all'esterno dell'Asso di Bastoni, un circolo storicamente frequentato da simpatizzanti e militanti di estrema destra". Sono intanto in corso accertamenti da parte delle forze dell’ordine di Torino per far luce su quanto accaduto, sull’episodio ci sarebbero anche diversi video di residenti. "Un filmato girato dal cronista stesso, che passava di lì per caso, immortala il momento in cui gli attivisti lo avvicinano chiedendogli 'Sei dei nostri?', poi reagiscono appena intuiscono che Joly non c’entra con loro", si legge ancora. "Da una prima ricostruzione fuori dal locale era in corso una festa di Casa Pound con fumogeni e fuochi d'artificio. A Joly è stato intimato di consegnare lo smartphone quindi lo hanno minacciato e aggredito, mentre lui si allontanava lo hanno calciato facendolo cadere e a quel punto lo hanno colpito con dei calci. Il giornalista è stato costretto a farsi medicare in ospedale", racconta La Stampa. "Esprimo solidarietà e vicinanza ad Andrea Joly, giornalista de La Stampa che stanotte a Torino è stato aggredito e picchiato da militanti di Casa Pound solo per averli ripresi col cellulare mentre, fuori da in locale, festeggiavano un loro anniversario. Ma esprimo anche grande preoccupazione per il clima di impunità che continuiamo a registrare di fronte a episodi così gravi: cos’altro dobbiamo aspettare perché vengano sciolte, come dice la Costituzione, le organizzazioni neofasciste? Chiediamo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di intervenire immediatamente". Così in una nota la segretaria del Pd Elly Schlein. "L’aggressione squadrista subita da Andrea Joly dimostra ancora una volta la necessità di fortificare ogni giorno gli anticorpi democratici per combattere odio, intolleranza e violenza di stampo neofascista. È un episodio grave e inaccettabile, ma non si tratta di un caso isolato: i campanelli di allarme su alcune derive antidemocratiche nel nostro Paese hanno già suonato più volte. Alla politica e alle forze sane il compito di intervenire per mettere fine a questi deliranti rigurgiti di arroganza e violenza. A Joly e a tutta la redazione la solidarietà mia e del M5s". Così sui social, Giuseppe Conte, leader dei Cinque Stelle. 
Meloni: "Inaccettabile atto di violenza"
 "Nel rivolgere la solidarietà mia personale e quella del Senato della Repubblica al giornalista de 'La Stampa' Andrea Joly, desidero sottolineare con profonda soddisfazione come tutte le forze politiche stiano prontamente condannando, com’è giusto che sia, questo gravissimo episodio. Ribadiamo con forza il nostro no ad ogni forma di violenza". Lo scrive sui social, Ignazio La Russa, presidente del Senato. “Desidero esprimere piena solidarietà al giornalista e a tutta la redazione per l'aggressione subita. La violenza è inaccettabile e va condannata sempre e con nettezza, da qualsiasi parte provenga, e mi auguro che vengano presto accertate le responsabilità", afferma in una nota il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. "Al cronista Andrea Joly – continua il presidente – che conosco personalmente e di cui apprezzo il lavoro, ho voluto confermare poco fa il mio incoraggiamento e gli auguri di pronta guarigione oltre alla garanzia che, per parte nostra, la libertà di stampa sarà sempre considerata un caposaldo della nostra democrazia e difesa da ogni attacco”. "Sono sgomento di fronte alle immagini della violenza squadrista subita da Andrea Joly. A lui la mia solidarietà, a loro il mio disprezzo. Al Ministro dell’Interno Piantedosi, invece, una domanda: che cosa stiamo aspettando? Che succeda qualcosa di peggio? Quali altri segnali servono per incominciare ad agire?". Così in una nota il deputato democratico, responsabile nazionale sport, Mauro Berruto. "Dopo le aggressione agli studenti e coppie gay ora arrivano quelle ai giornalisti. Ci deve scappare il morto per iniziare ad andare oltre a qualche dichiarazione di circostanza?", afferma Marco Grimaldi parlamentare torinese dell’Alleanza Verdi Sinistra. "Esprimiamo forte preoccupazione per il clima del Paese -prosegue il vice capogruppo dei deputati rossoverdi – in cui le organizzazioni che si richiamano al fascismo si sentono legittimate all'uso della violenza. Oltre a esprimere la nostra solidarietà al giornalista de La Stampa Andrea Joly, aggredito mentre faceva il suo lavoro". "Chiediamo -conclude Grimaldi- a tutte le istituzioni, e al Governo di procedere allo scioglimento delle organizzazioni che si macchiano del reato di apologia al fascismo". "Ferma condanna per l’aggressione ai danni del giornalista Andrea Joly, del quotidiano La Stampa, avvenuta stanotte. Ci auguriamo che i responsabili vengano quanto prima assicurati alla giustizia perché questa violenza non può essere tollerata né restare impunita". Così Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati. ''Casapound è un'organizzazione fascista nel metodo e nel merito, per troppo tempo vezzeggiata, protetta e giustificata da una parte della destra italiana. Una realtà che professa e pratica violenza e che non riesce a confrontarsi nel rispetto delle opinioni degli altri va sciolta, perché estranea alle regole democratiche. Invece del solito balletto di dichiarazioni pro e contro si passi ai fatti", scrive sui social Carlo Calenda. “Non c’è spazio per la violenza, esprimo piena solidarietà ad Andrea Joly e ferma condanna. Non c’è spazio per certe dinamiche. La violenza è e deve rimanere intollerabile, sempre e comunque. In Italia la libertà di informazione è un tassello democratico che nessuno si sogna di mettere in discussione: da parte di chi strumentalizza l’accaduto l’ennesimo slancio di opportunismo politico”. Ad affermarlo, in una nota, Paola Ambrogio, senatore di Fratelli d’Italia. "A Roma aggredita coppia gay. A Torino un giornalista. L’intolleranza e la violenza hanno un solo colore, quello della condanna. Poi, però, c’è sempre qualcuno che pensa al proprio tornaconto". Lo scrive su X il ministro del Turismo Daniela Santanchè. "Esprimiamo la nostra solidarietà ad Andrea Joly , il giornalista de LaStampa, aggredito a Torino da militanti di estrema destra. C’è un clima ostile nel Paese nei confronti dei giornalisti e anche gli attacchi continui da parte di esponenti politici della maggioranza nei confronti della stampa favorisce questo clima di delegittimazione. Il Partito Democratico è dalla parte dei giornalisti che subiscono minacce e violenze. Noi staremo al loro fianco nella battaglia antifascista e contro chi minaccia la libertà di informazione". Così in una nota Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria Pd ed europarlamentare. "Piena solidarietà ad Andrea Joly, giornalista del quotidiano La Stampa aggredito nella notte a Torino all'esterno di un locale frequentato da estremisti di destra dove si stava tenendo una festa di CasaPound. Un atto di violenza inaccettabile che richiede una risposta decisa da parte delle Istituzioni. Auspico che i responsabili siano quanto prima identificati e perseguiti secondo la legge. In un Paese democratico non può esserci spazio per minacce, violenze e intimidazioni alla libera stampa". Così su X Mara Carfagna, presidente di Azione. "Un giornalista aggredito da militanti di un'organizzazione neofascista. Accade oggi, non un secolo fa. Soffia un vento cattivo. Perché Casa Pound non è stata ancora sciolta? Il governo esca dal silenzio e dall'inerzia. Ad Andrea Joly de LaStampa vicinanza e solidarietà". Lo scrive sui social Anna Ascani, esponente Dem e vicepresidente della Camera. "Ieri centinaia di persone hanno partecipato alla festa dei 16 anni del circolo, in un clima completamente di festa e senza alcun tipo di tensione. Durante una foto di gruppo, è stata vista una persona fare foto e video ai presenti, tra cui anche dei minorenni con i genitori, e gli è stato chiesto chi fosse. Questa persona, apprendiamo solo dai giornali essere un giornalista, non si è identificata in nessun modo come tale, ma ha anzi spintonato dei ragazzi, creando un battibecco e litigando, alzando la tensione. Poi si è messo a correre, tra l'altro cadendo. Appena visto il battibecco che, ribadiamo, ha provocato il giornalista (ormai lontano dal circolo) ne è nata una scaramuccia da 20 secondi, in cui alcuni associati sono anche intervenuti per dividere e cercare di riportare la calma". Così, in una nota, il circolo Asso di Bastoni. "L'Asso di Bastoni ha centinaia di iscritti, tra cui anche giornalisti iscritti all'albo, e ha organizzato tantissimi incontri negli anni, anche con giornalisti come relatori – precisano in una nota – La domanda che ci facciamo è quindi: perché non identificarsi come giornalista ma piuttosto spintonare dei ragazzi? Perché spintonare e scappare senza motivo per poi scoprire dai giornali che stava 'lavorando'? Perché mai i tesserati del Circolo dovrebbero 'aggredire' un giornalista quando in questi anni sono stati sempre invitati, ospitati e abbiamo sempre accettato qualunque reportage di qualunque testata giornalistica?". —[email protected] (Web Info)

Parigi 2024, i letti degli atleti sono un caso social – Video

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(Adnkronos) – Letti duri, durissimi, utili per l’allenamento e un po’ meno per dormire.  I materassi a disposizione degli atleti nel villaggio olimpico di Parigi 2024 sono i protagonisti del ‘reportage’ della tennista australiana Daria Saville, che descrive le qualità dell’ arredamento nella sua stanza. —[email protected] (Web Info)

Trump in Michigan, primo comizio dopo attentato: insulti ad avversari e lodi a leader autoritari

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(Adnkronos) – Una settimana dopo essere sopravvissuto al tentato assassinio Donald Trump sul palco del Michigan torna alla sua vecchia retorica, con attacchi e insulti agli avversari, le eterne denunce delle elezioni rubate, l'allarme per un'invasione di migranti tutti in fuga da prigioni e manicomi e le lodi ai leader autoritari. Il Trump, dalla retorica meno aggressiva e dagli appelli all'unità del discorso dell'incoronazione alla convention di Milwaukee, non c'è già più. In particolare su questo punto, il tycoon torna a lodare Xi Jinping come "un uomo brillante che controlla 1,4 miliardi di persone con un pugno di ferro" e che fa apparire al suo confronto persone come Joe Biden dei "lattanti". Trump ha anche rivelato che Xi gli ha "scritto un bellissimo biglietto l'altro giorno quando ha sentito quello che è successo", riferendosi al tentato assassinio del 13 luglio.  L'ex presidente poi non ha esitato a descrivere non solo Xi ma anche Vladimir Putin, come persone "intelligenti, dure" che "amano i loro Paesi e vogliono il ben del loro Paese, qualsiasi sia la loro ideologia", affermando di "andare molto d'accordo" con entrambi i leader. Trump ha rivolto lodi anche a Viktor Orban, il premier ungherese teorico della democrazia illiberale, che subito dopo il vertice della Nato di Washington ha incontrato Trump per riferirgli della sua "missione di pace" che l'ha portato primo leader europeo dall'inizio della guerra in Ucraina, a Mosca. "Orban ha ragione, dobbiamo avere qualcuno che sia in grado di proteggerci, al momento abbiamo persone con un basso quoziente intellettivo, in particolare il presidente", ha detto Trump durante il comizio di ieri notte, durante il quale ha usato una sfilza di insulti per Biden – dal solito "Joe l'imbroglione" al "vecchio fragile" e "stupido" – e per Kamala Harris, alla quale ha dato ripetutamente della "pazza".  Nonostante la sua dichiarata predilezione per leader che non sono campioni di democrazia e difesa delle libertà, Trump ha accusato i democratici di essere "nemici della democrazia", ribadendo le accuse senza fondamento di brogli elettorali nelle elezioni del 2020. Ed ha accusato di fare "disinformazione" chi dice che lui sia "una minaccia per la democrazia: io la scorsa settimana ho preso un pallottola per la democrazia".  Poi ha preso in giro i dem per lo psicodramma della rinuncia di Biden: "Non hanno nessuna idea di chi sia il loro candidato e neanche loro", ha detto, attaccando la 'pazza' Nancy Pelosi per essere scagliata "come un cane" contro Biden per ottenere la sua rinuncia alla candidatura.  Ma la retorica più aggressiva e violenta è stata riservata ai migranti, contro i quali è tornato a minacciare "la più grande deportazioni: li cacceremo tutti". Il tycoon ha anche riecheggiato la teoria complottista, cara all'estrema destra globale, della 3grande sostituzione": "Vogliono avere persone che li votino", ha detto riferendosi ai sostenitori dell'immigrazione. "Questa è un'invasione del nostro Paese", ha detto sostenendo che i migranti sono in cima alle classifiche per "furti, stupri e omicidi nelle nostre città", affermazione che non è sostenuta dai dati.  —internazionale/[email protected] (Web Info)