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Decreti Sementi-OGM: bene le richieste della Commissione Agricoltura della Camera

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Esprimendo la nostra preoccupazione per una situazione governativa così difficile che colpisce proprio il settore dell’Agricoltura, accogliamo con grande soddisfazione i pareri condizionati votati ieri dalla Commissione Agricoltura della Camera ai decreti del Ministero dell’Agricoltura, che tentavano di forzare un’apertura illegittima agli OGM “vecchi” e “nuovi” (le New Breeding Techniques – NBT) e di negare la possibilità per gli agricoltori di svolgere attività quali il reimpiego delle sementi o lo scambio di parte del raccolto come sementi o materiale di moltiplicazione.

Grazie all’apertura al dialogo con le organizzazioni agricole biologiche e contadine, le associazioni di tutela ambientale e dei consumatori da parte dei relatori incaricati, e al sostegno dei membri della Commissione Agricoltura della Camera, questo tentativo è stato per il momento sventato.

La brutta pagina del parere espresso dalla Commissione Agricoltura del Senato è, così, superata. Il futuro ministro dell’Agricoltura sarà chiamato a rispettare i vincoli posti dai pareri espressi alla Camera. In tutti si chiede, infatti, il rispetto della sentenza della Corte europea di Giustizia che ha stabilito che alle NBT si applicano senza eccezioni o deroghe le norme oggi esistenti per gli OGM, unitamente allo stralcio dei riferimenti relativi agli OGM nei decreti in esame, a conferma della natura di Paese libero da OGM dell’Italia.

Ci impegniamo comunque a monitorare le decisioni del Mipaaf, affinchè sia rispettata la volontà democratica espressa alla Camera.

Coronavirus/ Non scende la curva epidemica, molti i guariti

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Non accenna a scendere la curva epidemica del Coronavirus in Italia, secondo il bollettino di mercoledì 20 gennaio del Ministero della Salute: i nuovi positivi registrati nelle ultime 24 ore sono 13.571 con 279.762 tamponi (ieri erano stati 10.497 con 254.070 tamponi). Sono 524 i morti (ieri erano stati 603). Con 25.015 dimessi e guariti in più gli attualmente positivi sono 523.553, (-11.971). La percentuale di tamponi positivi è oggi del 4,85%
Il totale delle vittime da coronavirus nel nostro Paese dall’inizio della pandemia sale a 83.681. Il totale dei casi di Covid-19 dall’inizio della pandemia in Italia è dunque di 2.409.616, di cui 1.806.932 dimessi e guariti.
Del totale dei positivi sono 498.623 quelli in isolamento domiciliare (-11.715), 22.469 ricoverati in altri reparti (-230) mentre i malati in terapia intensiva sono 2.461 (-26)

“Aprite i centri d’accoglienza anche ai clochard con cani”: l’appello dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa).

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Il problema è grave e diventa gravissimo durante l’inverno, quando molti senzatetto con i loro compagni a quattro zampe sono costretti a rimanere all’addiaccio e a dormire al gelo sotto le stelle. Sono ancora troppo poche nel territorio nazionale le strutture che accolgono anche i cani. I gestori di molti centri d’accoglienza e mense impediscono infatti ai clochard d’entrare se si presentano con il loro unico compagno. E così, preferiscono dormire al freddo o non entrare in mensa pur di non lasciare il proprio cane fuori.

«Imporre agli assistiti questa condizione, inaccettabile per chi sa cosa significhi amare e proteggere il proprio animale, equivale a condannarli ad ammalarsi o, peggio, a morire di freddo», osserva il presidente dell’OipaMassimo Comparotto. «Inoltre, condizionare l’offerta di un letto e di una coperta sotto un tetto, o di un pasto caldo, all’abbandono del proprio cane fuori la struttura significa mettere a repentaglio anche la vita del cane. E dire che l’abbandono di un animale è condannato dal codice penale».

L’alternativa? Accogliere i senza fissa dimora nelle strutture d’assistenza e accoglienza, se necessario in settori dedicati, o creare delle strutture, dei semplici box, per mettere in sicurezza gli animali accanto ai dormitori o alle mense. Queste ultime potrebbero offrire anche dei pasti gratuiti ai compagni dei clochard, magari in sinergia con le aziende produttrici di cibo per animali, come fa per esempio Oipa a Milano, che in talune circostanze distribuisce pasti ai cani dei clochard, oltre che assistenza veterinaria e comportamentale.

«Non crediamo sia una cosa difficile da realizzare», continua Comparotto. «Solo non discriminando i clochard con cane da quelli senza cane le organizzazioni caritatevoli potranno davvero definirsi tali. Il nostro è un appello accorato che speriamo venga accolto da quante più strutture possibili. C’impegniamo a dare notizia delle strutture che l’avranno fatto».

Istituzioni caritatevoli e associazioni, laiche e religiose, che decideranno di offrire assistenza ai senzatetto con il loro cane potranno segnalare la loro disponibilità a [email protected].

Afghanistan/ Save the Children: “2.000 bambini uccisi o feriti in nove mesi”

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Oltre 18 milioni di persone in Afghanistan – quasi la metà della popolazione del Paese – tra cui 9,7 milioni di bambini, hanno bisogno di aiuti salvavita e sono circa 2000 i bambini uccisi o feriti nel paese in 9 mesi. Questa la denuncia di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, che chiede un aumento urgente dei finanziamenti umanitari per l’Afghanistan.

“L’impatto della pandemia di COVID-19 sta aggravando la crisi umanitaria in un Paese dove già milioni di persone soffrono ogni giorno a causa della povertà e dei conflitti. È particolarmente difficile per i bambini, molti dei quali hanno conosciuto nient’altro che violenza. Secondo gli ultimi dati delle Nazioni Unite, quasi 6.000 persone, un terzo delle quali bambini, sono state uccise o ferite tra gennaio e settembre dello scorso anno. I conflitti continuano a causare danni fisici e psicologici estremi, costringendo ogni anno centinaia di migliaia di persone a fuggire dalle proprie case. I combattimenti continueranno ad alimentare i bisogni umanitari quest’anno, minacciando il benessere delle persone e limitando l’accesso a servizi essenziali come ospedali e cliniche, nonché al sostegno umanitario. Le scuole ora sono chiuse a causa delle rigide condizioni invernali e delle restrizioni per il COVID-19 e non riapriranno fino a marzo. E l’impatto della pandemia globale sta esacerbando la crisi umanitaria” ha dichiarato Chris Nyamandi, direttore di Save the Children in Afghanistan.

La difficile situazione del popolo afghano è resa ancora più critica anche a causa dell’inadeguatezza dei finanziamenti umanitari promessi dalle nazioni ricche nel corso della conferenza tenutasi a Ginevra lo scorso novembre. “Gli aiuti all’Afghanistan sono diminuiti in modo allarmante in un momento in cui il bisogno umanitario è in aumento. Ora siamo in una situazione insostenibile, con aiuti molto al di sotto di quanto sarebbe necessario per soddisfare le necessità della popolazione “, spiega Nyamandi.

Brishna *, dieci anni, ha detto a Save the Children di essere fuggita dalla provincia di Nangarhar al distretto di Rodat, a causa dell’intenso conflitto. “La vita è difficile. Mio padre, che è colui che ci procura il cibo, è malato. Io e mio fratello raccogliamo la spazzatura per accendere il fuoco e poter cucinare. È passato molto tempo dall’ultima volta che abbiamo avuto cibo e vestiti adeguati. I miei fratelli e io vorremmo sempre fare tre pasti al giorno, mangiare frutta e avere una vita migliore. Ma a volte andiamo a letto con lo stomaco vuoto. Durante l’inverno non abbiamo coperte e riscaldamento nella nostra casa “.

Il COVID-19 in Afghanistan sta avendo un impatto disastroso su milioni di famiglie vulnerabili. Nel 2020, le stime della Banca mondiale hanno evidenziato come la pandemia abbia interrotto enormemente le importazioni, compresi gli articoli essenziali per una famiglia, e questo a sua volta ha portato a una rapida inflazione. Le ulteriori difficoltà sul fronte sanitario ed economico causate dalla pandemia aggraveranno l’impatto umanitario in tutto il Paese.

“Milioni di persone soffrono ogni giorno a causa dei conflitti, della povertà e ora della pandemia di COVID-19. È una situazione disperata che necessita dell’attenzione urgente della comunità internazionale ” ha aggiunto Nyamandi. Save the Children chiede almeno altri 3 miliardi di dollari da destinare all’assistenza umanitaria per aiutare il popolo afghano nel 2021. Senza queste risorse, le organizzazioni umanitarie avranno di fronte una grande sfida per riuscire a soddisfare le crescenti esigenze di un’intera generazione di bambini le cui vite sono state rovinate dal conflitto.

La riflessione/ Anno nuovo, annosi (ed esosi) problemi

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Lettera in redazione

Il primo mese del nuovo anno inizia con un governo che va a schiantandosi a colpi di hashtag in diretta social ed eredita da quello vecchio l’agonia di aperture e chiusure a singhiozzo sulla base di regioni dai colori caldini, più caldi o roventi; eredita dal vecchio anche la scomparsa dei grandi Statisti commentata da bravi e meno bravi giornalisti, la conta giornaliera delle vittime del virus e la conta invisibile di coloro che, non uccisi dalla pandemia, sopravvivono pregando di non morire di fame e di debiti. È un esercito silenzioso la cui resistenza, ormai, non fa più notizia. È un fronte costituito da gente normale, che lavora onestamente, lontano dai riflettori, le cui botteghe e i cui capannoni si affacciano sulle vie dei nostri paesi di provincia, solitamente ignorati dalle cronache se non a causa di qualche evento eccezionale. A loro vorremmo dar voce, perché le loro voci noi le sentiamo per strada: le loro difficoltà sono quelle delle nostre piccole comunità – sempre più spopolate e con sempre meno servizi – ma non per questo meno operose. Una voce unanime, quella degli esercenti “in chiaro”(coloro che lo scontrino lo emettono, n,d.r.) degli imprenditori dal marchio sconosciuto, degli artigiani che confezionano le nostre ringhiere, porte, cancellate e serrande … quelle che, coraggiosamente, restano ancora sollevate. La voce di coloro che mai vedremo scendere in piazza, che mai violeranno una norma in segno di protesta; che nessuno intervisterà mai perché non hanno abbastanza forza mediatica per esprimere il loro disagio.

Già arrancavano prima che scoppiasse della pandemia del secolo, ora si trovano ad annaspare poiché, nonostante qualche goccia dei bonus erogati a pioggia arrivi anche a loro, sono ben lungi dall’ottenere il vero ristoro: una riforma seria del sistema di contribuzione. Tra tutte le imposte dovute dai lavoratori del settore privato, è soprattutto una, infatti, a dover essere riveduta perché appesantisce davvero troppo l’intero carico fiscale: quella che impone loro di corrispondere in anticipo le tasse relative all’anno successivo. Doveroso e più che lecito pagare puntualmente le tasse in base al reddito dichiarato l’anno precedente, ma non c’è logica che spieghi come si possa calcolare su base scientifica un guadagno futuro. Ci permettiamo di scomodare, a proposito di previsioni impossibili, Il celebre filosofo illuminista David Hume. Egli mise in discussione la possibilità di affermare, senza ombra di dubbio, quindi scientificamente, che il sole debba per forza sorgere tutti i giorni: umanamente ci si aspetta, per abitudine, che il sole sorga anche l’indomani, e l’indomani ancora, ma non è scontato per la scienza, in quanto potrebbe intervenire un cataclisma “cosmico” a impedirlo. Lo stesso ragionamento è applicabile, anche in misura maggiore, alla questione del versamento anticipato di acconti vari in base un’effimera previsione: chi può conoscere con certezza l’entità delle nostre future entrate? E se gli affari andassero peggio dell’anno precedente? E se venissimo a mancare? E se fossimo costretti a chiudere bottega? (Ipotesi ancor più tremenda, perché anche per cessare un’attività bisogna pagare).

Ci siamo permesse di tirare in ballo la filosofia, ma è chiaro che questo non è un problema filosofico: per lo Stato è una questione di battere cassa con una certa regolarità; per i comuni esercenti è, al contrario, una spada di Damocle sul capo. Ma, come scrive Alessandra Bommarito in “Uccisa a colpi di tasse” (Ed. Walter Farina, 2014): – Prima o poi non ci sarà più nulla da mungere, ci saranno poche imprese e lo Stato come farà ad onorare i suoi debiti e il dovuto ai suoi dipendenti? Se non c’è lavoro non ci sono tasse. Se le tasse sono esose, muore il lavoro. Ci saranno sempre meno imprenditori e lavoratori autonomi e lo Stato non potrà più sostentare il suo apparato di dipendenti pubblici, magistrati, vigili, polizia e così via.

Condividiamo il pensiero di Alessandra e invitiamo tutti a riflettere.

Grazie per averci ascoltato.

Giovanna, Daniela, Lourdes,

cittadine.

Napoli/ Operazioni di trasferimento in porto di una carcassa di balenottero

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Il trasporto nel porto del capoluogo campano consentirà di dar corso all’esecuzione dell’esame necroscopico necessario ad individuare più puntualmente le cause del decesso di quello che sembrerebbe uno dei più grandi esemplari di balenottera individuati nel Mediterraneo. Il primo rinvenimento del cetaceo è avvenuto quando due giorni addietro, personale del Nucleo Subacquei della Guardia Costiera si è immerso a seguito dell’avvistamento di un esemplare di cetaceo più piccolo in difficoltà, ed ha invece individuato la carcassa dell’esemplare adulto privo di vita, successivamente emerso e da quel momento tenuto costantemente monitorato. 

Le operazioni di messa in sicurezza dell’esemplare si sono protratte per diverse ore, consentendo poi il rimorchio reso particolarmente difficile dalle dimensioni della carcassa e protrattosi per tutta la notte a causa delle condizioni del mare in peggioramento.  Il recupero dal mare della carcassa – programmato verosimilmente per il pomeriggio di oggi ad opera di un cantiere navale del porto di Napoli – vedrà coinvolti anche i subacquei della Guardia Costiera di Napoli, oltreché il personale del Reparto Operativo del Comando Generale della Guardia Costiera che ha inviato sul posto il proprio Laboratorio ambientale mobile con i suoi biologi che affiancheranno gli scienziati nelle successive operazioni necroscopiche.

Nel mentre, proseguono anche le attività di monitoraggio della Guardia Costiera per l’eventuale individuazione dell’esemplare più piccolo, avvistato originariamente in porto a Sorrento e che ha poi preso il largo, lasciando perdere le sue tracce.

Gli infortuni sul lavoro nel tessile e abbigliamento dal 2015 alla pandemia da nuovo Coronavirus

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 Tra il 2015 e il 2019 l’andamento infortunistico del settore tessile è stato sostanzialmente stabile. Il numero dei casi denunciati all’Inail, infatti, è aumentato solo dello 0,8%, da 3.522 nel 2015 a 3.549 nel 2019. Questo trend è però il risultato di andamenti nettamente differenti nei due comparti dell’industria tessile e del confezionamento. Nel primo, infatti, si è saliti da 1.959 casi a 2.059, con un incremento del 5,1% nel quinquennio, mentre nel secondo si è registrata una diminuzione del 4,7%, da 1.563 a 1.490 infortuni denunciati.

Con la crisi del 2020 le denunce in calo di oltre un terzo. Come segnalato nel nuovo numero del mensile Dati Inail, curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, nel corso del 2020 anche il settore del tessile e abbigliamento, che svolge un ruolo strategico nell’economia del Paese, con circa 40mila aziende, 300mila addetti e il 6,4% delle esportazioni nazionali nel 2018, ha risentito fortemente della crisi dovuta alla pandemia da nuovo Coronavirus. Questa crisi si riflette nei dati più recenti pubblicati dall’Inail nella sezione Open Data, da cui emerge una flessione del 34,9% delle denunce di infortunio registrate nei primi 11 mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo calo percentuale esprime ancor di più il momento difficile del settore, se confrontato con il -25,8% del complesso delle attività manifatturiere e con il -12,6% dell’intero settore Industria, escludendo la sanità e l’assistenza sociale.

In diminuzione anche le malattie professionali. Per quanto riguarda le malattie professionali nella filiera, che parte dalle aziende che si occupano della produzione di filati e tessuti e arriva fino a quelle operanti nella confezione di intimo, abbigliamento e biancheria per la casa, nel 2019 sono stati denunciati all’Inail 522 casi, in calo del 15,3% rispetto ai 616 del 2015: 361 (69%) sono patologie manifestatesi ai lavoratori del settore abbigliamento, di cui circa l’82% (295) riferite al comparto “Confezione di articoli di abbigliamento”. Le restanti 161 riguardano lavoratori del settore tessile, di cui un terzo rientrano nel comparto “Altre industrie tessili” (biancheria, articoli tecnici, ecc.).

È l’unico settore manifatturiero in cui le lavoratrici superano i lavoratori. Dai disturbi muscoloscheletrici all’esposizione ad agenti fisici, polveri e fibre, dal rischio chimico allo stress lavoro-correlato, sono diversi i fattori di rischio e le patologie professionali a cui sono sottoposti gli addetti del tessile e abbigliamento. Più di otto malattie denunciate su 10 riguardano le lavoratrici, con due terzi dei casi concentrati nel comparto “Confezione di articoli di abbigliamento”. Questo dato non rappresenta una sorpresa perché il tessile e abbigliamento è l’unico settore manifatturiero in cui la quota di occupati femminile supera quella maschile. Con il 55,1% (285 casi) la fascia di età tra i 50-59 anni è quella che registra il maggior numero di malattie e ancora più elevata è la percentuale registrata tra le lavoratrici di questa fascia, che si attesta addirittura a circa l’86% (245).

Le “maschere di comunità” per il contenimento del virus. Dati Inail si sofferma anche sulla risposta del settore tessile all’emergenza Covid-19, per far fronte al considerevole aumento della richiesta delle cosiddette “maschere di comunità”, che non possono essere usate come le semimaschere Ffp2 e Ffp3 per la protezione dei lavoratori ma possono essere indossate dalla popolazione come misura complementare per il contenimento della trasmissione del virus. Le maschere di comunità, secondo la prassi di riferimento edita UNI 90:2020, hanno lo scopo di limitare la dispersione delle particelle espirate da chi le indossa e devono essere messe in vendita imballate, in modo da essere protette contro danni meccanici e contaminazione prima dell’uso. I materiali non devono causare irritazione, effetti allergizzanti o altri effetti tossici e il fabbricante deve anche stabilire e dichiarare il numero massimo di cicli di pulizia e disinfezione cui la maschera può essere sottoposta.

Con i bandi Isi circa 37 milioni di euro in incentivi a fondo perduto. Altri approfondimenti presenti nell’ultimo numero del periodico statistico dell’Istituto riguardano gli incentivi a fondo perduto messi a disposizione con le varie edizioni del bando Isi, l’iniziativa promossa dall’Inail per contribuire al miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, e in particolare quello del 2018, che ha previsto un asse di finanziamento specifico dedicato alle micro e piccole imprese operanti anche nel settore tessile, delle confezioni e della fabbricazione di articoli in pelle. Delle quasi 2.300 imprese del tessile e abbigliamento che hanno partecipato ai vari bandi Isi tra il 2011 e il 2019, una su quattro (510 aziende) è stata ammessa all’incentivo, per un importo complessivo richiesto pari a circa 37 milioni di euro.

Le principali aree di intervento dei progetti ammessi al contributo. Fino all’edizione 2014 del bando Isi i progetti più presentati dalle imprese del settore sono stati quelli di investimento (in media l’86,7% di quelli ammessi al contributo), principalmente legati alla rimozione dell’amianto (37,6%), alla diminuzione degli infortuni da ferita o taglio (9,7%), e alla riduzione del rischio da movimentazione manuale dei carichi (8,4%) e rumore (8,0%). Tra il 2015 e il 2017 l’introduzione degli assi dedicati alla “Bonifica da materiali contenenti amianto” e alla “Movimentazione manuale dei carichi” ha fatto scendere la percentuale di progetti ammessi per investimento al 36,9% e salire quella relativa ai progetti dell’asse Amianto al 58,1%. Con la creazione dell’asse di finanziamento dedicato alle micro e piccole imprese operanti in settori specifici, il 67,8% dei progetti del tessile e abbigliamento ammessi al bando Isi 2018 è rientrato in questo asse, mentre il 29,8% ha continuato a interessare i progetti dell’asse Amianto.

  • Dicembre 2020Argomenti
    Industria tessile: fiore all’occhiello del made in Italy – Gli infortuni nel settore tessile dal 2015 al Covid-19 – Le malattie professionali nel settore tessile e abbigliamento – Maschere di comunità: la risposta del settore tessile all’emergenza Covid – Bandi Isi: industria tessile e abbigliamento tra rimozione amianto, riduzione rischio rumore e infortuni da ferite o tagli – I finanziamenti Inail alle imprese del settore tessile con l’avviso Isi 2018
    (.pdf – 1,20 mb)

Coronavirus/Ritardo sulla consegna dei vaccini, lo Stato minaccia azioni legali

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FOTO DI REPERTORIO

Notizie in breve sull’epidemia da coronavirus.

a) Sui vaccini oramai il rapporro tra Stato e la maggiore impresa produttrice sembra essere ai ferri corti.

“Tuteleremo la salute degli italiani in tutte le sedi, civili e penali”, annuncia il commissario all’emergenza Arcuri in merito al ritardo nella consegna dei vaccini Pfizer;

b) La Germania estende il lockdown fino al 14 febbraio e introduce l’obbligo di indossare mascherine FFP2 nei negozi e sui mezzi di trasporto pubblici.

Turismo/ ‘Un borgo al mese’, il calendario 2021 dei borghi d’Italia

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Il 2021 sarà più che mai un anno all’insegna della rinascita: personale, del turismo lento, dei borghi.

E’ possibile avere un calendario di 12 borghi da visitare, attraverso il navigatore di borghi: ilborghista.it!

Pubblichiamo oggi i primi tre mesi

GENNAIO 

Gennaio ingenera”! E’ il mese che segna l’inizio del nuovo anno, carico di vitalità e buoni propositi. Ed è generalmente il mese prediletto dagli amanti della neve. Se la data di apertura degli impianti venisse confermata, dal 7 gennaio potrete lustrare i vostri sci e recarvi alla scoperta del borgo lombardo di Artogne (BS). Immerso nella Bassa Val Camonica, tra le vallate più estese delle Alpi centrali, Artogne vanta uno dei comprensori più gettonati delle Alpi Lombarde: Montecampione. E’ su queste piste che si sono formate le sorelle montecampionesi Elena e Nadia Fanchini, punte della nazionale italiana di sci alpino, con la sorella minore Sabrina, anche lei sciatrice! E se non si potesse sciare? Non perdetevi il Museo della Stampa Lodovico Pavoni, intitolato al primo fondatore in Italia di una scuola tipografica (1821). Non soltanto un museo, ma un vero e proprio laboratorio dove cimentarsi nell’arte della stampa, con macchine antiche ancora funzionanti. Il Museo si inserisce in un contesto particolarmente stimolato alla comunicazione visiva, data la presenza nella Valle Camonica di una delle più ricche collezioni di incisioni rupestri al mondo (sito UNESCO)!

FEBBRAIO 

Gennaio fa il ponte e Febbraio lo rompe”! Gli appassionati di turismo sportivo, potranno trovare pane per i propri denti nel borgo umbro di Arrone (TR), nella Valnerina ternana. Definito il Paradiso degli sport nella natura, questo piccolo borgo situato nel Parco Fluviale del Nera è una vera e propria “palestra a cielo aperto”. Grazie alla sua privilegiata posizione lungo il percorso sentieristico ad anello “Greenway del Nera”, dove passa l’antico cammino di San Francesco, potrete sbizzarrirvi con i numerosi sport a diretto contatto con la natura: canoa-kajak, canottaggio, rafting (anche in versione soft per i bambini), hydrospeed, trekking, arrampicata (anche notturna), mountain bike, equitazione, endurance. Non è un caso se il Parco Fluviale del Nera è noto come “Parco delle acque”, con i suoi fiumi, torrenti e laghi, e l’affascinante Cascata delle Marmore a meno di 6 Km!

MARZO

Se Gennaio sta in camicia, marzo scoppia dalle risa”! Nel mese pazzerello dell’anno, ti portiamo nel borgo marchigiano di Cantiano (PU), nelle Marche. Immerso in uno straordinario scenario naturale costituito da estese e secolari faggete ad altofusto, il borgo del nobile cavallo del Catria è la meta ideale per gli amanti del turismo lento e degli itinerari green a misura d’uomo. Non solo. Ogni anno, a Marzo, si rende protagonista di una grandiosa manifestazione nota come “La Turba”, durante la quale gli abitanti del borgo mettono in scena una sacra rappresentazione della Passione di Cristo, attraverso una scenografica sfilata che trasforma il centro storico in un grande teatro all’aperto. Nel 2018 è stata avviata la proposta di candidatura dello spettacolare evento a Patrimonio Immateriale dell’UNESCO, e nel 2019 è stato inaugurato il Museo della Turba, custode della memoria storica di questa significativa testimonianza di senso di comunità!

Roma/ Gara di bevute, minorenne finisce in coma etilico

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Il Policlinico Gemelli

Un pomeriggio tra amiche per un aperitivo clandestino, organizzato di nascosto, nonostante le misure anti Covid, che ha avuto un esito drammatico quello avvenuto a Villa Carpegna a Roma.
È in prognosi riservata al Gemelli la ragazza di quattordici anni finita in coma etilico, dopo la gara di bevute.
A dare l’allarme un’amica, ascoltata dagli investigatori. Come riporta Il Corriere della Sera le due giovani avevano organizzato di incontrarsi nell’area verde dell’Aurelio, portando con sé alcol.
Si indaga per capire chi abbia venduto loro l’alcol e se all’incontro erano presenti anche altri coetanei.