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Padova/ Gira in strada nudo e urla ai passanti, fermato dai carabinieri

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FOTO DI REPERTORIO

Curiosità ma anche paura, quando un uomo di 51 anni si è presentato a passeggio semi nudo: addosso solo calzini, scarpe da tennis e slip.
E’ accaduto a Padova.
L’uomo ha improvvisato una ‘sfilata’ per le strade della città mezzo nudo; ma non si è limitato a questo, inveendo ripetutamente contro chiunque.

Per fermarlo sono dovuti intervenire i carabinieri.

foto di repertorio

Milano/ Li ospita in casa e loro la violentano, arrestati dalla polizia

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Ancora orrende storie di violenza sulle donne. Due marocchini di 24 e 25 anni sono stati arrestati per aver stuprato, rapinato e picchiato con numerosi pugni al volto e al corpo una loro connazionale di 34 anni il primo settembre scorso nella sua casa a Milano, dove la donna li aveva ospitati dopo che i tre avevano passato una serata assieme in un locale.
Le indagini condotte dalla Squadra Mobile.

foto di repertorio

La riflessione/ L’Italia allo sbando cerca fiducia

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Speriamo che il 2020 non sia solo un anno da dimenticare, ci lascia in eredità la necessità di una riflessione critica sul nostro ordinamento sociale, sulle difformità nelle garanzie, sulla trascuratezza verso l’ambiente e verso la scuola, di cui ci si preoccupa poco. Il 2020 è stato un anno pieno di ombre e di percorsi rischiosi, che la pandemia ha fatto esplodere. Per affrontare il nuovo anno appena iniziato, con un’Italia sfiduciata e allo sbando, soprattutto dal punto di vista politico-istituzionale, la parola-chiave è “fiducia”. In un’Italia in cui le basi della fiducia vengono sistematicamente erose, invece bisognerebbe permetterne lo sviluppo senza fiducia non c’è futuro, non c’è possibilità di collaborazione, non c’è possibilità di investimento. Il 2020 è un anno da dimenticare in fretta, perché ci lascia in eredità incertezze, paura, stanchezza e la necessità di una riflessione critica sul nostro ordinamento sociale. Di fronte alle restrizioni si sono evidenziate difformità nelle protezioni e nelle garanzie tra chi era coperto e chi no, si è riflettuto sulla trascuratezza verso l’ambiente, che può essere una delle cause della diffusione della pandemia, e soprattutto sull’organizzazione del sistema sanitario.
Una riflessione critica s’impone per tornare il più possibile a come era prima, anche se potrebbe essere una tentazione per coloro che prima della pandemia non stavano certo male, questo prima appare sempre più pieno di ombre e di percorsi rischiosi, che sono esplosi con la pandemia, ma erano già presenti. La pandemia ha accelerato i processi negativi ne abbiamo ricevuto una lezione da custodire, di sicuro ha portato cose negative, ma ci ha anche scoprire cose che erano già negative e che non funzionavano, tutto il dibattito poco sviluppato, sulla scuola, l’educazione, le disuguaglianze dentro la scuola, la povertà educativa, problemi già esistenti, che adesso che sono emersi in tutta la loro negatività non più non vedere, anzi dovremo attrezzarci per contrastarli.
Poi c’è il tema della solidarietà, il Censis dice che siamo diventati più egoisti, certamente non usciremo dalla pandemia migliori di prima ma di fronte a resoconti troppo irenici o molto più cinici, come appunto il rapporto Censis che ci descrive tutti un po’ più egoisti, si sono scoperti tesori di solidarietà personale e di capacità di organizzazione civica, che sarebbe bene non andassero dispersi, è una voglia di fare qualcosa di utile, di buono, per gli altri su cui bisognerà lavorare perché rimanga, venga valorizzata, si solidifichi e diventi sistema e non eccezione. Dopo mesi di lockdown e di restrizioni si sente voglia di ripresa, anche perché se non riprendiamo rischiamo una brutta fine, c’è la voglia di tornare a vite più normali, meno costrette da vincoli occorre stare attenti a pensare che si possa riprendere così come se niente fosse, il Covid rimarrà con noi a lungo e se va bene solo con le vaccinazioni avremo l’immunità di gregge, non sappiamo se e quando il virus tornerà.
Si parla tanto di nuova normalità, punti fermi, ancore, appigli da cui ripartire ,occorre dare una comunicazione pubblica, collettiva, sul fatto che atteggiamenti di prudenza e protezione sono qui per rimanere. Dovremo abituarci a vite più controllate e ad assumerci maggiori responsabilità per il benessere complessivo, la politica non può oscillare dentro la fretta di chiudere senza dare un orizzonte e un percorso praticabile.
Tutte le riprese non possono prescindere da problemi di sicurezza e di prevenzione, sarà necessario organizzare in maniera più ampia e organica la sicurezza nelle imprese e andrà ripensata l’organizzazione delle città, nella scuola sarà sempre più urgente innovare la didattica, una ripresa che sia creativa, che utilizzi quello che abbiamo imparato, nella direzione di una maggiore efficacia ed equità. La generazione adulta ha distrutto una fetta di futuro, ha creato una generazione perduta; occorre che si dia una una chance a questa generazione, non si stà facendo molto perché non si perda, soprattutto rispetto alle fasce più svantaggiate, è profondamente sbagliato non preoccuparsene adesso perché non è stato messo nulla in campo dal punto di vista istituzionale, pur in presenza di splendide iniziative di singole scuole, di singoli insegnanti e di molta società civile, manca un pensiero, un’attenzione istituzionale e questo è molto preoccupante. E non è che non ci siano i dati, le disponibilità, i modi.
I fondi Next Generation Eu, o Recovery fund, dovrebbero avere i giovani, che stanno pagando il prezzo più alto di esclusione dalla vita della società, al centro del loro cuore, creando occasioni, strumenti, modalità, a partire dall’istruzione e dall’educazione, occorre che si diano risposte affinché possano non solo recuperare il perso, ma sviluppare appieno le proprie potenzialità. Stiamo vivendo un’emergenza su più livelli: sanitaria, economica, educativa, psicologica e istituzionale. L’Italia è allo sbando, lo è in particolare per quanto riguarda la politica.
Quello che sta succedendo in questi giorni è drammatico, al di là delle singole buone ragioni, è come se a nessuno interessasse dove stiamo andando a sbattere ci sono tantissimi nella società civile, che come possono, dal basso, stanno tentando di tenere assieme questa barca, ma se non tiene l’apparato istituzionale e politico il rischio è altissimo, è un’Italia in cui le basi della fiducia vengono sistematicamente erose, invece bisognerebbe permetterne lo sviluppo. C’è uno sfilacciamento terrificante, con perdita reciproca di fiducia, bisognerebbe avere più fiducia nei cittadini, invece è stato dispensato troppo paternalismo e poco coinvolgimento, specie dei più giovani e di adulti responsabili.
La parola chiave deve essere “fiducia”, però, la fiducia non cresce sugli alberi, va costruita, senza fiducia non c’è futuro, non c’è possibilità di collaborazione, non c’è possibilità di investimento.

Alfredo Magnifico

Ministero della Giustizia: concorso per 142 diplomati. La domanda deve essere presentata entro il 18 gennaio 2021

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Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che fa parte del Ministero della Giustizia, ha indetto un concorso pubblico per l’assunzione di 142 Assistenti Tecnici, in possesso di diploma. Oltre al diploma i candidati devono essere in possesso dei seguenti requisiti: cittadinanza italiana; godimento dei diritti civili e politici; idoneita’ fisica allo svolgimento delle mansioni; qualita’ morali e di condotta; non essere stati destituiti o licenziati a seguito di procedimento disciplinare etc. 

Lo svolgimento del concorso è costituito da due prove scritte: la prima prova scritta consisterà in una serie di domande a risposta multipla, mentre la seconda prova scritta consisterà in una elaborazione di disegni riguardanti un tema di progettazione, in ambito penitenziario. La prova orale, invece, verterà sulle materie oggetto delle prove scritte oltre che sull’accertamento della conoscenza della lingua straniera a scelta e delle conoscenze informatiche. 

Nel caso in cui il numero di domande pervenute è maggiore a quello previsto, le prove scritte saranno precedute da una prova preselettiva, che consistera’ in un questionario a risposta multipla, formato da una serie di domande attitudinali, che serviranno a verificare le capacita’ logico-deduttive, di ragionamento logico-matematico e critico-verbale.

 La domanda di partecipazione al concorso deve essere presentata entro il 18 gennaio 2021.Per scaricare il bando completo… continua a leggere

Coronavirus, fino al 15 gennaio vietati gli spostamenti tra regioni

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Notizie in breve sull’epidemia da coronavirus.
a) Cambiano continuamente le disposizioni di sicurezza anti-Covid, soprattutto per quanto riguarda la mobilità interna.
Tra il 7 e il 15 gennaio rimarrà in vigore il divieto di spostarsi tra Regioni, salvo motivi di necessità, lavoro o salute.
Lo ha stabilito il governo;
b) In Italia oltre 180mila persone hanno ricevuto la prima dose del vaccino anti-COVID 19, secondo i dati del Ministero della Salute;
c) I nuovi contagi giornalieri riportati nel Regno Unito superano per la prima volta quota 60mila.

Cronaca nazionale/ Litigano dopo l’incidente: uno si accascia al suolo e muore, l’altro risale sul furgone e va via

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Il Policlinico S.Matteo di Pavia

Una morte assurda dopo un banale litigio. L’incidente tra i due veicoli, e poi la lite tra i conducenti. Ma un automobilista, anziano, si sente male e si accascia mentre l’altro conducente risale sul suo furgone e se ne va. È accaduto a Pavia, l’uomo è morto al Policlinico San Matteo di Pavia. Lo scrive la Provincia Pavese.
I due mezzi si sono scontrati, un tamponamento su una strada provinciale alla periferia di Dorno (Pavia), in Lomellina. Il conducente del furgone, invece di fermarsi a soccorrerlo, è risalito sul furgone ed è ripartito. Sul posto sono subito intervenuti gli operatori del 118 che hanno cercato in ogni modo di rianimare l’anziano, alle prese con un arresto cardiaco, ma come detto è poi morto in ospedale.

Sul posto sono accorsi anche i carabinieri che hanno avviato gli accertamenti per ricostruire l’episodio e risalire al conducente del furgone che potrebbe ora rischiare la denuncia per omissione di soccorso.

Coronavirus, impennata dei deceduti nelle 24 ore

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Sono numeri preoccupanti, quelli sui dati del coronavirus in Italia, secondo il bollettino di oggi del Ministero della Salute. I nuovi positivi registrati nelle ultime 24 ore sono 15.378 con 135.106. Sono ben 649 i morti (ieri erano stati 348). Con 16.023 dimessi e guariti in più gli attualmente positivi sono 569.161, ( -1.297) . La percentuale di tamponi positivi è al 11.38%. Il totale delle vittime da coronavirus nel nostro Paese dall’inizio della pandemia sale a 76.329.
Il totale dei casi di Covid-19 dall’inizio della pandemia in Italia è dunque di 2.181.619, di cui 1.536.129 dimessi e guariti. Del totale dei positivi sono 543.197 quelli in isolamento domiciliare (-1365), 23.396 ricoverati in altri reparti (+78) mentre i malati in terapia intensiva sono 2.569 (-10).

Portogallo/ Infermiera muore due giorni dopo la vaccinazione anti-Covid

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Una notizia terribile. È giallo in Portogallo per la morte di una infermiera 48 ore dopo essersi sottoposta al vaccino anti Covid. Nelle prossime ore verrà effettuata l’autopsia sul corpo della donna, 41 anni, per scoprire se quanto è successo sia o meno collegato alla somministrazione del siero.

Lavorava nel reparto di pediatria presso l’Istituto nazionale di oncologia (IPO) a Porto, aveva ricevuto il vaccino il 30 dicembre, non aveva sofferto di effetti collaterali, poi il primo gennaio, a Capodanno, si è verificato improvvisamente il decesso.

Naturalmente non è detto che ci siano correlazioni e non ci sono prove in tal senso; le indagini e le analisi dei prossimi giorni chiariranno la questione, o almeno questa è la speranza.

Cronaca nazionale/ Aggrediscono un migrante che li aveva rimproverati, arrestati su segnalazione di un passante alla polizia

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Non sempre gli atti di violenza si consumano nell’indifferenza dei passati. Non si è girato dall’altra parte ignorando quanto stava accadendo davanti ai suoi occhi mentre tre ragazzi si scagliavano contro un ragazzo di colore con calci e pugni per un rimprovero ricevuto pochi minuti prima all’interno dell’esercizio commerciale.I fatti sono avvenuti sabato 2 gennaio all’uscita di un supermercato di Casarano, in provincia di Lecce.

Uno dei giovani del gruppetto si sarebbe avvicinato al migrante e gli avrebbe sferrato un pugno in faccia senza dirgli nulla; poi rientrato nel supermercato sarebbe uscito con altri due amici. A quel punto è scoppiato il parapiglia. Non si sarebbero fermati neanche quando il passante ha intimato loro di chiamare la polizia, cosa che poi ha fatto. Due di loro sono stati arrestati.

Cronaca nazionale/ Sparatoria in un appartamento, due ragazzi in gravi condizioni

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Due ragazzini, entrambi minorenni, sono stati gravemente feriti nel corso di una sparatoria avvenuta la scorsa notte a Sale, in provincia di Alessandria: sulla vicenda indagano i carabinieri della compagnia di Tortona e del comando provinciale; i ragazzini sarebbero entrambi in pericolo di vita. I due non sarebbero stati accompagnati al pronto soccorso da delle ambulanze bensì da auto private.

Secondo i carabinieri la sparatoria sarebbe avvenuta al culmine di una lite tra i componenti della famiglia, giostrai da diversi anni residenti a Sale.

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