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Ricerca/ Fondazione Telethon apre tre bandi di ricerca: c’è anche un’iniziativa speciale dedicata a Covid19

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L’attuale emergenza coronavirus ha reso ancora più fragili le persone affette da una malattia genetica rara, aumentando le difficoltà che questi pazienti devono affrontare, ma ha fatto anche comprendere il valore universale e l’importanza della ricerca. Fondazione Telethon lavora da 30 anni al fianco di queste persone per offrire loro una speranza grazie alla ricerca scientifica e annuncia che tra maggio e giugno lancerà tre bandi per selezionare i migliori progetti proposti da ricercatori di tutto il Paese. Accanto al tradizionale bando generale per progetti di ricerca sulle malattie genetiche rare, saranno infatti avviate anche due iniziative speciali. La prima è una nuova edizione del “seed grant”, in collaborazione con tre associazioni di malattie rare – Associazione Italiana Glicogenosi, Associazione Italiana per la lotta alle Sindromi Atassiche, “Una vita rara AHDS-MCT8 Onlus”: i fondi già raccolti dalle associazioni saranno assegnati a progetti esplorativi di durata annuale selezionati grazie al metodo rigoroso della Fondazione Telethon, così che questi “semi” possano effettivamente far crescere la conoscenza su malattie fino ad oggi molto poco studiate.

L’altra iniziativa è invece la risposta della Fondazione all’emergenza sanitaria attuale: un bando dedicato a progetti che utilizzino le malattie genetiche come modello per far luce su COVID19 e il comportamento del nuovo coronavirus. In questi mesi in cui la comunità scientifica di tutto il mondo ha iniziato a studiare questo nuovo agente infettivo sono emersi infatti diversi punti di contatto con l’ambito di studio della Fondazione: dai sistemi di trasporto che il virus sfrutta per riprodursi una volta infettata la cellula che sono gli stessi mutati in alcune malattie genetiche del “traffico cellulare”, a specifiche molecole responsabili, quando alterate, di malattie genetiche che sono risultate essere coinvolte anche nell’interazione tra SARS-CoV2 e le cellule umane. Lo studio del particolare comportamento del sistema immunitario nei pazienti affetti da malattie genetiche rare può inoltre dare informazioni molto importanti oggi per disegnare farmaci e vaccini che contrastino efficacemente anche il nuovo coronavirus.

«La ricerca scientifica è un percorso, che non può portare a risposte nette e immediate, ma che piuttosto aggiunge progressivamente frammenti di conoscenza che si sedimentano nel tempo. Queste conoscenze sono preziose perché possono avere un impatto in campi molto diversi da quello in cui sono nati, con un effetto domino spesso inimmaginabile – dichiara Manuela Battaglia, responsabile ricerca Fondazione Telethon – Studiare le malattie genetiche rare porta a conoscere meccanismi così fondamentali dal punto di vista biologico da avere ricadute in tutti i campi della medicina. È questo il motivo per cui abbiamo messo a disposizione la nostra conoscenza e la nostra esperienza nella ricerca scientifica per lo studio dell’infezione da SARS-CoV-2, così apparentemente distante dall’ambito per cui siamo nati, quello delle malattie genetiche rare, che rimangono comunque il focus principale della nostra attività, quello per cui continuiamo a lavorare».

Fondazione Telethon da 30 anni porta avanti una ricerca di eccellenza. Grazie anche alla generosità degli italiani e alla preziosa partnership con Rai, ha raggiunto traguardi eccezionali arrivando a mettere a punto terapie che stanno curando bambini di tutto il mondo e a sviluppare delle competenze scientifiche che oggi più che mai rappresentano un valore universale per tutta la società.

«In questo momento tutti gli scienziati del mondo stanno riflettendo su come le loro ricerche e il know-how sviluppato nei laboratori da loro diretti possano contribuire a una sfida che è comune all’umanità. Noto un grande fermento creativo, che è alla base di ogni programma di ricerca, e vedo nascere frequenti occasioni di confronto tra ricercatori – osserva Francesca Pasinelli, Direttore Generale di Fondazione Telethon – Questo spirito alimenta anche l’avvio dei nuovi bandi sostenuti da Fondazione Telethon, perché le persone affette da malattie genetiche rare continuano e continueranno ad avere bisogno della ricerca scientifica per sperare in un miglioramento della diagnosi, della qualità di vita e dello sviluppo di terapie».

Per ribadire ancora una volta che la ricerca non deve fermarsi, dal 27 aprile al 3 maggio torna il consueto appuntamento con gli esperti della Fondazione, i pazienti e le loro famiglie, ospiti sui canali TV, radio e web della Rai. E proprio per restare sempre aggiornati sulle nuove iniziative e su come continuare a sostenerla, Fondazione Telethon invita a visitare il sito www.telethon.it, perché se è vero che la ricerca non deve fermarsi è altrettanto vero che ha bisogno di tutti.

Per conoscere maggiori dettagli sul “Bando Progetti di Ricerca Telethon 2020”, è possibile consultare il sito: https://www.telethon.it/cosa-facciamo/gestione-della-ricerca/bandi-di-ricerca/.

Fondazione Telethon è una delle principali charity biomediche italiane, nata nel 1990 per iniziativa di un gruppo di pazienti affetti da distrofia muscolare. La sua missione è di arrivare alla cura delle malattie genetiche rare grazie a una ricerca scientifica di eccellenza, selezionata secondo le migliori prassi condivise a livello internazionale. Attraverso un metodo unico nel panorama italiano, segue l’intera “filiera della ricerca” occupandosi della raccolta fondi, della selezione e del finanziamento dei progetti e dell’attività stessa di ricerca portata avanti nei centri e nei laboratori della Fondazione. Telethon inoltre sviluppa collaborazioni con istituzioni sanitarie pubbliche e industrie farmaceutiche per tradurre i risultati della ricerca in terapie accessibili ai pazienti. Dalla sua fondazione ha investito in ricerca oltre 528 milioni di euro, ha finanziato oltre 2.630 progetti con oltre 1.600 ricercatori coinvolti e più di 570 malattie studiate.

Ad oggi grazie a Fondazione Telethon è stata resa disponibile la prima terapia genica con cellule staminali al mondo, nata grazie alla collaborazione con l’industria farmaceutica e Ospedale San Raffaele. Strimvelis, questo il nome commerciale della terapia, è destinata al trattamento dell’ADA-SCID, una grave immunodeficienza che compromette le difese dell’organismo fin dalla nascita. La terapia genica è in fase avanzata di sperimentazione anche per la leucodistrofia metacromatica (una grave malattia neurodegenerativa), la sindrome di Wiskott-Aldrich (un’immunodeficienza), la beta talassemia, e due malattie metaboliche dell’infanzia (rispettivamente, la mucopolisaccaridosi di tipo 6 e di tipo 1). Inoltre, all’interno degli istituti Telethon è in fase avanzata di studio o di sviluppo una strategia terapeutica mirata anche per altre malattie genetiche, come per esempio l’emofilia o diversi difetti ereditari della vista. Parallelamente, continua in tutti i laboratori finanziati da Telethon lo studio dei meccanismi di base e di potenziali approcci terapeutici per patologie ancora senza risposta.


Per maggiori informazioni:
Ufficio stampa – HAVAS PR Milano

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Coronavirus, l’OMS teme una seconda ondata del contagio

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‘Fase 2’, sale la paura di un’impennata dell’epidemia. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha chiaramente detto di temere una seconda ondata di contagi, che potrebbe essere devastante.
Ecco la posizione dell’OMS: “Vogliamo ribadire che allentare le restrizioni non rappresenta la fine dell’epidemia in nessun paese. La fine dell’epidemia richiederà uno sforzo costante da parte di individui, comunità e governi per continuare a reprimere e controllare il virus…I cosiddetti lockdown possono aiutare a smorzare l’epidemia, ma non possono farcela da soli. I Paesi devono ora assicurarsi di poter rilevare, testare, isolare e curare ogni caso e rintracciare ogni contatto”.
A parlare è Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), intervenuto in conferenza stampa a Ginevra su COVID-19.

Milano/ Conte: “Non ci sono le condizioni per tornare alla normalità”

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Giuseppe Conte

Torna a parlare delle modalità della ‘fase 2′ il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ieri in Prefettura a Milano, tappa iniziale della sua prima visita in Lombardia da quando è scoppiata l’emergenza coronavirus. Conte ha incontrato il prefetto di Milano, Renato Saccone, il sindaco Giuseppe Sala, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, e Carlo Bonomi, da poco nominato presidente di Confindustria.
“Alcuni saranno scontenti, perché credevano si potesse subito tornare alla normalità, ma non ci sono le condizioni per tornare alla normalità; questo lo dobbiamo dire chiaro e forte. Adesso siamo alla fase 2 di convivenza con il virus, non di allontanamento dal virus. Abbiamo introdotto qualche allentamento ma è chiaro che non possiamo mollare in questa fase”.

Con il brano “Sing Sing Sing” l’Epic Music Orchestra augura una pronta ripresa dall’emergenza Covid 19 (Video)

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L’Epic Music Orchestra con il brano jazzistico “Sing Sing Sing”, ringrazia il direttore e la redazione di negozioterminus.com ed augura a tutti i nostri lettori una pronta ripresa. Con la speranza di uscire di finalmente da questa drammatica emergenza sanitaria legata al Covid 19.

Il brano dedicato è l’esecuzione dal vivo di “Sing, Sing, Sing” eseguito dalla “Epic Music Orchestra” il 25 gennaio 2020 sul Palco dell’Auditorium “Unità d’Italia” di Isernia in occasione della Conferenza di lancio di “UNESCO EDU 2020”, il Programma nazionale per l’Educazione dell’UNESCO in collaborazione con il MIUR.Pubblicità

Sing, Sing, Sing (With a Swing) è un brano musicale del 1936, scritto da Louis Prima ed originariamente registrato da Prima con la New Orleans Gang che lo pubblicò nel 1936 attraverso l’etichetta Brunswick Records . Considerato una delle canzoni jazz più belle, uno dei brani più rappresentativi del genere big band e swing, è stato interpretato in celebri cover da Fletcher Henderson e da Benny Goodman. Originariamente il brano era intitolato Sing, Bing, Sing, in riferimento a Bing Crosby, benché poi si preferì utilizzare il titolo Sing, Sing, Sing per poter utilizzare il brano in un contesto più ampio.

LINK BRANO Sing Sing Sing

L’organico della Epic Music Orchestra:

Claudio Luongo (pianoforte, direzione e arrangiamenti)

Pio Cavalluzzo (sint, programmazione e arrangiamenti)

Nicola Graziano (chitarra elettrica, direzione e arrangiamenti)

Alessio Lalli (tromba)

Cinzia Romano (violino)

Matteo Iannaccio (violino e arrangiamenti)

Francesca Cimino (violino)

Marta Paoliello (violoncello)

Enzo Cimino (flauto)

Giuseppe Lanese (clarinetto)

Gioacchino Granada (clarinetto)

Addolorato Valentino (sassofono contralto, soprano, tenore)

Enrico Verrecchia (basso elettrico)

Oreste Sbarra (batteria)

Luca Mainella (percussioni)

La Epic Music Orchestra è una formazione di 15 elementi molisani, tutti docenti di Strumento musicale nelle scuole e musicisti professionisti che hanno deciso di creare un gruppo inedito ed originale. La Epic Music Orchestra è un progetto culturale (nato in collaborazione con l’associazione Musicsart) che mira a promuovere la cultura e la musica in Italia e nel mondo.

E’ già attiva la partnership con il Tetracordo International Music Festival e con l’associazione culturale Digital Media. La Epic Music Orchestra ha collaborato con l’Associazione italiana Giovani per l’Unesco per l’evento di lancio del programma UNESCO EDU 2020 esibendosi durante l’evento di lancio del 25 gennaio 2020.

Nel repertorio figura la musica epica, ma non solo. Il programma spazia dalla classica, al pop al jazz. Musica epica è un termine per definire la musica di commento musicale per film e/o fiction televisive dove si evocano suggestioni di gesta eroiche, leggendarie o di fantasia. È un genere di recente conio e dal grande impatto emotivo. Musiche “epiche” evocative tratte da film e colonne sonore come “Il Gladiatore”, “I Pirati dei Caraibi” (Hans Zimmer), “Trono di Spade” (Ramin Djawadi), “Superman – Predatori dell’Arca perduta” (John Williams), “Prince of Persia” (H. Gregson) e tanti altri ancora.

Coronavirus, ‘fase 2’,Paolo Capone (Ugl): “Le regioni del Sud meno colpite devono ripartire da subito”

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“La Fase 2 prevista dal Governo è deludente e priva di coraggio, il Sud è stato dimenticato. Comprendiamo i rischi che potrebbero derivare dal diffondersi della pandemia, tuttavia si potrebbe riaprire il Paese a seconda delle zone di contagio. In particolare, nelle regioni meridionali la curva epidemiologica è praticamente pari a zero. Riaprire bar e ristoranti dal primo giugno significherebbe far saltare la stagione estiva con un danno incalcolabile e irreversibile per l’economia meridionale. Nessuna parola dal Governo neppure sulla riapertura degli hotel e degli stabilimenti balneari. È quindi lampante che manca un piano strategico per il rilancio del turismo.”
Lo ha dichiarato in una nota Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito all’annuncio del Governo sulla ‘Fase 2’. “Diciamo da sempre che abbiamo un’Italia a due velocità, questo è il momento di offrire al Mezzogiorno l’occasione di ripartire con condizioni più favorevoli. È forse l’unica possibilità per non lasciare il Sud in balia delle mafie che approfitterebbero per insediarsi nelle sane economie del turismo meridionale. Al netto di tutte le misure di sicurezza e le distanze sociali per evitare il rischio di nuovi contagi, il 4 maggio le regioni del Sud devono avere la possibilità di ripartire prima del resto d’Italia”.

Carabinieri NAS: controlli presso le farmacie, tre persone deferite in stato di libertà.

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Nonostante l’emergenza epidemiologica, i Carabinieri del NAS continuano ad effettuare i controlli finalizzati ad assicurare la sicurezza dei prodotti commercializzati presso le farmacie.
In tale ambito, i NAS di Bari, Foggia, Taranto e Lecce, in una serie di servizi coordinati dal Gruppo per la Tutela della Salute di Napoli, hanno ispezionato 26 farmacie pugliesi.
Nel corso delle operazioni, i militari hanno segnalato quattro persone per aver commercializzato mascherine chirurgiche prive delle indicazioni in lingua italiana e sottoposto a sequestro 622 dispositivi per la protezione individuale del viso.

Il NAS di Brescia ha invece deferito due persone all’Autorità Giudiziaria: gli indagati sono i titolari di due diverse farmacie, accusati di essersi venduti reciprocamente dei medicinali senza essere in possesso della specifica autorizzazione di commercio all’ingrosso.

Il NAS di Bologna, infine, ha denunciato la responsabile di una parafarmacia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rimini. L’indagata infatti, nonostante fosse priva dei titoli di studio previsti dalla legge, utilizzava dei test diagnostici ad uso esclusivo di personale medico e/o infermieristico per la rilevazione rapida degli anticorpi al virus SARS COV-2.

Test diagnostici, la Commissione Ue fa chiarezza su contesto normativo e altre variabili

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La Commissione Ue fa chiarezza sui test diagnostici spiegando il contesto normativo; il possibile utilizzo dei diversi test; il livello di prestazioni di tali test, vale a dire in che misura sono in grado di essere utilizzati per lo scopo che ci si prefigge e le azioni future.
La Commissione, in collaborazione con gli Stati membri, faciliterà l’immissione sul mercato di dispositivi di test sicuri e affidabili.
Le Autorità nazionali competenti hanno individuato una serie di dispositivi contraffatti che sono stati immessi sul mercato illegalmente, ad esempio con prove falsificate relative alla registrazione nazionale, con un certificato falsificato dell’organismo notificato o senza la documentazione regolamentare. La Commissione raccomanda alle Autorità competenti di cooperare con importatori e distributori, in quanto possono contribuire a individuare gli scambi di dispositivi contraffatti.
Per garantire che un numero sufficiente di test efficienti e i relativi reagenti siano disponibili dove ce n’è bisogno, l’industria e gli Stati membri dovrebbero avvalersi di strumenti a livello dell’Unione per coordinare l’offerta e la domanda, quali la clearing house (ovvero facilitare l’incontro tra domanda e offerta ndr), rescEU (la protezione civile europea ndr) e l’aggiudicazione congiunta.
La produzione di volumi sufficienti di test richiederà una cooperazione rafforzata tra le imprese, che dovrebbe essere realizzata in conformità alle disposizioni recentemente approvate, ovvero quelle che ammorbidiscono temporaneamente la vigente normativa antitrust in materia di cartelli tra imprese.

Intanto, Confindustria Dispositivi Medici fa sapere che ritiene “un errore l’ipotesi di un test unico nazionale per organizzare e pianificare in modo strategico la ripartenza del Paese.  La fase 2 dell’emergenza è delicata tanto quanto la prima, gestire in  modo appropriato e consapevole la tanto sospirata ripresa è fondamentale per non ritrovarci nel giro di pochi giorni nelle stesse drammatiche condizioni di un mese fa. E i test diagnostici sulla popolazione – si legge in una nota – sono senz’altro la via maestra per la ripresa, ma bisogna considerare con attenzione i rischi a cui ci esporremmo affidandoci a un unico fornitore”.
“Innanzitutto – ammonisce Massimiliano Boggetti, presidente di Confindustria dispositivi medici – la scelta di un unico test espone il nostro Paese al rischio che il fornitore di quel test possa non avere sufficiente capacità produttiva sul medio lungo periodo o nel caso di cambiamenti repentini del fabbisogno”. E ancora: “la procedura negoziata semplificata d’urgenza per i kit diagnostici, i reagenti e i consumabili, bandita lo scorso 17 aprile, per 150.000 indagini diagnostiche si è resa necessaria per rispondere alle tempistiche concitate di questa fase, ma non è una gara vera e propria – denuncia – e rischia di sacrificare sia la più ampia partecipazione delle imprese sia un’accurata e approfondita valutazione qualitativa dei prodotti”.

Tragedia di Capodichino, De Lieto (Lisipo): “Profondo cordoglio ai familiari del collega caduto in servizio”

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Napoli, in località Capodichino, la volante di Zona interviene per sventare un furto in banca e, durante l’inseguimento dei malviventi in fuga a bordo di un’autovettura, l’auto della Polizia di Stato viene speronata. Nel tragico impatto, il poliziotto di Anni 37 che era alla guida della Volante perde la vita mentre l’altro collega resta lievemente ferito. Il Segretario Generale del Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.) Antonio de Lieto – ha dichiarato – “Gli uomini e le donne della Polizia di Stato, impegnati in particolari servizi, tutti i giorni rischiano la propria incolumità per assicurare sicurezza ai cittadini. Il caso di questa notte ne è la prova. Il LI.SI.PO., addolorato per la dipartita del collega, esprime profondo cordoglio ai familiari del congiunto caduto in servizio. Ci troviamo di fronte all’ennesimo lutto che ci ferisce in modo indelebile – ha rimarcato il leader del LI.SI.PO. – il tributo di sangue versato dagli uomini e le donne delle Forze di Polizia, durante il servizio di istituto, è a dir poco elevato ed in ragione della pericolosità che comporta questo tipo di servizio, a giudizio del LI.SI.PO., sarebbe più che opportuno fare attuare tutti gli sforzi necessari al fine di fare operare gli appartenenti alle Forze di Polizia in massima sicurezza. Il LI.SI.PO. – ha concluso de Lieto – auspica che questi criminali, una volta arrestati, scontino per intero la pena senza usufruire di sconti, premio e quant’altro che, a giudizio del LI.SI.PO. “è uno schiaffo ai cittadini onesti”. Mentre gli operatori di Polizia perdono la vita per garantire la sicurezza ai cittadini, i criminali al 41bis lasciano il carcere per essere messi agli arresti domiciliari presso la propria abitazione. Strano Paese il nosto!!!”

L’addetto stampa Antonio Curci

Coronavirus, diminuiscono ricoverati in terapia intensiva e malati

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Quotidiano aggiornamento dei dati sull’epidemia di Covid in Italia, fornito dalla Protezione Civile. I casi totali sono 199.414, i positivi nelle ultime 24 ore 1.739 (ieri erano stati 2.324). Sono salite a 26.977 le vittime, con un incremento di 333 in un giorno (ieri l’aumento era stato di 260).
Tornano a calare i malati per coronavirus. Sono complessivamente 105.813, 290 meno di ieri, di questi, 20.353 sono ricoverati con sintomi, (-1.019) e 83.504 sono quelli in isolamento domiciliare, (+782) . Diminuisce ancora il numero dei ricoveri in terapia intensiva che per la prima volta dal 16 marzo scende sotto i duemila. Ad oggi sono 1.956 (- 53). Sono 66.624 i guariti dal coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 1.696. L’aumento ieri era stato di 1.808.

Sicurezza/ Giornata mondiale vittime dell’amianto, i geologi indispensabili per la mappatura e la bonifica delle aree

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FOTO DI REPERTORIO

A distanza di quasi 30 anni dalla legge 257/1992 che ha vietato l’utilizzo di questo materiale nel nostro Paese, sono ancora 6000 le persone che muoiono ogni anno di amianto in Italia e sono migliaia gli italiani che si ammalano di mesotelioma pleurico e di altri tumori polmonari. Tantissime le persone che hanno perso la vita e che vogliamo ricordare in occasione della Giornata mondiale delle vittime dell’amianto che si celebra il 28 aprile. L’amianto è presente in una grande varietà di materiali da costruzione, rappresentando quindi un’emergenza per la tutela della salute della popolazione. È una minaccia sia per gli adulti che per i bambini visto che la fibra killer si nasconde ovunque intorno a noi: nelle scuole, negli ospedali, nelle biblioteche e persino negli edifici culturali.

Un problema quello dell’amianto che tocca da vicino, oltre che l’aspetto sanitario anche quello geologico, dal momento che si tratta di minerali fibrosi presenti naturalmente nell’ambiente. Secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale Amianto ci sono circa 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto, di cui 33 milioni compatto e 8 milioni friabile. “I geologi sono esperti conoscitori del territorio in cui operano e in tal senso la conoscenza geologica può essere fondamentale per consentire l’identificazione e la mappatura dei siti caratterizzati dalla presenza di rocce amiantifere. Tali siti, utilizzati come zone di produzione in passato, costituiscono, tuttora, un potenziale pericolo per la diffusione delle fibre. Il geologo può quindi contribuire in maniera sensibile al processo di bonifica e di messa in sicurezza di tali aree” afferma Vincenzo Giovine, Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “In Italia sono ancora molti i materiali contenenti amianto che attendono di essere smaltiti o inertizzati e ci sono molti siti in cui devono ancora essere effettuate le bonifiche. C’è poi il problema della mancanza di discariche regionali in cui smaltire i rifiuti – continua Giovine – che contengono questo minerale. Per porre l’attenzione ai rischi provocati dall’esposizione a questa fibra killer, per definire un quadro della situazione in Italia e suggerire eventuali azioni che possano contribuire alla risoluzione definitiva del problema, il Consiglio Nazionale dei Geologi e l’Ordine Regionale Geologi del Piemonte in collaborazione con la Fondazione Centro Studi CNG e la Società Italiana di Medicina Ambientale avevano organizzato un convegno a Torino che avrebbe dovuto tenersi proprio questo mese e che si terrà una volta superata l’emergenza sanitaria del coronavirus” sottolinea il geologo. 

L’amianto nel nostro Paese costituisce ancora oggi un problema irrisolto per l’assenza di un quadro conoscitivo omogeneo. “A livello nazionale il quadro è fortemente diversificato non essendoci ancora un Piano nazionale amianto uniforme – spiega Giovine – alcune regioni risultano più virtuose con uno stato di conoscenze più avanzate rispetto ad altre. Il Piemonte, ad esempio, è la prima Regione italiana ad adottare un protocollo per eseguire la mappatura dell’amianto presente in natura. Questo metodo permette di individuare le aree dove è più probabile trovare la presenza del minerale all’interno delle rocce con un margine di errore molto basso. L’Abruzzo, invece, si sta dotando di un Piano regionale per la difesa dai pericoli dell’amianto per lo smaltimento, la bonifica dell’amianto, la tutela della salute e dell’ambiente. Altri obiettivi del Piano sono il consolidamento della sorveglianza epidemiologica e sanitaria, della conoscenza sulle attuali esposizioni all’amianto e il miglioramento della tutela della salute e della qualità degli ambienti di vita e di lavoro in relazione al rischio” conclude il Vice Presidente del CNG.

Domenico ANGELONE – Responsabile Comunicazione del Consiglio Nazionale dei Geologi