I dati sul Pil diffusi oggi dall’Istat sono per il Codacons “drammatici” e rappresentano un peggioramento rispetto alle previsioni iniziali.
“E’ evidente che l’emergenza Covid sta avendo sull’economia italiana effetti più pesanti di quelli previsti dal Governo – spiega il presidente Carlo Rienzi – I numeri sul Pil ci dicono che i consumi hanno subito un tracollo del -8,7%, mentre la spesa delle famiglie è calata addirittura dell’11,3%, dati che fotografano lo tsunami prodotto dal coronavirus sull’economia e sui consumatori”.
“Serve una terapia d’urto per far ripartire il paese iniziando proprio dai consumi, che rappresentano il 60% del Pil e che vanno sostenuti e incentivati con misure efficaci sul lungo periodo, senza ricorrere a bonus a pioggia che, come dimostrano gli ultimi dati, sono solo un palliativo e non producono gli effetti sperati” – conclude Rienzi.
Pil/ Il Codacons: il calo della spesa per famiglia e consumi è peggiore delle previsioni
Agricoltura/ Continua l’impegno del governo sul florovivaismo
Tra i settori più colpiti dalla crisi generata dalla pandemia Covid-19 vi è quello del florovivaismo che, secondo dati ISTAT, genera da solo un fatturato di oltre 2,5 miliardi di euro l’anno, pari al 5% della produzione agricola nazionale, coinvolgendo oltre 100.000 addetti per circa 27.000 mila aziende, con conseguenti e importanti risvolti occupazionali e lavorativi. Sulla recente crisi del settore hanno gravato principalmente la chiusura dei negozi e dei mercati, la sospensione delle cerimonie civili e religiose, oltreché la diffidenza degli importatori esteri che hanno bloccato il mercato internazionale dei prodotti italiani, con la inevitabile conseguenza di dover buttare al macero tonnellate di fiori e di piante. Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per fronteggiare la crisi del comparto si è attivato sia in ambito europeo – nel corso degli incontri bilaterali con il Commissario per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Wojciechowski, e in sede di Consiglio dei Ministri dell’agricoltura – che in ambito nazionale.
“Per sostenere il comparto florovivaistico nella legge di conversione del decreto Rilancio abbiamo previsto l’esonero straordinario dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro, dovuti dal 1° gennaio al 30 giugno 2020 – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate, nel corso della risposta ad una interrogazione parlamentare in Commissione Agricoltura al Senato – Il decreto ministeriale attuativo, che distribuisce i 426,1 milioni di euro stanziati, è in fase di predisposizione e sarà pubblicato a breve. A ciò si aggiungono le altre misure previste dallo stesso decreto, ovvero i contributi a fondo perduto per il ristoro delle perdite, gli ulteriori 30 milioni di euro per rifinanziare il prestito cambiario di Ismea che si affianca ai finanziamenti sino a 30.000 euro per le piccole e medie imprese, la sospensione delle rate dei mutui e l’estensione dell’operatività delle garanzie. Un importante strumento per la ripresa di questo comparto – prosegue Giuseppe L’Abbate – è rappresentato dall’accesso diretto al Fondo di Garanzia gestito da Mediocredito centrale, in grado di erogare in maniera celere finanziamenti, aprendo le porte del credito alle imprese del comparto primario. A questi interventi normativi, seguiranno da parte del Ministero delle Politiche Agricole incisive azioni di comunicazione, con l’avvio di campagne informative sia in Italia che all’estero per rilanciare i prodotti del Made in Italy in generale. Infine – conclude il Sottosegretario L’Abbate – è intenzione del Governo utilizzare le risorse del Recovery Fund anche per l’adozione di misure specifiche per il settore florovivaistico, con l’obiettivo di favorire nuovi investimenti tra cui la sostituzione di serre e caldaie obsolete oltreché di ampliare il cosiddetto Bonus Verde e di programmare altre misure di mercato”.
Valerio L’Abbate- Segretario Particolare del Sottosegretario di Stato On. Giuseppe L’Abbate
Verona/ Un batterio nel rubinetto dell’ospedale, in due anni 4 neonati morti e 96 infettati
Una scoperta terribile. Era annidato nel rubinetto del lavandino utilizzato dal personale della Terapia intensiva neonatale il terribile Citrobacter, cioè il batterio che in due anni ha ucciso quattro piccoli ricoverati nel reparto interno all’Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento.
Oltre alle piccolissime vittime, si contano 9 cerebrolesi 96 infettati.
E’ quanto emerge dalla relazione consegnata in Regione Veneto dalla commissione di verifica nominata per far luce sulla vicenda.
Coronavirus, Diminuiscono i nuovi positivi ma è ancora alto il numero dei deceduti
Scende nuovamente sotto i mille casi il numero dei nuovi positivi da coronavirus in Italia.
Sono 270.189 i casi di Coronavirus dall’inizio della pandemia (+978 nelle ultime 24 ore, ieri erano 996). I guariti sono 207.944 (+291), i morti 35.491 (+8). È quanto emerge dal bollettino, reso noto dal Ministero della Salute, con i numeri sull’emergenza Covid-19 aggiornati.
In Italia attualmente si registrano 26.754 casi positivi. Di questi 1.380 sono ricoverati in ospedale con sintomi e 107 in terapia intensiva.
Sono 81.050 i tamponi effettuati nelle ultime 24 ore per un totale di 8.725.909 dall’inizio della pandemia.
Scuola, al via la “chiamata veloce” dei docenti. Possibile aderire fino al 2 settembre
Prende il via la “chiamata veloce” dei docenti, la nuova procedura prevista dal decreto sulla scuola approvato a dicembre in Parlamento che consente a chi è in graduatoria, ma non ha ottenuto il ruolo con la normale tornata di assunzioni, di poter presentare domanda in un’altra regione dove ci sono posti disponibili per ottenere prima la cattedra a tempo indeterminato.
Le domande potranno essere effettuate fino alle ore 23.59 del 2 settembre. L’apertura della procedura è slittata di alcune ore per consentire al Ministero di poter scaricare tutti i dati dei posti rimasti disponibili dai singoli Uffici Scolastici Regionali in modo corretto e metterli così a disposizione dei docenti che aspirano al ruolo.
Da stamattina è possibile presentare l’istanza e già si registra l’afflusso di utenti sul sistema. Subito dopo l’assegnazione dei posti con la chiamata veloce si procederà con le supplenze. Il Ministero ha infatti messo a punto un fitto cronoprogramma, scadenza dopo scadenza, per consentire un avvio ordinato del nuovo anno che sta consentendo di chiudere le singole operazioni nei tempi previsti per la prima volta dopo molti anni.
La progettazione della misura ‘esodo’ nel Codice di prevenzione incendi
Come garantire l’incolumità degli alunni e dei docenti di una scuola, del personale di un ospedale, degli occupanti di uffici, ospedali o autorimesse in caso di incendio? Come assicurare che possano mettersi in salvo, raggiungere un luogo sicuro e permanervi senza pericolo, in attesa di soccorso e anche prescindendone? A queste e ad altre domande risponde la pubblicazione dell’Inail dedicata alla misura ‘esodo”, all’interno della collana editoriale che, volta per volta, approfondisce singoli aspetti del Codice prevenzione incendi.
Proposte e contributi per tecnici e progettisti. Nel solco delle precedenti pubblicazioni, anche questa monografia fa parte della collaborazione scientifica ed editoriale in atto fra il Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (Dit) dell’Istituto, la Facoltà di Ingegneria civile e industriale dell’Università di Roma “Sapienza”, il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e il Consiglio nazionale degli ingegneri, con il contributo di alcuni liberi professionisti. La sinergia è nata per offrire a progettisti e tecnici della materia spunti, suggerimenti ed esempi pratici sulle nuove soluzioni progettuali antincendio previste dal Codice.
L’approccio “prestazionale” del Codice di prevenzione incendi. Pubblicato con il decreto ministeriale 3 agosto 2015 ed entrato in vigore il 18 novembre successivo, il Codice, senza effettuare rotture nette rispetto al passato, si presenta come un testo normativo organico, basato su un approccio metodologico di tipo “prestazionale”, in linea con il progresso tecnologico e in grado di garantire standard di sicurezza antincendio più elevati attraverso tecniche progettuali innovative e più in linea con la normativa europea.
L’analisi del sistema di sicurezza preventiva antincendio. Obiettivo del corposo volume sulla progettazione “esodo”, che il Codice indica come misura S.4, è quello di inquadrare analiticamente, avendo come finalità primaria la salvaguardia della vita umana, tutte le azioni di messa in sicurezza del sistema di fuga. Azioni da compiere facendo in modo che gli occupanti di un’attività possano raggiungere un luogo sicuro e permanervi, autonomamente o con assistenza, prima che l’incendio si propaghi ulteriormente determinando condizioni di incapacità operativa degli spazi. Il testo, che segue le indicazioni del Codice, tiene conto anche degli aggiornamenti intervenuti nel tempo, come il decreto 18 ottobre 2019, che ha modificato l’allegato 1 del decreto del 2015 relativamente alle strategie antincendio e su talune aree a rischio.
Le varie modalità di “esodo”. Nella pubblicazione, che contiene un buon numero di esempi di selezione e progettazione di attività soggette al controllo di prevenzione incendi come ospedali, scuole e università, alberghi e autorimesse, sono evidenziate le modalità previste per l’esodo e il comportamento umano, riepilogate analiticamente. Ad esempio, si parla di “esodo simultaneo”, si distingue quello “per fasi”, che viene attuato in edifici molto alti o in multisale, si specifica quello “orizzontale progressivo”, tipico dei reparti di degenza negli ospedali, e si parla di “protezione sul posto”, che si può ipotizzare in alcune attività particolari.
La gestione del fattore umano. Riguardo al comportamento umano, cruciale in una trattazione in cui questa componente assume una sua centralità, gli autori sottolineano che su questo tema la disciplina antincendi deve confrontarsi, nell’ambito di un orientamento multidisciplinare, con gli studi di ricerca internazionale più avanzati e in corso. Rileva, quindi, ed è presente nella misura S.4, il tema della gestione della folla (crowd management). Vengono così fornite indicazioni basate su una visione generale, di tipo statistico, valutate su condizioni di minore complessità gestite con modalità standardizzate.
Dalla resistenza al fuoco alla gestione della sicurezza, l’analisi delle singole misure specifiche previste dal Codice. Con la pubblicazione del volume sulla misura “esodo”, la serie editoriale sugli approfondimenti del Codice prevenzione incendi si arricchisce di un ulteriore contributo. Dopo il primo testo dedicato ai fondamenti generali, sono stati finora pubblicati, tutti consultabili sul portale dell’Inail, quattro quaderni monografici che illustrano la resistenza al f
Coronavirus, a scuola senza mascherina se c’è il distanziamento
Notizie in breve sull’epidemia da coronavirus
a) E’ sempre il rientro a scuola il tema ‘caldo’ di questa fase di gestione della crisi da coronavirus.
Gli studenti non dovranno indossare la mascherina in aula se tra i banchi sarà rispettata la distanza di sicurezza di un metro, chiarisce il Comitato tecnico scientifico;
b) Sui mezzi pubblici saranno installati appositi dispenser per l’igienizzazione delle mani, si legge nelle linee guida del ministero dei Trasporti;
c) Nell’ultimo giorno nessun nuovo contagio in due sole Regioni italiane: Molise e Basilicata.
Cinema/ ‘La Napoli di mio padre’ di Alessia Bottone
E’ attualmente in tour per rassegne e festival il corto di Alessia Bottone LA NAPOLI DI MIO PADRE, concepito nell’ambito del corso di formazione del Premio Zavattini nell’edizione 2018/19 che l’autrice ha scelto autonomamente di portare a termine anche grazie al riutilizzo creativo di materiali audiovisivi dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democrativo. Dopo la proiezione dello scorso 24 luglio a Bangkok, il film sarà mostrato il 30 agosto al festival Alberico di Orte e, a seguire, il 12 settembre a San Giorgio a Cremano a Napoli nell’ambito dell’Ethnos Festival, il 25 settembre al Bellaria Festival la prima settimana di ottobre al Sedicorto Film Festival di Forlì e a novembre a Verona. L’opera è inoltre attualmente in gara per altri festival.
Giuseppe guardava l’orizzonte come si osserva un desiderio, come qualcosa da raggiungere per cercare di essere libero. Fin da bambina sua figlia Alessia, la regista, lo vedeva spesso affacciarsi alla finestra, domandandosi cosa fosse in grado di attirare la sua attenzione in modo così intenso.
Diversi anni dopo, durante un viaggio di ritorno a Napoli, città natale del padre, Alessia si ritrova a osservare nuovamente il padre. Anche questa volta Giuseppe è sempre di profilo e, mentre il paesaggio scorre incorniciato nel finestrino di un treno, il suo sguardo cerca di catturare ogni momento, per fermare quegli attimi e salvarli dallo scorrere veloce del tempo. Il padre descrive la sua Napoli e la sua infanzia concentrata nel quartiere Vicaria, tra i migranti che affollavano la stazione, Nanninella, Don Mario e il suo amico Napoleone con il quale esplorava la città con due taralli nelle tasche e tanti sogni nella testa. Il racconto di Giuseppe si focalizza anche sul tema della fuga nonché sulla paura dell’ignoto che accomuna gli emigranti italiani del secolo scorso con la valigia di cartone, ai migranti a bordo dei barconi dei giorni nostri. Mentre il treno divora le rotaie chilometro dopo chilometro, Alessia riesce a capire a cosa pensava e cosa vedeva suo padre quando si affacciava alla finestra: i suoi ricordi. Il ritorno a Napoli si trasforma quindi in un’occasione per raccontare il viaggio di una vita e conoscere le proprie origini. Perché per quanto lontano possiamo andare, torniamo sempre là, dove tutto è iniziato.
L’idea del film nasce da due esigenze: da una parte la necessità di raccontare, in una storia, il rapporto tra padre e figlia; dall’altra la volontà di focalizzarmi sul tema della fuga, intesa dalla realtà ma anche come mezzo di sopravvivenza per i migranti e i richiedenti asilo.Il film trae ispirazione da un viaggio a Napoli con mio padre e mio fratello, a bordo di un treno notturno, durante il quale sono finalmente riuscita a capire cosa vedeva mio padre quando, anni prima, si affacciava alla finestra: i suoi ricordi.
Chi sei papà? Cosa vedi fuori da questo finestrino? Tu torni a casa, io invece dove sto andando?
Questi sono alcuni degli interrogativi che mi sono posta durante quel viaggio. Mi sono sempre sentita parte di un Sud che ho conosciuto solo grazie agli aneddoti di mio padre e di un Nord dove sono nata e cresciuta e mi sono chiesta se questa sensazione fosse condivisa anche dai figli dei nuovi migranti. Vivere in un contesto in cui convivono più culture è indubbiamente arricchente, ma trovare una propria identità all’interno di questa ricchezza non è sempre facile. Ho quindi raccolto i ricordi di mio padre per poi tornare nella sua città natale e mi sono ritrovata davanti ad uno specchio, sorprendendomi di riuscire a vedere, finalmente, un’altra parte di me stessa. Mi sono dedicata al tema della migrazione per sintetizzare la mia esperienza sia come giornalista che come dipendente di un centro di accoglienza in Svizzera, dove ho lavorato con persone che vivevano in fuga alla ricerca di un posto nel mondo. Ho deciso di allontanarmi dai numeri e dalle statistiche per porre l’attenzione sulla paura dell’ignoto che accomuna gli emigranti italiani del secolo scorso con la valigia di cartone, ai migranti e richiedenti asilo sui barconi dei giorni nostri.
Il risultato è un dialogo silenzioso tra viandanti, che custodiscono gelosamente il loro passato pur combattendo l’ambiziosa battaglia dell’accettazione e dell’integrazione in una nuova terra. Il tema è affrontato grazie alle immagini degli sbarchi di migranti albanesi del 1991 dell’Archivio Aamod e le riprese dei salvataggi in mare ad opera della ONG Sea Watch. Il ruolo della figlia è stato affidato all’attrice veronese Valentina Bellè, la quale ha saputo trasformare i miei interrogativi in una storia universale, un racconto che accomuna tutti coloro che sentono il bisogno di avventurarsi nella parte più intima del proprio vissuto. La voce di Valentina, talvolta malinconica e al tempo stesso magnetica e avvolgente, permette allo spettatore di entrare in contatto con i suoi sentimenti e con i suoi ricordi di bambino e lo incita ad affrontare i dubbi con coraggio e con uno sguardo indulgente.
Da un punto di vista narrativo, mi sono ispirata al racconto “Un paio di occhiali” di Anna Maria Ortese. La protagonista dell’opera, una bambina napoletana allegra, molto povera ed estremamente miope ottiene in regalo un paio di occhiali che, per la prima volta, le permettono di vedere ciò che ruota attorno a sé. A quel punto, rendendosi conto dello squallore della sua esistenza, getta gli occhiali nel fango e preferisce tornare a vivere come prima, ignorando la realtà. Lo stesso fa Giuseppe, che fin da piccolo decide di vedere il mondo solo come piace a lui. La reazione di sua madre, che di fronte alla scoperta dell’esistenza di un altro modo di vivere si nasconde dietro le persiane della cucina, pur di non sentirsi giudicata, lo segna particolarmente indicandogli la via da seguire: il viaggio verso nuove mete all’insegna della libertà dal pregiudizio. Ed è proprio la voce narrante di Giuseppe che ci accompagna in una Napoli che non esiste più ma continua a vivere nei suoi ricordi. Le immagini di archivio danno forma al suo viaggio nel passato, accompagnando lo spettatore in una dimensione onirica. Grazie alla partecipazione al Premio Zavattini, ho compreso la forza delle immagini di archivio e la loro vitalità ed è come se mi avessero suggerito che quella era l’unica strada da percorrere per raccontare il viaggio di una vita. La ricerca delle immagini e il loro studio, che si muoveva di pari passo con la ricostruzione dei ricordi, hanno reso la realizzazione di questo film il viaggio stesso che volevo raccontare.
ALESSIA BOTTONE
Regista, sceneggiatrice e giornalista laureata in Istituzioni e Politiche per i Diritti Umani e la Pace. Nel 2017 consegue il Master in Sceneggiatura Carlo Mazzacurati dell’Università degli Studi di Padova. Si è occupata della regia, sceneggiatura del cortometraggio Violenza invisibile, dedicato alla violenza psicologica sulle donne e di due documentari: Ritratti in controluce e di Ieri come oggi.
Nel 2013 pubblica Amore ai tempi dello stage, Galassia Arte 2013, e due anni dopo, Papà mi presti i soldi che devo lavorare?, Feltrinelli. Nel 2017 le sono stati riconosciuti alcuni premi per le sue inchieste. Tra questi: il “Premio Giornalistico Claudia Basso” con l’inchiesta Pfas, il “Premio Alessandra Bisceglia” per la comunicazione sociale e infine il “Premio Massimiliano Goattin” per la realizzazione di una video inchiesta sulle barriere architettoniche. Nel 2018 rientra tra i finalisti del “Premio Cesare Zavattini” per la realizzazione di progetti di riuso creativo del cinema d’archivio e del “Premio Luzzati” per cortometraggi. La Napoli di mio padre, è il suo primo cortometraggio a base di archivio.
Ufficio stampa AAMOD: Elisabetta Castiglioni
Aosta/ Donna nuovamente positiva al Covid dopo 4 mesi
C’è ancora tanto di inspiegabile in questa epidemia da coronavirus.
Per i medici non si tratta di un caso di reinfezione, sta di fatto che una donna valdostana dichiarata guarita dal coronavirus il 24 aprile scorso ed è tornata positiva.
La paziente, di mezza età, è stata ricoverata per altre patologie all’ospedale Parini di Aosta.
Dal tampone effettuato al momento dell’ingresso è quindi emersa la nuova positività.
foto di repertorio
Spettacolo/ A Luca Zingaretti il Premio Monini 2020
Luca Zingaretti ha ricevuto sabato 29 agosto dalle mani di Maria Flora Monini il Premio “Una finestra sui Due Mondi”, l’11° della serie da quando il Premio fu istituito nel 2010 dalla famiglia spoletina dell’olio extra vergine.
“Presente al Festival dei Due Mondi nelle vesti di interprete, regista e drammaturgo, con lo spettacolo La sirena, il riconoscimento va alla sua versatilità, alla sua bravura interpretativa, al suo carisma”- si legge nelle motivazioni della giuria, presieduta dal Direttore del Festival Giorgio Ferrara e composta dal Sindaco di Spoleto e Presidente della Fondazione Festival dei Due Mondi, Umberto De Augustinis, e dai promotori del premio, Maria Flora e Zefferino Monini.
“Attore italiano tra i più amati, – continuano le motivazioni ufficiali – dopo aver esordito nei primi anni ottanta come attore di teatro con i registi Ronconi, Mattolini e Sequi, Luca Zingaretti ha continuato ad alternare alla carriera teatrale quella cinematografica e televisiva, raggiungendo grandissimo successo di pubblico e critica. Oltre ad aver preso parte al cast di numerosi film di successo, ha saputo interpretare con sicura tecnica recitativa ruoli molto impegnati sia per il cinema che per la televisione, prestando il volto a personaggi realmente esistiti, da Pietro Nenni a Giorgio Perlasca, da Paolo Borsellino ad Adriano Olivetti, fino a Don Pino Puglisi”.
La cerimonia, causa Covid, si è svolta in forma strettamente privata sulla storica terrazza di Casa Menotti che conserva tutti gli arredi originali del salotto del Maestro che qui riceveva e teneva i suoi celebri aperitivi con le tante star internazionali del Festival da lui creato. Come vuole la tradizione, Luca Zingaretti si è affacciato alla finestra di Casa Menotti per la foto di rito e il suo ritratto andrà ad arricchire la galleria di grandi protagonisti dello spettacolo emuli del saluto affettuoso che Menotti riservava al pubblico su Piazza del Duomo.
“Ammiro molto Zingaretti per tutto il suo percorso professionale soprattutto teatrale e per l’intensità con cui ha saputo rendere la figura di grandi imprenditori e protagonisti della nostra storia. Naturalmente amo moltissimo anche il “suo” commissario Montalbano ed è stata una grande emozione vederlo affacciarsi per una volta da una finestra su Spoleto anziché dalla famosa verandina di Marinella” ha commentato Maria Flora Monini. “Il suo volto non poteva mancare nella galleria dei “Ritratti alla Finestra”, realizzati in occasione del Premio dal 2010 e oggi in mostra a Casa Menotti”.
Nella stessa giornata di sabato 29 agosto è stato assegnato anche il Premio Speciale giovani “Una Finestra sui Due Mondi” che ha premiato la soprano casertana Rosa Feola, applaudita interprete del Concerto finale in Piazza Duomo, diretta dal Maestro Riccardo Muti e al fianco dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini.
Il riconoscimento a Rosa Feola, si legge nelle motivazioni “va alla sua determinazione, alle sue eccellenti capacità tecniche e alle sue spiccate doti espressive che la rendono una ambasciatrice nel mondo del più amato patrimonio operistico italiano. Giovane talento, ma già stella internazionale della lirica, il soprano di origini campane Rosa Feola fa già parlare di sé in tutto il mondo. Conquistatasi l’attenzione internazionale vincendo il Concorso Operalia 2010 presieduto da Placido Domingo, tenutosi alla Scala di Milano, sta collezionando importanti successi ed entusiastici consensi di pubblico e di critica. La contraddistinguono eleganza scenica e una voce perfetta nell’incarnare sia le figure più brillanti del melodramma, che quelle tragiche. Le sue doti interpretative sono senza dubbio costruite nella perfezione grazie a uno studio serio, costante e approfondito nel tempo. Diretta dai più importanti maestri e registi, ha al suo attivo partecipazioni con le orchestre più prestigiose. L’attività internazionale la vede prendere parte a produzioni nei teatri di Zurigo, Monaco, Pechino, Salisburgo, Chicago, New York, Washington, Barcellona, Berlino, Londra, Madrid”.
Anche Rosa Feola ha posato per l’immancabile Ritratto alla finestra e Maria Flora Monini ha voluto ricordare le motivazioni di questo particolare riconoscimento: “Il Premio Speciale giovani vuole offrire una ribalta a talenti già di grande levatura artistica, favorendone l’affermazione e incoraggiandone la crescita professionale. Rosa Feola riceve oggi il nostro Premio non solo per le sue grandi doti, ma come simbolo della grande scuola italiana operistico-musicale”.
11 anni di premi
L’assegnazione a Casa Menotti dei Premi Monini “Una finestra sui Due Mondi” è entrata ormai a far parte integrante del programma del Festival di Spoleto a cui l’azienda umbra dell’olio extra vergine è vicina da sempre. Il 63mo Festival dei Due Mondi segna l’11mo anniversario del Premio. Fortemente voluto dalla famiglia Monini, il premio è stato istituito nel 2010 dopo che la Fondazione Monini, presieduta da Maria Flora Monini, aveva acquistato la casa del Maestro Giancarlo Menotti, fondatore del Festival di Spoleto. Proprio alla finestra di Casa Menotti il Maestro si affacciava per salutare il pubblico dei 2Mondi insieme ai grandi artisti ospiti del Festival. La Fondazione Monini ha recuperato la casa per realizzarvi un museo e un centro di documentazione sul Festival, mentre la famiglia Monini ha voluto riportare in vita la tradizione di quel saluto, mai dimenticata, della kermesse spoletina. Così ogni anno vengono assegnati da Maria Flora e Zefferino Monini il Premio “Una Finestra sui Due Mondi” a un big del Festival e il Premio Speciale “Una Finestra sui Due Mondi” a una giovane leva pronta a trasformarsi in superstar: per tradizione i vincitori vengono ritratti, subito dopo la cerimonia di premiazione, alla finestra di Casa Menotti, immortalati da uno scatto fotografico.
Il primo vincitore di “Una Finestra sui Due Mondi” fu John Malkovich nel 2010, affiancato dal Premio ad honorem alla grandissima Adriana Asti. Da allora la statuetta, che raffigura in forma stilizzata proprio la finestra di Casa Menotti, è stata consegnata a superstar internazionali del calibro di Michail Baryšnikov, Willem Dafoe e Tim Robbins, all’attore Claudio Santamaria, alla musa degli esistenzialisti Juliette Gréco, a grandi attrici del nostro cinema come Alba Rohrwacher o internazionali come Victoria Thierrée Chaplin, figlia del grande Charlie. Il premio del decennale è stato assegnato l’anno scorso a Stefano Bollani che ha regalato agli ospiti un’improvvisazione pianistica jazz allo Steinway del 1956 che fu di Giancarlo Menotti. I premi “speciale giovani” sono stati nell’ordine il soprano slovacco Adriana Kučerová, la voce bianca Thomas Copeland, il compositore e pianista Matthew Aucoin, l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, il danzatore Shizen Kazama, la soprano Emily D’Angelo, il violoncellista Santiago Canón, il tenore Brian Michael Moore, la soprano Benedetta Torre e nel 2019 Pierre-Antoine Bardot, talento dell’École-Atelier Rudra Béjart di Losanna.
Monini S.p.A.
Fondata nel 1920 da Zefferino Monini, nonno di Maria Flora e Zefferino che guidano oggi l’azienda, Monini è da sempre ai vertici tra i brand leader di mercato in Italia nella produzione e commercializzazione di olio extravergine d’oliva. A cento anni dalla sua nascita, si basa ancora sulla tradizione artigianale del “saper fare” e della qualità a difesa di un prodotto simbolo del Made in Italy e della dieta mediterranea. La società fattura 144 milioni di euro, realizzati per il 44% all’estero dove esporta in più di 60 Paesi, impiega 138 persone e produce una media annua di oltre 30 milioni di litri di olio, di cui l’84% extravergine. Tradizione e modernità, solide radici locali e vocazione internazionale sono le due anime che convivono nell’impresa che ha fatto conoscere l’extravergine agli italiani e che sta contribuendo a farlo scoprire e apprezzare al resto del mondo, pur mantenendo una vocazione sartoriale.
Anita Lissona- Lead Communication srl











