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Gettito Irpef, i commercialisti rispondono alla UIL

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Su 164,2 miliardi di euro di IRPEF netta totale risultante dalle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche, quella dovuta da contribuenti il cui reddito deriva prevalentemente da lavoro dipendente o pensione è pari, rispettivamente, a 90,1 e 45,5 miliardi, per un equivalente dell’82,5% del totale e non del 94,7%, come erroneamente indicato nella nota diramata ieri dal servizio politiche fiscali della UIL. La nota, secondo i commercialisti, trascura peraltro di evidenziare che l’82,5% è un dato coerente al fatto che i contribuenti, il cui reddito deriva prevalentemente da lavoro dipendente o pensione, rappresentano l’84,1% del totale dei 41,4 milioni di contribuenti IRPEF.
I contribuenti il cui reddito deriva prevalentemente da attività di impresa o di lavoro autonomo esercitate in forma individuale o associato, non soggette a regimo forfettari, rappresentano invece il 7,1% del totale dei 41,4 milioni di contribuenti IRPEF, ma dichiarano il 14,0% dell’IRPEF netta totale.
“Senza spirito polemico, ma anzi per spegnere sul nascere polemiche che dati inesatti e comunque parziali potrebbero innescare – commenta Massimo Miani, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili – non lasceremo più passare sotto silenzio i periodici tentativi di fare sensazionalismo sulla pelle dei professionisti e delle partite IVA in generale, per accreditare la strampalata tesi che l’IRPEF sia pagata quasi esclusivamente da dipendenti e pensionati e non anche dalle partite IVA”.

Mauro Parracino/ Responsabile ufficio stampa Consiglio nazionale dottori commercialisti ed esperti contabili

Gaza/ Save the Children: “Interruzioni di corrente e attacchi aerei in corso mettono a rischio le cure per i bambini”

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Lunedì 24 agosto il Ministero della Salute di Gaza ha annunciato quattro nuovi casi di COVID-19 in un campo profughi densamente popolato. Sono i primi che si sono verificati al di fuori dei centri di quarantena, sollevando i timori di un drammatico aumento dei casi nella sovraffollata striscia di Gaza lunga 25 miglia, stipata di due milioni di persone, e completamente isolata dal blocco. Le autorità de facto a Gaza hanno dichiarato lo stato di emergenza e imposto un lockdown di 48 ore. Il governo israeliano ha bloccato l’ingresso del carburante necessario per il funzionamento dell’unica centrale elettrica di Gaza, minacciando servizi essenziali come ospedali, trattamento delle acque e sistemi di gestione delle acque reflue mentre l’enclave deve affrontare nuove misure di chiusura a seguito di un picco di casi di COVID -19.
Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e garantire loro un futuro, avverte che le interruzioni di corrente renderanno vani gli sforzi per rallentare la diffusione del COVID-19 e metteranno a rischio immediato la vita di una popolazione già vulnerabile visto che gli ospedali e i sistemi di depurazione dell’acqua faticano a rimanere operativi. Gli ospedali stanno esaurendo rapidamente le loro riserve di carburante di emergenza che ora dovranno destinare ad arginare la minaccia del COVID-19, rimane, quindi, poca scelta se non rimandare gli interventi chirurgici, dimettere i pazienti prematuramente e fermare i trattamenti salvavita come la dialisi. Il ministero della Salute di Gaza ha avvertito che le vite dei bambini nelle incubatrici e nelle unità di assistenza neonatale sono a rischio immediato.
Altre infrastrutture essenziali come il trattamento delle acque e le strutture fognarie cesseranno di funzionare senza carburante, riducendo l’accesso all’acqua pulita e rendendo difficile per le famiglie lavarsi le mani, un passo cruciale per arrestare la diffusione del coronavirus. Questo, e la limitata capacità medica, minacciano di creare le condizioni perfette affinché il COVID-19 si diffonda a macchia d’olio. Con le temperature estive che stanno aumentando costantemente ben oltre i 30 gradi, la mancata fornitura di elettricità impedirà alle famiglie l’utilizzo di ventilatori e di aria condizionata.
“A Gaza abbiamo la crisi dell’elettricità e ora dobbiamo chiuderci a casa a causa del coronavirus. Sarà estremamente difficile vivere in isolamento all’interno delle case senza elettricità. Questo è molto brutto. Non posso andare a giocare con i miei amici e non posso nemmeno guardare la TV per passare il tempo” ha detto Majd *, dieci anni.
L’unica centrale elettrica è ora completamente senza carburante[1] e le famiglie possono fare affidamento solamente sul limitato carburante di riserva, utile per sole tre ore di elettricità al giorno. Questo è avvenuto dopo settimane di accresciute tensioni con palloni incendiari e razzi lanciati da Gaza, seguiti da attacchi aerei e fuoco di artiglieria da parte dell’esercito israeliano. Secondo quanto riferito, una bambina di 3 anni e uno di 11 anni sono stati feriti dagli attacchi aerei il 15 agosto.
“Gaza sta già combattendo la diffusione del COVID-19 ma ogni giorno in cui viene negato l’approvvigionamento di carburante, avvicina una catastrofe umanitaria. Non ci si può aspettare che ovunque si possa far fronte a una pandemia senza carburante per gestire ospedali, ambulanze o servizi che forniscono acqua pulita, figuriamoci in un luogo come Gaza dove le famiglie stavano già lottando per ottenere cure per i loro bambini e affrontando attacchi aerei in corso. Chiediamo ai gruppi armati di Gaza di smettere di inviare palloni incendiari e di lanciare razzi e chiediamo a Israele di rinnovare urgentemente le forniture di carburante per consentire a Gaza di rispondere alla crescente minaccia del COVID-19. Il blocco è illegale secondo il diritto internazionale e la decisione di interrompere la fornitura di carburante alla popolazione equivale a una punizione collettiva contro la legge. Israele rimane la potenza occupante di Gaza e, in quanto principale portatore di doveri, conserva le responsabilità per il benessere della popolazione. Deve revocare il blocco terrestre, aereo e marittimo di Gaza in linea con i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale”, ha dichiarato Mohamad Alasmar, direttore di Save the Children per l’advocacy e la comunicazione in Medio Oriente.
Sia i bambini palestinesi che quelli israeliani sono coloro che continuano a soffrire maggiormente a causa dell’evoluzione della crisi e della violenza. Solo quando il blocco su Gaza sarà revocato la crisi umanitaria potrà essere invertita, aprendo la strada a una pace a lungo termine per tutti i bambini della regione.

Save the Children Italia Onlus 

Cronaca nazionale/ In casa con 38 cani, interviene l’Ats

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La difficile situazione risolta con l’intervento pubblico.
Una donna di Macignago, in provincia di Pavia, viveva nella sua casa con 38 cani, tutti di razza Breton, che teneva chiusi in uno stanzone in condizioni di scarsa igiene e malnutrizione. Su segnalazione dell’Enpa è intervenuta l’Ats locale che ha messo fine alla situazione di degrado.
Gli animali ora si trovano al canile di San Genesio, dove necessitano di cucce e farmaci per essere curati.

Coronavirus/ Positiva al Covid dopo 19 tamponi e 5 mesi di quarantena: viene licenziata

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Un caso che farà discutere. Dopo cinque mesi e 19 tamponi è ancora positiva.

Una 49enne marchigiana che da tempo vive a San Giovanni di Colonnella (Teramo) ha trascorso 170 giorni in quarantena da quel 13 marzo, giorno in cui ha scoperto di aver contratto il coronavirus.
Tutti giorni di malattia, che le sono costati il licenziamento dal supermercato dove lavorava come banconista.

Coronavirus/ Francia, Macron: “Non escludo totalmente un nuovo lockdown”

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L’impennata del contagio da coronavirus preoccupa anche in Europa.

“Non escludo totalmente un nuovo lockdown, noi però faremo di tutto per impedirlo”. Lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, mentre nel Paese si registrano 7.379 nuovi casi di coronavirus, dato record negli ultimi mesi, e 20 morti.
In Spagna sono invece 3.829 i contagi nelle ultime 24 ore, 15 i morti. Madrid ha intanto annunciato che a settembre tutti gli alunni a partire dai 6 anni dovranno indossare la mascherina a scuola.

Uganda/ Si riparano dalla pioggia ma un fulmine li colpisce, muoiono 10 bambini

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Una notizia terribile e dolorosa.
Dieci ragazzini sono stati uccisi da un fulmine in un capanna dove avevano cercato riparo durante un temporale nella città nord-occidentale ugandese di Arua. Lo riferisce il sito della Bbc.
I giovanissimi erano stati sorpresi dalla forte pioggia mentre giocavano a pallone ed erano entrati nella struttura costruita con vegetali.
Nove di loro, tutti fra i 13 e i 15 anni, sono morti sul colpo mentre un decimo è deceduto durante il trasporto in ospedale

Cronaca/ Cade in un crepaccio sul Monte Rosa: salvata ‘per caso’ due giorni dopo

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Può definirsi una miracolata. Indossando pantaloncini e priva di attrezzatura adeguata, una cittadina russa residente in Germania è sopravvissuta due giorni e due notti in un crepaccio profondo oltre dieci metri sul versante svizzero del massiccio del Monte Rosa.
Procedeva da sola e, non essendo scattato alcun allarme di scomparsa, nessuno la cercava.

È stata trovata – riferisce la compagnia svizzera Air Zermatt – in modo fortuito, da un gruppo di alpinisti di passaggio – diretti al rifugio Margherita – che hanno sentito dei rumori provenire da una voragine sul ghiacciaio del Grenz.

Coronavirus, curva epidemica sempre alta

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Oramai si va consolidando su numeri alti la curva epidemica del coronavirus in Italia; salgono ancora in contagi.

Sono 1.462 i nuovi casi di persone colpite da SARS-CoV-2, nelle ultime 24 ore (ieri 1.411) il cui totale è salito a 265.409 (ieri 263.949). Così il bollettino quotidiano del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, sottolineando che i tamponi effettuati ieri sono stati 97.065 (ieri 94.024).
Sono 348 le persone guarite (ieri 225) e adesso sono 206.902 in tutto. I morti sono 9, sempre in 24 ore, portando il totale a 35.472.
Ci sono poi 1.178 pazienti ricoverati con sintomi negli ospedali italiani, 74 (+7 rispetto a ieri) sono in terapia intensiva, mentre 21.783 persone sono in isolamento domiciliare.
Complessivamente gli attualmente positivi in Italia 23.035 persone (ieri 21.932).

Azienda Socio Sanitaria Territoriale: Concorso 16 Posti per Assistenti Amministrativi

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L’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) Crema di Cremona (Lombardia) ha indetto un concorso per l’assunzione a tempo indeterminato e pieno di 16 Assistenti Amministrativi – Cat. C. Sarà possibile candidarsi al concorso fino al 3 Settembre 2020.

L’ASST Crema ha infatti indetto un concorso per l’assunzione a tempo pieno e indeterminato di Assistenti Amministrativi che saranno così assegnati:

  • n.6 posti previsti per la ASST di Crema;
  • n.10 posti previsti per la Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia.

Requisiti

Possono partecipare al concorso per Assistenti Amministrativi ASST Crema i candidati in possesso dei requisiti di seguito riassunti:

  • cittadinanza italiana o di uno dei paesi dell’Unione Europea o di altre categorie previste dal bando;
  • non aver subito condanne penali relative a reati contro la Pubblica Amministrazione;
  • incondizionata idoneità fisica all’impiego e alla mansione specifica;
  • non essere stati esclusi dall’elettorato attivo politico;
  • godimento dei diritti politici;
  • non essere stati destituiti o dispensati dall’impiego presso una Pubblica Amministrazione per aver conseguito l’impiego stesso mediante la produzione di documenti falsi o viziati da invalidità non sanabile;
  • diploma di istruzione secondaria di secondo grado;
  • non essere già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza.

Selezione

La ASST capofila procederà ad effettuare, in caso di ricevimento di un numero di domande superiore a 200, una preselezione tra i candidati. Le procedure selettive si espleteranno attraverso la valutazione dei titoli ed il superamento di tre prove d’esame – una scritta, una pratica ed una orale – vertenti su argomenti indicati nel bando sotto allegato.

CANDIDATURA

Roma/ Scossa di terremoto di magnitudo 3.0

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Terremoto in Lazio per fortuna senza conseguenze. Una scossa di terremoto è stata avvertita a Roma e provincia poco alle 14. Al momento non risultano esserci danni.
Secondo quanto riportato dall’Istituto Nazionale di Geologia Vulcanologia (INGV) la scossa è stata di magnitudo 3.0. Tantissime le testimonianze preoccupate dei cittadini.
L’epicentro è a 3 chilometri a nord est di Lariano, tra Rocca Priora e Lariano, l’ultimo paese verso sud dei Castelli Romani, provincia di Roma. Ipocentro a una profondità di 10 chilometri.