Sui migranti è scontro nella maggioranza di governo. Al centro del contendere la regolarizzazione dei migranti e dei lavoratori in nero, uno dei nodi al centro della trattativa sull’atteso decreto maggio.
Alla fine lo scontro tra le posizioni di Italia Viva e del Movimento 5 stelle è arrivato a palesarsi. Da una parte la ministra renziana Teresa Bellanova (Iv), titolare delle Politiche Agricole, spinge per inserire nel testo una norma per “concedere un permesso di soggiorno temporaneo per sei mesi” ai braccianti stranieri.
Ma intanto il capo politico dei Cinquestelle, Vito Crimi, ospite di 24 Mattino su Radio 24 ha ribadito la linea del partito: “Massima disponibilità all’emersione del lavoro nero, ma non accetto che vengano dati permessi di soggiorno temporaneo” o “una sanatoria modello Maroni“.
Da qui la proposta di far lavorare “chi percepisce misure di sostegno, come reddito di cittadinanza e Naspi”.
Politica/ Sulla regolarizzazione dei migranti è scontro nella maggioranza
Costiera Amalfitana, nasce la prima scuola di alta formazione del settore turistico extralberghiero
“Nasce durante il Coronavirus Vivere di Turismo Business School la prima scuola di alta formazione italiana dedicata agli operatori del settore turistico extralberghiero, che lavorano in tutta Italia per aprire le porte del territorio ai turisti e che oggi poggia sull’esperienza di 3000 persone formate, 20 docenti e 3500 clienti all’attivo. Nata in piena crisi Covid-19, la scuola mette a disposizione competenze e esperienze al servizio del Paese, partendo dalla formazione professionale degli operatori.
Il settore extralberghiero, caratterizzato dalla sostenibilità e diffusione capillare in tutto il territorio nazionale, rappresenta il vero motore della ripresa economica dell’Italia in chiave turistica”. Lo ha affermato Danilo Beltrante, importante imprenditore dell’extralberghiero, il suo franchising è presente in tutta Italia, ma è anche consulente più influente per attività extra alberghiere su tutto il territorio nazionale e relatore in importanti convegni nazionali e internazionali, fondatore di Vivere di Turismo la prima community italiana dedicata al turismo extralberghiero con ben 9000 soci. Per la ripresa necessario avere creatività e regole chiare
“Vivere di Turismo Business School è la casa di chi crede che l’Italia può vivere di turismo, e vuole impegnarsi in prima persona per contribuire a realizzare questo sogno. L’extralberghiero è stato danneggiato ancora di più sia per la chiusura e sia sulla vicenda rimborsi. Marzo rappresentava per questo settore il vero inizio di stagione – ha continuato Beltrante – De dunque siamo in apnea dal mese di Ottobre. Abbiamo attualmente una situazione molto grave. Abbiamo scritto al Governo in rappresentanza delle imprese impegnate nel settore. Chiediamo anche di ottenere la sospensione di mutui, affitti. Auguriamo interventi immediati e chiari. Il settore riprenderà, la ripresa ci sarà ma ora bisogna cercare di far sopravvivere le aziende. L’extralberghiero sarà il primo settore ad essere pronto alla ripartenza.
L’extralberghiero rappresenterà la leva del rilancio del turismo in Italia anche perché le statistiche ci dicono che un turista su due utilizza l’extralberghiero”. Danilo Beltrante è intervenuto al WeBinar organizzato dal Distretto Turistico della Costiera Amalfitana e che ha visto a confronto personalità del mondo alberghiero, della ristorazione, del turismo escursionistico.
Giuseppe Ragosta – Addetto Stampa del Distretto Turistico della Costiera Amalfitana
USA/ Coronavirus, aumenta il contagio: 2333 deceduti in 24 ore
Sono numeri impressionanti quelli del contagio da Covid-19 in Usa.
Aumentano i decessi giornalieri: nelle ultime 24 ore sono morte 2.333 persone, più del doppio rispetto alle 1.015 persone decedute il giorno precedente.
E’ quanto emerge dal conteggio aggiornato della Johns Hopkins University. Il totale dei morti si attesta così a quota 71.031 a fronte di 1.203.502 casi.
Coronavirus, plasma, lo pneumologo: “Ci chiamano da tutto il mondo”
Polemiche sui contrasti nella comunità scientifica sull’utilizzo di plasma per curare il coronavirus.
“La cura al plasma per il coronavirus è un tema serio da affrontare senza ironia”. Lo ha detto a Tgcom24 Giuseppe De Donno, primario presso il Reparto di Pneumologia dell’Ospedale Carlo Poma di Mantova, al centro di polemiche per un protocollo, in parte, contestato dalla comunità scientifica.
“Con il plasma abbiamo aiutato pazienti gravi, in tutto salvate 48 persone”, ricorda De Donno che, tuttavia, invita alla cautela: “Ci sono stati miglioramenti clinici ma aspettiamo la pubblicazione” dello studio, “intanto ci chiamano da tutto il mondo”.
Lavoro/ Si affaccia l’ipotesi della riduzione dell’orario con la stessa busta paga
Un tempo si diceva: “lavorare meno per lavorare tutti”; invece adesso si potrebbe dire: “lavorare meno, ma lavorare”.
La crisi innescata dal Coronavirus potrebbe abbattere il muro della settimana di 40 ore e già nel decreto maggio potrebbe spuntare una norma che permetta di tagliare l’orario e convertirlo in formazione, magari puntando sul digitale, mantenendo però intatta la busta paga.
Una nuova ipotesi che di sicuro piace ai sindacati, che il premier Giuseppe Conte ha chiamato a Palazzo Chigi proprio per illustrare i capisaldi del nuovo decreto, primo di una serie di incontri che si concluderà mercoledì in tarda mattinata con chi sarebbe chiamato eventualmente ad applicare le nuove norme su lavoro e salario, cioè le imprese.
Il provvedimento potrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri giovedì, o al massimo venerdì.
Un vino,un territorio/ Trentino-Trento Doc Brut Rosè “Abate Nero”
Pietro Colagiovanni*

Il territorio: il Trentino è una delle zone italiane con maggiore vocazione e conoscibilità nella produzione enologica italiana. Specie per la Doc Trento, universalmente conosciuto con il marchio Trentodoc. Si tratta della prima (1993) denominazione di origine controllata riservata ad uno spumante prodotto con metodo classico (ossia con rifermentazione in bottiglia, lo stesso delle Champagne ). Parliamo quindi di un prodotto, ormai affermatosi su tutti i mercati nazionali ed internazionali, di altà se non altissima qualità, capace di reggere il confronto con i pari grado, ovviamente in primis lo Champagne.Pubblicità
La produzione si aggira sui 9 milioni di bottiglie l’anno, una produzione importante ma di nicchia se paragonata al fratello maggiore francese (circa 300 milioni di bottiglie l’anno). Il prodotto nasce all’inizio del secolo scorso per volontà di alcuni pionieri che correttamente pensavano come le montagne del trentino, con la loro forte escursione termica e con l’influsso dei corsi d’acqua nella valle fossero terreno ideale per la produzione di uno spumante di qualità. La prima azienda a produrre il Trento metodo classico è un nome ormai noto in tutto il mondo: Ferrari (oggi di proprietà della famiglia Lunelli) fondata nel 1902 da Giulio Ferrari, dopo aver studiato attentamente le metodologie di produzione dello Champagne e aver importato in Trentino i vitigni (in primis Chardonnay) da cui si origina lo spumante metodo classico.
La cantina Abate Nero ha sede a Lavis, piccolo comune a nord di Trento. Si tratta di una cantina boutique (58.000 bottiglie l’anno) fondata negli anni 70 da Luciano Lunelli (oggi coadiuvato dalla figlia Roberta) con prodotti di grande qualità realizzati con meticolosa attenzione.
Il vitigno: Abate Nero rosè è realizzato con i due principi della spumantizzazione con il metodo classico. Al 70% abbiamo lo Chardonnay, vitigno a bacca bianca che ha bisogno di poche presentazione. Vitigno internazionale per definizione, tra i più coltivati al mondo è un semiaromatico di grande versatilità, e grande produttività. Il suo nome viene dall’omonimo paese francese della Borgogna. E non a caso. Oltre che venir utilizzato per la spumantizzazione (è uno dei cardini dello Champagne) dà origine a vini secchi tra i più importanti al mondo, prodotti proprio in Borgogna. Su tutti quelli originati tra Chassagne Montrachet e Puligny Montrachet, inarrivabili per qualità ed anche per prezzo.
Il restante 30% è di un altro principe dei vitigni, fascinoso a volte ineffabile, il Pinot Nero. Vitigno a bacca nera che predilige le quote medio alte, anch’esso originario della Borgogna, è per certi versi enigmatico. I suoi vini non hanno colori accesi e, oltre a predisporsi alla spumatizzazione (vedi sempre lo Champagne), hanno gamme di sapori e odori che vanno di volta in volta interpretati. Ma, come nel caso dello Chardonnay, quando l’interpretazione è giusta siamo di fronti forse ai migliori vini rossi del mondo, vini cult come quelli della Borgogna (Chambertin, Santee-Romanee alcune delle zone più significative), con prezzi altrettanto cult.
Il vino: Abate Nero Rosè è tra gli ultimi prodotti realizzati dalla cantina. 18 mesi sui lieviti, ha un coloro rosa tenue con un perlage fine e consistente. I profumi sono quelli della frutta di bosco rossa ma anche note di erbe aromatiche, si sente la montagna, la sua aria fine, i suoi inconfondibili sentori. Al sorso la fragranza tipica della fermentazione sui lieviti diventa quasi croccantezza, quella leggera ruvidezza che ancora una volta ti riporta all’ambiente di produzione di questo spumante di ottima qualità, la montagna Una ruvidezza piacevole, con qualche nota agrumata che diventa un piacevole solletico. Un prodotto interessante e convincente da abbinare con antipasti e primi piatti di mare ma non solo. Anche primi patti di carne senza pomodoro o secondi con carni bianche in umido possono essere abbinamento ideale, vista la buona struttura del vino.
Valutazione: 4/5
Prezzo medio: 20 euro
Rapporto qualità/prezzo: favorevole
* fondatore del gruppo Terminus, comunicatore, sommellier Ais
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Coronavirus, diffusione attraverso l’aria condizionata, guerra tra esperti
Coronavirus, nuovo fronte di discussione tra gli esperti. Sono contrastanti gli studi sugli effetti dei condizionatori e toccherà aspettare alcune settimane o mesi per scoprire se sarà confermerato o meno il rischio contagio da aria condizionata.
Al momento sappiamo che il contagio attraverso l’aria condizionata non è assolutamente provato. Al massimo può fare da effetto vento e spingere goccioline di saliva all’interno di un ambiente chiuso. Chi ha fatto luce su questo è il prof.Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) durante la trasmissione Agorà, su Rai Tre. Il riferimento è ad un articolo apparso sulla rivista americana, Emerging Infectious Diseases, dal titolo ‘Trasmissione del virus attraverso l’aria condizionata”. In realtà dai risultati si è visto che, all’interno di un ambiente chiuso dove due famiglie erano sedute a circa un metro di distanza, l’aria condizionata aveva fatto da vento, spostando le goccioline di saliva di poco più di un metro.
“Ma si tratta di un caso eccezionale, non è stata l’aria condizionata in sé a trasmettere il virus. Perché il virus si trasmette per contatti ravvicinati tra persone”, continua Rezza.
Diverso invece è uno studio condotto dall’Università della California di Davis, secondo cui “l’aumento della quantità di aria che fluisce dall’esterno e la velocità di scambio d’aria possono diluire le particelle all’interno. Tuttavia, un flusso d’aria elevato potrebbe anche sollevare particelle stabilizzate e rimetterle in aria e consumare anche più energia”.
Coronavirus, la comunità scientifica si divide sull’utilizzo dei tamponi
Sull’utilizzo dei tamponi per circoscrivere l’epidemia da Covid-19, la comunità scientifica si divide, in un confronto a distanza.
Da un lato il gruppo di accademici ‘Lettera 150’ – che vede nei test a tappeto l’unica misura “possibile e necessaria” per la ripartenza. Dall’altra, il professor Luigi Lopalco, a capo della task force in Puglia, sottolinea il paradosso che i tamponi siano diventati “un argomento di propaganda” e chiede invece precise “linee guida” al governo su chi debba farli, quando e come.
Il gruppo di accademici denominato ‘Lettera 150’: “Bisogna iniziare subito a fare tamponi di massa – scrivono i firmatari, perché – il tempo è poco e i rischi sono grandissimi”.
“Bisogna uscire dal paradosso che fare più tamponi sia sinonimo di sicurezza e prevenzione“, commenta l’epidemiologo Pierluigi Lopalco durante la trasmissione Agorà, su Rai 3. “Ne vanno fatti di più di quanti fatti in passato, perché abbiamo visto persone a casa con la febbre che non venivano diagnosticate e non venivano rintracciati i loro contatti”. Ma, aggiunge, “i tamponi vanno fatti in modo mirato, anche a tutti gli asintomatici entrati a contatto con persone con Covid, per circoscrivere il contagio”.
La discussione è tutt’altro che terminata. (foto di repertorio)
Vino/ Piemonte, ecco la “ricetta” anti crisi
La crisi dovuta alla pandemia di coronavirus richiede misure di contrasto rapide ed efficaci.
Stoccaggio, distillazione di crisi, taglio delle rese, maggior promozione nei mercati del mondo ma anche in Italia, e non solo: sono tante le proposte di Piemonte Land, il coordinamento dei Consorzi del vino del Piemonte, guidato da Filippo Mobrici, per governare la grave situazione economica che si sta generando.
Proposte ed idee che hanno valore globale e non solo riferito al singolo territorio regionale.
Si tratta non solo di gestire l’esistente, ma anche di preparare il terreno per il futuro rilancio del comparto. (foto di repertorio)
Andria/ Acquedotto Pugliese, 1° ciclo di disinfestazione 2020
L’Acquedotto Pugliese informa di aver definito il cronoprogramma del 1° ciclo di sanificazione 2020, dell’abitato andriese.
In allegato il cronoprogramma con date e luoghi di intervento.
Area Comunicazione – Ufficio Stampa- Il Responsabile dott. Vincenzo Rutigliano












