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22° anniversario delle frane di Sarno, i geologi: dopo il Covid-19 il Paese riparta anche dagli investimenti per la messa in sicurezza dei territori

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“Tante cose sono cambiate da quel 5 maggio 1998 quando nella notte una serie di eventi franosi, più o meno concomitanti, interessarono i territori di Sarno, Siano, Bracigliano, Quindici e San Felice a Cancello con la loro tragica scia di 160 vittime”. Così il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Francesco Peduto, in occasione del 22esimo anniversario dall’alluvione. “Oggi c’è una maggiore percezione dei rischi, – continua Peduto – tanti interventi nel Paese sono stati eseguiti e grazie alla normativa di settore emanata in seguito a quei drammatici eventi, è stato possibile definire le aree a rischio in tutto il territorio nazionale e pianificare il possibile utilizzo delle stesse”. A distanza di oltre due decenni, Italia resta però un Paese fragile dal punto di vista del dissesto idrogeologico: “In un Paese dove circa il 91% dei comuni presenta aree a rischio più o meno elevato, che detiene il poco invidiabile record del numero di frane di tutto il continente europeo – oltre 700 mila, circa l’80% del totale – molto resta da fare, soprattutto in termini di azioni concrete di mitigazione e gestione dei rischi, individuati attraverso la realizzazione di interventi strutturali e non strutturali, il presidio e il monitoraggio del territorio ed una sua seria e continua manutenzione” spiega il Presidente del CNG.

“In queste settimane l’Italia sta vivendo forse il momento più difficile dal secondo dopoguerra a causa dell’emergenza Covid-19, che ha prodotto tanti lutti ed ha messo in ginocchio l’economia del Paese, – continua il geologo campano ,- ma proprio per questo è importante ripartire, con interventi che agiscano non solo nella fase di emergenza, ma anche nel periodo post-emergenziale. E tra le tante cose da mettere in campo c’è la predisposizione di strumenti per la piena ripresa di opere pubbliche infrastrutturali materiali e immateriali, che devono comprendere anche la risoluzione delle problematiche inerenti la difesa del suolo. Pensare alla mitigazione dei rischi geologici significa andare nella direzione di interventi sostenibili, finalizzati alla riqualificazione ambientale, alla rigenerazione urbana, alla messa in sicurezza del costruito e del territorio, anche in un’ottica di riduzione del consumo di suolo”.

Per questo, i geologi da tempo evidenziano la necessità di un Piano straordinario di mitigazione del rischio idrogeologico per frane, alluvioni ed erosione costiera, basato su interventi sia strutturali sia non strutturali. “Tra questi ultimi, – afferma Peduto – si richiama l’importanza di istituire finalmente i Presidi Idrogeologici Permanenti, costituiti da professionisti tecnici qualificati, i quali possono essere messi in campo con costi estremamente contenuti, per favorire una corretta politica di prevenzione basata su una conoscenza approfondita delle aree più esposte al rischio.

Da tempo, è stata evidenziata anche la frammentazione delle norme sulla difesa del suolo, che non garantiscono coerenza logica e giuridica e determinano incongruenze e conflitti di competenza. Si ribadisce, pertanto, la necessità di un riordino della normativa nazionale in materia di difesa del suolo attraverso la predisposizione di una legge organica che riguardi i diversi aspetti del settore”.

A distanza di 22 anni da quell’alluvione devastante, il monito del Presidente CNG: “Se le frane di Sarno hanno costituito un punto di svolta nell’approccio alle problematiche della difesa del suolo e della mitigazione dei rischi geologici, l’auspicio è che questa nuova emergenza possa determinare un cambio di passo per completare il percorso iniziato nel 1998. Piani e programmi per la ripresa economica, però, vanno definiti sin da ora e senza indugi, predisponendo gli strumenti necessari che consentano l’immediato avvio di investimenti non appena terminata l’emergenza, sperando che, anche in questo caso, come è avvenuto in passato in altre occasioni difficili, il Paese sappia dare il meglio di sé” conclude Peduto.

Coronavirus, si alleggerisce il peso sugli ospedali, in calo i parametri dei ricoveri

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Sono più o meno tutti in calo i numeri del quotidiano bollettino della Protezione Civile, a testimonianza del fatto che la curva del contagio sta scendendo.
In Italia le persone complessivamente risultate positive al coronavirus, compresi guariti e deceduti, sono 211.938. Di questi, 99.980 sono i contagiati attuali. Le persone guarite nelle ultime 24 ore sono 1.225, per un totale di 82.879. Il totale delle vittime è di 29.079, 195 in più rispetto a ieri.
Continua il calo dei pazienti in terapia intensiva: sono 1.479 (- 22). Il dato è in calo per il trentesimo giorno consecutivo. Dei pazienti attualmente positivi, 16.823 sono poi ricoverati con sintomi (- 419) e 81.678 sono in isolamento domiciliare. I tamponi eseguiti sono 37.631.

Vino, Bellanova: “Non consentirò mai che un vino siciliano dop o igp possa chiamarsi Primitivo. Ma nessuno può impedire sperimentazioni sui vitigni”

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“Mai consentirò che una bottiglia di vino siciliano DOP o IGP possa chiamarsi “Primitivo” esattamente come solo le DOP IGP Siciliane possono utilizzare il nome del vitigno “Nero d’Avola”, e questo nonostante quel vitigno possa essere coltivato in altre regioni che lo hanno inserito nell’elenco delle varietà raccomandate e autorizzate.
La legislazione Europea e i corrispondenti Decreti nazionali, come sa chi li conosce, proteggono i riferimenti territoriali, le cosiddette indicazioni geografiche, ma non creano la protezione giuridica delle varietà né impediscono che quelle uve possano essere coltivate anche altrove. Purtroppo questa è un’epoca in cui nessuno più studia o semplicemente si documenta ed è ben triste una politica che cavalca qualsiasi cosa pur di guadagnare un po’ di visibilità, ingenerando confusione e peraltro legittimando aspettative di tutti i generi. Eppure anche sul sito del Ministero è possibile reperire tutte le indicazioni necessarie proprio sulle Indicazioni geografiche che rappresentano una eccellenza indiscussa della nostra filiera alimentare e il legame inscindibile tra territori e eccellenze produttive, soprattutto nel caso del vini e delle oltre 500 cultivar che fanno del nostro Paese un unicuum”.
Così la Ministra Teresa Bellanova circa l’allarme ingenerato in Puglia dopo l’autorizzazione da parte della Giunta regionale siciliana alla coltivazione della varietà Primitivo sull’intero territorio regionale.
“In Sicilia, come in altre regioni italiane”, prosegue la Ministra, “non si può impedire, dopo necessaria sperimentazione, l’impianto di viti Primitivo ma i vini DOP e IGP ottenuti non potranno mai essere etichettati con l’indicazione in etichetta del nome del vitigno “Primitivo”.
Nel DM del 13 agosto 2012 (allegato 2) è infatti indicato senza equivoci come quella varietà “Primitivo” possa essere solo usata nell’etichetta di vini DOP o IGP della Puglia e delle regioni: Basilicata, Campania, Abruzzo, Umbria, Lazio e Sardegna.
Pertanto nulla vieta che anche la Sicilia, dopo adeguata sperimentazione, lo classifichi prima in osservazione e poi lo dichiari eventualmente idoneo alla coltivazione.
Resta il fatto che la coltivazione del vitigno Primitivo non consente in aree diverse dalle DOP e IGP indicate nel DM 13 agosto 2012 (allegato 2), l’uso del termine varietale sulla bottiglia di Primitivo.
Una accortezza maggiore sarebbe consigliata anche in questo caso perché non si ingenerino allarmi ingiustificati e conflitti tra Regioni, soprattutto del Mezzogiorno che, anzi, dovrebbero e potrebbero fare della qualità e della valorizzazione delle loro eccellenze una battaglia comune e una strategia di posizionamento globale”.

Il dossier informativo Covid-19 on line sul portale Inail

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 Proteggere la salute e garantire la sicurezza dei lavoratori è da sempre uno degli obiettivi primari della mission dell’Inail che fin dall’inizio dell’epidemia da Covid-19 ha posto in essere strategie e misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza sanitaria e offrire sostegno e tutela ai propri assicurati. Da questa premessa è nata l’esigenza di raccontare, in una pubblicazione digitale, le numerose attività realizzate, grazie al supporto di strumenti informativi e multimediali come: video, tutorial, videonews, podcast.

Focus sugli strumenti informativi e multimediali adottati dall’Istituto. Nella sezione introduttiva lo speciale fa il punto sugli strumenti informativi e le nuove piattaforme multimediali messe in campo dall’Istituto per andare sempre più incontro alle esigenze degli utenti. Una scelta editoriale che, utilizzando un linguaggio di maggiore immediatezza e fruibilità, punta a veicolare verso l’esterno oltre alle misure adottate dall’Inail anche i provvedimenti del Governo, le indicazioni delle autorità sanitarie e altre iniziative a tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori.

Videotutorial sul corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. Particolarmente ricco l’approfondimento, all’interno dello speciale, dedicato all’impegno divulgativo dell’Inail nelle modalità di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (dpi). L’Istituto ha realizzato un videotutorial diviso in tre parti: la prima di carattere generale sulla trasmissione del virus, la seconda sul corretto utilizzo delle mascherine, la terza sull’opportuno uso dei guanti. Un filmato specifico poi è dedicato alle diverse tipologie di mascherine.

Servizi di supporto psicologico agli operatori sanitari. Un focus specifico riguarda l’iniziativa nazionale avviata dall’Inail, in collaborazione con il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi, per promuovere servizi di supporto psicologico agli operatori sanitari. L’Istituto ha realizzato un videotutorial sulla gestione dello stress e sulla prevenzione del burnout (sindrome derivante da stress cronico sul posto di lavoro non adeguatamente gestito) degli operatori sanitari, in cui sono analizzati i fattori legati all’aumento dello stress psico-fisico.

Le testimonianze, in podcast e video, dei protagonisti delle “Belle storie” Inail. Il dossier è arricchito dalle testimonianze di speranza e coraggio, (in podcast e video), di Omar Bortolacelli e Daniele Furlan, tra i protagonisti della campagna di storytelling “Le Belle storie”, in cui attraverso videonarrazioni, pubblicate sul portale istituzionale, vengono raccontate le esperienze di reinserimento sociale e lavorativo degli assistiti Inail.

Approfondimenti sulla tutela Inail in caso di infezioni da Coronavirus sul lavoro. Il dossier dedica focus alla tutela, in caso di infezioni da lavoro da Covid-19 (circolare n. 13 del 3 aprile 2020); al documento tecnico elaborato dall’Istituto e approvato dal Comitato Tecnico scientifico della Protezione civile, relativo alle misure di contenimento di contagio da nuovo coronavirus nei luoghi di lavoro, in vista della fase 2. Spazio anche all’approfondimento sulla funzione di validazione straordinaria e in deroga dei dpi attribuita all’Inail dal decreto Cura Italia del 17 marzo scorso.

Lo smart working all’Inail. Lo speciale si conclude con un focus sullo smart working. Disciplinato dalla Legge 81/2017 il lavoro agile, in seguito alla pandemia in atto, ha avuto una rapida crescita nell’ambito lavorativo pubblico e privato, consentendo ai lavoratori di continuare a svolgere da remoto la propria attività. All’Inail il progetto pilota di smartworking è partito, nel 2018, con una sperimentazione rivolta a 360 dipendenti. Il lavoro da remoto, attraverso digital workplace, è stato poi esteso a 4600 dipendenti fino a coinvolgere in questo periodo di emergenza, salvo alcune professionalità specifiche, (medici, infermieri, personale amministrativo di supporto) l’intero personale dell’Istituto.

  • Dossier Covid-19Fin dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus (Sars-CoV-2), l’Inail ha potenziato le attività di comunicazione, veicolando quotidianamente le informazioni e gli aggiornamenti relativi all’emergenza sanitaria anche attraverso un linguaggio più vicino alle abitudini e alle esigenze dei cittadini

Coronavirus, valutazione rapida per il Remdesivir

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Prosegue senza sosta l’attività di valutazione internazionale sui farmaci per combattere il coronavirus.
Iter di valutazione rapido in Europa per l’antivirale Remdesivir che, nato per contrastare Ebola, ha mostrato prime evidenze di efficacia anche contro il virus Sars-Cov-2.
La decisione è stata presa dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema), mentre dagli Usa il presidente Donald Trump ha annunciato l’autorizzazione d’urgenza all’uso dell’antivirale da parte dell’ente statunitense per i farmaci Fda per il trattamento dei pazienti con COVID-19.
Proprio su questo farmaco si concentrano molte speranze ed aspettative, in attesa che venga messo a punto un vaccino anti-COVID.

foto di repertorio

Coronavirus, per la prima volta al mondo un vaccino neutralizza il virus nelle cellule umane.

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L'Istituto Spallanzani

Coronavirus, una notizia importante e confortante: per la prima volta al mondo un candidato vaccino ha neutralizzato il virus nelle cellule umane.
Lo ha detto Luigi Aurisicchio, amministratore delegato della Takis di Pomezia che ha messo a punto il vaccino italiano. I
“l test fatto allo Spallanzani è stato possibile grazie all’esperienza dell’istituto che, dopo avere isolato il virus, ha impostato un metodo per verificare l’efficacia di vaccini e molecole direttamente sul virus.
Grazie alle competenze dello Spallanzani, per quanto ne sappiamo, siamo i primi al mondo ad aver dimostrato la neutralizzazione del coronavirus da parte di un vaccino. Ci aspettiamo che questo accada anche nell’uomo”, ha detto ancora Aurisicchio.

Coronavirus, la cura con il plasma funziona

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FOTO DI REPERTORIO

Terapie che iniziano ad avere effetto contro il coronavirus. La terapia basata sul plasma iperimmune prelevato dai pazienti con Covid-si sta rivelando efficace. Come ha spiegato a Radio Cusano Giuseppe De Donno, primario del Reparto Pneumologia dell’Ospedale Carlo Poma, tra Mantova e Pavia sono stati trattati quasi 80 pazienti con gravi problemi respiratori, nessuno dei quali è deceduto.
“La mortalità del nostro protocollo finora è zero”, ha sottolineato l’esperto.
“A Mantova abbiamo creato una banca del plasma. Creandone altre in giro per l’Italia riusciremo ad arginare un’eventuale seconda ondata”.

Bocciata dagli studenti la didattica on line. Per 6 maturandi su 10 la qualità dell’apprendimento è a rischio

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“L’istruzione è l’arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo”, recita una celebre dichiarazione di Nelson Mandela. Eppure, la didattica a distanza messa a punto non senza difficoltà per rispondere all’emergenza coronavirus, sta facendo emergere disuguaglianze e isolamento didattico mettendo, di fatto, a repentaglio il diritto allo studio e l’accesso ad un’istruzione di qualità. Sebbene il 97,8% degli studenti intervistati abbia seguito le lezioni online, solo il 10% crede che questo abbia migliorato la qualità dell’apprendimento mentre per il 42,4% è peggiorata. 7 ragazzi su 10 ritengono di ricevere un carico maggiore di compiti e il 60% teme che gli insegnanti non riusciranno a concludere il programma entro la fine dell’anno scolastico. Tuttavia, il 58% crede che la chiusura delle scuole non influenzerà in modo decisivo il voto in pagella. È questa la fotografia scattata da Terre des Hommes e ScuolaZoo attraverso i risultati dell’indagine online “La scuola digitale per la Generazione Z”, a cui hanno partecipato e risposto 5.000 studenti delle scuole secondarie italiane per raccontare l’impatto che l’emergenza Covid-19 sta avendo sugli studenti e quali scenari futuri si aspettano i ragazzi.

Un focus speciale è stato dedicato ai maturandi che, stando ai dati, sembrano essere la fascia di studenti più preoccupati per la situazione attuale e per il loro futuro. Quasi il 60%, infatti, pensa che la didattica a distanza abbia peggiorato la qualità dell’apprendimento, mentre il 75% dichiara di ricevere una mole di lavoro individuale maggiore ed è convinto che il programma non verrà completato. Inoltre, 1 maturando su 2 è preoccupato del fatto che tutto questo possa notevolmente influenzare il risultato finale dell’esame.

E quando ai ragazzi si chiede se pensano che la didattica a distanza avrà un futuro anche nella fase2 dell’emergenza, ritengono – e probabilmente sperano – che la scuola tornerà presto alla normalità, abbandonando il sistema della didattica online. Solo una minoranza (due studenti su 10) pensa che anche quando si tornerà alla normalità, la didattica a distanza potrebbe avere una qualche utilità.

Allargando poi lo sguardo a come i ragazzi hanno vissuto questi mesi di quarantena forzata, ai loro nuovi hobby scoperti in casa e a come sono cambiate le loro abitudini, dall’Osservatorio di Terre des Hommes e ScuolaZoo emerge che i ragazzi vogliono tenersi informati sulla crisi sanitaria e lo fanno soprattutto attraverso la tv (88%) e siti online di news (58%).

I canali tradizionali battono quindi i social network, che rimangono però i canali più utilizzati per mantenersi in contatto. Nonostante, infatti, il fiorire di nuovi software per organizzare videochiamate, Whatsapp e Instagram restano i preferiti. Inoltre, si scopre che, la generazione più “social” di tutte stia sfruttando l’occasione per dedicarsi anche ad altri hobby: il 73% guarda cinema e serie tv, il 52% ha iniziato a giocare agli e-sport e il 42% ha scoperto la passione per la cucina.

Guardando al futuro, però, il 62% degli studenti dichiara che non continuerà a incontrare gli amici via chat e più di 1 su 3 che abbandonerà le abitudini prese in isolamento. Di fondo, infatti, un ragazzo su due (48% del campione intervistato) ha dichiarato che l’isolamento sociale lo ha reso più triste, solo una piccola minoranza (il 4%) invece si è sentita più felice.

“Il benessere dei bambini e dei ragazzi è la ragione d’essere di Terre des Hommes e in un momento così difficile siamo più che mai interessati a conoscere la loro opinione. Per questo motivo abbiamo deciso di unire le forze con ScuolaZoo e ascoltare dalla voce dei ragazzi come stanno vivendo questo periodo e come si aspettano il futuro”, – dichiara Federica GiannottaResponsabile Advocacy e Progetti Italia di Terre des Hommes. “Tramite l’Osservatorio e il nostro progetto Network Indifesa vogliamo portare la loro voce direttamente presso le istituzioni che si debbono occupare del loro benessere. Preoccupa infatti il loro stato d’animo a due mesi di lockdown, ma soprattutto l’insoddisfazione generale per la didattica a distanza, e la preoccupazione per il rendimento scolastico futuro. Sicuramente sono aree su cui le istituzioni dovranno lavorare nei prossimi mesi, se non vogliamo abbassare ulteriormente le performance degli studenti italiani e il numero di ragazzi che completano il ciclo superiore di studi.

Stiamo attraversando questa fase con un grande senso di responsabilità, perché sappiamo di essere un punto di riferimento per gli oltre 10 milioni di studenti che ci seguono sui diversi canali. Proviamo a essere un loro compagno, tutti i giorni, pubblicando informazioni e news sul mondo della scuola e provando a intrattenerli con una serie di format innovativi e affini al loro linguaggio”, – commenta Francesco Marinelli, Direttore Editoriale di ScuolaZoo. “Per fare questo però dobbiamo ascoltare quotidianamente i ragazzi e indagare le loro opinioni su temi che li riguardano direttamente. Per questo siamo felici di essere da sei anni in partnership con Terre des Hommes, un movimento di fama mondiale che come noi ha a cuore i diritti dei più giovani”.

IL NETWORK INDIFESA E L’OSSERVATORIO SUGLI ADOLESCENTI ITALIANI

Da due anni Terre des Hommes, assieme all’associazione Kreattiva, ha dato vita al Network indifesa, la prima rete italiana di WebRadio e giovani ambasciatori contro la discriminazione, gli stereotipi e la violenza di genere, bullismo, cyber-bullismo e sexting. La rete, fondata sulla partecipazione e il protagonismo dei ragazzi e delle ragazze attraverso il coinvolgimento attivo in tutte le fasi del progetto, è nata da un progetto pilota che nel 2018 ha visto la partecipazione di diverse web radio scolastiche pugliesi stimolando gli studenti degli istituti secondari di secondo grado a realizzare programmi radio mirati alla conoscenza e alla riflessione su violenza, discriminazioni e stereotipi di genere. Dopo essere stata ospite dell’ultimo Radio City Milano, adesso Radio indifesa si sta estendendo a tutto il territorio nazionale grazie anche al finanziamento del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di BIC® BIC Foundation. Al network hanno già aderito 12 WebRadio di tutto il territorio nazionale. Per info: www.networkindifesa.org

Terre des Hommes e ScuolaZoo dal 2014 collaborano per raccogliere le opinioni dei giovani italiani attraverso l’Osservatorio Indifesa, amplificarle, promuovere iniziative per la difesa dei loro diritti e favorire il dialogo tra gli adolescenti e le istituzioni. Al sorgere dell’emergenza Coronavirus Terre des Hommes in Italia ha subito messo disposizione una Helpline di sostegno psicologico per medici e operatori sanitari, ha supportato con donazioni l’Ospedale Buzzi di Milano e un centro d’accoglienza temporaneo per bambini rimasti soli a causa del Covid-19. In questi giorni sta distribuendo alimenti e tablet per la continuità didattica dei ragazzi a famiglie bisognose. Nel mondo è rimasta al fianco di migliaia di bambini con la condivisione di materiale informativo per la prevenzione, video didattici e ricreativi, e avviando attività di formazione per gli operatori sociali e insegnanti. Fin dal primo giorno di emergenza ScuolaZoo ha creato un fitto palinsesto di iniziative per informare, sostenere nella didattica a distanza e a far divertire i ragazzi.

About Terre des Hommes

Terre des Hommesdal 1960 è in prima linea per proteggere i bambini di tutto il mondo dalla violenza, dall’abuso e dallo sfruttamento e per assicurare a ogni bambino scuola, educazione informale, cure mediche e cibo. Attualmente Terre des Hommes è presente in 67 paesi con 816 progetti a favore dei bambini. La Fondazione Terre des Hommes Italia fa parte della Terre des Hommes International Federation, lavora in partnership con EU DG ECHO ed è accreditata presso l’Unione Europea, l’ONU, USAID e il Ministero degli Esteri italiano – Agenzia Italiana per la Cooperazione Internazionale (AICS). Per informazioni: www.terredeshommes.it

Per ripartire non basta il distanziamento sociale: bisogna mettere in sicurezza spazi e strumenti di lavoro

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Digitalizzare gli spazi e i movimenti per garantire la sicurezza. In tempi di Coronavirus è la tecnologia che viene in soccorso alle esigenze di distanziamento sociale e sanificazione degli ambienti e degli oggetti. Partendo da un sistema progettato anche, ma non solo, per garantire l’uso corretto di caschetti e scarpe antinfortunistiche e diminuire l’incidenza degli infortuni sul luogo di lavoro, Universus ha sviluppato il nuovo modulo “VS Covid-19” per rispondere alle esigenze di ripartenza. «Rendendo gli oggetti intelligenti e interconnessi all’interno di un ambiente mappato digitalmente è possibile evidenziare quando vengono meno determinate regole», spiega Romano Giovannini che, insieme con Marco Magro è tra i principali artefici del sistema Universus. «La discriminante sono le regole che vengono introdotte: se poniamo come regola quella di non avvicinarsi ad un’altra persona al di sotto di una certa distanza oppure la necessità di sanificare una determinata postazione o uno strumento di lavoro usata da più utenti, otteniamo un sistema che permette di monitorare costantemente il rispetto delle norme di sicurezza. Ad ogni superamento dei limiti, il sistema invia un segnale di allerta: può essere un messaggio sullo smartphone, un segnale acustico oppure ancora una vibrazione ad un bracciale; le soluzioni possono essere diverse, ma il risultato non cambia: la persona viene informata in tempo reale che vi è un potenziale pericolo».

Le parole d’ordine nella fase 2 sono sicurezza, fiducia e velocità. Se la componente sicurezza è fondamentale per il contenimento del contagio, la fiducia arriva dalla necessità di relazione, la velocità è nei tempi di risposta in caso di “allarme”. «Universus risponde a tutti questi criteri e a molti altri», aggiunge Magro. «Possiamo rendere “intelligente” una mascherina o i guanti e informare quando vengono indossati e non; possiamo rendere smart una sedia posta in una sala d’aspetto e che, quindi, potrebbe essere usata da molte persone differenti oppure porre attenzione sia su un intero ambiente sia su un singolo oggetto, come ad esempio una stampante o una fotocopiatrice: ogni qualvolta viene utilizzata, Universus attiva la “quarantena dinamica” nello spazio attorno all’oggetto, impedendone l’utilizzo ad una persona diversa dalla precedente fino all’avvenuta sanificazione dell’oggetto stesso. Gli ambienti di lavoro, uffici e fabbriche, ma anche le strutture ricettive e sportive possono garantire così una maggiore sicurezza in un momento in cui tutti dobbiamo prestare la massima attenzione sui nostri movimenti e su con chi e cosa veniamo in contatto».

Nato come piattaforma per rendere più sicuri i luoghi di lavoro attraverso tecnologie professionali in real-time a precisione centimetrica ed algoritmi di analisi dati che prevengono potenziali situazioni di pericolo e supportano situazioni critiche di emergenza (ad esempio il flusso di persone verso i punti di raccolta in caso di evacuazione), il sistema Universus è facilmente installabile e può interagire con una serie di dispositivi: un bagde o un bracciale che, opportunamente tarati, sono in grado di fornire le informazioni e segnalazioni opportune. «La predisposizione del sistema è piuttosto rapida», spiega Giovannini. «Per dare un’idea, se si considera un’azienda che si estende su una superficie di circa 2.000 mq dove operano una quarantina di persone e vi sono circa 500 tra oggetti e strumenti di lavoro, la mappatura e la cablatura della struttura, nonché il set-up del sistema, richiedono un tempo di installazione che va dalle due alle tre settimane».
A fronte di un obiettivo chiaro di ripartenza, «oggi la sicurezza quindi diventa elemento imprescindibile. Proteggendo la salute interna e della supply-chain, ossia i contatti diretti con fornitori, clienti e manutentori in azienda, si consente all’economia la ripresa», conclude Magro. «La piattaforma Universus, che si integra “su misura” nei processi aziendali, è flessibile, scalabile e declinabile nel tempo a seconda delle future esigenze, e di rendere qualunque realtà aziendale non solo più sicura, ma anche più resiliente, sempre nel rispetto delle normative vigenti».

Per la delicatezza delle informazioni che raccoglie e per la necessità di utilizzo e ri-modulazione di nuove regole nel medio-lungo periodo, il sistema viene proposto con la formula del “noleggio operativo” e rientra nelle agevolazioni previste per il credito d’imposta. L’investimento risulta pertanto adeguato e totalmente sostenibile da qualunque realtà aziendale: dalla micro impresa alla multinazionale.

Torino/ Litigano per una bicicletta, la gente si riversa in strada per guardare

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FOTO DI REPERTORIO

Gli appelli al senso di responsabilità purtroppo a volte risultano vani.
Lite per la bici, poi è caos in strada: decine di persone accalcate alla faccia del distanziamento sociale e dei dispositivi di protezione individuale. Una lite alla periferia nord di Torino, ha visto decine di persone catapultarsi in strada: è successo domenica nel pomeriggio , davanti a un grande negozio di giocattoli.
Molte persone sono uscite di casa e scese in strada, quasi tutte senza mascherina protettiva.