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CORSO DI AGGIORNAMENTO PER LAVORATORI (SMART WORKING) on line

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Sono aperte le iscrizioni al corso di aggiornamento per lavoratori (Smart Working) on line. Il corso , fornisce ai partecipanti gli approfondimenti e aggiornamenti necessari per conoscere i principi dello Smart Working (lavoro agile). L’aggiornamento lavoratori si rivolge ai lavoratori ed è valido come aggiornamento periodico ai sensi dell’art. 37 del D.Lgs. n. 81/08 e s.m.i. e dell’Accordo Stato Regioni del 21/12/11, repertorio atti n. 221/CSR entrato in vigore nel 2012.

 Normativa

Ai sensi dell’art, 37, comma 6 del D.Lgs. n. 81/08 e s.m.i. e dell’ Accordo Stato-Regioni del 21.12.20111, repertorio atti n. 221/CSR ed Accordo Stato-Regioni, repertorio atti n. 128/CSR, del 7.7.2016

Per le modalità di iscrizioni si prega di inviare una mail a [email protected]

Fase 2, al lavoro più over 50 che giovani

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La nuova indagine della Fondazione studi consulenti del lavoro traccia l’identikit di chi in fase due di Coronavirus riprenderà il lavoro il 4 maggio: dei 4,4 mln di italiani che riprenderanno le attività la maggior parte è dipendente, over 50 e occupato al Nord-Italia, , più esposto al contagio in questi due mesi di emergenza da Covid-19, e favorirà i lavoratori dipendenti a discapito degli autonomi,uomini, lavoratori dipendenti, mentre 2,7 milioni continueranno a restare a casa in attesa di successive misure governative, su 100 rimasti a casa per effetto dei provvedimenti di sospensione delle attività, ben il 62,2% potrà tornare al lavoro.

La ripresa, sottolineano i consulenti del lavoro, interesserà principalmente i lavoratori dell’industria, dove l’attività potrà ritornare a pieno regime (100% dei settori riaperti): su 100 lavoratori che rientreranno al lavoro il 60,7% lavora nel settore manifatturiero; il 15,1% nelle costruzioni; il 12,7% nel commercio e l’11,4% in altre attività di servizio.

Saranno 3,3 milioni gli uomini che torneranno al lavoro (il 74,8% del totale), mentre “solo” 1,1 milioni le donne (25,2%). In generale, saranno soprattutto lavoratori dipendenti (3,5 mln, pari al 79,4% di chi riprenderà a lavorare) mentre gli autonomi (il restante 20,6%) dovranno ancora aspettare: solo il 49% di quanti sono stati interessati dai provvedimenti di sospensione potrà riaprire già dal 4 maggio.

E tra i paradossi legati alla riapertura delle attività produttive prevista dalla Fase 2, nonostante il dibattito nazionale sull’opportunità di prevedere rientri differenziati per tutelare maggiormente la popolazione più adulta, c’è l’aspetto legato all’età dei lavoratori coinvolti gli over 50 riprenderanno a lavorare prima dei giovani. Su 100 occupati in settori ‘sospesi’, a rientrare saranno il 68,7% dei 50-59enni; il 67,1% dei 40-49enni; il 59% dei 30-39enni e il 48,8% degli under 30. Alta anche la percentuale degli over 60 (pari al 60,1% di quanti sono rimasti a casa per effetto del blocco delle attività),anche la ‘settorialità’ delle aperture delinea un quadro non coerente rispetto alla diffusione della pandemia, la ripresa, infatti, si concentrerà proprio nelle aree più interessate dal virus: a fronte di 2,8 milioni di lavoratori al Nord Italia, saranno 812 mila al Centro e 822 mila al Sud gli occupati che rientreranno al lavoro.

Tra le regioni interessate: Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto, Marche e Lombardia, dove il tasso di rientro oscilla intorno al 69%; di contro in Val d’Aosta (49,3%), Lazio (46,7%), Sicilia (43,4%), Calabria (42,5%) e Sardegna (39,2%), la ripresa interesserà meno di un lavoratore su due tra quelli “sospesi”.

Ovviamente la riapertura dei settori non comporterà necessariamente la presenza in sede dei lavoratori, ma seguendo le indicazioni ribadite negli stessi ultimi provvedimenti governativi, dovrà essere promosso il più possibile il lavoro agile.

Da questo punto di vista, tuttavia, l’indagine evidenzia come solo nel 36,6% dei casi i lavoratori chiamati a riprendere le proprie attività potranno farlo in smart working; mentre la maggior parte (63,4%), per le caratteristiche del proprio lavoro, non potrà che farlo in sede.

Alfredo Magnifico

I nuovi sintomi del Covid: brividi, tremore e dolori muscolari.

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I virus mutano, ma il Covid-19 sembrerebbe farlo più del previsto. Occhio ai tremori e all’orticaria. Nuovi sintomi che potrebbero essere campanelli d’allarme sulla presenza del Sars CoV-2 nel nostro corpo.
Il virus è “camaleontico” e pare stia mutando. In meglio, secondo gli esperti del Center for Disease Control and Prevention (Cdc) di Atlanta.
Starebbe diventando meno aggressivo, ma si mostrerebbe con dei sintomi che inizialmente non erano venuti a galla.
Alla classica febbre con tosse e difficoltà respiratorie vanno aggiunti brividi, tremore persistente, dolori muscolari.

Trieste rivendica la sua autonomia per diventare la porta sud d’Europa

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FOTO DI RPERTORIO

Torna al centro del dibattito l’adesione alla Belt & Road Initiative della Cina Indispensabile uno sforzo congiunto per il Porto Franco Internazionale Terminal TMT punta di diamante anche per i traffici sull’asse fra paesi del Centro e dell’Est Europeo e il mercato del Medio Oriente
 
L’evoluzione anche geo-politica dello scenario internazionale, accelerata anche dall’emergenza virus, sta rilanciando prepotentemente il ruolo di Trieste come grande hub internazionale per le merci e sta tornando a sollevare forti interrogativi sulla firma che il governo italiano, unico fra tutti i governi europei, ha apposto sul programma della Belt & Road Initiative, parte integrante del programma strategico della Repubblica popolare cinese.


Un dibattito televisivo a Trieste (porto sul quale si è focalizzato l’interesse di Pechino e scalo considerato la porta preferenziale di accesso ai mercati dell’est europeo accreditati di maggiori potenzialità di crescita economica e produttiva) ha acceso i riflettori su queste tematiche, facendo emergere dal confronto fra esperti di geopolitica, traffici marittimi, operatori portuali e intermodali e Autorità di sistema, alcune indicazioni importanti di prospettiva.


Il fatto che Trieste rappresenti un unicum nazionale anche dal punto di vista dei traffici è emerso con decisione evidenziando, nel confronto con gli altri porti nazionali, la forte preminenza di traffico internazionale. I competitors per Trieste – è stato evidenziato – non sono quindi i porti nazionali, ma i grandi scali del Nord Europa e i vicini porti esteri di Koper e di Rijeka.


Ma a fronte di questo ruolo, l’atteggiamento dello Stato nei confronti del porto di Trieste resta quello di cronica sottovalutazione: ed è paradossale visto che lo Stato da anni, grazie al porto, incassa tasse, diritti portuali, Iva sulle merci, ovvero un flusso e un beneficio per l’erario che mai potrebbe spostarsi su altri scali nazionali ma andrebbe a totale beneficio di porti e Stati esteri.


Il dibattito, al quale hanno partecipato fra gli altri l’economista Giulio Sapelli, Zeno D’Agostino (Presidente dell’Autorità di sistema portuale), Davide Burani (Direttore public affairs dell’American Chamber of Commerce in Italia), Cesare Moscati (Direttore della Camera di Commercio Italia-Israele) oltre a Fabrizio Zerbini (chairman del Trieste Marine Terminal), Enrico Samer (Presidente dell’omonimo Gruppo) e Angelo Aulicino (Direttore generale di Alpe Adria), si è focalizzato quindi sul ruolo di totale autonomia che Trieste dovrà tutelare, rifiutando la prospettiva (forse anche allettante in tema di investimenti) di svolgere un ruolo analogo a quello del Pireo, porto greco ormai colonia della Cina.


La discussione ha quindi affrontato il tema dell’apertura commerciale a qualsiasi operatore che sia in grado di sfruttare anche la grande prospettiva di collegamento fra le economie dell’Est Europeo e un Medio Oriente che nei prossimi mesi dovrà affrontare l’emergenza connessa con la ricostruzione di interi Paesi distrutti dagli eventi bellici. Si è parlato in particolare di un netto rafforzamento dei traffici con Israele ed Egitto, anche ma non solo per l’agroalimentare.


Un ruolo strategico centrale – come emerso dal dibattito – sarà quello di TMT Trieste Marine Terminal, che è oggi il principale hub container dell’alto Adriatico e che ha davanti a sé una importante prospettiva di ampliamento della sua capacità, diventando l’anello principale di un asse di penetrazione supportato dai diversi operatori ferroviari, nazionali, europei già operanti nel Porto di Trieste e da Alpe Adria, da e per i Paesi dell’Europa Orientale e le ricche aree del Sud Germania e dell’Austria.


Nel corso del confronto, che ha fatto perno anche su un’analisi degli equilibri geopolitici in Mediterraneo, incluso il ruolo degli Stati Uniti anche a Trieste, sono riemerse con forza le potenzialità dello scalo giuliano a patto che mantenga la sua autonomia e quindi la vocazione storica di porto aperto al mondo come la storia della città ha dimostrato nei secoli con politiche di accoglienza mantenendo un’identità indipendente e particolare. 


Ovviamente dal dibattito non poteva restare fuori il tema storico e quasi cronico del porto di Trieste: il Porto franco internazionale. Proprio l’emergenza potrebbe favorire un’accelerazione e uno sblocco nell’utilizzo di questo strumento che potrebbe consentire a Trieste un’applicazione molto estesa. Gli interrogativi riguardano ora la possibilità di sviluppo di attività manifatturiere di trasformazione delle merci movimentate dal porto con un valore aggiunto e ricadute economiche e occupazionali sul territorio. Il progetto, al quale stanno lavorando congiuntamente tutte le Associazioni di categoria, gli operatori e il coinvolgimento di almeno un’ampia parte delle istituzioni e della politica locale, ha oggi un obiettivo preciso: l’applicazione totale dello status di Porto Franco Internazionale.

Coronavirus, a Bergamo si sperimenta l’estrazione di anticorpi

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Una nuova scoperta che potrebbe aprire la strada alla luce della speranza nella battaglia al Covid-19. Gli anticorpi dei pazienti guariti sono un tesoro terapeutico. A Bergamo è stata ideata una terapia sperimentale salvavita utilizzando le preziosissime sostanze proteiche.
Dall’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che ha affrontato in prima linea l’emergenza coronavirus, arriva una proposta terapeutica nata da una intuizione: l’estrazione degli anticorpi da pazienti guariti dal Covid-19 per infonderli in malati gravissimi.

La nuova tecnica è merito dell’idea dei medici della Nefrologia, che hanno riconvertito un macchinario finora servito per curare un’altra patologia.

foto di repertorio

In tempi di Covid, la cantautrice Molino inaugura ufficialmente la sua nuova attività di Musicoterapia on line

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Il 1 maggio, festa di San Giuseppe lavoratore, la cantautrice Lara Molino ha inaugurato la sua attività di musicoterapia, il suo nuovo laboratorio.


In tempi di Covid 19, non si è scoraggiata e si è decisa a trovare un escamotage. Certo, per il momento, non potrà lavorare come desidera, ma attraverso la pagina Facebook appena nata, “Musicoterapia per tutti“, potrà far conoscere a chi si iscriverà, cos’è la Musicoterapia, a chi è rivolta, in che ambiti può essere utilizzata. Attraverso foto, articoli, musiche, descrizione del metodo usato, potrà parlare ad un pubblico più vasto, interagire con esso, grazie ai social.


“Il rapporto che si instaura con le persone con cui si fanno attività musicoterapiche, è per me unico, importante, emozionante.”, afferma la Molino e aggiunge: “La musica, aiuta, cura, dà benessere e spero presto di poter continuare a mettere a frutto le mie capacità ed il mio entusiasmo.”

Fisco/ Il credito d’imposta sui pagamenti elettronici

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C’è interesse sull’ipotesi di credito d’imposta per le aziende che accettano pagamenti elettronici.
Nella legge di Bilancio 2020 sono presenti diversi incentivi per l’utilizzo di sistemi di pagamento elettronici sia per i clienti finali sia per commercianti e professionisti che installano POS all’interno delle loro attività. Questi ultimi, nel caso abbiano conseguito ricavi e compensi per un importo non superiore a 400mila euro, possono usufruire di un credito d’imposta pari al 30% delle commissioni dei pagamenti accettati.
Come specificato dall’Agenzia delle Entrate, il bonus fiscale viene riconosciuto solamente se le aziende comunicano al fisco il totale dei pagamenti accettati nel corso del mese precedente. La comunicazione, secondo quanto stabilito dall’amministrazione finanziaria, sarà a carico delle società che forniscono il servizio. Ossia degli istituti di pagamento che, tramite il loro POS e la loro infrastruttura tecnica e tecnologica, consentono ai commercianti o professionisti di accettare pagamenti con carte di credito o debito.

Fase 2: bus, treni e metro in sicurezza con il sistema CoViDS. Controllo degli accessi per garantire la distanza tra i passeggeri

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La sicurezza sui mezzi di trasporto pubblico passa da una veloce quanto puntuale informazione. Quante sono le persone sul bus, ma anche quante ne potranno salire sulla prossima metro in arrivo. Ermetris, azienda di Gorizia specializzata nel settore del passenger information system, ha sviluppato un nuovo sistema per garantire il distanziamento su tram, treni e autobus: non solamente un contapasseggeri, ma una piattaforma Gateway con interfacce wireless capace di fornire in tempo reale i dati sugli accessi, permettendo così all’autista, o al responsabile del convoglio, di chiudere le porte e assicurare ai passeggeri di viaggiare nel rispetto del metro di distanza previsto. «L’acronimo CoViDS, che sta per Counting Video Distancing Solution, è la soluzione sviluppata per rispondere alle esigenze del trasporto pubblico in questa fase di ripartenza», spiega Pamela Campoblanco, chief operating officer di Ermetris. «Coniugare le esigenze di mobilità con la necessità che i viaggiatori possano applicare il distanziamento sociale previsto dalle norme non è semplice. Per farlo non basta un contapasseggeri, ma occorre che questo sia integrato in un sistema informativo, capace di indicare quando un bus (o una carrozza) ha raggiunto il limite di capienza previsto».

Lasciando ad un lontano ricordo le immagini di autobus stracolmi e metropolitane dove i passeggeri stanno pigiati come sardine, oggi l’imperativo diventa «contingentare le salite e le discese». Prosegue: «Per fare questo abbiamo unito due tecnologie: da una parte, un contapasseggeri che è in grado di registrare gli accessi, in entrata e in uscita; dall’altra, il Magneto sviluppato da Ermetris: si tratta di una piattaforma Gateway M2M basata su un microcontrollore PIC32 con interfacce wireless. L’abbinamento di queste due tecnologie permette di avere a disposizione un sistema che raccoglie i dati, li trasmette ad un computer e da qui vengono tradotti su un pannello di controllo. Un determinato segnale permetterà di avere garanzie sulla disponibilità di spazio a bordo; un avviso di allerta, di contro, fermerà gli accessi assicurando gli standard previsti per il rispetto delle distanze».
Le informazioni raccolte potranno essere condivise anche con i passeggeri stessi attraverso il wi-fi: «Ad esempio, le paline poste alle fermate potranno dare indicazioni sui posti disponibili sull’autobus in arrivo; così anche per le metropolitane». Non solo. Aggiunge il direttore operativo di Ermetris: «È questa una soluzione che può essere facilmente adottata anche per regolamentare gli accessi alle banchine. Infatti i tornelli posti all’ingresso della metro non recepiscono quale direzione prenderanno i viaggiatori; ponendo uno step successivo all’imbocco della banchina, si potrà garantire la sicurezza anche di chi aspetta il convoglio. Così anche nelle stazioni ferroviarie».
Nel rispetto dell’urgenza determinata dalla voglia di ripartire dei comparti economici, il sistema CoViDS di Ermetris è di rapida adozione. «Per i mezzi che già sono dotati di un contapasseggeri, si tratta solamente di integrare il sistema con l’installazione del Magneto», dice Campoblanco. Dovendo procedere con l’installazione di entrambe le tecnologie, Ermetris è pronta a predisporre un centinaio di mezzo nell’arco di un mese. In prospettiva di una riapertura delle scuole, che andrebbe a gravare ulteriormente sul trasporto pubblico, servirebbe già muoversi oggi per trovarsi nell’impossibilità di garantire il servizio o di non rispettare le regole di distanziamento».

Ermetris – Fondata nel 2011, Ermetris è una giovane e dinamica azienda che opera nel settore ferroviario per la fornitura di prodotti ad elevata tecnologia al fine di migliorare il confort di bordo, la sicurezza e la comunicazione. Avviata da Claudio Borrello come start up nel settore del “passenger information system”, ha iniziato come distributore di prodotti di terzi, per arrivare a progettare, assemblare e commercializzare prodotti innovativi per il settore ferroviario. Questo permette ad Ermetris di essere “main contracting”. La sede di Ermetris è a Gorizia. www.ermetris.com

Roma/ Cadavere carbonizzato rinvenuto su un terrazzo

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FOTO DI REPERTORIO

Terribile fatto di cronaca nella capitale. Il cadavere carbonizzato di un uomo è stato rinvenuto sul balcone di uno stabile, nella zona del quartiere Trionfale a Roma. A dare l’allarme alle Forze dell’Ordine sono stati alcuni residenti dell’immobile quando da un terrazzo al secondo piano hanno notato dei piedi che sporgevano sul bordo del parapetto ed un forte odore di bruciato.
Appena arrivati sul posto i Vigili del Fuoco con l’autoscala hanno raggiunto il balcone mentre i Carabinieri del Ris sono entrati nell’appartamento e hanno trovato una donna con delle apparenti disabilità mentali, in stato di choc, convivente dell’uomo carbonizzato.
Sulla vicenda proseguono le indagini dei Carabinieri che stanno cercando di ricostruire con esattezza quello che è accaduto nell’abitazione.

Banche: Istituti di Credito troppo spesso rallentano la ripresa di piccole e medie imprese

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I PRESTITI SONO UN LABIRINTO ANCHE PER SCARSA FORMAZIONE DEGLI ADDETTI. INDAGINE CODACONS RIVELA: SU 301 TELEFONATE 171 FILIALI (IL 56,8%) NON HANNO NEMMENO RISPOSTO AL TELEFONO!!

MARTEDI’ 5 MAGGIO ALLE ORE 12 CONFERENZA STAMPA DEL CODACONS IN STREAMING. VERRANNO RESE NOTE LE INCREDIBILI RISPOSTE FORNITE DALLE BANCHE CHE NON AGEVOLANO I PRESTITI DA 25MILA EURO

SARA’ ILLUSTRATA UNA SPECIFICA DENUNCIA CONTRO BANKITALIA E DIFFIDA AL FONDO DI GARANZIA AD AUTORIZZARE PRESTITI ENTRO 48 ORE DALLA RICHIESTA

Sul tema delle banche e dei prestiti da 25mila euro in favore delle imprese il Codacons ha indetto per martedì 5 maggio una conferenza stampa che si terrà in streaming alle ore 12, volta a rendere nota una indagine realizzata dall’associazione su 15 istituti di credito e illustrare una denuncia presentata alla Banca d’Italia.
L’associazione ha infatti condotto un monitoraggio per verificare come le banche rispondano alle richieste delle imprese che vogliono accedere al credito garantito previsto dal Decreto n. 23/2020, scoprendo che su 301 filiali contattate dal Codacons, ben 171 (ossia il 56,8% del totale) nemmeno rispondono al telefono.
Il quadro che emerge dall’indagine Codacons è inquietante, ed evidenzia una scarsa formazione del personale delle varie banche da parte degli organi competenti (Abi e Bankitalia in primis) che finisce, in troppe occasioni, per fare gli interessi degli istituti, rendendo i prestiti un vero e proprio labirinto dove le imprese fanno fatica a muoversi. Molti gli ostacoli posti all’erogazione del credito, che spesso anche in buona fede viene negato a chi non è già correntista della banca, in totale spregio delle disposizioni vigenti e aggravando la situazione di crisi di migliaia di attività in tutto il paese, mentre in questo momento le banche dovrebbero dimostrare massima collaborazione, correttezza e sostegno a chi ne ha bisogno.
Le incredibili risposte fornite dagli addetti delle varie filiali sono state registrate dal Codacons, e saranno diffuse nel corso della conferenza stampa indetta dall’associazione. Durante l’incontro virtuale con i giornalisti – al quale sono stati invitati a partecipare Abi, Banca d’Italia e Consob – verrà inoltre illustrata una denuncia contro Bankitalia e il sistema bancario presentata dal Codacons affinché si vigili sul comportamento degli istituti di credito e si sanzioni qualsiasi violazione delle norme, anche con formale segnalazione alle Procure della Repubblica per i reati di Rifiuto di atti d’ufficio, Interruzione di pubblico servizio, Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, Inadempimento di pubbliche forniture. Oltre ad una diffida al Fondo di Garanzia istituito presso il Mise affinché intervenga per dare seguito entro 48 ore alle richieste delle aziende.