E’ una guerra che procedere per gradi, quella contro il Covid-19.
“La prima mattonella per ricostruire l’edificio dell’Italia è vincere la battaglia sanitaria in corso altrimenti non ci potrà essere una ripartenza di natura economica sul terreno dello sviluppo”. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza a RaiNews24.
Con le misure adottate “l’indice di contagio ha iniziato la discesa, ha detto il ministro della Salute. Con l’applicazione delle misure che abbiamo disposto in maniera rigorosa a partire dal 10 di marzo ha iniziato la sua discesa. Ma la battaglia è ancora nel suo pieno”.
Coronavirus, il ministro Speranza: “Prima della ripartenza bisogna vincere la battaglia sanitaria”
Solidarietà/ Da Bofrost, 1 milione di euro per il personale impegnato nelle consegne alimentari
Un milione di euro per riconoscere l’impegno dei propri 2.400 lavoratori nel garantire un servizio essenziale in questo periodo difficile: Bofrost, la più importante azienda italiana di consegna a domicilio di specialità surgelate, con sede a San Vito al Tagliamento (PN) ha attivato per due mesi una serie di misure destinate a tutti i dipendenti e collaboratori di tutta Italia.
«Un riconoscimento concreto –spiega l’amministratore delegato di Bofrost Italia Gianluca Tesolin– per lo straordinario impegno messo in campo da tutti in questo periodo di elevatissima domanda di consegne a domicilio di prodotti alimentari. Da parte di ogni singolo lavoratore non è mai venuta meno la disponibilità a garantire, in tutta Italia, quello che in queste settimane si è rivelato un servizio essenziale per coloro che sono impossibilitati a fare la spesa nei negozi fisici». Servizio che il personale di Bofrost effettua in sicurezza, utilizzando gli appositi dispositivi di protezione e realizzando consegne il più possibile contactless (agevolate anche dalla possibilità di pagare in anticipo la spesa online o via app). Dal 16 marzo, inoltre, il personale delle filiali Bofrost di tutta Italia sta facendo conoscere ai clienti l’iniziativa “Un ospedale per ogni filiale”, con cui Bofrost sta raccogliendo fondi da destinare alle strutture sanitarie su tutto il territorio nazionale.
L’azienda ha investito in totale 1 milione di euro netto direttamente in busta paga con bonus che saranno erogati per i mesi di marzo (retroattivamente) e aprile. «A essere in prima linea, naturalmente, sono i venditori e consegnatari che garantiscono il servizio ai clienti, per i quali sono previsti un aumento della diaria di trasferta per due mesi e buoni acquisto per i prodotti Bofrost – prosegue Tesolin –. Ma sta dando il massimo anche il personale della sede e del call center, delle filiali e dei magazzini: per tutti loro agiremo con vantaggi economici concreti e immediatamente utilizzabili». Questa iniziativa conferma la forte propensione di Bofrost a investire nel lavoro e nella professionalità delle persone. Il contratto integrativo 2019-2022 prevede 4 milioni di euro in premi di risultato individuali per i dipendenti impegnati nelle attività di vendita e consegna dei prodotti, mentre le misure di welfare aziendale sono valse a Bofrost il premio Welfarevolution Award 2019 di Edenred.
bofrost* Italia – È la più importante azienda italiana della vendita diretta a domicilio di specialità alimentari surgelate senza nessuna interruzione della catena del freddo. Vi lavorano 2.400 persone in tutta Italia. Le sede centrale si trova a San Vito al Tagliamento (PN). A oggi, sono oltre un milione le famiglie italiane che apprezzano e conoscono i prodotti di bofrost* Italia. La qualità, il gusto e un eccellente servizio rappresentano i fattori di successo di questa azienda. www.bofrost.it
Ufficio stampa bofrost* Italia: Eo Ips
Coronavirus, Per il vaccino-cerotto si aspetta l’ok per la sperimentazione
La scienza si muove velocemente alla ricerca di un rimedio al Covid-19. Bene i primi test sui topi di un vaccino-cerotto (che rilascia il principio attivo nella pelle) contro il coronavirus, potenzialmente semplice ed economico da produrre su vasta scala: i topi vaccinati producono anticorpi specifici contro il contagio.
“Ora siamo in attesa del via libera per sperimentarlo sugli esseri umani” – ha dichiarato a Tgcom24 Andrea Gambotto della University of Pittsburgh School of Medicine.
Password policy: uso corretto delle credenziali di accesso
Le password rappresentano un aspetto fondamentale per la sicurezza delle informazioni presenti all’interno di una rete aziendale. Sono il primo filtro di protezione per gli account di tutti gli utenti che utilizzano sistemi di autenticazione basati su credenziali di accesso.
Scegliere password errate può, infatti, favorire accessi non autorizzati e compromettere l’intera rete. Veder rubate le proprie credenziali da parte di hacker e cyber criminali è uno dei rischi di cui tenere conto quando si accede alla rete.
Pertanto, al fine di proteggere le proprie credenziali, tutti gli utenti sono tenuti ad adottare misure appropriate, come previsto dall’attuale codice in materia di protezione dei dati personali D.Lgs. 196/03 e, successivamente, ripreso dal nuovo regolamento europeo relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali (GDPR 2016/679/UE).
Il diritto alla Privacy, come delineato nel nuovo Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati 679/2016, corrisponde ad un sistema molto più complesso ed articolato rispetto alle normative nazionali dei singoli Stati membri; un sistema volto alla protezione dei dati personali e basato essenzialmente su alcuni principi cardine:
– primo fra tutti il principio di “consapevolezza”, per cui i dati che rendono una persona identificata od identificabile sono un patrimonio da tutelare e di cui essere responsabili innanzitutto per il soggetto interessato;
– da quanto detto discende un altro principio, ovvero il concetto di “responsabilizzazione” per i soggetti che determinano finalità e mezzi del trattamento o che trattano i dati per conto di questi con un approccio pro attivo e non solo reattivo, a fronte di un’eventuale ipotesi di violazione del dato personale.
L’entrata in vigore, il 25 maggio 2018, del regolamento europeo 2016/679/UE, Regolamento generale sulla protezione dei dati personali, ormai noto come GDPR (General Data Protection Regulation), segna una pietra miliare nello sviluppo di un quadro regolatore armonizzato a livello europeo in uno dei settori più sensibili della tutela dei diritti umani, quella dei dati personali diventati, con lo sviluppo sfrenato delle tecnologie, oggetto di business sregolato e di ogni genere di manipolazioni.
Tale Regolamento europeo per la protezione dei dati personali n. 2016/679, direttamente e integralmente applicabile dal 25 maggio 2018 in tutti gli Stati dell’Unione Europea, realizza una definitiva armonizzazione della regolamentazione in materia di protezione dei dati personali all’interno dell’Unione europea.
Questo Regolamento e la Direttiva UE 2016/68010 costituiscono il c.d. “Pacchetto europeo della protezione dei dati”, che è integrato con il Diritto dello Stato membro cui è soggetto il Titolare del trattamento.
Ferdinando Onorato
Coronavirus, la virologa Capua: “Il virus non scomparirà entro l’estate”
Tempi ancora lunghi per sconfiggere l’epidemia di Covid-19.
Ci sono “zero possibilità” che il Coronavirus scompaia con l’estate, “questo è un fenomeno di portata epocale. Siamo di fronte ad una emergenza sanitaria, ma non è un tunnel senza fine. Ne usciremo” anche se “saremo tutti diversi”.
Lo ha detto, nel corso di una diretta Instagram con il sindaco di Firenze Dario Nardella, la virologa Ilaria Capua che dirige l’One Health Center of Excellence all’Università della Florida.
Economia e Finanza/Helicopter Money! La cura!
Le ripercussioni economiche del Covid-19 saranno curate con “l’Helicopter Money“, letteralmente una metafora che indica un elicottero che sorvola le città facendo piovere denaro.
Nelle ultime ore le banche centrali di tutto il mondo hanno fatto ripartire nuovi Quantitative Easing accompagnati da nuove e più forti politiche fiscali. E se ciò non dovesse bastare potrebbe, per la prima volta, partire un esperimento su scala mondiale di helicopter money. In pratica accreditando denaro contante direttamente nei conti correnti di tutti i cittadini.
Il termine fu utilizzato per la prima volta da Milton Friedman ( Premio Nobel Economia 1976 ), nel 1969, come stimolo monetario contro la deflazione allora imperante negli USA.
Come funziona?
Le banche centrali provvedono a creare nuova moneta distribuendola direttamente sui conti dei cittadini oppure intervenendo attraverso il canale fiscale, ovvero la banca centrale cancella in tutto o in parte il debito del governo di appartenenza, in modo che il governo stesso possa liberare risorse per riduzione tasse e/o aumentare la spesa pubblica.
In genere, differentemente dal Quantitative Easing, l’effetto è maggiore sull’economia, in quanto una soluzione di questo genere stimola immediatamente i consumi facendo accrescere la domanda di beni e servizi.
I primi a muoversi in questa direzione ad oggi sono gli USA. Il presidente Trump si è mostrato subito disponibile a mettere in campo l’helicopter money in questa fase, complice senza dubbio il fatto che proprio quest’anno ricorrono le prossime elezioni.
Prendere in considerazione questa operazione per l’Europa sarà più complicato, ma potrebbe anche da noi dare degli ottimi risultati economici.
Può funzionare uno stimolo del genere contro il Covid-19?
L’esempio più recente è avvenuto ad Hong Kong nel mese di Febbraio in piena crisi Coronavirus. A tutti dai 18 anni in su furono distribuiti circa 1142 dollari per far ripartire l’economia locale. I risultati cominciano a vedersi complice anche la ripartenza industriale e dei servizi locali post-epidemia.
Francesco Potito
linkedin.com/in/francesco-paolo-potito-761523197
Milton Friedman approfondimenti qui.
Quantitative Easing approfondimenti qui.
Economia/ Nuove attrezzature per gli ospedali grazie alla donazione della Bcc
«Il protrarsi dell’emergenza sanitaria e la preoccupazione crescente per gli aspetti economici della vita di tutti noi rischia di anestetizzare le coscienze e di frenare la cordata di solidarietà che ha fin qui permesso di far arrivare gli indispensabile aiuti alle nostre strutture ospedaliere. Non ce lo possiamo permettere. Perché la battaglia contro il virus è ancora lunga e negli ospedali c’è un crescente bisogno sia di apparecchiature sia di strumentazioni e dotazioni monouso. Dobbiamo incrementare gli sforzi e combattere con vigore e spirito solidale sui due fronti: quello della tenuta economica e quello del sostegno alle strutture sanitarie».
Roberto Scazzosi, presidente della Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate, quattro giorni dopo aver stanziato un primo plafond di 10 milioni di euro per prestiti a tassi e condizioni agevolate per le aziende socie e clienti, richiama alla necessità di mantenere alto il flusso di aiuti verso gli ospedali del nostro territorio, «in particolare per quelli identificati come hub per il coronavirus -dice-. Così, in accordo con le direzioni ospedaliere di Busto Arsizio, Legnano e Varese, abbiamo messo a disposizione di ognuno di loro i fondi per acquistare un’attrezzatura ritenuta urgente e necessaria e, contestualmente, abbiamo aperto un conto corrente per raccogliere le donazioni di soci, clienti e famiglie che vogliono contribuire, anche con una piccolissima somma, a questa necessaria cordata di solidarietà a sostegno degli ospedali. Abbiamo infatti visto che le aziende hanno più facilmente la possibilità di interloquire direttamente con gli enti ospedalieri, mentre per i privati è più difficile -continua Scazzosi-: per questo abbiamo deciso di metterci a disposizione per diventare i collettori anche delle più piccole gocce di generosità. Sono certo che ognuno di noi farà quello che potrà, così che tutti assieme si possa raggiungere l’impensabile, come è accaduto in Fiera a Milano dove, grazie al contributo di tanti e alla tenace determinazione del Governatore Fontana, è stato realizzato il punto di riferimento nazionale per la lotta al Covid-19».
Nel dettaglio, queste le attrezzature acquistate per i singoli ospedali.
Busto Arsizio: per i nuovi posti letto del reparto di Terapia intensiva è stato messo a disposizione un ecografo MyLab XPRO 30 completo, con sonda lineare vascolare e una sonda cardiologica. «Ogni donazione che va a migliorare la cura dei nostri malati e agevola il lavoro dei nostri clinici è preziosa. Soprattutto in questa emergenza Covid-19 –commenta il direttore generale dell’ASST Valle Olona, Eugenio Porfido-. Per questo esprimiamo un grande grazie alla Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate».
Legnano: anche qui la richiesta è stata quella di un ecografo, in questo caso un Vivid T8 carrellato, fornito di sonde lineare vascolare, cardiologica e convex per general imaging, completo di stampante e accessori, che è stato destinato all’unità operativa di Medicina d’urgenza. «C’è ancora bisogno di tanto ed è necessaria la rapidità negli interventi e nelle decisioni -spiega Norberto Albertalli, presidente della fondazione degli ospedali, la onlus creata a sostegno degli ospedali di Abbiategrasso, Cuggiono, Legnano e Magenta-. Iniziative come questa della Bcc danno un concreto aiuto alla battaglia che stanno combattendo i nostri sanitari».
Varese: per il “Circolo” sono state messe a disposizione cinque stazioni di monitoraggio carrellate da triage e 300 kit di broncoscopi monouso da 10 con tablet. «Questa donazione rappresenta una conferma importante dell’affetto del nostro territorio verso la nostra Azienda -commenta il direttore generale della ASST Sette Laghi, Gianni Bonelli-. C’è un legame solido, storico, che rappresenta non solo una straordinaria risorsa strategica, ma anche una peculiarità specifica: non so se altrove esistono ospedali che possono vantare un rapporto così stretto e fertile con la comunità locale. A maggior ragione tengo a ringraziare la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate».
Come possono contribuire le persone: facendo una donazione sull’Iban IT 86 L 08404 32690 000000028790 del conto corrente aperto dalla Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate e intestato al Gruppo Volontari Protezione Civile Busto Garolfo onlus (indicando la causale “Emergenza ospedali”), così da rendere più semplici le certificazioni per gli incentivi fiscali sulle erogazioni liberali in denaro per l’emergenza da Covid-19 (detrazione dall’IRPEF di un importo pari al 30% del valore donato e per un massimo di € 30.000). «Raccoglieremo le somme e le metteremo a disposizione per finanziare gli acquisti secondo le necessità che ci saranno segnalate dai tre ospedali del nostro territorio», chiosa Roberto Scazzosi.
Ufficio Stampa Bcc Busto Garolfo e Buguggiate
Angolo della Psicologa/ La vita è vita: un bene prezioso da custodire e preservare sempre
In emergenza non si improvvisa, in emergenza si ragiona.
In emergenza gli interventi non posso essere dettati dall’impulso del momento.
Gli interventi, affinché siano funzionali alle esigenze che li muovono, necessitano di competenza e lungimiranza. Il primo obiettivo in emergenza è mettere in sicurezza, per prevenire possibili complicazioni, per permettere lo svolgimento ottimale dell’intervento e per contenere il proliferarsi del danno.
In tempo di crisi, specialmente della crisi virale che ci sta colpendo, nessuno è immune dal
contagio e dal cadere vittima del pericolo incombente, tuttavia esistono categorie di persone
maggiormente esposte: i soccorritori per esempio, il personale sanitario, le forze dell’ordine, gli
impiegati in attività che garantiscono la sussistenza (i commessi, gli operai, i trasportatori) che si espongono in prima linea e combattono l’attacco del nemico dalla trincea, come se si fosse in
guerra.
Poi ci sono quelle fasce della popolazione normalmente ritenute “fragili” che in questo frangente
lo diventano ancora di più: i poveri, le persone sole ed emarginate, i disabili, i minori, le donne
vittime di violenza e gli anziani. A queste frange della collettività dovrebbero essere garantiti i primi soccorsi ma, proprio per loro, purtroppo, non vengono applicate in maniera funzionale e tempestiva quelle buone prassi dettate dal buon senso, dall’esperienza e dalla competenza che potrebbero, in qualche modo metterli a sicuro e con loro tutti gli altri.
In momenti difficili e di forte crisi, in momenti come quello attuale che destabilizza dal profondo, minando sicurezze, progettualità e speranze non è opportuno puntare il dito e cercare gli “untori” di turno, i responsabili dell’epidemia o delle scelte sbagliate nella sua gestione. Puntare il dito non è mai opportuno, adesso meno che mai. Potrebbe però risultare utile ragionare su talune possibilità alla luce dei fatti, della storia passata e delle nuove conoscenze per gestire meglio l’evolversi dei fatti di cui nessuno di noi è spettatore passivo.
Esiste tuttavia una lacuna nella macchina dell’emergenza, dettata sicuramente dal sovraccarico
lavorativo, dal proliferare della problematica e dalla mancanza di strumentazioni adatte che si
aggiungono alle difficoltà che il sistema sanitario aveva prima dell’insorgere della pandemia ma, non può e non deve mancare l’attenzione verso quelle fasce di popolazione che più delle altre sono esposte e sono fragili.
Dunque, senza alcuna intenzione belligerosa, di attacco o di giudizio, ritengo sia opportuno
mostrare una realtà che spesso è silente e probabilmente poco attenzionata, quella delle case di riposo che a torto spesso sono ritenute uno stallo che permette l’attesa di un evento ineluttabile ma che in realtà sono il luogo in cui, più di altri forse, la vita è considerata un dono prezioso da preservare e per cui essere grati.
In questo clima emergenziale dettato dal Covid-19 le case di riposo, rivelatesi a maggior rischio, per la tipologia dell’utenza che ospitano, sono state lasciate all’angolo. Su di loro i riflettori si sono accesi solo successivamente ai numerosi decessi avvenuti al loro
interno. Purtroppo però neppure questo triste dato è bastato per avere una maggiore attenzione da parte delle autorità competenti: non sono giunti adeguati e sufficienti dispositivi di protezione individuale, non sono ancora stati effettuati, sugli anziani accolti e su tutto il personale che di loro si occupa, i tamponi di accertamento dello stato di salute.
Ciò che è stato fatto come strumento preventivo è stato merito della previdenza dei gestori delle strutture ai quali, sulla basa di un primo decreto ministeriale è stata lasciata libera applicazione dei principi di salvaguardia indicati in poche righe.
Nella struttura in cui presto il mio servizio di psicologa e psicoterapeuta, in seguito all’incipit ricevuto per l’attuazione delle misure preventive a contrasto della diffusione del contagio, pur garantendo agli anziani ospiti il mantenimento di un clima di normalità ed equilibrio, sono state messe in atto misure estremamente restrittive a partire dall’assoluto divieto di accesso per le visite dei familiari e per l’approvvigionamento delle forniture (per le quali già da inizio marzo si segue un determinato protocollo), è stato predisposto uno spazio isolato da utilizzare per gli eventuali interventi di soccorso da parte del 118, il monitoraggio continuo e costante dei parametri vitali sia per gli anziani accolti che per l’equipe di lavoro e sono stati potenziati i metodi di sanificazione degli ambienti, il tutto supportato da efficaci azioni formative per fronteggiare l’emergenza in maniera più adeguata possibile.
Garantire il monitoraggio delle condizioni di salute di chi si occupa degli anziani avrebbe una
duplice valenza: contenere l’eventuale proliferare dei contagi e contenere, cosa da non
sottovalutare, le preoccupazioni dei familiari per la salute dei propri congiunti e, degli addetti ai
lavori poiché ad oggi, nonostante le precauzioni già messe in atto, potrebbero essere gli unici
vettori della trasmissione del virus nelle case di riposo. Pertanto, sarebbe opportuno, al fine di effettuare un intervento efficace che in sé abbia il principio della prevenzione e del contenimento, volgere attenzione proprio a chi è chiamato a prendersi cura degli altri, in questo caso, al personale che opera in strutture residenziali per l’accoglienza degli anziani perché la vita è dono troppo prezioso, un tesoro troppo importante per essere perso senza aver fatto tutto il possibile per difenderlo.
La vita è vita, non importa se dopo un solo battito o dopo miliardi di battiti del cuore.
Dott.ssa Antonella Petrella
Psicologa Psicoterapeuta
Casa di Risposo Argentovivo, Campobasso
L’IZSAM trova due caratterizzazioni genetiche differenti del Covid19 in Abruzzo
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise è entrato nella rete Covid19 abruzzese a seguito dell’autorizzazione del Ministero della Salute del 13 marzo. In stretta collaborazione con l’Assessore alla Salute della Regione Abruzzo, Nicoletta Verì, l’IZSAM ha avviato la diagnosi di Covid19 da tamponi effettuati sulle persone con sintomi o prelevati nel corso di screening del personale sanitario e di potenziali contatti, in conformità ai protocolli del Laboratorio di riferimento regionale dell’ospedale di Pescara. Dal 16 marzo all’1 aprile l’IZSAM ha esaminato circa 5.000 campioni clinici respiratori (tamponi): ora sta analizzando circa 500 campioni al giorno con due linee di lavoro distinte che impiegano 50 unità fino a 17 ore al giorno. Nel 2017 l’IZSAM è stato nominato Centro di Referenza Nazionale per le Sequenze Genomiche di microrganismi patogeni; il personale del laboratorio di genomica della sede centrale di Teramo, un laboratorio all’avanguardia che utilizza le più innovative piattaforme per la Next Generation Sequencing, ha iniziato subito il sequenziamento del genoma del virus rilevato in tamponi positivi mediante metodiche di nuova generazione.
“Lo scopo principale dell’indagine è comprendere meglio l’epidemiologia molecolare della malattia”, afferma il Direttore Generale Nicola D’Alterio, “in tutte le nostre attività, e ancor più nelle fasi di emergenza come quella che stiamo vivendo, è di fondamentale importanza che la ricerca sia sviluppata in parallelo con l’attività diagnostica. Sequenziare il genoma del virus è utile anche per individuare le mutazioni che possono portare ad una diminuzione della patogenicità: a tal proposito stiamo fornendo il nostro supporto in campo epidemiologico al Dipartimento di Prevenzione della ASL di Teramo per affrontare meglio il fenomeno pandemico”.
Il DG D’Alterio aggiunge: “Siamo in stretto contatto con la Regione Abruzzo al fine di efficientare il processo di esame dei tamponi, anche attraverso il dialogo tra i sistemi informatici degli enti… noi siamo fortunati perché siamo in possesso di una tecnologia avanzata che ci ha consentito di organizzare rapidamente le operazioni di ricezione e refertazione dei tamponi. Dobbiamo ringraziare il Presidente Marsilio, l’Assessore Regionale dott.ssa Verì e la Protezione Civile che ci sono stati di grande supporto nel garantire il graduale e ottimale miglioramento delle attività. Inoltre con la ASL di Teramo e le altre ASL abruzzesi la collaborazione è stretta e continua, l’obiettivo comune è di fare tutto il possibile in questo difficile momento per garantire la salute dei cittadini”.
Al momento è stato analizzato un primo gruppo di 23 campioni provenienti dai diversi ospedali abruzzesi: Teramo, Atri (TE), Pescara e L’Aquila. I risultati ottenuti indicano che il virus che circola oggi in Abruzzo è piuttosto stabile, caratterizzato da poche mutazioni che sembra non abbiano alcuna influenza sulla sua virulenza. Le differenze riscontrate nei genomi sequenziati hanno inoltre permesso di collegare il virus sia ai focolai del Nord Italia (Lombardia e Veneto) che ai focolai identificati in Nord Europa già alla fine di febbraio. Infatti, in 16 casi il genoma virale analizzato possiede una mutazione identica a quella presente in virus isolati all’inizio dell’epidemia in Inghilterra, Belgio, Olanda e Svizzera. Questo è un risultato rilevante perché può fornire indicazioni utili sulle modalità di ingresso del virus in Abruzzo. È probabile, quindi, che la sua introduzione sia legata a più fonti d’infezione e non solo a quella riconducibile al focolaio del Nord Italia. In queste ore sono in corso ulteriori attività di sequenziamento del genoma del virus allo scopo di approfondire i risultati preliminari ottenuti finora.
“Le nostre attività vengono svolte in stretto contatto e collaborazione continua con enti di ricerca di eccellenza”, conclude D’Alterio, “enti che sono in prima linea nella lotta alla pandemia da Covid19 come l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani… stiamo seguendo una strategia comune per uscire da questa fase di emergenza”.
Manuel Graziani Ufficio Stampa e Comunicazione IZSAM
Lavoro / Il Gruppo Gabrielli ha assunto altri cento addetti
Riceviamo e pubblichiamo
I supermercati rimangono aperti in questo difficilissimo momento, continuando a garantire la possibilità di fare la spesa. L’intero sistema sta funzionando e il merito va a tutti coloro che quotidianamente lavorano nelle aziende della filiera dell’agroalimentare, della logistica, dei trasporti e della distribuzione finale. Per assicurare il corretto funzionamento della struttura distributiva il Gruppo Gabrielli di Ascoli ha dato attuazione ad uno straordinario programma di assunzione cento persone. Dalla esplosione dell’emergenza legata al diffondersi della pandemia la Magazzini Gabrielli ha effettuato oltre settanta assunzioni. Inoltre, nei depositi di Maltignano e di Monsampolo gli organici sono aumentati di circa trenta addetti. “Siamo consapevoli di essere in prima linea nella lotta al coronavirus – ha detto Luca Gabrielli presidente del Gruppo Gabrielli – e riusciamo a soddisfare ogni richiesta quotidiana dei clienti dei nostri supermercati grazie all’abnegazione dimostrata dai nostri collaboratori ai quali vanno i miei ringraziamenti per quanto stanno facendo e per tutto quello che faranno fino a quando non si concluderà l’emergenza”. La Magazzini Gabrielli ha avviato sin da subito una serie di iniziative, nel pieno rispetto della normativa emanata dal governo, integrandola anche con appositi interventi dedicati ai collaboratori dell’azienda. “Abbiamo deciso di concedere – ha detto il presidente Luca Gabrielli – un buono spesa di 150 euro a ciascun collaboratore sia dei punti vendita e sia dei depositi. Inoltre ai nostri collaboratori abbiamo stipulato una polizza a loro beneficio che copre il rischio di contrarre il coronavirus. Inoltre abbiamo dato disposizione di favorire ogni richiesta di flessibilità o permesso da parte di collaboratori con figli in età scolare. Inoltre in punto vendita stiamo cercando di ridurre al minimo gli straordinari oltre ad aver puntato sin da subito alla chiusura domenicale per aiutare i nostri collaboratori a non avere turni di lavoro troppo impegnativi”. Il Gruppo Gabrielli ovviamente ha svolto un importante programma di informazione nei confronti della clientela: “Abbiamo, sin da subito – ha aggiunto il presidente Luca Gabrielli – fornito ampia diffusione alle disposizioni e le raccomandazioni in materia di prevenzione e norme di comportamento diramate dalle Autorità Nazionali.
Abbiamo messo a disposizione di tutti i dipendenti gli strumenti di detergenza e sanificazione personale e del proprio posto di lavoro, abbiamo aumentato e potenziato i servizi di pulizia effettuati da ditte esterne specializzate e abbiamo chiesto a ogni dipendente di impegnarsi a rispettare le regole di comportamento e prevenzione anche fuori dal lavoro. L’azienda segue le condizioni di salute dei suoi lavoratori e abbiamo dato disposizione di far rimanere a casa qualsiasi dipendente con sintomi influenzali. Nel contempo abbiamo lasciato a casa dipendenti che abbiano dichiarato di avere avuto contatto con persone positive al virus”. Misure che coinvolgono tutte le strutture aziendali. “Nei depositi abbiamo disposto la misurazione della temperatura all’arrivo di tutti gli addetti e dei trasportatori e tutti, dipendenti e non, hanno guanti e mascherine e infine abbiamo disposto una sanificazione completa settimanale”. Misure di contrasto alla diffusione del coronavirus particolarmente evidenti nei punti vendita: “All’ingresso dei nostri supermercati abbiamo messo a disposizione dei clienti salviettine idonee alla pulizia dei carrelli – ha proseguito l’analisi il presidente Luca Gabrielli – delimitando, con apposite strisce a terra, il metro di distanza dei clienti dai banchi e vengono dati sistematicamente annunci che ricordano l’obbligo della distanza mentre ogni dipendente deve richiamare i clienti al rispetto delle distanze.
Abbiamo montato in tutti i punti vendita barriera aggiuntive in plexiglas a protezione delle/degli addetti alla cassa e mettendo le strisce a terra per distanziare i clienti in fila. All’ingresso dei supermercati abbiamo predisposto un filtro all’ingresso che contingenti il numero massimo di clienti in punto vendita in funzione della dimensione e del numero di casse di ciascun negozio. Il nostro impegno è rivolto a tutelare la salute dei nostri collaboratori e dei nostri clienti nel pieno rispetto delle disposizioni emanate dalle autorità governative. Le misure adottate dal Gruppo Gabrielli ci rendono consapevoli che #andrà tutto bene”.
Ufficio stampa Logos












