“Mi è capitato di partecipare alle Cabine di regia con i Presidenti delle Regioni e con i rappresentanti dei Comuni, sono momenti di lavoro serio in cui ognuno dice cosa manca, cosa va migliorato o quali sono le esperienze positive che possono mutuate dagli altri. Questo è un Paese che se vuole funziona, è un Paese capace di mettere assieme le forze migliori. Come ha ricordato il Presidente della Repubblica Mattarella quando ha detto che nella ricostruzione sappiamo esprimere il meglio.
Questa esperienza ci cambierà tutti nel profondo. Mi auguro che si capisca che solo insieme, e forse anche con la forza della nostra generazione, si può superare tutto”.
Lo ha detto il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, durante una diretta Facebook con il Deputato Questore Francesco D’Uva.
Ufficio Stampa On. Laura Castelli Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze
Coronavirus \ L’on.Castelli: “Questo è un Paese che se vuole funziona, è un Paese capace di mettere assieme le forze migliori”
Covid-19, il Commissario Arcuri: “Accelera la produzione italiana di mascherine”
Partita una prima importante quota di produzione italiana di mascherine”. Lo ha dichiarato il Commissario straordinario all’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri, al termine di una riunione con il gruppo di lavoro impegnato a sviluppare la produzione italiana di mascherine.
“È un risultato rilevante – ha sottolineato Arcuri –, raggiunto in tempi brevi, grazie alla collaborazione di tante aziende, dell’Istituto Superiore di Sanità, di alcune importanti università italiane e grazie alle nuove norme decise dal Governo con il decreto legge del 17 marzo. Continuiamo a lavorare, senza sosta, per rendere l’Italia sempre meno dipendente dalle importazioni di mascherine da altri Paesi”.
Le prime 25 aziende del settore della moda, dal 30 marzo produrranno 200mila mascherine chirurgiche al giorno, che passeranno a 500mila dalla prossima settimana e a 700mila al giorno in quella successiva. Poi ci sono le aziende del settore dell’igiene personale, che, da domani, produrranno 150mila mascherine chirurgiche al giorno che passeranno a 400mila dalla prossima settimana ed a 750mila al giorno in quella successiva.
“Queste produzioni verranno esclusivamente destinate a coprire, per il tramite della Protezione Civile, il fabbisogno delle Regioni italiane”, ha concluso Arcuri.
Consegnati nell’ultima settimana in media 3,59 milioni di pezzi
Intanto tutte le regioni hanno confermato di aver ricevuto entro la giornata del 28 marzo il materiale inviato dalla Protezione Civile. “È un risultato positivo – ha dichiarato il commissario Domenico Arcuri Arcuri –, raggiunto grazie all’impiego di 5 aerei messi a disposizione dalla Difesa e da Leonardo, che sostituiscono i camion nelle consegne ad alta percorrenza”.
Come riportato dal Commissario, il 28 marzo sono state consegnate 2,3 milioni di mascherine chirurgiche e 1,7 milioni di Ffp2 e Ffp3 per il personale sanitario. Nell’ultima settimana, tra il 23 ed il 29 marzo, la media giornaliera di mascherine consegnate alle regioni è stata di 3.59 milioni di pezzi.
Nello stesso arco temporale sono stati assegnati e consegnati altri 318 respiratori per le terapie intensive. Siamo così arrivati a 798 respiratori, distribuiti alle regioni in base alla diffusione della emergenza.
Coronavirus/ 75528 malati, 11591 deceduti, 14620 guariti
Record di guariti nelle ultime 24 ore: i datti vengono dalla quotidiana conferenza stampa della Protezione Civile sulla situazione dell’emergenza da Covid-19.
Si sono registrati 4050 nuovi positivi e il totale dei malati è di 75528; sono 812 i deceduti, che portano il totale a 11591 e ben 1590 i guariti (in totale 14620).
Sono ancora troppe le persone che violano i divieti: solo ieri ci sono state oltre 6mila le irregolarità riscontrate dalle forze di polizia agli italiani che hanno violato i divieti.
Covid-19, raccomandazioni per le persone immunodepresse
Il ministero della Salute su iniziativa del Comitato Tecnico Scientifico della Protezione Civile ha emanato una circolare contenenti raccomandazioni rivolte alle persone immuno depresse nell’ambito dell’attuale situazione di emergenza determinata dalla diffusione del nuovo coronavirus. Le evidenze scientifiche indicano che i pazienti immunodepressi, come ad esempio le persone con immunodeficienze congenite o secondarie, le persone trapiantate, le persone affette da malattie autoimmuni in trattamento con farmaci ad azione immuno-soppressiva, così come le persone con malattie oncologiche o oncoematologiche, sono particolarmente a rischio, sia per quanto riguarda la morbilità che la mortalità in caso d’infezione da virus respiratori, tra cui i coronavirus.
Di seguito una sintesi delle raccomandazioni di carattere generale
Per tutti i pazienti:
- evitare la presenza-frequenza in luoghi affollati;
- indossare la mascherina (di comune uso, quali quelle chirurgiche) fuori dal domicilio, in particolare quando si rendano necessarie visite in ospedale per visite, esami e/o trattamenti;
- eseguire un’accurata e frequente igiene delle mani (si vedano anche le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sul lavaggio delle mani);
- evitare di toccarsi con le mani il viso, gli occhi, il naso e la bocca;
- evitare le visite al proprio domicilio da parte di familiari o amici con sintomi respiratori e/o provenienti da aree a rischio;
- contattare il medico curante non appena compaiono sintomi riconducibili a infezioni delle vie respiratorie (febbre, tosse, rinite);
- attivare, ogni qualvolta possibile, visite in telemedicina per evitare il più possibile, salvo necessità cliniche e/o terapeutiche, gli accessi ai pronto soccorso degli ospedali;
- non sospendere la terapia immunosoppressiva in atto, salvo diversa indicazione formulata da parte del medico curante;
- monitorare i livelli sierici d’immunoglobuline e praticare terapia sostitutiva in caso di valori di lgG ridotti rispetto ai range di normalità;
- attivare quanto più possibile procedure di smart working e di evitare assolutamente attività lavorative in ambienti affollati;
- in caso di situazioni per le quali è, imprescindibilmente, necessario partecipare di persona a incontri di lavoro mantenere una distanza di almeno un metro (meglio due) dai colleghi, invitandoli a indossare una mascherina e a eseguire le corrette norme igieniche prima del contatto, compresa la sanificazione degli ambienti.
Per i pazienti immuno depressi con malattie neuro muscolari
La circolare sottolinea che ci sono evidenze recenti che documentano un potenziale neuro-invasivo del nuovo coronavirus che potrebbe peggiorare i sintomi preesistenti nelle persone immunodepresse con malattie neuro muscolari e tra le raccomandazioni indica:
- alle strutture sanitarie di identificare e istituire percorsi e spazi (es. sale di attesa) dedicati e preordinare gli accessi attraverso contatto telefonico e prenotazioni;
- a tutto il personale sanitario adibito alla cura di questi pazienti di indossare gli appositi dispositivi di protezione individuale (DPI) (es. mascherine chirurgiche o quelle specificamente indicate per procedure speciali).
- di posticipare, laddove possibile e in accordo con gli specialisti del settore che hanno in carico il paziente, i controlli di follow-up
- di considerare precocemente, per i pazienti sintomatici, l’utilizzo di farmaci antivirali in studio (es. lopinavir/ritonavir; remdesivir).
Coronavirus/ Save the Children: “Accogliamo con favore il provvedimento sul fondo alle famiglie vulnerabili”
L’Organizzazione aveva sollecitato l’intervento al Governo, dopo aver risposto alle sempre più crescenti richieste di famiglie indigenti che avevano perso la loro fonte di reddito, legata a lavori precari e occasionali Save the Children accoglie con favore la decisione del Governo e dell’ANCI, che hanno risposto all’appello dell’Organizzazione e di tante reti sociali, per un fondo di aiuto immediato alle famiglie più vulnerabili e a 1 milione 200 mila bambini in povertà assoluta.
“È ora necessario rendere immediatamente operativo il provvedimento, promuovendo una collaborazione tra Comuni, enti di volontariato e terzo settore, una rete fondamentale per rispondere alla crisi nell’immediato e nel lungo periodo”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia Europa di Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini in pericolo e garantire loro un futuro.
“Il nostro appello al Governo per la creazione di un fondo dedicato alle famiglie più vulnerabili, gestito dai Comuni, nasce dall’aver raccolto e risposto sul territorio a un significativo aumento di richieste di aiuto di beni di prima necessità. Si tratta di famiglie che hanno perso la propria fonte di reddito, legata a lavori precari e occasionali e non hanno riserve economiche disponibile per far fronte alle più basilari necessità dei loro bambini”
Save the Children, che già opera sul territorio attraverso il programma Non da soli, che ha già raggiunto circa 20.00 beneficiari nelle aree più difficili e marginalizzate del Paese, è pronta a fare la propria parte affinché questo aiuto immediato raggiunga il prima possibile coloro che ne hanno bisogno.
Save the Children Italia Onlus
Epidemia da Coronavirus, dall’Inail 50 milioni a Invitalia per l’acquisto di dispositivi e strumenti anti-contagio
In attuazione dell’articolo 43, comma 1, del decreto legge n. 18 dello scorso 17 marzo, che ha varato nuove misure straordinarie per fronteggiare l’epidemia da Covid-19, l’Inail ha trasferito 50 milioni di euro a Invitalia, Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. I fondi saranno erogati alle aziende per potenziare i livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro, attraverso l’acquisto di dispositivi e altri strumenti di protezione individuale e potrebbero essere utilizzati anche per sostenere il processo di riconversione industriale delle aziende impegnate nelle nuove produzioni di dispositivi.
Lucibello: “È un modo concreto per garantire una protezione adeguata ai lavoratori”. “Considerata la gravità della situazione – spiega il direttore generale dell’Inail, Giuseppe Lucibello – dopo l’approvazione del decreto ci siamo subito messi in contatto con il commissario straordinario per l’emergenza, Domenico Arcuri, per effettuare il trasferimento dei fondi a Invitalia nel più breve tempo possibile. È un modo concreto per garantire livelli di protezione adeguati ai lavoratori sostenendo la continuità dei processi produttivi delle imprese, come prevede anche il protocollo per la sicurezza nei luoghi di lavoro sottoscritto il 14 marzo da sindacati e associazioni di categoria”.
Alle imprese produttrici destinati altri 50 milioni di euro. Questa misura si aggiunge a quanto previsto dall’articolo 5 del decreto Cura Italia, che autorizza il commissario straordinario, attraverso Invitalia, a erogare 50 milioni di euro alle imprese produttrici per assicurare la disponibilità dei dispositivi di protezione individuale (dpi) e dei dispositivi medici necessari per fare fronte all’emergenza.
Bettoni: “All’Istituto il compito di validare i dpi realizzati per fronteggiare l’emergenza”. “Nelle ultime settimane abbiamo già collaborato con la Protezione civile per la verifica dei dispositivi arrivati anche da altri Paesi – aggiunge il presidente dell’Inail, Franco Bettoni – Ora, come disposto dal terzo comma dall’articolo 15 del decreto Cura Italia, l’Istituto è formalmente chiamato alla validazione dei dpi realizzati per fronteggiare l’epidemia, che devono comunque assicurare il rispetto degli standard di sicurezza previsti dalla normativa vigente”.
Le richieste devono essere accompagnate dalla documentazione che attesta il rispetto dei parametri di sicurezza. Nel frattempo l’Inail ha già ricevuto moltissime richieste di validazione straordinaria e in deroga di dpi. Purtroppo, però, la maggior parte riguarda mascherine “artigianali” che non rispondono ai requisiti richiesti dalle norme vigenti a tutela della salute e della sicurezza degli operatori e ovviamente non possono essere validate positivamente dall’Inail, perché prive delle prove e dei risultati attestanti l’esistenza dei parametri di sicurezza.
I requisiti sono quelli indicati nelle istruzioni operative del 19 marzo. Quasi tutti i dpi sottoposti all’esame dell’Istituto, in particolare quelli delle vie respiratorie, rientrano tra quelli di III categoria e possono essere validati solo se rispettano i requisiti di sicurezza prescritti dalle istruzioni operative dello scorso 19 marzo, presenti sul sito dell’Inail. Le semimaschere filtranti FFP2 e FFP3, in particolare, devono garantire i requisiti tecnici prescritti dalle norme in vigore (UNI EN 149:2009 o standard internazionali equipollenti), con particolare riferimento a capacità filtrante, perdita di tenuta e resistenza respiratoria, in modo tale da assicurare elevate e affidabili prestazioni di sicurezza per gli operatori che le indossano. Non rientrano in questa tipologia le mascherine chirurgiche o assimilabili, per la cui validazione è competente l’Istituto superiore di sanità, né mascherine destinate a usi differenti dalla protezione dei lavoratori.
- #CuraItalia, pubblicate le istruzioni operative per la validazione dei dispositivi di protezione individualeLa funzione attribuita in via straordinaria all’Inail dall’articolo 15 del decreto che ha introdotto nuove misure per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. In deroga alle procedure ordinarie, produttori e importatori devono inviare all’Istituto un’autocertificazione che attesta le caratteristiche tecniche dei dpi e il rispetto dei requisiti di sicurezza previsti dalla normativa vigente
- Emergenza Coronavirus, sottoscritto un protocollo tra le parti sociali per tutelare la salute dei lavoratoriIl documento contiene linee guida per agevolare le imprese nell’adozione di protocolli di sicurezza anti-contagio e fornisce indicazioni operative per aumentare l’efficacia delle misure di precauzione che sono state adottate per contrastare l’epidemia
Coronavirus, Grillo propone il ‘reddito di base universale’
Le proposte di sostegno al reddito di persone e famiglie si susseguono adesso a ritmo serrato. Secondo Beppe Grillo, per superare la crisi sanitaria ed economica dovuta al coronavirus, è arrivato il momento di “stravolgere lo status quo” e promuovere il reddito di base universale.
Le risorse – sostiene- vanno trovate dalle tasse sui grandi patrimoni.
Intanto la maggioranza composta da Pd, M5s e Leu è sempre più concorde nel dire che serve un “reddito di emergenza” o “reddito di quarantena” che possa aiutare le famiglie in difficoltà in queste settimane: quindi sì all’estensione del reddito di cittadinanza.
Coronavirus, Conte: “Siamo vicini al picco”
L’Italia è nella fase acuta dell’epidemia da Covid-19; è il momento più importante e delicato e occorre mantenere un comportamento rispettoso delle prescrizioni e regole, in particolare sarà importante osservare il ‘distanziamento’, che permetterà di gestire l’emergenza.
“Siamo nella fase più acuta” dell’emergenza. E’ difficile fare previsioni. Gli esperti sono ancora cauti, ma è ragionevole pensare che siamo vicini al picco. Sabato abbiamo superato le 10mila vittime e questo ci fa molto male e dovrebbe allertare la comunità internazionale”.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un’intervista a El Pais.
“E’ prematuro dire quando saranno allentate le restrizioni in Italia”, ha aggiunto.
Coronavirus/ Giuseppe Ira (presidente Associazione Parchi permanenti): “Rischio default per il comparto”
In relazione al perdurare dell’emergenza sanitaria in atto e alle sue conseguenze economiche, Giuseppe Ira, Presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani (PPI) e del parco a tema Leolandia (BG), dichiara: “E’ innegabile che questa crisi avrà un impatto deflagrante su diversi settori, tra cui il nostro. Alle misure stringenti imposte dal Governo, che ci hanno coinvolto per primi già nel mese di febbraio, dovrà necessariamente far seguito un’adeguata compensazione, commisurata alla redditività accertata delle imprese nei periodi normali. L’operatività dei parchi è bloccata e questo ha comportato la mancata assunzione dei lavoratori stagionali, che a breve saranno scoperti perché termineranno i sussidi alla disoccupazione. Il problema si allarga anche ai lavoratori a tempo pieno, perché per molte realtà il rischio default è sempre più concreto. Non ci sono entrate, ma ci sono costi continui legati a tante attività che non possono essere sospese come le manutenzioni, la messa in sicurezza degli impianti e il controllo dei sistemi di irrigazione. Per i parchi faunistici, a cominciare dagli acquari, è inoltre fondamentale accudire e mantenere in vita gli animali. A ciò va aggiunto che, spinti dal trend di crescita degli ultimi anni, molti parchi hanno sostenuto investimenti importanti per il potenziamento dell’offerta 2020 e adesso, anziché rientrare dei costi, dovranno investire ulteriormente per incrementare le misure a tutela della sicurezza sanitaria degli ospiti e per rilanciare il comparto attraverso campagne di comunicazione molto forti. Tutto ciò costa e il sistema bancario, da solo, difficilmente ci potrà sostenere. Nell’immediato servono finanziamenti a tassi agevolati e un concreto sostegno dello Stato, attraverso un accordo specifico tra ABI e Ministero dell’Economia e delle Finanze”.
Nel 2019 il comparto dei Parchi Permanenti, che comprende parchi a tema, faunistici e acquatici, ha generato ricavi pari a 420 milioni di euro per un totale di 20 milioni di visitatori provenienti dall’Italia, 1,5 milioni di arrivi dall’estero e 1,1 milioni di pernottamenti in hotel. Considerando ristorazione, trasporti, merchandising e soggiorni alberghieri, il volume d’affari complessivo dell’indotto nel 2019 supera la barriera di 1 miliardo di euro. Oltre a generare 25.000 occupati diretti, tra fissi e stagionali, si stimano almeno 60.000 posizioni legate all’indotto.
m&cs – Ufficio Stampa Tiziana Pini-Carlo Menegazzi
Coronavirus, entro il 16 maggio si prevede il ‘giorno-zero’ dei nuovi contagi
Tutta Italia con il fiato sospeso, nell’attesa di sapere quando questa terribile epidemia di Covid-19 terminerà; o, meglio, quando finiranno le nuove diagnosi, cioè si spezzerà la curva dei contagi. All’uopo è stato effettuato uno studio previsionale per calcolare ipotetici periodi, sul territorio nazionale. Si dovrebbe arrivare a quel momento, secondo i dati attuali e salvo naturalmente improvvise modifiche o nuove emergenze, fra il 5 e il 16 maggio. Ma alcune regioni, Veneto e Piemonte inclusi, possono raggiungere il risultato già nella prima metà di aprile e in ogni caso quasi tutte entro il mese prossimo. L’Einaudi Institute for Economics and Finance (Eief), un centro di ricerca universitaria di Roma sostenuto dalla Banca d’Italia ma del tutto indipendente, avvia in questi giorni un lavoro di ricerca che mancava. Lo studio è pubblicato da Corriere.it. La base statistica è costituita dai dati forniti ogni giorno alle 18 dalla Protezione civile ed è stimando le variazioni quotidiane e la loro evoluzione nel tempo che l’Eief formula le proprie estrapolazioni.
Le nuove diagnosi di Covid-19, secondo le previsioni al momento, si azzerano fra il 5 e il 16 maggio in Toscana, la regione che oggi sembra più indietro nel piegare la curva. In Trentino-Alto Adige quella soglia dovrebbe essere raggiunta il 6 aprile, in Basilicata il giorno seguente, in Valle d’Aosta il giorno dopo ancora, mentre in Puglia ci si dovrebbe arrivare il 9 aprile. In base alle estrapolazioni il Veneto arriva al giorno-zero il 14 aprile, la Lombardia il 22 aprile e l’Emilia-Romagna il 28 aprile. Per il Lazio la direzione di marcia indica un obiettivo al 16 aprile, pochi giorni prima di Calabria e Campania.
Escluse al momento dal modello Marche, Molise e Sardegna











