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L’Agenzia delle Entrate riceve solo per la consegna documenti

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L’ Agenzia delle Entrate limita gli accessi agli uffici territoriali e provinciali.
Ci si potrà recare fisicamente solo per la consegna di documenti. In tutti gli altri casi, per contenere il rischio di diffusione del coronavirus, l’invito è quello di utilizzare i servizi online.

E’ tuttavia possibile utilizzare i servizi online e, nello specifico, trasmettere i documenti tramite PEC agli indirizzi riportati sul portale dell’Agenzia delle Entrate.

L’esito delle domande sarà comunicato tramite PEC.

Borse, Milano in lieve ripresa

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I principali listini del Vecchio continente, dopo aperture positive, hanno chiuso male.

Maglia nera Londra, a -1,4%. Piazza Affari invece, reduce da due giornate di vendite a raffica, ha chiuso in lieve progresso (+0,33%) alla fine di una seduta in altalena.
Madrid perde lo 0,6%, Parigi lo 0,57% e Francoforte lo 0,35%.

Coronavirus, nel mondo 4351 decessi

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Da dicembre sono stati registrati 119.711 casi di infezione da Coronavirus in 110 paesi e territori, causando la morte di 4.351 persone, secondo una valutazione realizzata dall’AFP sulla base di fonti ufficiali. Brunei, Turchia e Bolivia hanno annunciato oggi i loro primi casi, Belgio, Argentina, Albania e Indonesia le prime vittime.

Tutti i viaggiatori internazionali in arrivo a Pechino saranno sottoposti al periodo di quarantena di 14 giorni per scongiurare il cosiddetto “contagio di ritorno” del coronavirus.

Conte: ulteriori misure restrittive: chiuse attività commerciali tranne alimentari, farmacie e parafarmacie

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Una nuova conferenza stampa live del Premier Conte per annunciare nuove misure restrittive, ossia: chiudere tutte le attività commerciali, compresi pub, bar e ristoranti, centri estetici, parrucchieri e mezzi, ad eccezione di generi alimentari, beni di prima necessità, farmacie e parafarmacie.

” Il mio grazie va a tutti gli italiani che stanno rispettando le norme e e misure che di volta in volta variamo. Mi rendo conto che viene chiesto ai cittadini italiani di cambiare le abitudini e di fare rinunce, ma questo è nell’ottica del bene comune, e di preservare la salute. Siamo il paese che nel continente europeo è stato il più colpito da covid 19, ma anche il paese a cui domani si farà riferimento perchè compatto.Pubblicità

Le scelte che abbiamo fatto come governo mettono al primo posto la salute degli italiani, siamo consapevoli che in un paese come il nostro bisogna procedere gradualmente e monitorare la situazione. L’Italia è chiamata a fare un passo in più per questo da domani abbiamo deciso di dover chiudere le attività commerciali quali bar, pub, ristoranti, parrucchieri, centri estetici, mense, ad eccezione di alimentari, beni di prima necessità, farmacie e parafarmacie. Questo non vuol dire che bisognerà fare un assalto, sempre nelle condizioni di sicurezza.

Per quanto riguarda le attività produttive e professionali, le industri e e le fabbriche potranno continuare nel loro lavoro ma sempre adottando protocolli di sicurezza per la protezione dei dipendenti. Continuano a lavorare anche le filiere agricole e zootecniche fermo restando le norme di sicurezza .Questo vuol dire che si possono mettere in atto azioni come turnazione, ferie anticipate.

Ancora per quanto riguarda i trasporti pubblici continueranno ad essere garantiti, come i servizi bancari, postali e assicurativi.

Un’ultima notizia, il Premier Conte ha annunciato la nomina di un Commissario delegato che avrà ampi poteri di deroga, Domenico Arcuri amministratore delegato di Invitalia, che dovrà coordinarsi con il capo della Protezione Civile Borrelli e tutta la struttura.

Il premier Conte ha chiuso la diretta live con questa frase: teniamoci distanti oggi per abbracciarci più forte domani. (MDL)

Usa/ Weinstein condannato a 23 anni di carcere

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Harvey Weinstein è stato condannato a 23 anni di carcere per stupro e aggressione sessuale negli Stati Uniti.
L’ex produttore cinematografico, accusato da decine di donne di violenze sessuali, è stato dichiarato colpevole di aver stuprato una donna a New York nel 2013 e di aver costretto a sesso orale un’altra donna nel 2006.

Industria:Codacons, aumento produzione Gennaio è solo fuoco di paglia

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La crescita della produzione del +3,7% a gennaio è, purtroppo, solo un “fuoco di paglia”, destinato a spegnersi presto anche a causa della crisi determinata dall’emergenza coronavirus.
Lo afferma il Codacons, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat.
“Rispetto al periodo pre-crisi l’industria italiana versa ancora in stato di grande sofferenza – spiega il presidente Carlo Rienzi – La produzione ha subito infatti una riduzione di quasi il 20% rispetto ai dati registrati a gennaio 2008, e la crescita di gennaio è da attribuire unicamente al tracollo dell’industria di dicembre. Non a caso su base annua la produzione continua a registrare segno negativo (-0,1%)”.
“La situazione attuale determinata dal coronavirus avrà poi un inevitabile impatto sui dati dell’industria, e ci aspettiamo dal Governo misure forti ed efficaci per sostenere il settore che rischia una crisi senza precedenti, con ripercussioni enormi su occupazione e Pil” – conclude Rienzi.

(Vigilanza veterinaria) Carabinieri NAS Livorno: farmaci veterinari, indagini su commercializzazione online illecita

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Il NAS di Livorno ha scoperto una vendita illegale di farmaci veterinari attraverso la nota piattaforma “e-bay”. Le indagini svolte hanno permesso di individuare alcuni operatori del settore che hanno potuto acquistare farmaci, quali antiparassitari per il trattamento di endo ed ectoparassiti dei propri animali allevati, il cui commercio online è vietato perché rientranti tra quelli vendibili solo su presentazione di ricetta medica veterinaria ed acquistabili presso farmacie e/o depositi all’ingrosso. I militari toscani hanno anche accertato che tali farmaci erano venduti privi dei requisiti necessari quali il confezionamento esterno, il foglietto illustrativo ed altre indicazioni obbligatorie, in modo tale da eludere anche i controlli sanitari sui trattamenti a cui vengono sottoposti gli animali da reddito con pericolo della salute pubblica. I responsabili sono stati tutti segnalati all’A.G.

La riflessione/ Le donne negli ultimi anni hanno fatto passi da gigante nel lavoro

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FOTO DI REPERTORIO

Anmil in uno studio sul divario lavorativo riporta che negli ultimi decenni le donne italiane hanno fatto passi da gigante nel mondo del lavoro, dal dopoguerra, l’occupazione femminile, è cresciuta a ritmi sempre più intensi per effetto della progressiva terziarizzazione del lavoro a scapito di attività tradizionali dell’industria e dell’agricoltura. Dal 1975 ad oggi il numero delle lavoratrici è quasi raddoppiato, da 5,6 a 9,9 milioni di unità, passando dal 28,6% al 42,3%, oggi esistono problemi difficili da scalfire riconducibili alla difficoltà di conciliare i tempi di lavoro con la cura della casa e della famiglia, anche se le donne italiane presentano un gap occupazionale eclatante equiparato agli uomini e alle donne del resto d’Europa. Il numero delle lavoratrici che si infortunano è nettamente inferiore a quello dei colleghi maschi, nel corso dell’ultimo quinquennio gli infortuni maschili si attestano intorno alle 410.000 unità, quelli femminili a 230.000, poco più della metà, il tasso di incidenza infortunistica (numero di infortuni per 1.000 occupati) è attualmente pari a 30,5% per gli uomini e a 23,2% per le donne, nel caso degli infortuni lavorativi con esiti mortali il numero di quelli femminili, in media circa 115 decessi l’anno nell’ultimo quinquennio, risulta pari a meno di un decimo di quelli maschili la cui media annua si attesta intorno ai 1.200 casi.
Per le malattie professionali, si riscontra una situazione analoga delle 60.000 denunce annue solo il 27% (16.000 circa) riguarda la componente femminile, inequivocabile, una forte sperequazione nei livelli infortunistici dei due sessi, legati alla differente rischiosità delle attività esercitate; le donne sono occupate principalmente nei settori dei servizi a basso livello di frequenza infortunistica; la presenza maschile è invece preponderante in agricoltura, industria e in settori come metallurgia, estrazione minerali, costruzioni, trasporti ecc. che fanno registrare tassi di pericolosità più elevati e nei quali la presenza femminile è marginale e circoscritta a ruoli esclusivamente impiegatizi-amministrativi. I lavoratori maschi sono prevalenti nella concessione di indennità giornaliere per inabilità temporanea e rendite per inabilità permanente; mentre le donne, a causa della maggiore mortalità degli uomini, sono quelle che percepiscono la stragrande maggioranza delle rendite a superstiti.
L’ANMIL ha individuato numerose criticità da affrontare per adeguare l’attuale sistema di tutela contro gli infortuni sul lavoro alle differenze di genere e al ruolo della donna, al reinserimento professionale della donna vittima di un incidente sul lavoro o malattia professionale, da cui sono derivate alcune proposte migliorative dell’attuale normativa. L’Anmil ha avviato una riflessione sull’assicurazione contro gli infortuni domestici,che attualmente esclude coloro che svolgono attività che comporti l’iscrizione a forme obbligatorie di previdenza sociale, questa limitazione costituisce una ingiusta negazione della duplicità dell’impegno lavorativo della donna che lavora sia fuori sia in casa, che rimane esposta, senza tutele, a rischi legati alla gestione domestica, per cui si ritiene urgente una modifica normativa che consenta l’iscrizione anche di coloro che svolgono un’attività lavorativa esterna.
Nella stessa ottica si auspica l’estendere la protezione assicurativa a tutte le attività connesse alla cura della famiglia e la gestione domestica. La donna superstite di una vittima del lavoro, di un infortunio con esito mortale oltre a lasciare un vuoto incolmabile nella famiglia della vittima, ha anche ripercussioni pesanti dal punto di vista economico e pratico, delle quali le donne, già provate dalla perdita, devono farsi carico. L’Anmil per sostenere le famiglie delle vittime di infortuni e malattie professionali propone di;

  1. Escludere le prestazioni erogate a vedove e orfani di vittime di infortuni sul lavoro o di malattie professionali dal reddito rilevante per il calcolo dell’Isee.
  2. Rivedere gli istituti dell’assegno funerario, oggi del valore di 10.000 euro, e della prestazione erogata a carico del Fondo per le vittime di gravi infortuni.
  3. Unificare le due prestazioni, attraverso il trasferimento delle somme del Fondo per le vittime di gravi infortuni all’Inail, il quale dovrebbe provvedere ad erogare d’ufficio alle famiglie delle vittime una prestazione di sostegno adeguata alle loro esigenze.
  4. Riconsiderare le prestazioni riconosciute ai superstiti di infortuni e malattie professionali, alla luce dell’evoluzione della società e dei rapporti familiari, superare la limitazione per la quale le quote integrative della rendita Inail in favore dei figli studenti universitari sono erogate solo se in corso regolare di studi.
  5. Equiparare il regime della rendita ai superstiti Inail alla reversibilità della pensione Inps per quanto attiene alla percentuale riconosciuta al coniuge superstite.
  6. Garantire la piena erogazione delle prestazioni di assistenza psicologica a carico dell’Inail in favore dei superstiti di caduti sul lavoro o per malattie professionali.
  7. Portare ad attuazione l’equiparazione delle vedove e dei superstiti delle vittime del lavoro alle vittime del dovere e della criminalità organizzata per quanto riguarda il diritto al lavoro, rimasta solo un’enunciazione di principio.
    Allo stato attuale ci sono circa 85.000 vedove di lavoratori deceduti per cause lavorative, di cui 47.000 (55%) a seguito di infortunio e 38.000 (45%) per malattia professionale. Si tratta, per la gran parte, di eventi relativi a decenni passati: l’età media delle vedove risulta superiore a 75 anni; la rendita media annua è pari a circa 12.000 euro, ogni anno vengono costituite circa 2.800 rendite a superstiti, di cui si stima che siano 2.000 i nuovi casi di rendite assegnate a vedove di lavoratori deceduti, di cui 800 (40%) a seguito di infortunio e 1.200 a seguito di malattia professionale”.
    Al di là delle tragiche conseguenze sul piano umano, familiare e psicologico, come può essere la morte di un marito, c’è da considerare anche gli aspetti economici di una moglie o di una famiglia che ha perduto quella che è la principale e spesso unica fonte di sostentamento. Attualmente la rendita percepita da ogni vedova, qualunque sia stato il salario del coniuge deceduto, ammonta a circa 1.280 euro mensili; la rendita sale a circa 1.800 euro mensili nel caso di vedova con 1 orfano, a 2.300 con 2 orfani e a 2.560 con 3 o più orfani”.
    Più recentemente, “la legge 145/2018 (legge di stabilità 2019) ha fissato in 10.000 euro l’assegno una tantum che sostituisce il vecchio assegno funerario, pari a poco più di 2.000 euro, che veniva erogato per far fronte alle prime spese derivanti dal tragico evento. Piccoli ma significativi riconoscimenti che consentono, quantomeno, di condurre una vita un po’ più dignitosa a quelle donne e a quelle famiglie che hanno conosciuto la tragedia di non vedere il proprio marito rientrare a casa dal posto di lavoro.

Alfredo Magnifico

Paralimpiadi Tokyo 2020, il Comitato internazionale pubblica un vademecum per l’emergenza sanitaria in corso

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Il mondo dello sport è messo a dura prova dalla grave emergenza sanitaria in atto. Dopo lo stop al campionato di calcio in Italia, si pensa agli eventi sportivi di quest’estate. L’auspicio è che con l’arrivo della bella stagione si possa riprendere la vita di sempre. Dal 25 agosto al 6 settembre sono in programma a Tokyo i Giochi paralimpici, un appuntamento particolarmente atteso dagli sportivi di tutto il mondo.

Una guida riguardante le misure da osservare per contrastare il coronavirus. A poco più di 170 giorni dalla kermesse, il Comitato paralimpico internazionale (International Paralympic Committee IPC) ha pubblicato una guida per atleti, Comitati paralimpici nazionali e Federazioni internazionali riguardante le misure da adottare per contrastare il coronavirus.

La pubblicazione in lingua inglese è consultabile sul sito dell’IPC. Il vademecum in lingua inglese può essere consultato cliccando sull’indirizzo web del Comitato paralimpico internazionale. Il Comitato è in costante comunicazione con l’organizzazione mondiale della sanità (OMS) e il Comitato olimpico internazionale (CIO) per monitorare la situazione in corso e valutare le azioni da porre in essere.

Alle Paralimpiadi di Tokyo attesi oltre 4000 atleti. Dopo l’edizione di Rio del 2016, le Paralimpiadi nipponiche vedranno la partecipazione di oltre 4000 atleti. Sono già state scelte le due mascotte. Si tratta di una coppia di amici, “Miraitowa” e “Someity”, la prima per le Olimpiadi, la seconda per le Paralimpiadi.

La mascotte delle Paralimpiadi, “Someity” è un omaggio alla natura e alla forza interiore. “Someity” la mascotte delle Paralimpiadi esprime la vicinanza con la natura, grazie ai sensori posizionati ai lati della faccia che hanno l’aspetto di fiori di ciliegio. Il suo temperamento è tranquillo, ma se necessario può dimostrare grande forza interiore. Il nome “Someity” è ispirato alla parola “someiyoshino”, un celebre fiore di ciliegio giapponese e all’espressione anglosassone “so mighty”, “così potente”.

Coronavirus/ Nessuna autocertificazione per i conducenti alla guida dei tir

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Trasportounito: contraddizioni normative, obbligo di mascherine, chiusura delle aree di servizio autostradali alle 18.00. Una gimkana fra normative inattuabili e disattenzione delle modalità operative del trasporto e della logistica Il conducente che è seduto al posto di guida del suo camion è già nel suo posto di lavoro. Anche solo pensare che debba esibire un documento di autocertificazione risulta a dir poco grottesco e prova di una totale “non conoscenza” della tematiche del trasporto merci e della logistica.
Secondo Trasportounito, pretendere che il conducente viaggi con l’autocertificazione a portata di mano equivarrebbe a visitare gli uffici pubblici o di aziende private e chiedere a ogni persona, già seduta alla scrivania, di esibire la sua autocertificazione in funzione del rispetto di un a dir poco confuso decreto sul Coronavirus. Estremizzando si potrebbe pretendere la firma di un’autocertificazione per i conducenti nel momento che compiono il tragitto fra casa e il parcheggio o il piazzale dove si trova il mezzo che si apprestano a guidare. Considerato che l’Ordinanza della Protezione Civile, la nota esplicativa del MIT e della Farnesina hanno precisato che il trasporto delle merci è da considerarsi come una “comprovata esigenza lavorativa”, la conseguenza è quindi che il personale che conduce i mezzi di trasporto, nell’ambito delle attività di guida, consegna o prelievo delle merci, non deve compilare il modulo di autocertificazione in quanto le attività professionali sono già oggetto di registrazione documentale.
Trasportounito si assume la responsabilità nei confronti dei suoi associati dell’interpretazione di cui sopra, per ovviare alla confusione e inutile dispendio organizzativo che, anche sotto questo aspetto, si sta ingiustificatamente verificando nella catena logistica del Paese. Ciò è confermato nella note esplicative dei Ministeri dei Trasporti ed Affari Esteri nelle quali si precisa che “Le merci possono entrare e uscire dai territori interessati. Il trasporto delle merci è considerato come un’esigenza lavorativa: il personale che conduce i mezzi di trasporto può quindi entrare e uscire dai territori interessati e spostarsi all’interno degli stessi, limitatamente alle esigenze di consegna delle merci”.
Del tutto incomprensibili anche le norme che obbligano i conducenti a dotarsi di mascherine (ovviamente introvabili nel modello previsto) quando entrano nei centri di carico e scarico delle merci. E ancora più contradditoria la norme che impone la chiusura delle aree di servizio su autostrade e strade a grande scorrimento alle 18. Il che significa obbligare i conducenti a non rispettare la norma basilare relativa al suggerimento di lavare le mani e mantenere i piú alti livelli di igiene, condannando invece conducenti nell’esercizio del loro lavoro a comportarsi nei modi diametralmente opposti e a utilizzare le piazzole di sosta come “orinatoi a cielo aperto”.
Per ulteriori informazioni: Barbara Gazzale