Un operaio è morto precipitando da un ponteggio. È accaduto a Mura, in Vallesabbia nel Bresciano.
La vittima, 53enne di origini rumene ma residente nel Bresciano mentre la famiglia vive in Romania, stava lavorando all’esterno di un’abitazione quando è caduto da un’altezza di circa 15 metri.
Provincia di Brescia/ precipita da 15 metri, muore operaio
Bellanova: “Agricoltura, agro-alimentare, agroindustria al centro del Paese”
“Agricoltura, agro-alimentare, agro-industria, al centro dell’agenda del Paese; relazione costante con i territori; risposte ai tanti bisogni e alle tante criticità del settore ad iniziare dalle emergenze xylella e cimice asiatica e dall’urgenza di mettere mano alla rigenerazione del paesaggio salentino; piena applicazione della parte sulla prevenzione della legge contro il caporalato per spezzare una volta per tutte il legame malato tra caporali e lavoratori, caporali e imprese; fermezza e autorevolezza in Europa per sostenere sempre più la qualità e l’eccellenza delle nostre imprese, non ultimi tipicità e identità territoriali: sono stati i temi di questo intensissimo fine settimana.
Affrontati nell’incontro – utilissimo e prezioso – con l’europarlamentare Paolo De Castro, grande conoscitore del settore, già Ministro dell’Agricoltura nel nostro Paese e nella scorsa legislatura europea primo vice-presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale (dopo averla presieduta dal 2009 al 2014); in quello con le organizzazioni di categoria e dei lavoratori incontrate a Grottaglie, negli incontri con la stampa durante l’inaugurazione della Fiera del Levante, dove ho visitato gli stand dedicati all’agroalimentare; nel saluto pieno di affetto ieri mattina al Pd provinciale di Lecce; nell’intervista pubblica ieri sera a Grottaglie, per la Festa dell’Unità.
Un messaggio ho voluto sottolineare: lavorerò perché questo sia a pieno titolo un settore attrattivo per le nuove generazioni, non solo a garanzia dei passaggi generazionali ma anche per quei ragazzi e quelle ragazze che vogliono costruire il loro futuro nel nostro Paese mettendo a disposizione competenza, entusiasmo, passione.
Capace di attrarre occupazione qualificata e occupazione femminile soprattutto come dimostra proprio l’altissima percentuale di imprese agricole gestite e guidate da donne. A disposizione c’è uno spazio enorme perché agricoltura e agroalimentare di qualità significano futuro, imprese, posti di lavoro, remunerazione, rigenerazione del paesaggio, tutela ambientale, innovazione, valorizzazione delle identità e tipicità, accoglienza, dove si tengono insieme cultura, patrimonio ambientale ed enogastronomico, servizi di eccellenza: uno dei più importanti biglietti da visita del nostro Made in Italy.
È possibile un nuovo modo di pensare e fare agricoltura legandola sempre più strettamente alla qualità e alla tutela del lavoro, all’innovazione nei processi produttivi e nella gestione aziendale, alla multifunzionalità.
Con un faro che deve guidarci tutti: aumentare la sostenibilità ambientale, sociale, economica.
Inizia una settimana altrettanto densa e piena di impegni. Buon lunedì a tutti ed ancora in bocca al lupo alle ragazze e ai ragazzi che iniziano la scuola.” così la Ministra Teresa Bellanova in un post su Facebook.
Esercito Italiano: Bando per diventare tenenti
Bando per la nomina di 60 Tenenti in Ferma Prefissata, ausiliari del ruolo normale del Corpo degli Ingegneri, di Commissariato e Sanitario dell’Esercito Italiano. Il concorso è per titoli ed esami e le procedure concorsuali prevedono l’espletamento di prove di cultura e di efficienza fisica, e accertamenti sanitari e attitudinali.
Posti a concorso
Il concorso dell’Esercito Italiano mette a bando l’accesso a 60 posti così ripartiti.
a. Corpo degli Ingegneri, 22 posti:
- n. 3 per laureati in Ingegneria delle telecomunicazioni (LM 27);
- n. 5 per laureati in Ingegneria elettronica (LM 29);
- n. 5 per laureati in Ingegneria informatica (LM 32) o Informatica (LM 18) o Sicurezza Informatica (LM 66);
- n. 2 per laureati in Ingegneria meccanica (LM 33);
- n. 4 per laureati in Ingegneria civile (LM 23) con abilitazione all’esercizio della professione;
- n. 1 per laureati in Archietettura e ingegneria edile architettura (LM 4), con abilitazione all’esercizio della professione;
- n. 2 per laureati in Ingegneria per l’ambiente e il territorio (LM 35), con abilitazione all’esercizio della professione.
b. Corpo Sanitario, 27 posti:
- n. 25 per laureati in Medicina e chirurgia (LM 41), con abilitazione all’esercizio della professione;
- n. 2 per laureati in Medicina veterinaria (LM 42), con abilitazione all’esercizio della professione.
c. Corpo di Commissariato, 11 posti:
- n. 6 per laureati in Giurisprudenza (LGM/01);
- n. 5 per laureati in Scienze dell’economia (LM 56).
Requisiti
Possono partecipare al bando dell’Esercito i candidati in possesso dei seguenti requisiti di seguito riassunti:
- età non superiore ai 38 anni;
- cittadinanza italiana;
- godimento dei diritti civili e politici;
- non essere stati destituiti, dispensati, dichiarati decaduti o licenziati dall’impiego presso una Pubblica Amministrazione, o prosciolti, d’autorità o d’ufficio, da precedente arruolamento nelle Forze Armate o di Polizia;
- non essere stati dichiarati obiettori di coscienza o ammessi a prestare servizio sostitutivo civile, a meno di formale rinuncia a tale status;
- non essere stati condannati e non essere imputati in procedimenti penali per delitti non colposi;
- non essere stati sottoposti a misure di prevenzione;
- aver tenuto condotta incensurabile;
- non aver tenuto nei confronti delle istituzioni democratiche comportamenti che non diano sicuro affidamento di scrupolosa fedeltà alla Costituzione Repubblicana e alle ragioni di sicurezza dello Stato;
- laurea in uno degli ambiti disciplinari previsti per l’accesso alla selezione pubblica, in conformità con quanto dettagliatamente indicato nel bando, e di eventuale abilitazione, se richiesta, in conformità con quanto previsto dallo stesso;
- idoneità fisica e attitudinale al servizio militare per la nomina a Ufficiale in Ferma Prefissata dell’Esercito.
Produzione Nazionale Frumenti Duri 2019 ITALMOPA: bilancio in chiaroscuri e necessità di un approccio di filiera
‘La produzione nazionale 2019 di frumento duro è caratterizzata da un volume di produzione di circa 4 milioni di tonnellate, in riduzione del 4% rispetto al 2018, e da alcune problematiche qualitative riguardanti, in particolare, il tenore proteico medio – principale parametro qualitativo del grano – e, negli areali del centro nord, l’alterazione cromatica delle cariossidi a seguito di attacchi fungini.
Questo quanto affermato da Italmopa – Associazione Industriali Mugnai d’Italia, aderente a Federalimentare e a Confindustria, sulla base dei dati risultanti da un monitoraggio quanti-qualitativo del nuovo raccolto frumento duro.
“La contrazione della produzione nazionale” precisa Cosimo De Sortis, Presidente Italmopa “si colloca in un contesto di generale riduzione della produzione comunitaria e mondiale che ha interessato tutti i principali Paesi produttori. La disponibilità della materia prima rimane comunque significativa per via delle scorte che risultano in grado di sopperire al calo produttivo”.
“L’andamento del mercato conferma pienamente le nostre indicazioni” prosegue Francesco Divella, Presidente della Sezione Molini a grano duro di Italmopa “si sono infatti registrati, sin dal mese di luglio, incrementi delle quotazioni del frumento duro ma anche preoccupanti episodi di ritenzione del prodotto alimentati da aspettative di ulteriori aumenti di prezzo”.
“La qualità eterogenea del raccolto nazionale, le minori produzioni realizzate e la crescita delle quotazioni”, conclude De Sortis, “hanno limitato gli scambi in questa prima fase della campagna di commercializzazione, interessando anche l’esecuzione dei contratti di filiera. Nonostante le difficoltà riscontrate, l’Industria molitoria a frumento duro intende continuare a contribuire allo sviluppo della competitività della filiera e di tutti gli attori che la compongono, incrementando ulteriormente il ricorso ai contratti di filiera quale strumento di primaria rilevanza per garantire all’Industria l’approvvigionamento di materia prima in qualità e quantità rispondenti alle esigenze di mercato e nel contempo assicurando al produttore una remunerazione adeguata alla qualità realizzata”.
Pescara/ Bus finisce contro un albero, 17enne ferita gravemente
Un incidente nel Pescarese ha visto coinvolti un autobus della società pubblica abruzzese Tua e un’Audi. Ferite e ricoverate tra gli ospedali di Pescara e Chieti, diciotto le persone, tra cui una ragazza ha riportato ferite gravi, quattro in codice giallo e le altre con ferite lievi. L’incidente è avvenuto lungo la strada che collega Santa Teresa a Caprara. L’autobus, forse per evitare l’auto, è uscito fuori strada ed è andato a finire contro un albero.
La ragazza 17enne, originaria di Foggia e residente a Pianella, ha riportato le ferite più gravi ad entrambi gli arti inferiori perché è rimasta incastrata con i piedi tra le lamiere. Circa 40 persone erano a bordo del mezzo. Molti di loro sono studenti che tornavano a casa dopo la scuola. L’autobus, uno dei più nuovi della società Tua, era in servizio da pochi giorni.
Protocollo d’Intesa tra Polizia di Stato e Università degli Studi di Cagliari
La prevenzione e il contrasto ai crimini informatici delle infrastrutture critiche al centro dell’accordo tra la Polizia di Stato e l’Università degli Studi di Cagliari.
Il protocollo è stato siglato stamane, alla presenza del Questore di Cagliari dott. Pierluigi D’Angelo, dal Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Cagliari Prof.ssa Maria Del Zompo e dal Dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Sardegna dott. Francesco Greco.
Alla firma era presente anche il prof. Massimo Farina Data Protection Officer dell’Ateneo.
L’accordo prende le mosse dalla necessità di garantire un’elevata sicurezza al territorio e al suo sistema economico e sociale, ormai fortemente dipendenti da sistemi informatizzati, mediante una più stretta cooperazione, tra Enti pubblici così come previsto dal quadro Strategico nazionale e dal piano nazionale per la Protezione Cibernetica e la Sicurezza informatica.
Il protocollo ha lo scopo di sviluppare collaborazioni, condividere procedure e informazioni utili rappresentando un altro passo avanti, a livello regionale, nell’ambito dei rapporti sinergici finalizzati ad implementare le attività di prevenzione e contrasto dei crimini informatici, istituzionalmente demandati alla Polizia Postale e delle Comunicazioni.
La Polizia di Stato svolge già da tempo, in via esclusiva tramite il C.N.A.I.P.C., Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, una rilevante attività di prevenzione e repressione dei crimini informatici, di matrice comune, organizzata o terroristica, che hanno per obiettivo le infrastrutture informatizzate di natura critica o sensibile e di rilevanza Nazionale.
La collaborazione si concretizzerà nella condivisione ed analisi di informazioni idonee a prevenire attacchi o danneggiamenti che possano pregiudicare la sicurezza delle infrastrutture informatiche dell’Università degli Studi di Cagliari, fino ad arrivare alla segnalazione di emergenze relative a vulnerabilità, minacce ed incidenti in danno della regolarità dei servizi di comunicazione e all’identificazione dell’origine degli attacchi subiti dalle infrastrutture tecnologiche universitarie.
MA-EC presente al Wopart Fair con le opere di Hu Huiming e di Giorgio Piccaia
Anche quest’anno MA-EC gallery partecipa a Wopart, una delle manifestazioni più importanti, per numero di gallerie e Paesi di provenienza, dedicata ai Works on Paper e che rappresenta uno degli eventi fieristici più attesi per il collezionismo d’arte internazionale.
La Fiera si svolge al Centro Esposizioni di Lugano dal 18 al 22 settembre (18 e 19 Preview ad inviti).
MA-EC sarà presente allo STAND Padiglione 7 E 13 con le opere di Hu Huiming e di Giorgio Piccaia, che quest’anno sarà anche curatore della mostra collaterale All’origine della carta: cinque papiri del museo egizio di Firenze. L’esposizione, organizzata da Giorgio Piccaia e Maria Cristina Guidotti, Direttore del Museo Egizio di Firenze, con il supporto di Corrado Basile, Fondatore del Museo del Papiro di Siracusa, insieme alla Direzione Culturale di WopArt e con la collaborazione del Comune di Lugano – presenterà un allestimento rivolto non soltanto ad esperti ed appassionati che vogliano approfondire la conoscenza del mondo dell’arte su carta, ma anche a semplici curiosi e studenti.
A Wopart Hu Huiming espone il progetto 81, una serie di miniature ad olio su cartone. 81 non è un numero casuale. Il 9 in Cina rappresenta l’eternità, 9 moltiplicato per 9 da 81 e la somma di 8 più 1 diventa 9. Il mondo nella sua immensità è fatto di tanti piccoli frammenti che però spesso passano inosservati. Ma sono questi frammenti che includono la realtà e volgendo lo sguardo su di essi, l’artista vuole ridare loro importanza.
Giorgio Piccaia presenterà invece dei lavori inediti su papiro che sono un omaggio a Fibonacci, genio dei numeri che con la sua serie dà forma all’universo. Afferma Giorgio Piccaia: “La sua sequenza di cifre nascosta in molti fenomeni naturali mi affascina. Espongo a Wopart le mie riflessioni sul Liber abaciscritto da Leonardo Pisano, così si chiamava, nel 1202, dove comprese che le nove figure indiane e soprattutto lo zephirum (lo zero) potevano cambiare il mondo di allora. Nella mia opera su tela ripercorro in parte la sequenza con il cerchio (zero) in un mare di natura. Nelle 9 carte lo zephiro è riportato in crescendo e legato alla sequenza su ogni papiro”.
Alcune opere di Giorgio Piccaia saranno esposte anche in piazza Battaglini a Lugano, presso CONTAINER LAB ASSOCIATION.
Vi aspettiamo dal 20 al 22 settembre a Lugano, ore 11-19.
MA-EC Gallery
Stand Padiglione 7 STAND E 13
CENTRO ESPOSIZIONI LUGANO, 6900 Lugano
Per info su orari e biglietti: www.wopart.eu
Consiglio comunale, approvato un ordine del giorno sulle politiche di ospitalità
Nel corso della seduta del 16 settembre, il Consiglio comunale ha approvato con 20 voti favorevoli (Partito Democratico, Città comune, Movimento 5 Stelle, Insieme per Bologna, Coalizione civica, Gruppo misto), e 3 voti contrari (Lega nord) un ordine del giorno per invitare l’Amministrazione comunale ad incrementare le politiche di ospitalità e accoglienza presentato dalla consigliera Addolorata Palumbo (Gruppo misto) e firmato dai consiglieri Clancy e Martelloni (Coalizione civica).
Cheese 2019 – Evviva i Presìdi Slow Food! Ecco quelli al debutto a Bra dal 20 al 23 settembre
Cheese non sarebbe la manifestazione internazionale più importante dedicata ai formaggi a latte crudo – a Bra (Cn) dal 20 al 23 settembre – se non ci fossero i Presìdi Slow Food, il progetto con cui l’associazione tutela tecniche tradizionali, razze autoctone, prodotti artigianali e paesaggi rurali.
Su un centinaio di prodotti caseari in tutto il mondo, i Presìdi dei formaggi presenti a Cheese 2019 con un proprio stand sono 49 italiani e 10 stranieri e li trovate nella Via dei Presìdi, tra via Principi di Piemonte e via Marconi a Bra. I Presìdi di formaggi rispondono esattamente all’appello che caratterizza questa edizione, Naturale è possibile, in quanto sono tutti da sempre prodotti senza fermenti industriali, per salvaguardare davvero gusto e tradizioni.
Inoltre i Presìdi sono protagonisti di numerosi Laboratori del Gusto e di molti incontri in programma alla Casa della Biodiversità, nel Cortile delle Scuole Maschili. Scopriamo insieme i nuovi Presìdi che potete assaggiare a Cheese!
Campania, provincia di Salerno, Mozzarella nella mortella
La muzzarella co’ a mortedda o int’a’ murtedda è un formaggio tipico della zona centrale del Cilento, un territorio compreso nel Parco Nazionale del Cilento.
Si chiama mozzarella, ma in realtà è un caciocavallo freschissimo. La tecnica di lavorazione, infatti, è la stessa, con il latte vaccino crudo (di una o due mungiture) che si porta a 36-38°C e a cui poi si aggiunge il caglio. A filatura ultimata, si forma con le mani una piccola sfera, che poi si allunga e si assottiglia per ottenere la classica forma a lingua. Si mangia fresca, dopo un massimo di 5 giorni. Un tempo non esistevano frigoriferi e non si usavano incarti, ma in tutto il Cilento era molto diffusa la mortella (nome locale del mirto), perfetta per confezionare il formaggio fresco. La mortella funge egregiamente da copertura naturale e allo stesso tempo trasferisce alla pasta aromi e profumi molto particolari. Troppo aromatica e troppo preziosa non si presta a usi gastronomici della mozzarella ma è piuttosto un formaggio da tavola.
Il Presidio è nato per sostenere il lavoro dei pochi produttori artigianali che ancora trasformano il latte vaccino intero e crudo. Un disciplinare di produzione garantisce l’intera filiera produttiva, dall’allevamento alla lavorazione. In particolare, stabilisce un punto fermo decisivo per la qualità del formaggio: la permanenza al pascolo degli animali in collina e nella macchia mediterranea. Tra gli obiettivi a medio lungo termine del Presidio, c’è anche il tentativo di riportare in questo territorio la vacca Podolica, oggi sostituita da altre razze.
Il Presidio è sostenuto dal Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Lazio, provincia di Rieti, Giuncata dei Monti Reatini
La giuncata dei Monte Reatini è un formaggio freschissimo e delicato. Può essere di vacca, di pecora, di capra o, più spesso, a base di latti diversi. La lavorazione si basa su pochi gesti: si filtra il latte, si porta a 36-38 °C, si aggiunge il caglio (di vitello o di agnello) e, appena si forma la cagliata, si rompe in pezzi grossolani e si estrae delicatamente. Nient’altro. Non si aggiungono fermenti e non si sala. Tutto sta nella qualità del latte e dei pascoli, soprattutto quelli della tarda primavera, più ricchi di essenze e fiori. Sulle montagne del Lazio settentrionale, al confine con Umbria e Abruzzo la giuncata rappresentava la ricca colazione dei pastori dopo le numerose ore di digiuno successive alla cena leggera. Sui Monti Reatini, la giuncata è prodotta da piccole aziende che allevano pecore, capre, vacche e suini. Per la maggior parte dell’anno gli animali sono liberi sui pascoli, che raggiungono anche i 1.900 metri di altitudine. Il Presidio nasce per promuovere questo prodotto semplice e antico, ma soprattutto per sostenere la pastorizia in un’area segnata gravemente dal terremoto del 2016 e 2017.
Le aziende del Presidio hanno subito danni alle abitazioni, alle stalle, ai fienili, ai caseifici. Il terremoto ha portato via amici, parenti, abitazioni, e rischia di privare le comunità del loro futuro. Rimanere in questo luogo, continuare ad allevare gli animali al pascolo e produrre formaggi, rappresenta una grande sfida.
Il Presidio è sostenuto dal Consorzio del Parmigiano Reggiano.
Lombardia, provincia di Sondrio – Furmàcc del féen
Il Furmàcc del féen (formaggio del/dal fieno) testimonia il binomio indissolubile tra il buon latte (e di conseguenza i formaggi) e la qualità di fieni ed erbe che alimentano le mandrie. In tutta la Valtellina e nelle valli confluenti è tradizione distinguere la produzione dei formaggi estivi, ottenuti nei pascoli degli alpeggi, da quelli invernali, prodotti nel fondovalle. Nei primi si produce un formaggio ottenuto da latte intero, che assume svariate denominazioni locali, lo Storico Ribelle del Presidio su tutte. In fondovalle si lavora il latte scremato, per consentire la produzione del burro. È questo anche il caso del furmàcc del féen, che si distingue anche per la versatilità dell’impiego in cucina. Caratterizza gli sciatt (tipiche frittelline di grano saraceno), funziona a meraviglia nei taroz (purea di patate, fagioli e fagiolini condita con burro e formaggio), affianca o sostituisce degnamente i cugini più grassi d’alpeggio nel piatto simbolo di queste valli: i pizzoccheri. Il Presidio nasce per dare sostegno ai casari di montagna, in primis quelli dello Storico Ribelle, che hanno intrapreso una strada precisa, quella della coerenza: nella scelta di razze rustiche, come la bruno alpina originaria, nella gestione dell’alimentazione degli animali, sia in alpeggio quanto nelle stalle di fondovalle, attraverso l’uso di fieni ed erbe locali; con la valorizzazione della microflora locale in contrapposizione all’omologazione dei fermenti selezionati.
Lombardia, provincia di Brescia – Silter di pascolo
Il formaggio silter si produce tutto l’anno con latte crudo, munto per la maggior parte da vacche bruno alpine e da una piccola quota di pezzate rosse e grigio alpine. Le vacche sono alimentate al pascolo in alpeggio e con erbe e fieni, in grandissima percentuale locali, in inverno. La complessità aromatica del formaggio è il frutto della qualità e della ricchezza di questa alimentazione. Si ottiene con il latte di più mungiture, scremato per naturale affioramento della panna, destinata a diventare burro, un tempo fonte di reddito importante nell’economia dell’agricoltura montana. Il latte è quindi versato in vasche o semplici bacinelle e, dopo una sosta di almeno 8 ore, è riscaldato e addizionato di caglio di vitello e di latte-innesto o siero-innesto. La massa caseosa viene rotta in grani della dimensione di un chicco di riso, cotta e, dopo una fase di riposo sotto siero, collocata negli stampi. Salate a mano o in salamoia, le grandi forme di silter – tra 10 e 16 chili – stagionano su ripiani in legno: in alpeggio nelle grotte, in fondovalle in locali freschi. Dopo 100 giorni, durante i quali le forme sono regolarmente massaggiate con olio di lino, il silter è marchiato a fuoco. Formaggio di notevole carattere gustativo, è vocato a essere consumato tal quale, ma entra anche nella cucina locale come ripieno o condimento di tortelloni, risotti e gnocchi. Il Presidio nasce per dare una maggiore evidenza al tema del pascolo libero, della percentuale di erbe ed essenze floreali con cui sono alimentate le mandrie, della custodia della biodiversità dei pascoli montani e del benessere animale.
Il Presidio è sostenuto da GAL Sebino Valle Camonica Val di Scalve.
Piemonte, provincia di Cuneo – Toumin dal Mel
Il toumin dal Mel è il formaggio simbolo della Val Varaita, dove da sempre le famiglie allevavano qualche vacca per produrre burro e formaggi. Il toumin nasce nel 1895 quando due donne decidono di interrompere la produzione del burro per produrre tome a latte intero, scegliendo un formato più piccolo. Il toumin ha un successo immediato: dalla loro frazione si diffonde nei paesi vicini, diventando la principale fonte di reddito della valle per almeno 100 anni. Il mercato di Melle diventa il luogo più importante per acquistare i toumin e di qui il nome del formaggio: toumin dal Mel.
Il toumin ha forma cilindrica e pesa circa 200 grammi. La pasta è morbida, bianca, con occhiatura rada, quasi inesistente. La tecnica di lavorazione, per oltre un secolo, si è tramandata di madre in figlia. Si lavora il latte crudo vaccino appena munto e si aggiunge caglio di vitello liquido. Si rompe la cagliata in granuli non troppo piccoli e poi si mette in forma e si sala. Tradizionalmente i toumin maturano su ripiani in legno, sopra cannette di bambù ricoperte da teli e devono essere rivoltati spesso.
Sono pronti dopo 3 giorni ma esprimono il meglio dopo 5 o 6 giorni e, in alcuni casi, possono stagionare anche un mese. Dal sapore delicato, il toumin dal Mel è ottimo da solo ma può condire, insieme al burro fuso, i ravioles, tradizionali gnocchi della Val Varaita. Il Presidio nasce con l’obiettivo di lavorare con al Consorzio del toumin dal Mel per salvare la ricetta autentica (a latte crudo e senza l’aggiunta di fermenti selezionati), promuovere un allevamento sostenibile e di qualità (animali al pascolo in estate e alimentazione a base di fieno con integrazione di cereali d’inverno) e attento al benessere animale, sostenere il lavoro e l’impegno dei produttori disponibili a intraprendere questo percorso.
Il Presidio è sostenuto da Comune di Melle, Comune di Frassino, Comune di Busca.
e dall’estero?
Francia – Camembert fermier naturale
Cominciamo dai vicini d’oltralpe con un formaggio conosciuto in tutto il mondo: il Camembert. Sono passati più di due secoli da quando Marie Harel, secondo la leggenda, ospitò nella sua fattoria un prete ribelle in fuga dal terrore rivoluzionario, che le trasmise la ricetta di questo formaggio di latte vaccino a pasta molle e crosta fiorita, che in poco tempo si diffuse fino a raggiungere il mercato di Parigi. Nel 1880 il camembert fu anche il primo formaggio a essere commercializzato in una scatoletta: la celebre confezione tonda in legno. Purtroppo nel secondo dopoguerra la produzione viene industrializzata a scapito dei produttori fermier: basti pensare che la Normandia ne perde ben il 90%. Ecco perché Slow Food ha inserito il Camembert fermier naturale tra i nuovi Presìdi.
Slovacchia – Bryndza 1787
Arriva dalla Slovacchia il primo Presidio che celebra uno storico cacio. Il bryndza 1787 è un formaggio di latte ovino a pasta molle e piuttosto sapido, ottenuto sbriciolando formaggi di pecora freschi o stagionati. Il termine “bryndza” deriva dalla parola usata in romeno per dire formaggio. Furono i coloni di questa regione a introdurre la pratica della caseificazione con latte ovino intorno al 13° secolo. Fino a quel momento, le pecore erano allevate esclusivamente per la carne e gli unici animali da latte erano le vacche. Ma è stato il formaggio di latte ovino a conquistare il cuore e il palato delle persone del posto, diventando un pilastro della cucina nazionale. Il Presidio vuole tutelare un prodotto che è stato sottoposto a falsificazioni e spesso ciò che viene venduto come bryndza, in realtà bryndza non è.
FEM/L’arte dei muretti a secco, patrimonio Unesco: parte un progetto per il recupero
L’arte dei muri a secco, patrimonio immateriale dell’umanità, elemento fondamentale del paesaggio trentino, essenziale per la salvaguardia del territorio e della sua biodiversità, tradizione da conservare e tramandare alle nuove generazioni. E’ stata sottoscritta alla Fondazione Edmund Mach la convenzione che valorizza i muretti a secco presenti in Trentino, a cominciare da quelli della Fondazione Mach, promuovendone la manutenzione attraverso corsi di formazione.
A sottoscrivere il documento sono stati il presidente FEM, Andrea Segrè, il Presidente di Trentino School of Management – TSM, Sabina Zullo, il Presidente di Patrimonio del Trentino, Mario Agostini. Alla conferenza stampa sono intervenuti anche Iva Berasi, direttore della Accademia della Montagna, i docenti della Scuola della Pietra, Massimo Stoffella e Massimiliano Chemolli della Scuola.
I terreni della FEM diventeranno delle vere e proprie aule didattiche, con i suoi 143 ettari di coltivazioni in Trentino e tre chilometri di muretti a secco che necessitano di manutenzione. Ente formatore sarà la TSM, in particolare la Scuola trentina della Pietra a secco della Accademia della Montagna, comodataria la FEM che si impegnerà a svolgere i lavori di manutenzione sui terreni in gestione e comodante-proprietario Patrimonio del Trentino, proprietaria dei fondi che si accollerà i costi relativi alla manutenzione dei muri a secco.
La Fondazione, pur guardando avanti nella ricerca e nell’innovazione, – afferma il presidente FEM, Andrea Segrè – rimane attenta al governo del territorio e alle sue tradizioni. La convenzione firmata permetterà di consolidare la collaborazione tra FEM, Accademia della Montagna – TSM e Patrimonio del Trentino, per tutelare e tenere viva l’arte, ormai storica e patrimonio UNESCO, dei muretti a secco. È sempre importante ricordare che un territorio ha con sé storia e tradizioni che vanno confermate e tramandate. Il protocollo va in questa direzione, promuovendo al contempo l’educazione al paesaggio e la sua cura”.
Ruolo della scuola della Pietra – spiega la presidente di TSM, Sabina Zullo- è recuperare un’abilità dichiarata bene dell’Umanità dall’ UNESCO -l’Unesco ha iscritto “L’Arte dei muretti a secco” nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell’umanità in quanto rappresentano “una relazione armoniosa fra l’uomo e la natura”- ed un patrimonio diffuso in tutto il mondo, che in passato caratterizzava la nostra agricoltura e che ci ha lasciato splendidi paesaggi terrazzati che oggi distinguono destinazioni turistiche e danno qualità ai prodotti agricoli. I muri a secco aiutano nella salvaguardia dei nostri territori e perché svolgono un ruolo vitale nel combattere l’erosione e la desertificazione delle terre, ma anche perché migliorano la biodiversità e creano le migliori condizioni microclimatiche per l’agricoltura.
“L’utilizzo della pietra con tecniche di posa non rispettose dei precetti fondamentali del costruire, primo fra tutti la forza di gravità, ha portato negli ultimi anni– secondo il Presidente di Patrimonio del Trentino, Mario Agostini- alla realizzazione di muri che propongono forzature quali la proposizione in alzato la tessitura dei pavimenti ad opera incerta, di architravi fatti di sassi appesi, di paramenti di altezze non compatibili con un corretto utilizzo del materiale. Il consuntivo dell’utilizzo della pietra secondo tecniche di posa artificiose è quello di costi estremamente rilevante per risultati comunque incoerenti in termini di lessico costruttivo. Riteniamo pertanto che l’incentivo al recupero della tecnica del muro a secco costituisca un passaggio rilevante in termini paesaggistici ed un contributo alla diffusione di una cultura del costruire utilizzando i materiali in ragione della loro reale natura”.
“In Trentino – ha precisato Iva Berasi, direttore della Accademia della Montagna, intervenuta alla conferenza stampa- è nata la Scuola italiana della pietra a secco e abbiamo contribuito cinque anni dopo alla formazione del dossier per il riconoscimento UNESCO. La scuola è nata su un bisogno reale inerente “il patto destra Adige’ per il recupero di splendidi muretti a secco perimetrali. Avuto il finanziamento non è stato facile trovare le maestranze per la costruzione. Ecco allora che all’interno delle competenze di Accademia sulla valorizzazione delle professionalità della montagna ci si è dedicati al recupero di una abilità diffusa in passato nel mondo dell’agricoltura dove era normalità costruire e fare manutenzione ai muri a secco che in Trentino sono presenti con un patrimonio di circa tremila chilometri come attestato dall’osservatorio del paesaggio”. (sc)











