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Anicav/ entra nel vivo la campagna di trasformazione del pomodoro

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Entra nel vivo, anche se con qualche giorno di ritardo, la campagna di trasformazione del pomodoro, uno dei principali comparti dell’industria agroalimentare italiana, sia in termini di fatturato che di quantità prodotte, che riveste un importante ruolo strategico e di traino dell’economia nazionale.

Quest’anno in Italia sono stati messi a coltura 64.528 ettari di pomodoro – come rilevato dall’attività di monitoraggio svolta dall’ANICAV, l’Associazione Nazionale degli Industriali Conserve Alimentari Vegetali – con un incremento del 6,4% rispetto al 2018.

Le abbondanti piogge del mese di maggio hanno provocato forti ritardi nei trapianti causando uno spostamento in avanti dell’avvio della campagna di trasformazione. – dichiara Antonio Ferraioli Presidente di ANICAV – Se a questo aggiungiamo le condizioni climatiche non favorevoli delle ultime settimane, registratesi sia al Nord che al Centro Sud, si prospetta una campagna lunga e caratterizzata da una grande incognita sulle rese.”

Bonus rioccupazione per i titolari di CIGS: le istruzioni operative

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La legge di bilancio 2018, ha previsto la concessione di una serie di misure in favore dei lavoratori cassaintegrati che, durante la fruizione del servizio intensivo, accettino una nuova offerta di lavoro. In particolare, gli interessati possono beneficiare di un contributo mensile pari al 50% del trattamento straordinario di integrazione salariale che avrebbero ancora percepito, se non si fossero occupati.

Il cassintegrato titolare di assegno di ricollocazione che trova un nuovo lavoro ha diritto a un bonus, un contributo mensile che vale metà della cassa che gli sarebbe spettata, se non si fosse rioccupato e a uno sgravio fiscale.

Con la circolare INPS 26 luglio 2019, n. 109 l’Istituto fornisce le istruzioni operative per la gestione del contributo mensile, “bonus rioccupazione”, previsto in favore dei titolari di un trattamento straordinario di integrazione salariale che si rioccupano durante il periodo di erogazione dell’assegno di ricollocazione.

Perché il lavoratore possa averne diritto, deve essere assunto “da un datore di lavoro che non presenti assetti proprietari sostanzialmente coincidenti con quelli dell’impresa presso cui era precedentemente impiegato”. Il rapporto di lavoro “deve essere esclusivamente di tipo subordinato e può essere instaurato, anche in regime di part-time, sia con un contratto a tempo indeterminato che a termine”.

Per l’accesso all’incentivo non è necessario presentare alcuna specifica domanda. Al pagamento del bonus provvederà, infatti, direttamente l’Istituto sui conti correnti bancari o postali, libretti postali e carte prepagate i cui estremi sono comunicati dagli stessi lavoratori all’ANPA.

Al datore di lavoro che provvede ad effettuare l’assunzione è riconosciuto un esonero, nella misura del 50%, degli oneri contributivi complessivi a suo carico, esclusi i premi e i contributi dovuti all’INAIL, nel limite massimo di importo pari a 4.030 euro annui, rivalutabile sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati.

Ondata di calore in arrivo sulla Sardegna

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Il caldo intenso attanaglierà la Sardegna . L’Avviso di Condizioni meteorologiche avverse della Protezione Civile regionale, infatti indica che oggi 1 agosto 2019 le temperature massime localmente saranno molto elevate sul settore Occidentale dell’Isola. In particolare, sull’Oristanese dove si potranno raggiungere i 40° C.

Nella giornata di venerdì 2 agosto 2019, si assisterà invece a una diminuzione delle temperature sulla Sardegna Occidentale. Il caldo si farà sentire con punte sino a 40°C sul settore Orientale.

Riduzione liste d’attesa: inviato alla Stato-Regioni il decreto con i criteri di riparto dei fondi

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l Ministero della Salute ha inviato oggi alla Conferenza Stato-Regioni il decreto di riparto dei 400 milioni di euro, stanziati dalla legge di Bilancio 2019 (350 milioni) e dal Dl 119/2018 (50 milioni), finalizzati alla riduzione dei tempi di attesa per l’erogazione delle prestazioni sanitarie.

Le risorse per il potenziamento dell’infrastrutturazione tecnologica e digitale dei Cup (previste dall’articolo 1, commi 510 e 511 della legge del 30 dicembre 2018, n. 145, e dall’articolo 23-quater del decreto legge 119/2018, convertito con modificazioni dalla legge 136/2018) saranno ripartite per il triennio di riferimento (150 milioni per l’anno 2019, 150 milioni per l’anno 2020 e 100 milioni per l’anno 2021).

I criteri per assicurare a tutte le Regioni un’equa ripartizione delle risorse sono stati elaborati dal tavolo di lavoro composto da rappresentanti della Salute, del Ministero dell’Economia e delle Finanze e del Coordinamento tecnico della commissione salute delle Regioni e Province autonome. Accanto ai criteri di riparto, il tavolo ha elaborato anche indicatori e relative soglie al cui raggiungimento i fondi saranno effettivamente erogati.

La verifica della percentuale di realizzazione degli obiettivi di digitalizzazione dei sistemi regionali di prenotazione per l’accesso alle strutture sanitarie ai fini dell’erogazione delle risorse spetta all’istituendo Osservatorio nazionale sulle liste d’attesa, che opererà presso il Ministero della Salute.

Nel decreto si specifica, infine, che la mancata realizzazione degli obiettivi determina l’obbligo di restituzione dell’acconto allo Stato che può procedere al relativo recupero anche a carico delle somme a qualsiasi titolo spettanti negli esercizi successivi.

Disarticolata l’infrastruttura informatica della nota IPTV pirata”ZSAT”

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Al termine di un’articolata attività d’indagine, ad elevato contenuto tecnologico, la Polizia di Stato, sotto il coordinamento della Procura di Palermo, ha chiuso il cerchio attorno ai responsabili gestori della nota IPTV pirata “ZSAT”, disarticolando l’infrastruttura informatica che permetteva la riproduzione abusiva, attraverso internet, dell’intero palinsesto Sky. 
Gli uomini della Sezione financial cybercrime della Polizia Postale di Palermo hanno così segnato un punto importante nel contrasto ad un fenomeno, quello della messa in commercio e riproduzione illecita del segnale delle pay-tv attraverso il web, troppo spesso sottovalutato, ma che tuttavia è in grado di generare un giro elevatissimo di profitti illeciti, spesso appannaggio delle più importanti organizzazioni criminali del Paese. 
 Tecnicamente, le IPTV pirata rendono possibile la visione, attraverso internet, dei canali delle pay-tv normalmente trasmessi via satellite, attraverso la stipula di abbonamenti illeciti i quali, a fronte di costi irrisori per il cliente finale e dietro l’istallazione di un semplice dispositivo domestico (il c.d. “Pezzotto”), offrono la possibilità di accedere all’intero palinsesto, nazionale ed internazionale, delle più note emittenti satellitari a pagamento.
Per rendere possibile la trasmissione, organizzazioni criminali ben strutturate pongono in essere una complessa infrastruttura tecnologica, basata sull’acquisto di abbonamenti genuini (le c.d. “Sorgenti”), da cui, attraverso un intricato sistema di decoder/encoder, il segnale viene trasformato in segnale-dati, scambiabile via internet. A questo punto, attraverso il ricorso a servizi tecnologici disponibili in commercio sul web, il segnale informatico viene assemblato in pacchetti, ed offerto al pubblico attraverso un sistema di “rivenditori” che giunge fino al cliente finale.
Un fenomeno capace di generare un business milionario (si stima che fino allo scorso anno i profitti illeciti ammontassero ad oltre 700 milioni di euro all’anno), che da un lato si traduce in mancati incassi per gli operatori – la cui integrità aziendale viene messa in ginocchio anche a rischio di ridimensionamenti interni e licenziamenti di personale – e dall’altro costituisce una fonte di approvvigionamento per pericolosi settori criminali, che non infrequentemente risultano contigui con la criminalità organizzata, nostrana ed internazionale.  
Così, al termine delle articolate indagini poste in essere dalla Polizia Postale e delle comunicazioni di Palermo e dalla Procura del capoluogo siciliano, il cerchio si è stretto intorno ad un cittadino palermitano di 35 anni, la cui abitazione è stata individuata e sottoposta ad attenta perquisizione. 
Nella stanza da letto dell’indagato, è stata puntualmente rinvenuta la “Sorgente” dell’IPTV pirata ZSAT, composta da 57 decoder di Sky Italia, collegati ad apparati per la ritrasmissione sulla rete internet, per un giro di clienti finali stimato in circa 11.000 persone in tutta Italia. 
Proprio a riprova dell’entità del giro di affari illecito, presso la sola abitazione dell’indagato gli uomini della sezione financial cybercrime della polizia postale hanno rinvenuto e sequestrato, nascosti negli scarichi dei bagni e nella spazzatura, ben 186.900 euro in contanti ed una macchina professionale conta-banconote, lingotti d’oro, e due “wallet” hardware (portafogli virtuali) contenenti cryptomoneta in diverse valute, il cui valore complessivo, certamente elevato, verrà meglio stimato a seguito degli ulteriori accertamenti tecnici.
L’uomo è al momento indagato per il reato di cui all’art. 171-ter lett. e) della Legge sul diritto d’autore, in attesa che gli ulteriori approfondimenti investigativi svelino un quadro probatorio ancor più articolato.

Carabinieri NAS Catanzaro: sgominata associazione per delinquere – tre persone arrestate e dieci deferite in stato di libertà

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Nei giorni scorsi il NAS di Catanzaro, al termine di articolate indagini compiute per il tramite di intercettazioni telefoniche e ambientali e servizi di osservazione e pedinamento, ha eseguito un’ordinanza cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Lamezia Terme su richiesta di quella Procura della Repubblica, con cui è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari a tre persone, tutte originarie dell’area Lametina, indiziate di aver costituito e partecipato ad un’associazione per delinquere finalizzata prevalentemente al furto e alla ricettazione di specialità medicinali ad uso umano.
Nell’ambito della medesima operazione, denominata “Blu Express”, sono stati deferiti in stato di libertà ulteriori 10 soggetti ed eseguiti molteplici decreti di perquisizione tra le province di Catanzaro e Reggio Calabria, anche presso farmacie, depositi e palestre.
Le indagini hanno consentito di accertare che il sodalizio criminale, composto da corrieri di farmaci, magazzinieri di depositi farmaceutici e farmacisti, attraverso una collaudata organizzazione permeata da complicità e stretta collusione, trafugava medicinali (tra cui quelli per la cura della disfunzione erettile come il “Viagra”, nonché alcuni ad azione dopante illecitamente impiegati in ambito sportivo) che venivano successivamente rivenduti sul mercato clandestino.
I furti e le appropriazioni indebite avvenivano:

  • grazie alla complicità di taluni insospettabili magazzinieri che materialmente facevo sparire interi colli di medicine;
  • ad opera dei corrieri compiacenti i quali omettevano la consegna dei farmaci più appetibili presso le farmacie destinatarie e eseguivano ordini fittizi a nome dei farmacisti per poi appropriarsi dei medicinali.

Successivamente l’organizzazione, attraverso l’esistenza di una vera a propria rete di “spaccio” creata per accontentare l’elevata richiesta dei consumatori della zona, procedeva a vendere clandestinamente la refurtiva.
Nel corso dell’attività investigativa i Carabinieri hanno sequestrato oltre 10.000 confezioni di farmaci provento di furto e risultate custodite senza osservare alcuna precauzione (in locali non idonei e a temperatura non controllata) costituendo, pertanto, un potenziale pericolo per l’ignaro utilizzatore finale del prodotto.
Particolare di interesse quello relativo al capo dell’associazione, il quale, anche in concorso con altri, al fine di tenere salda la disponibilità ad acquistare i farmaci di origine delittuosa da uno dei farmacisti della sua rete, millantava la conoscenza di magistrati e di dirigenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale, assicurando la possibilità di intervenire sulle controversie amministrative, il cui esito affliggeva la farmacia in questione

Pozzuoli/ Minacciava di far saltare il palazzo con bombole di gas, fermato con un blitz dei Carabinieri

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Minacciava di farsi saltare in aria all’interno di un condominio, dopo essersi barricato in casa con delle bombole di gas; all’aba è scattato il blitz dei Carabinieri, che hanno bloccato il 25enne autore del minaccioso gesto in un quartiere popolare alla periferia di Pozzuoli. Con lui in casa c’era anche l’anziana madre.
L’intervento efficace e tempestivo delle forze speciali dei Carabinieri ha creato elementi di distrazione, con flash e botti ed ha permesso di bloccare il giovane; i militari si sono calati in casa dal quarto piano dello stabile.

L’uomo non ha opposto resistenza. La madre, stremata, è stata soccorsa dal 118.

Il giovane, con problemi psichici, è ora a disposizione dell’Autorità giudiziaria. ( FOTO DI REPERTORIO)

Campagna della Fai Cisl Nazionale “Porto Sicuro”

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Lo scorso 26 luglio è stata presentata a Roma la campagna della Fai Cisl Nazionale “Porto Sicuro” per presidiare, con recapiti permanenti, le principali marinerie italiane e fornire assistenza e formazione alle lavoratrici ed ai lavoratori della pesca. “Un progetto – hadetto il Segretario Generale Onofrio Rota – con cui facciamo in modo che il sindacato rappresenti un faro, un punto di riferimento per i pescatori, avviando un’azione di prossimità e di presidio del territorio che rafforza il contributo delle parti sociali a sostegno dei lavoratori e del settore”.~~Anche la Fai Cisl Abruzzo Molise sarà protagonista di questo progetto per molti aspetti innovativo ed impegnerà propri operatori nei porti più significativi delle due regioni per confrontarsi con i pescatori su tutele, norme, diritti, lavoro usurante, ammortizzatori sociali, applicazione del Testo Unico sulla sicurezza, fondi integrativi sanitari e per la pensione complementare, requisiti pensionistici, innovazione tecnologica, ricambio generazionale: questi gli aspetti principali che saranno affrontati. Proprio al ricambio generazionale sarà dedicata particolare attenzione. “Circa 6600 lavoratori su 25 mila hanno più di 56 anni – come dichiarato dal Segretario Nazionale Silvano Giangiacomi– e solo il 12% è sotto i 30 anni. Le giovani generazioni sono la metà di coloro che andranno in pensione nei prossimi anni, tra l’altro con pensioni non adeguate, che ad esempio per la piccola pesca si aggirano anche sulle 450 euro: con i giovani dobbiamo rivendicare un sistema migliore, e nel frattempo vanno implementati la bilateralità e i fondi integrativi sanitari, che garantiscono interventi sia per il pescatore che per il suo nucleo familiare”.“Gli addetti alla pesca sono da molti considerati lavoratori di serie B – afferma il Segretario Generale della Fai Cisl Abruzzo Molise, Franco Pescara –  invece hanno e devono avere pari dignità degli altri e la nostra iniziativa è volta proprio a garantire un’attenzione ancor più marcata da parte del sindacato nei confronti della categoria. Per questo motivo abbiamo accolto con entusiasmo la campagna “Porto Sicuro” attraverso la quale la nostra federazione potrà dar seguito ad un lavoro di rappresentanza e di tutela sindacale a favore dei lavoratori del settore pesca avviato con determinazione già da alcuni anni sia in Abruzzo, sia in Molise. Siamo infatti convinti che il progetto contribuirà a migliorare sensibilmente le condizioni di lavoro e di vita degli imbarcati presso le nostre marinerie offrendo loro un ventaglio di servizi ed assistenze finora a disposizione solo per categorie di lavoratori più fortunate.”

Grani antichi siciliani: su “Plants” il primo studio sulla diversità genetica di 30 “varietà storiche”

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E’ stato pubblicato sulla rivista “PLANTS” il primo studio sulla caratterizzazione genetica e morfo-qualitativa della collezione di germoplasma di “grani antichi” siciliani e comprendente 27 varietà di grano duro, 1 di frumento tenero e 2 varietà storiche di grano duro. Questa significativa raccolta è stata realizzata a partire dagli anni ’40 dai noti scienziati Ugo De Cillis e Nazzareno Strampelli (padri fondatori della ricerca agricola italiana) e, attualmente, è conservata presso la Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia di Caltagirone.

Allo studio hanno partecipato attivamente il CREA, con il suo Centro di Ricerca sulla Cerealicoltura e le Colture Industriali, l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del CNR di Palermo e la stessa Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura.

I ricercatori hanno utilizzato marcatori genetici (molecolari) a singolo nucleotide (Single Nucleotide Polymorphism – SNP), che hanno permesso di evidenziare la diversità genetica dei frumenti storici siciliani, mediante un’impronta genetica (fingerprinting) riproducibile per ciascuna varietà della collezione, utile per la tracciabilità dei prodotti della filiera del grano antico. Un risultato rilevante che tutela produttori e consumatori da possibili frodi commerciali, soprattutto in considerazione della crescente riscoperta dei cosiddetti “grani antichi” da parte dei consumatori e dell’interesse economico ad essa correlato. Senza trascurare, però, l’importanza di preservare questo patrimonio genetico anche per futuri programmi di miglioramento genetico per queste varietà di cereali, finalizzati soprattutto agli aspetti qualitativi, alla loro attitudine alla trasformazione e alla salvaguardia della biodiversità.

In Sicilia, una delle regioni storicamente più importanti per la produzione di grano duro, si assiste da alcuni anni all’incremento delle superfici coltivate con varietà storiche locali, per molti anni quasi dimenticate. Si è sviluppata così una piccola filiera dedicata, che ha portato all’iscrizione di 16 varietà di frumento siciliano locali in aggiunta alle tre già iscritte nel “Registro Nazionale delle varietà da conservazione delle specie agrarie e delle specie ortive”. La disponibilità di una “Banca del germoplasma” di frumenti storici siciliani, il cui obiettivo principale è quello di salvaguardare le risorse genetiche, è risultata fondamentale per lo studio della variabilità genetica della specie e per la messa a punto di strumenti tecnici avanzati per una certificazione di filiera.

Il lavoro è stato condotto all’interno del progetto “Sviluppo tecnologico e innovazione per la sostenibilità e competitività della cerealicoltura meridionale”, MIUR-UE (PON01_01145/1- ISCOCEM)” finanziato dal MIUR.

Sbarchi giù dell’81% anche grazie a droni anti-scafisti e navi per proteggere le acque nazionali

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Dai 18.000 sbarchi del 2018 ai 3.418 del 2019: sono l’81% in meno  gli arrivi via mare rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo grazie a una azione diversificata d’intervento. È quanto è emerso dalla riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto oggi al Viminale dal ministro dell’Interno Matteo Salvini.  Sei navi della Guardia di Finanza (4 a Lampedusa, 1 a Messina e 1 a Pozzallo) pronte ad intervenire per la difesa dei confini nazionali. Utilizzo dei droni messi a disposizione da Frontex per intercettare i barconi prima che raggiungano le acque internazionali. 

Intensificazione dell’attività di intelligence, vigilanza e ricognizione in Libia, anche verso il confine sud con il Niger. Poi le espulsioni, 3.588 dall’inizio dell’anno a fronte del drastico calo degli arrivi: esclusi i minori e i richiedenti asilo sono stati riportati nel paese di provenienza tutti coloro che sono arrivati dalle coste tunisine, oggi principale punto di partenza dei gommoni. 5.295 i respingimenti alla frontiera, a fronte dei 4.238 del 2018. Nel corso della riunione è stata sottolineata l’intensa collaborazione con la guardia costiera libica che nel 2019 ha prestato soccorso a ben 4.000 persone. 

E ancora attenzione agli arrivi via terra. Sulla rotta balcanica sta dando frutti l’attività delle pattuglie italo slovene e croato slovene.

Confermata l’attenzione alle modalità di finanziamento delle Ong che operano nel Mediterraneo centrale. Punto di situazione sulla nave battente bandiera norvegese, noleggiata da ONG francesi,  in rotta verso le acque antistanti la Libia. Il Viminale ha già contattato le autorità della Norvegia.