(Adnkronos) – "Oggi mi occupo molto frequentemente di casi di 40enni o ancora più giovani con vari tipi di tumori diversi. Tumori che non sono quelli tipici dei giovani". A spiegarlo all'Adnkronos Salute è Giampaolo Tortora, direttore del Comprehensive Cancer Center del Policlinico Gemelli di Roma. "Chi fa il clinico non vede i numeri, ma i pazienti che entrano in ambulatorio. Io faccio l'oncologo da quasi 35 anni e posso dire che 15-20 anni fa non ne vedevo di ragazzi di 27-28 anni con tumore del pancreas". Ad aumentare in questa fascia d'età, under 40, "sono neoplasie tipiche dell'adulto". "Noi oncologi li abbiamo davanti questi pazienti. Quanto incida esattamente il fenomeno in termini epidemiologici lo capiremo quando avremo numeri più grandi o un trend più ampio, ma lo specialista si deve preoccupare e deve approfondire ora perché sta succedendo ora". L'esperto parte dalla sua esperienza personale di medico, per lanciare un alert e approfondisce le ragioni per cui la struttura capitolina ha deciso di impegnarsi in un progetto battezzato 'G-Aya', dedicato proprio ai tumori degli adolescenti e dei giovani adulti, a pazienti con diagnosi di malattia oncologica nell'età compresa tra i 15 e i 39 anni. Una sorta di "maxi-contenitore dove confluiscono studi che esplorano più aspetti, dall'epidemiologico al sociale fino al genomico tecnologicamente avanzato, per dare vita a un grande osservatorio e database a 360 gradi sui tumori degli under 40", riassume l'esperto evidenziando l'urgenza di affrontare un lavoro del genere. Sempre più studi segnalano infatti un aumento delle diagnosi in questa fascia d'età, in particolare alcuni tipi di neoplasie che in genere insorgono in una fase più avanzata della vita. Qual è la portata reale? Sui dati epidemiologici si sta lavorando, puntualizza Tortora. "L'osservatorio epidemiologico italiano fa dei calcoli normalizzati per età, diagnosi precoci e così via, ed evidenzia che i trend non sembrano pericolosissimi. Ma in una recente analisi dell'università di Edimburgo e di un ateneo cinese i numeri risultavano tutt'altro che confortanti, rilevando un incremento di quasi l'80%" dei casi di tumore tra gli under 50 a livello globale nell'arco di una trentina di anni. "E siccome vediamo anche tumori per esempio legati all'apparato digerente, quindi un aumento di quelli del colon o del pancreas, anche l'alimentazione deve finire sotto esame. Oltre al fumo, all'alcol, all'aumento del sovrappeso e dell'obesità, ulteriori fattori predisponenti portandosi dietro a loro volta il diabete e alcune malattie metaboliche. Un recente lavoro segnala che c'è stato un invecchiamento cellulare della popolazione, un peggioramento dell'età biologica degli attuali 40-50enni, emerso da un confronto su 9 parametri tra i nati negli anni '50 e i nati negli anni successivi. L'invecchiamento cellulare classicamente predispone a un maggior numero di mutazioni e, quindi, aumenta la suscettibilità al cancro". Stanno insomma venendo fuori una serie di aspetti. "Dobbiamo provare ad unire i puntini". Ed è il motivo per cui Tortora ha lanciato anche "un appello" ai colleghi. "Se io sto vedendo in ambulatorio una fascia d'età che prima non avevo mai visto devo segnalarlo e pormi delle domande", ragiona. Il suo messaggio è: "Accendete i riflettori su questi casi, perché potremmo fare un database nazionale. Raccogliete dati per avere informazioni un po' più precise, e se c'è una profilazione, annotatela. Dobbiamo andare oltre l'osservazione sul singolo caso, altrimenti tutto il resto ci sfugge. E se chi lavora in istituzioni più piccole non lo può fare", non può affrontare una raccolta e analisi sistematica, "allora invii i dati a un centro di raccolta più grande". Serve uno sforzo comune, è l'invito. "Noi nella nostra realtà abbiamo cominciato a lavorare sul colon, sul pancreas – elenca – stiamo raccogliendo dati, ma con il progetto G-Aya puntiamo ad avere database sempre più preciso con numeri affidabili". Il capitolo Aya (Adolescents and Young Adults) "è già sviluppato dal National Cancer Institute statunitense, è diventata questa un'area sensibile un po' in tutti i centri oncologici del mondo, non solo perché c'è un trend di aumento di tumori nei giovani adulti, ma anche per la necessità di aumentare il livello di consapevolezza tra i giovani, al di là del fatto che possano entrare o meno negli screening oncologici", che magari partono da un'età più avanzata. Al Gemelli, nell'ambito del progetto che si sta sviluppando anche con giovani specialisti, come la ginecologa Inge Peters, si stanno seguendo più filoni. "Si cerca – spiega Tortora – di intercettare eventuali alterazioni genomiche che possono predisporre allo sviluppo di tumori". "Noi – prosegue – oggi sappiamo che in generale in meno del 10% dei casi si individua una responsabilità dell'eredo-familiarità. Il restante 90% sono alterazioni acquisite nel corso della vita. Con la profilazione genomica che si sta facendo possiamo scendere più in profondità, e identificare alterazioni che potrebbero avere un ruolo nella predisporre quei giovani allo sviluppo di tumori. Vogliamo studiare i geni con le tecnologie moderne che abbiamo ora, di Next Generation Sequencing (Ngs)". "Stiamo usando tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione – assicura Tortora – dalla mappatura della tipologia di tumori che vediamo all'identificazione di fattori che possono essere di ostacolo per chi il tumore lo ha avuto, quindi anche con uno sguardo sul sociale. Vogliamo studiare bene e seguire nel tempo chi ha già avuto una neoplasia, cosa che permetterebbe anche di intercettare prima eventuali secondi tumori. E capire anche cosa negli stili di vita può esporre i giovani a questo rischio oncologico. Insomma è in atto un grosso sforzo, che portiamo avanti con Giovanni Scambia, direttore scientifico dell'Irccs e i colleghi", e "ci sono mille risvolti". "C'è anche un progetto europeo, e noi ci agganciamo a questo progetto europeo sui tumori dei giovani adulti", spiega. Come funziona l'osservatorio in costruzione? I pazienti under 40 dell'istituto "automaticamente, per motivi anagrafici, entrano nei nostri database. Peraltro – ripercorre – stavamo già lavorando da due anni su quelli che chiamiamo 'Early Onset Cancer', cioè appunto quei tumori che insorgono precocemente e che abitualmente vedevamo più frequentemente nell'adulto. Li stavamo studiando con tecnologie anche molto avanzate di informatica, di machine learning, con tutto il gruppo di bioinformatici, per cercare di capire che ha di diverso un ragazzo di 25 anni che non ha familiarità, non ha una sindrome di Lynch o altri elementi chiaramente predisponenti, ma sviluppa un tumore del colon. Speriamo di avere al più presto risposte a domande come queste". Lo stile di vita conta, fin dalla tenera età e può tramutarsi in futuro – se si fanno scelte sbagliate – in uno scomodo fardello. Quanto e come incida questo aspetto sui casi di tumore in aumento fra gli under 40 si sta definendo sempre di più. Sedentarietà, aumento di obesità e sovrappeso, cattive abitudini che non risparmiano anche la tavola. "Noi abbiamo sentito l'esigenza in questo momento di fare un focus su questa popolazione, di avere un osservatorio rivolto anche agli aspetti sociali, quindi al futuro di questi pazienti, alla costruzione della loro carriera, alle difficoltà che incontrano". Ma si mettono sotto la lente anche gli stili di vita "rispetto al fenomeno che stiamo osservando". E su questo stiamo richiamando molto l'attenzione dei giovani che si ammalano presto e che non hanno dei geni di suscettibilità eredo-familiare. Loro in qualche modo devono averlo acquisito il carico mutazionale che ha portato al tumore". "E oltre alle esposizioni professionali", sul posto di lavoro, che in persone giovani non avranno un ruolo così preponderante, "ci deve essere qualche altra cosa – riflette l'esperto -. Noi pensiamo che gli stili di vita siano responsabili. Consideriamo che dagli anni '90 in poi c'è stata un'accelerazione sui cibi industriali processati, sull'uso di zuccheri, di bevande zuccherine, sul junk food. Si è osservata una riduzione di qualità" nell'alimentazione, "e alla fine tutto questo, unito ad altri elementi, deve avere un risvolto". E' un effetto che si vede a lunga distanza. Ecco perché, osserva Tortora, "bisogna andare già alle scuole elementari a parlare con gli studenti". "Ai ragazzi cosa direi? Lo sto facendo in varie circostanze, li invito a essere più esigenti anche con i genitori. Devono essere i ragazzi, i bambini, che tornano a casa a convincerli sull'importanza di scelte alimentari sane, per esempio". Educazione dal basso. E dai primi anni di vita. "In Inghilterra hanno lanciato questa campagna severissima sul divieto di fumo fino a 18 anni". C'è chi obietta che "il protezionismo può stimolare la violazione della legge. Ok, però intanto io come Stato lancio un messaggio". —[email protected] (Web Info)
Ucraina, la guerra elettronica della Russia disarma Kiev
(Adnkronos) – L'Ucraina non chiede solo più munizioni, ma anche munizioni in grado di resistere ai sistemi di disturbo elettronico della Russia che, spesso e in maniera crescente, riescono a neutralizzare munizioni, guidate da satellite fornite dagli Stati Uniti, tanto che le forze di Kiev hanno smesso di usare alcuni sistemi forniti dall'Occidente, come denunciano fonti ucraine citate dal Washington Post. Fra i sistemi annientati dal 'jamming' russo, che viene anche montato su droni, ci sono i proiettili di artiglieria Excalibur, guidati dai Gps – il cui tasso di successo è crollato nel giro di qualche mese a meno del dieci per cento degli obiettivi colpiti, rispetto al 50 per cento dell'inizio dello scorso anno, quindi abbandonati nei magazzini dallo scorso anno – e gli Himars (High Mobility Artillery Rocket System) che possono sparare razzi con una gittata fino a 80 chilometri. "La tecnologia Excalibur nelle diverse versioni esistenti ha perso il suo potenziale", si legge in una valutazione effettuata dal comando militare ucraino fra l'autunno del 2023 e l'aprile del 2024. Non è più un sistema 'one shot, one target', come lo si reclamizzava un tempo. Da sei mesi, gli Stati Uniti hanno smesso di inviare questi sistemi a Kiev. In altri casi, come le bombe sganciate da aereo Jdams, i produttori hanno messo una toppa al problema pochi mesi dopo la loro introduzione all'inizio dello scorso anno e l'Ucraina ha ripreso a usarle. Problemi simili si sono verificati con altri proiettili da 155mm, forniti da altri Paesi occidentali, anche se non usano tecnologia Gps. Stesso discorso per i lanciatori Himars. Dopo un anno dalla loro introduzione, il loro successo si è esaurito. "I russi hanno dispiegato sistemi elettronici che hanno disabilitato i segnali dei satelliti e gli Himars sono diventati completamente inefficaci, tanto che il sistema molto caro viene usato sempre di più per colpire obiettivi con bassa priorità". Possono mancare un obiettivo di 15 metri. "La Russia ha continuato a lavorare ed espandere il suo uso di sistemi elettronici in guerra e lo fa con una urgenza che non hanno i produttori occidentali. E continuiamo a evolvere e a fare in modo che l'Ucraina abbia le capacità di cui hanno bisogno per essere efficaci", ha ammesso una fonte militare americana, negando che aspetti burocratici abbiano rallentato il processo di adeguamento. "Non sto dicendo che nessuno se ne preoccupava prima, ma ora stanno iniziando a preoccuparsene", sottolinea un militare ucraino. Soprattutto perché quello che accade sul teatro ucraino, incluse le debolezze dei sistemi americani, arriva anche a Pechino. In alcuni casi, i produttori hanno fornito soluzioni nel giro di ore o giorni, ha aggiunto, senza però precisare altro. Fonti militari ucraine precisano che la difesa a Kiev lavora a stretto contatto con il Pentagono su questi temi. Il problema è acuito dal fatto che in questa guerra, gli ucraini non dispongono delle forze aeree avanzate, come gli F16, e di contromisure elettroniche robuste. Ma le capacità russe comunque rappresentano una fonte di pressione significativa sugli Stati Uniti e i loro alleati nella Nato, costringendoli a continuare a innovare. E una bomba di diametro ridotto, la Gbu-39, ha dimostrato di resistere al disturbo elettronico. Il 90 per cento degli ordigni sganciati raggiunge l'obiettivo. Proprio a causa delle dimensioni ridotte. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Omicidio Senago, domani un anno senza Giulia: in aula parla Impagnatiello
(Adnkronos) – Certe coincidenze sembrano mettercela tutta per far credere nel destino e così lunedì 27 maggio, a un anno esatto dalla morte di Giulia Tramontano, Alessandro Impagnatiello sarà in aula (nel processo senza telecamere), davanti alla corte d'assise di Milano, per raccontare come e perché ha ucciso la sua compagna incinta di loro figlio Thiago. Per la prima volta, dopo la confessione davanti agli inquirenti e le dichiarazioni spontanee nella prima udienza del processo, l'imputato risponderà alle domande della procuratrice aggiunta Letizia Mannella e del pm Alessia Menegazzo. Un appuntamento, non solo emotivamente impegnativo per l'ex barman e la famiglia della 29enne, ma che ha anche un peso processuale: può decidere di rintanarsi in bugie, 'non ricordo' o addirittura accuse, oppure può rendere una confessione piena, lucida, che farebbe allontanare l'ipotesi di una richiesta di perizia psichiatrica come linea difensiva. L'uomo che ha ucciso Giulia con 37 coltellate, il 30enne spavaldo che per mesi ha dato veleno per topi e ammoniaca alla donna che stava per renderlo padre, l'imputato che assiste a occhi bassi al processo, uscirà dalla gabbia per rispondere alle accuse di omicidio aggravato (dai futili motivi, dal vincolo della convivenza, dalla crudeltà e dalla premeditazione), occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza per cui rischia l'ergastolo. Lo scorso 18 gennaio la sua voce incerta si sentiva a stento nella grande aula al piano terra del Palazzo di giustizia. "Ci sono tante persone a cui devo delle scuse, ma vorrei rivolgermi a Giulia e alla famiglia. Non ci sono parole corrette da dire, affronto una cosa che rimarrà per sempre inspiegabile per la disumanità; un gesto che mi ha lasciato sconvolto e perso". In una pausa per prendere fiato, Franco e Chiara Tramontano, padre e sorella della vittima, imboccavano la porta d'uscita lasciando a mamma Loredana e a Mario (fratello di Giulia) il peso di nuove parole. "Quel giorno ho distrutto la vita di Giulia e di nostro figlio, quel giorno anch'io me ne sono andato perché se sono qui a parlare non vuol dire che sia vivo. Non vivo più. Non chiedo che queste scuse vengano accettate, perché sto sentendo ogni giorno cosa vuol dire perdere un figlio. Non posso chiedere perdono, chiedo solo che possano essere ascoltate queste scuse. E questa è l’occasione che ho per farlo. L'unica cosa che faccio la sera è sperare di non svegliarmi più al mattino. Finché sarò qui in eterno dovrò scuse a tutte queste persone". Ma le scuse di Alessandro Impagnatiello non fanno breccia in una famiglia che anche lunedì ricorderà Giulia Tramontano (in serata è prevista una cerimonia di commemorazione a Senago). Una famiglia che chiede l'ergastolo e la verità su quanto accaduto la sera del 27 maggio del 2023 nell'appartamento della coppia in via Novella quando Alessandro ha accoltellato Giulia, incinta al settimo mese, ben 37 volte, poi ha provato a bruciarla nella vasca da bagno. Ha spostato il corpo nel box, qui ha nuovamente tentato di darle fuoco con la benzina, quindi ha nascosto la vittima, avvolta in buste di plastica, in un anfratto dietro al box di viale Monterosa. Un delitto che ha cercato di nascondere mandando dei messaggi dal cellulare della compagna quando era già senza vita e che potrebbe aver premeditato da tempo: già a partire dal dicembre 2022 ha fatto ricerche via internet sugli effetti del veleno per topi, veleno fatto ingerire per mesi all'inconsapevole vittima e in tale quantità da raggiungere anche il feto. Sempre online ha provato a capire come sbarazzarsi del corpo e ripulire tutto senza lasciare traccia. In aula dovrà spiegare gli ultimi giorni di Giulia Tramontano, il tradimento, le bugie, la dinamica di un omicidio che ha confessato ma che non ha mai spiegato davvero. —[email protected] (Web Info)
Ultima di Pioli a San Siro, Milan-Salernitana 3-3
(Adnkronos) –
Finisce con un rocambolesco 3-3 il match tra Milan e Salernitana, per l'ultima giornata del Campionato di Serie A. I rossoneri, che a inizio gara hanno omaggiato Stefano Pioli, alla sua ultima panchina con il Diavolo, con un toccante saluto, sciupano nel finale e si fanno riprendere dalla retrocessa Salernitana allo scadere. Il Milan parte forte, andando in vantaggio al 22' con Leao e raddoppiando al 27' con Giroud. Si va al riposo sul 2-0, ma alla ripresa del gioco i granata si fanno sotto, accorciando le distanze al 64' con Simy. Il Milan torna in controllo al 77', con un gol di testa di Calabria, che porta il punteggio sul 3-1 per i padroni di casa. La Salernitana sfodera l'orgoglio nel finale e, prima di salutare la massima categoria, infila un micidiale uno-due: prima Junior Sambia all'87' riduce lo svantaggio, poi appena prima del 90' ancora Simy acciuffa il pareggio in extremis. I rossoneri chiudono il campionato al secondo posto. —[email protected] (Web Info)
Roma, investe il marito con l’auto: morto 73enne
(Adnkronos) – Un uomo di 73 anni è morto, dopo essere stato investito dall'auto, guidata dalla moglie all'interno del parcheggio del santuario della Madonna delle Tre Fontane a Roma. E' successo nel pomeriggio, intorno alle 16.30, quando la donna di 72 anni a bordo di una Fiat 600 ha investito il marito. Il personale medico intervenuto non ha potuto fare altro che constatare il decesso dell’uomo. Sul posto sono arrivati gli agenti del IX Gruppo Eur della Polizia Locale di Roma Capitale che hanno avviato le indagini per ricostruire l'esatta dinamica dell'accaduto. —[email protected] (Web Info)
Atletica, record italiano per Simonelli: 110 ostacoli in 13”21
(Adnkronos) – Record italiano nella gara di esordio stagionale all'aperto per Lorenzo Simonelli. L'azzurro vince sui 110 ostacoli a Nancy con 13.21, migliorando il primato di 13,27, stabilito quasi tre anni fa da Paolo Dal Molin. —[email protected] (Web Info)
Superenalotto, numeri combinazione vincente oggi 25 maggio
(Adnkronos) – Nessun '6' né '5+1' al concorso Superenalotto-Superstar numero 83 di oggi. Cinque punti '5' si sono aggiudicati una quota unitaria pari a 39.112,48 euro. Il jackpot stimato per il prossimo concorso a disposizione dei punti 6 è di 27.300.000 euro. Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima: – con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro; – con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro; – con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro; – con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro; – con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro. E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni. La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi. La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata. E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle estrazioni precedenti. La combinazione vincente è: 2, 10, 28, 37, 56, 75, Jolly 41 e Superstar 58. —[email protected] (Web Info)
Giro d’Italia, Pogacar e la borraccia al bambino – Video
(Adnkronos) – Tadej Pogacar campione totale. Il fuoriclasse sloveno della UAE domina il Giro d'Italia 2024 e si avvia a trionfare. La maglia rosa conquista la sesta vittoria aggiudicandosi anche la 20esima tappa, ultima frazione di montagna con traguardo a Bassano del Grappa. Mentre dà spettacolo sulla salita del Monte Grappa, Pogacar trova il modo per aggiungere un gesto speciale all'ennesima prestazione di applausi. Mentre la strada si arrampica, lo sloveno viene affiancato da un bambino che per alcune decine di metri scorta la bici della maglia rosa. Pogacar intanto si avvicina ad un uomo della UAE che gli passa una borraccia nella fase cruciale della tappa. Il fuoriclasse non ci pensa due volte: prende la borraccia e la consegna immediatamente al bambino, che si ferma dopo aver ricevuto il souvenir speciale dal migliore. —[email protected] (Web Info)
Hamas: “Ostaggi uccisi in raid Israele, ecco come torneranno”
(Adnkronos) – Hamas ha diffuso un nuovo video in cui si vedono i cadaveri di quelli che, riferiscono i miliziani, sono alcuni degli ostaggi che sarebbero stati uccisi nei raid condotti dalle forze israeliane sulla Striscia di Gaza. Lo riporta l'emittente al-Jazeera. ''Chiedete a Netanyahu e al suo governo quali sono le loro identità e i loro nomi'', si legge nel testo diffuso in arabo, ebraico e inglese. ''Possono dirvi tutto perché li conoscono bene'', prosegue il messaggio. ''Ecco come li riporteranno indietro'', aggiunge il video, mostrando una foto di famiglie israeliane che piangono su una bara. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Juve-Monza 2-0, gol di Chiesa e Alex Sandro
(Adnkronos) –
La Juventus chiude il campionato con una vittoria per 2-0 allo Stadium con il Monza. Grazie a questo successo, firmato dai gol di Chiesa e di Alex Sandro (alla sua ultima in bianconero), la squadra allenata da Montero si porta a 71 punti in terza posizione in Serie A, in attesa delle due partite che deve disputare l'Atalanta attualmente a -5 dai bianconeri. Il Monza di Palladino chiude l'anno in 12esima posizione con 45 punti. Il Monza parte bene e va ripetutamente vicino al vantaggio. Al 9' su calcio di punizione arriva la spizzata aerea di D'Ambrosio, respinta da Perin con il pallone che finisce nella zona prima di Izzo, poi di Mota e infine di Colpani, ma i tre tentativi vengono tutti murati dalla difesa bianconera. La Juve risponde al 17' con Iling-Junior che recupera un buon pallone e serve Fagioli che calcia a incrociare dal limite e colpisce la traversa. Al 25' ancora Juve pericolosa con Chiesa che entra in area e combina con Yildiz che, a tu per tu con Sorrentino, cerca Milik, anticipato dalla chiusura di Izzo. Ma ai bianconeri bastano due minuti per mettere in ghiaccio la partita: al 26' Chiesa riceve da Milik, salta D'Ambrosio vincendo un contrasto, entra in area, e calcia sul primo palo, battendo Sorrentino per l'1-0. Al 28' la Juve raddoppia con Alex Sandro, che anticipa Mota su corner di Fagioli e fa 2-0. Ad inizio ripresa il Monza cerca di riaprirla ma al 51' Pinsoglio, che ha sostituito Perin in porta, si oppone a Birindelli con un gran riflesso. La squadra di Montero reagisce e al 53' sfiora il tris: Yildiz va via sulla sinistra e appoggia ancora per Chiesa che colpisce il palo con un tiro a giro. Al 60' ancora Juve vicina al gol: Fagioli trova Chiesa, che viene fermato soltanto dall'ottima uscita bassa del portiere del Monza. Poi al 71' tocca ad Yildiz che in ripartenza arriva in area e calcia con il sinistro, trovando la risposta di Sorrentino. Al 74' finisce l'avventura in bianconero di Alex Sandro, con un lungo applauso dello Stadium, al suo posto inizia quella di Tiago Djaló. Al 75' ancora Pinsoglio protagonista che respinge d'istinto il colpo di testa a botta sicura di Djuric. Il Monza chiude al 90' in dieci uomini per l'espulsione per doppio giallo di Zerbin. In pieno recupero al 92' Miretti appena entrato pressa in area, recupera palla e conclude a giro colpendo ancora il palo, il terzo, ma l'arbitro Ferrieri Caputi ferma tutto per un fallo del centrocampista bianconero. Al 93' il Monza chiede un rigore per un fallo di Weah su Mota ma dopo un check del Var l'arbitro fischia punizione per la Juve per un precedente fallo di mano di Pessina. Non c'è più tempo, finisce così la stagione di Juve e Monza. —[email protected] (Web Info)


