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Anziana morta in casa nel foggiano, fermato uomo nudo e insanguinato

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(Adnkronos) – Una 80enne di San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, è stata trovata morta oggi nella sua abitazione. Il corpo della donna, vedova e con due figli, è stato ritrovato nel primo pomeriggio nel garage della sua abitazione al piano terra di via Sergente Antonio Padovano nelle vicinanze del centro storico della città garganica. Si indaga per omicidio. I carabinieri hanno fermato un uomo che, dalle prime informazioni girava per strada nudo, inveiva contro chiunque ed era sporco di sangue. Nonostante la sua opposizione, i carabinieri sono riusciti a bloccarlo e a condurlo in caserma. Sono in corso le indagini su questo fatto di sangue che sconvolge la cittadina garganica. ''Non è un bel giorno per la nostra comunità'', ha commentato con tristezza il sindaco Michele Crisetti.  A San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, prevalgono lo sgomento e il terrore per il pomeriggio tragico, proprio nel giorno di San Pio in cui si celebra il 137esimo anniversario della nascita di Padre Pio di Pietrelcina, al secolo Francesco Forgione. Secondo la prima ricostruzione, a dare l'allarme sono stati dei cittadini che hanno visto l'uomo circolare in quel modo e che stava seminando il panico. Ci sono residenti che hanno assistito ad alcune scene. Hanno raccontato che poco prima l'uomo ha tentato di entrare in un'altra casa ma è stato allontanato e ha aggredito un'altra signora anziana, colpendola al volto, tanto che la donna per accertamenti è stata accompagnata dai familiari al pronto soccorso. E' stata infranta, inoltre, una vetrata, probabilmente a pugni. I carabinieri hanno fermato il sospetto e poi, ricostruendo i suoi movimenti, sono arrivati a casa della vittima, un'ottantenne. Gli accertamenti tecnici e l'esame medico-legale stabiliranno le cause della morte violenta. —[email protected] (Web Info)

Superbonus, Giorgetti: “Ora si vergogna anche chi lo difendeva”

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(Adnkronos) – "Con l'ultimo decreto legge l'opera di disintossicazione dal Superbonus è terminata, siamo tornati sulla Terra dopo una gita su Marte". Così il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti al termine del G7 rispondendo ad una domanda della stampa sul Superbonus, sottolineando che "chi lo difendeva a spada tratta, ora un po' si vergogna".  In merito a una domanda sulle dichiarazioni sul del presidente di Confindustria Orsini, che ha chiesto un tavolo sui bonus edilizi, il ministro dell'Economia Giorgetti risponde: "Le detrazioni in materia di ristrutturazione edilizia in Italia sono ancora molto, molto, molto convenienti rispetto" a quanto avviene nei Paesi dei "colleghi con cui ho parlato".  —[email protected] (Web Info)

MotoGp Catalogna, Espargaro vince la Sprint. Bagnaia cade

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(Adnkronos) –
Aleix Espargaro si impone nella Sprint Race di Barcellona nel Gp della Catalunya di MotoGp davanti a Marc Marquez e Pedro Acosta. Quarto posto per Jorge Martin e quinto per Enea Bastianini. Gara costellata dalle cadute con la più incredibile per Pecco Bagnaia scivolato via alla curva 6 delll'ultimo giro mentre era in testa e lanciato verso la vittoria al Montmelò. Un vero peccato per Pecco Bagnaia con tre ritiri nelle ultime tre Sprint Race, che perde il secondo posto nella classifica del Mondiale. Prima di lui sono caduti mentre erano in testa alla Sprint prima lo spagnolo Raul Fernandez e poi il sudafricano Brad Binder. Ad approfittare delal situazione è stato Aleix Espargaro che si è imposto nella gara e il leader del Mondiale Jorge Martin che ha chiuso al quarto posto con la sua Ducati Pramac. A chiudere la top ten c'è il sesto posto di Fabio Di Giannantonio con la moto del Team VR46, seguito da Miller, Maverick Vinales, Marco Bezzecchi e Fabio Quartararo. Solo 11esimo Morbidelli. Nella classifica generale quindi Martin resta saldamente al comando con 135 punti inseguito da Marquez con 98 e Bastianini con 94, e da Bagnaia scivolato al quarto posto con 91 punti. Domani alle 15 è in programma la gara.  —[email protected] (Web Info)

Chico Forti, quando il fratello della vittima scrisse: “È innocente, chiedo il suo rilascio”

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(Adnkronos) – "Chico è innocente, chiedo il suo immediato rilascio". E' quanto scriveva, a suo tempo, Bradley Pike, fratello di Anthony Dale Pike, l'uomo che Chico Forti avrebbe ucciso a Miami nel 1998, al governatore della Florida. Una lettera che è stata letta durante l'ultima puntata di 'Quarto Grado', in onda ieri sera su Retequattro. Il fratello della vittima di recente ha scritto alla mamma di Chico Forti esprimendole la "felicità" per il fatto che lei abbia potuto rivedere il figlio dopo i 24 anni di detenzione in Usa. "Scrivo questa lettera a sostegno dell’immediato rilascio di Chico Forti, che è stato giudicato colpevole dell’omicidio di mio fratello Anthony e successivamente condannato all'ergastolo nel giugno del 2000. Credo fermamente che il signor Forti sia innocente rispetto al reato per il quale è stato ingiustamente detenuto per vent’anni. Considerata questa dura circostanza, sostengo pienamente la concessione della grazia al signor Forti il prima possibile", aveva sottolineato il fratello della vittima nella lettera al governatore della Florida. "L’omicidio di mio fratello – aveva aggiunto – è stata una tragedia che mi ha perseguitato negli ultimi vent’anni, ma aggiungerlo alla sofferenza di un uomo innocente è un peso troppo grande da sopportare per il resto dei miei giorni. Chiedo quindi, per favore, che il signor Forti venga rilasciato dal carcere per evitare ulteriori sofferenze inutili e ingiustificate". Lo zio di Chico Forti, Gianni, ospite di 'Quarto Grado', ha detto che per quanto ora "i prossimi passi li lasciamo agli avvocati, sarà la giustizia italiana a decidere il destino di Chico, noi abbiamo fatto il massimo sforzo per riportarlo in Italia, sono state 25 anni di battaglie…". —[email protected] (Web Info)

Meloni e l’ironia sul monopolio Rai: “L’unica Telemeloni che esiste è questa”

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(Adnkronos) – "L'unica Telemeloni che esiste è questa, il resto sono fake news di una sinistra che essendo abituata a occupare la televisione pensa che gli altri siano come lei, ma poiché noi siamo molto e orgogliosamente diversi dalla sinistra abbiamo già smontato questa bufala dati alla mano". La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sfodera l'ironia e sui social nel suo appuntamento fisso con gli 'Appunti di Giorgia' si presenta in mise da telegiornalista con tanto di scritta 'sovrimpressa' per replicare a chi la accusa di aver monopolizzato la Rai.  Poi sfida frontalmente la leader Pd Elly Schlein. "La segretaria Schlein ha detto di recente che, in questo anno e mezzo di governo, io starei cancellando la libertà delle persone, accusa singolare diciamo così, per chi ha votato i provvedimenti per chiudere dentro casa la gente durante la pandemia, provvedimenti sui quali invece noi votammo contro". "Voglio chiedere a Elly Schlein di dire, con chiarezza – incalza – quali siano le libertà che sarebbero state cancellate da questo governo e con quali provvedimenti sarebbero state cancellate. Perché quello che vedo io è che noi stiamo riformando il sistema per consentire alla gente per esempio di votare direttamente il capo del governo? Libertà di voto? La sinistra è contraria. Per aiutare le imprese italiane a essere competitive ad assumere libertà d'impresa? La sinistra è contraria, per aiutare le donne a non dover scegliere tra mettere al mondo un bambino e avere un posto di lavoro libertà di scelta e la sinistra non ci dà una mano…".  "Le nostre sono battaglie di libertà, quindi ci dica il Pd quali sono le libertà che avremo cancellato", aggiunge. "Se invece la segretaria del Pd parla di Sanità e allora mi corre l'obbligo di ricordarle che siamo il governo nella storia d'Italia che ha messo più soldi sul fondo sanitario. La libertà in Italia è sempre stata limitata solo dalla sinistra, il punto è che i cittadini lo hanno capito". La premier se la prende poi anche con Bruxelles definendo "folli" le motivazioni che hanno portato alla procedura di infrazione contro l'assegno unico. "L'assegno unico – rivendica Meloni – è uno strumento efficace, riguarda sei milioni di famiglie, ma la Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione con motivazioni che non esito a definire folli. Spero che la prossima commissione Ue abbia approccio diverso". "Buone nuove sul fronte dell'immigrazione illegale. Grazie al lavoro lungo e complesso che stiamo portando avanti, gli sbarchi in Italia continuano a diminuire. A oggi, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono diminuiti quasi del sessanta per cento. Chiaramente sono dati che devono migliorare. E che miglioreranno. Però, il risultato del nostro lavoro comincia a vedersi. La soddisfazione maggiore – scandisce la premier – mi arriva dall'accordo con l'Albania che voi sapete abbiamo fatto per gestire lì una parte dei migranti illegali che vorrebbero sbarcare in Italia". "Con buona pace della sinistra nostrana l'Italia sull'immigrazione sta facendo scuola", rivendica. ''Qualche giorno fa -ha ricordato la presidente del Consiglio- quindici paesi europei su ventisette, quindi, la maggioranza dei paesi europei ha firmato un appello alla Commissione europea sull'immigrazione nel quale tra le altre cose c'è scritto che l'Ue deve seguire il modello italiano dell'accordo con l'Albania. La lettera dice testualmente che bisogna costruire modelli come quelli del protocollo tra Italia e Albania. Insomma, con buona pace della sinistra nostrana e dei suoi tentativi di far fallire qualsiasi risposta sul fronte dell'immigrazione illegale, l'Italia sull'immigrazione sta facendo scuola". "In queste ultime ore si è parlato molto del cosiddetto redditometro. Si è detto che il governo aveva reintrodotto un meccanismo da Grande Fratello fiscale con l'emanazione di un decreto del ministero delle Economie e delle Finanze. Ovviamente non è così. Anche perché, come tutti sanno, noi siamo sempre stati e rimaniamo contrari al redditometro tanto caro invece alla sinistra", prosegue Meloni nel video.  "Nelle ultime ore – spiega – avevo incontrato il viceministro Leo" sul redditometro. "Ci siamo confrontati sui contenuti del decreto, che era stato predisposto dagli uffici del ministero dell'Economia e siamo giunti alla conclusione che il decreto vada sospeso e serva una ulteriore riflessione per assicurare maggiori garanzie ai contribuenti. E per questo ci siamo presi del tempo per lavorare con più calma a una norma diversa sulla quale ci sono due ipotesi sostanzialmente. Superare in toto il principio dell'accertamento sintetico. Oppure, lavorare a una norma che circoscriva questo strumento ai fenomeni oggettivamente inaccettabili".  La premier torna poi ancora acne sul superbonus definito un "fardello da inizio legislatura, un costo altissimo" per "un provvedimento che ha favorito chi di case ne aveva molte". "Siamo dovuti tornare in uno degli ultimi consigli dei ministri su questo macigno, nel tentativo di frenare questa slavina, abbiamo varato nel tempo una serie di provvedimenti abolendo la follia del credito, diminuendo la percentuale dello sconto fiscale e via via tutte le altre misure, per cercare di uscire da quest'incubo e nonostante i padri di questa misura ancora cerchino di convincerci che quasi quasi è una misura che ci è convenuta, arrivano implacabili i report di Istat, Banca d'Italia, ufficio parlamentare di bilancio, Fondo Monetario Internazionale che confermano come la misura abbia avuto un costo altissimo e un beneficio minimo". Così Giorgia Meloni, parlando negli 'appunti di Giorgia'. "Il costo complessivamente di tutti i bonus edilizi è oggi superiore duecento miliardi di euro pari a circa duecentoventi miliardi di euro -ricorda il premier- . Per darvi un parametro è più dell'importo dell'intero piano nazionale di ripresa e resilienza, il Pnrr. E sono soldi quelli dei bonus che sono serviti a ristrutturare poche case perlopiù per chi stava meglio e che sono stati tolti a lavoratori, famiglie, scuole e sanità".  Oltretutto queste misure queste misure acuito le disuguaglianze sociali come è stato sottolineato anche dal procuratore nazionale antimafia e anti terrorismo, per non parlare delle truffe alle quali queste misure si sono prestate, a oggi le irregolarità certificate sono pari a 17 miliardi di euro, per capirci l'equivalente di tutta la ricchezza prodotta in Italia in un anno dal nostro comparto del vino. È per questo che noi sul superbonus dobbiamo essere fermi" per questo "l'ultimo intervento per limitare questi effetti deleteri prevede una allungamento del periodo di detrazione dei crediti del superbonus che arriva ora fino a dieci anni per gli interventi sostenuti nel 2024" perché "questo ci consente di diluire la spesa dello Stato in più anni". "Un'altra misura riguarda le banche e le società finanziarie che hanno acquistato questi crediti e in particolare quelle che hanno acquistato questi crediti a meno del 75% del loro valore", spiega Meloni. Il decreto casa "è un provvedimento che io considero di assoluto buonsenso, che permetterà di dare risposta a una serie di esigenze abitative e anche di dare un po' di respiro al mercato immobiliare che oggi è un mercato in sofferenza e che noi vogliamo rilanciare". Così Giorgia Meloni, parlando negli 'appunti di Giorgia'. "La norma consente, sostanzialmente, di porre rimedio alle piccole e lievi difformità che oggi si trovano nelle case di tantissimi italiani -assicura la premier-. E che impedì di acquistare o di vendere quegli immobili perché sono formalmente considerati irregolari".  "Non parliamo ovviamente di abusi edilizi che nessuno di noi intende sanare, a scanso di equivoci e contrariamente a quello che dice l'opposizione, ma parliamo di quelle piccole irregolarità per lo più formali e burocratiche che oggi non ti consentono se vuoi di vendere la tua casa o anche solo di ristrutturarla e non ti consentono a volte di di acquistarne una".  Per il Sud "abbiamo liberato complessivamente oltre 2,8 miliardi di euro per creare nuova occupazione. La principale delle misure previste è l'esonero dal pagamento del 100% dei contributi previdenziali per due anni" cioè "se si assumono giovani sotto i trentacinque anni che non hanno mai avuto contratti a tempo indeterminato a patto che quei giovani vengano assunti con un contratto stabile". Lo dice Giorgia Meloni, parlando in una diretta web, tornando con 'gli appunti di Giorgia'. "Nelle regioni del mezzogiorno il provvedimento vale però anche per gli over trentacinque che sono disoccupati da almeno due anni -sottolinea- . La decontribuzione vale per le donne a prescindere dall'età su tutto il territorio nazionale con maggiore accessibilità al beneficio per le donne che vivono nel Mezzogiorno".  —[email protected] (Web Info)

Caso Yara, procura chiede archiviazione pm. Bossetti si oppone: “Lei ha mentito”

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(Adnkronos) – "Abbiamo chiesto che non gli sia consentito di accedere a questi reperti, né ora né mai, né per la revisione né per niente altro". La dichiarazione del pm di Bergamo Letizia Ruggeri resa alla procura di Venezia e contenuta nell'ultimo atto della difesa di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all’ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio, sarà presto valutata dal gip Alberto Scaramuzza – lo stesso che aveva sollecitato approfondimenti sulla magistrata indagata per frode in processo e depistaggio – ma mediaticamente riaccende fin da ora l'attenzione sui campioni di Dna che la difesa ha potuto visionare solo lo scorso 13 maggio, a ormai dieci anni dal match genetico con Ignoto 1.  Il 17 luglio prossimo il gip Scaramuzza dovrà pronunciarsi sulla richiesta della procura di Venezia di archiviare l'indagine sul pm Ruggeri e sull'opposizione presentata dall'avvocato Claudio Salvagni, istanza che ha già superato il vaglio di ammissibilità. I due provvedimenti – visionati dall'Adnkronos – svelano dettagli nuovi su quella che è la prova regina contro Bossetti, ma gettano anche ombre su presunte ipotesi di dirottare il processo.  
Al centro della disputa c'è la conservazione dei 54 campioni di Dna – estratti dagli abiti di Yara e contenenti la traccia mista di vittima e carnefice – spostati dal frigo dell'ospedale San Raffaele all'ufficio Corpi di reato del tribunale di Bergamo. Un cambio di destinazione che interrompendo la catena del freddo (i reperti erano conservati a 80 gradi sotto zero) potrebbe aver compromesso il materiale biologico e la possibilità di nuove analisi. Un trasferimento che sarebbe stato deciso dal pm Letizia Ruggeri senza attendere il provvedimento della corte d'Appello di Bergamo, giudice dell'esecuzione, ignorando l'allarme dei carabinieri sul rischio di deterioramento dei campioni di Dna e pregiudicando così la possibilità di un giudizio di revisione che la difesa da tempo persegue.  
Cosa succede adesso – Sono due le questioni su cui il gip di Venezia dovrà fare chiarezza: se il pubblico ministero di Bergamo era consapevole che spostando i campioni di Dna avrebbe potuto comprometterne l'integrità e se questa scelta abbia avuto come fine quello di depistare le indagini.  
La tesi della procura – La procuratrice aggiunta di Venezia Paola Mossa non ha dubbi: Letizia Ruggeri ha agito con "correttezza". Nelle richiesta di archiviazione di cinque pagine si ricorda che nel novembre del 2018 – poco dopo la sentenza della Cassazione su Bossetti – i carabinieri del Reparto operativo di Bergamo chiedono di indicare la destinazione dei reperti che verranno spostati in tribunale solo il 2 dicembre dell'anno successivo, a testimoniare "nessuna 'ansia di distruzione'" da parte del pubblico ministero "ma solo richieste e provvedimenti conformi al dettato normativo e alle autorizzazioni ricevute".  "E' vero che nel provvedimento di confisca la corte d'Assise fa riferimento alla non opportunità di provvedere, allo stato, alla distruzione dei reperti, e che il deposito degli stessi in luogo non dotato di congelatori ne avrebbe probabilmente alterato l'integrità; ma è altrettanto vero che quel provvedimento interviene solo il 15 febbraio 2020" quando le provette sono già da due mesi e mezzo all'ufficio Corpi di reato. Una "soluzione di prudenza da parte del giudice" i cui costi economici avrebbe dovuto comportare "l'ipotesi di una responsabilità sotto il profilo contabile per il pubblico ministero" scrive la procura. Soprattutto "non vi era poi alcuna ragione perché la Ruggeri dovesse 'temere', così da volerlo impedire, il giudizio di revisione e con esso la possibilità di pervenire a un risultato diverso. La prova scientifica su cui si fonda il giudizio di responsabilità a carico del Bossetti è risultata assolutamente solida e non vi sono elementi per ritenere che accertamenti successivi e ulteriori possano inficiarla". Per la procuratrice aggiunta di Venezia, "i dati acquisiti durante le indagini e valorizzati in sede dibattimentale consentono di affermare la perfetta corrispondenza" tra Ignoto 1 e Bossetti, conformità che "non è stata mai posta in dubbio neanche dalla difesa" ed "è dato non superabile". Dunque "deve ritenersi privo di qualunque fondamento un interesse del pubblico ministero – la bontà del cui operato è attestata anche dalla Corte di Cassazione che riconosce a coloro che si erano occupati delle indagini ‘caparbietà e competenza’ – a sottrarre quei reperti ad accertamenti ulteriori che mai potrebbero mettere in discussione quel risultato". 
Bossetti non ci sta – Di tutt'altro tono l'opposizione della difesa di Bossetti che chiede il rinvio a giudizio della pm Letizia Ruggeri, la quale "nessun diritto aveva a distruggere i campioni, provvedimento riservato esclusivamente al giudice", ordinando il 2 dicembre del 2019 il trasferimento delle 54 provette in tribunale "quando già aveva avuto conoscenza dell’autorizzazione del giudice dell'esecuzione alla difesa di esaminare i campioni", ok arrivato tre giorni prima. "Ha agito in modo consapevole (conoscendo le norme e ignorando anche l’allarme prospettatole dai carabinieri), in modo tale da rendere i reperti biologici inservibili per nuove indagini" si legge nell'istanza di 43 pagine.  Avrebbe così messo in atto "una attività criminale, un abuso inaccettabile, una violenza gratuita" distruggendo i campioni di Dna che hanno portato alla condanna di Massimo Bossetti e che, "se sottoposti a nuovo esame (ancora possibile in stato di corretta conservazione come affermato dai consulenti tecnici Lago e Casari al pm di Venezia), avrebbero potuto scagionarlo". Questi reperti "sono stati distrutti non per caso fortuito o forza maggiore, non è stata una casuale interruzione di energia elettrica a bloccare i frigoriferi in laboratorio, a provocare lo scongelamento delle provette, ma una attività ordinata da chi quei reperti li doveva, per legge, custodire. Ora, ed è confessorio, si è avuta la conferma del perché di tale volontaria e scientifica distruzione: 'abbiamo chiesto che non gli sia consentito di accedere a questi reperti, né ora né mai, né per la revisione né per niente altro'" si legge nell'istanza della difesa che riporta una frase delle dichiarazioni spontanee del 13 febbraio del 2023 del pm Letizia Ruggeri.  
Le rivelazioni nei verbali – Affermazione che se legata a quella del professor Giorgio Casari davanti all'allora procuratore vicario di Venezia Adelchi D'Ippolito – "mi venne quasi spontaneo chiedere come mai allora non si accolse quella insistente richiesta della difesa del Bossetti di procedere in contraddittorio ad una nuova comparazione del Dna con il materiale (i 54 campioni, ndr) …anche perché e voglio ribadirlo anche in questa sede tale comparazione era a mio giudizio assolutamente possibile. Il professor Previderé mi ha risposto dicendomi che, in una situazione del genere, appariva più opportuno non ripetere un esame che, a fronte della scarsità del materiale genetico e di possibili contaminazioni, avrebbe potuto dare risposte ambigue e di fatto non significative vale a dire un non risultato" – rappresenta per la difesa Bossetti un'"inquietante presa di coscienza: quell'esame, se ripetuto, "non avrebbe restituito il medesimo risultato, 'smontando' così, una inchiesta dai costi esorbitanti. Ed è per questo che, a fronte di una autorizzazione 'imprevista', andavano distrutti".  
Le contraddizioni a verbale – Su quelle provette chi conosce il caso non dimentica le domande fatte sempre dal procuratore D'Ippolito alla Ruggeri (riportate nella prima opposizione della difesa): "Le contesto e la porto a conoscenza del fatto che il professor Casari e il colonnello Lago (Ris di Parma, ndr) hanno qui detto, da me interrogati, che l’esame era assolutamente ripetibile e che c’era del Dna sufficiente per poter effettuare una nuova comparazione e vedere se quel Dna era effettivamente oppure no il Dna di Bossetti, che si poteva fare…".  
Le risposte di Letizia Ruggeri – che spiazzano. "Ma assolutamente no, ma abbiamo tutto un processo in cui – mette a verbale la pm -…ho tutti i verbali del processo in cui è emersa una cosa completamente diversa. Ma…cioè sono anche abbastanza meravigliata". E aggiunge: "Si, certo, qualcosa magari si tira fuori, ma.. ma non.. ma non con questa certezza in questi termini con cui mi viene prospettato adesso, nel modo più assoluto. Io so che era un materiale assolutamente…cioè i rimasugli assolutamente scadente, inidoneo per qualsiasi altra comparazione e ripetizione di esame. Cioè il Dna di Bossetti, così bello, così limpido, di cui abbiamo parlato per tutte queste udienze, così inequivocabile, da quei reperti non verrà mai più fuori. Questo è quello che loro hanno detto a me. Per cui rimango veramente sorpresa".  
Le provette nascoste per falsare i processi? – Per Bossetti c'è anche un'altra precedente 'colpa' della magistrata che è il volto dell'inchiesta sull'omicidio di Yara. "Non ha mai dichiarato in alcun modo, l'esistenza dei 54 reperti biologici, non l'ha fatto all'udienza preliminare, quando la difesa insisteva per giungere a un incidente probatorio, non l'ha fatto quando ha domandato di acquisire la consulenza genetica al fascicolo del dibattimento come accertamenti irripetibili, non l'ha fatto quando ha conosciuto la sentenza di secondo e terzo grado", ma "è rimasta in silenzio, in assoluto silenzio, un assordante e clamoroso silenzio" si legge nell’opposizione alla richiesta di archiviazione.  "Sono proprio quei reperti, tenuti opportunamente nascosti, per evitare la formazione della prova in dibattimento, che dovevano essere assolutamente distrutti per evitare che venisse, anche nella fase esecutiva, in superficie la verità, ovverosia che tre gradi di giudizio sono stati completamente falsati, proprio per effetto di quel 'nascondimento'". I campioni di Dna "non solo non erano esauriti, ma erano idonei per nuove analisi, come affermato dai testimoni qualificati". Un silenzio che per la difesa, che con 'sorda ostinazione' prova a riaprire il processo, ha impedito di dimostrare, e oggi rende ancora più complicato farlo, che il match tra Ignoto 1 e Massimo Bossetti è un "clamoroso errore". —[email protected] (Web Info)

“Italia vieti sculacciate ai bambini”, l’appello del pediatra

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(Adnkronos) – La sculacciata quando il bambino esagera con capricci estremi e comportamenti tanto sbagliati? "Mai. Anche in Italia andrebbero vietate espressamente". E' l'appello lanciato dal pediatra Italo Farnetani. Il tema delle punizioni fisiche è tornato nuovamente sotto i riflettori nei giorni scorsi in Uk, sulla scia della presa di posizione dei pediatri del Royal College of Pediatrics and Child Health (Rcpch), in un report che espone tutte le "ragioni sanitarie, educative e legali" a supporto di una modifica legislativa finalizzata a rimuovere il concetto di 'punizione ragionevole' e a "proibire ogni punizione fisica verso i bambini in Inghilterra e Irlanda del Nord". E infatti, hanno osservato i camici bianchi britannici, se la Scozia e il Galles sono nel gruppo degli "oltre 60 Paesi del mondo che hanno adottato misure per garantire ai bambini la stessa protezione dalle aggressioni che hanno gli adulti", in Inghilterra e Irlanda del Nord ancora "un genitore può avvalersi della difesa della 'punizione ragionevole' per giustificare la punizione fisica di un bambino in certe circostanze", ad esempio nel caso di uno schiaffo o uno scapaccione.  Il problema sollevato oltremanica, come spiegato dall'esperto del Rcpch Andrew Rowland, riguarda la "natura vaga delle leggi" in questione ed evidenzia che "non devono esserci zone grigie quando si tratta di tutelare i bambini", esortando a cambiare le normative in Inghilterra e Irlanda del Nord per garantire "assoluta chiarezza" sul fatto che "non ci sono casi in cui è accettabile o legale schiaffeggiare un bambino". Sul fronte italiano, Farnetani si dice "perfettamente d'accordo con i colleghi inglesi", spiega all'Adnkronos Salute. Le sculacciate andrebbero vietate "non solo per un motivo di scelta pedagogica, ma ancora prima per evitare proprio una violenza nei confronti dei bambini, per evitare l'autoritarismo da parte degli adulti di riferimento (genitori, insegnanti)". In altre parole, "qualunque tipo di punizione corporale nei confronti di un bambino o di un adolescente è una forma di violenza, di sopraffazione e di autoritarismo e non ha nessuna giustificazione dal punto di vista psicopedagogico", evidenzia il professore ordinario di pediatria dell'Università Ludes-United Campus of Malta. "Fa solo cadere l'autostima del bambino e sicuramente non ottiene effetti educativi. Non li deve adottare nessuno, tantomeno i genitori. Perché se lo fanno sono genitori violenti, non autorevoli. I genitori autorevoli mettono i limiti ai figli: sono i famosi 'no che aiutano a crescere'".  "I limiti sono fondamentali per l'educazione del bambino e i genitori li devono mettere e li devono far rispettare dai figli, ma devono farlo spiegando loro le motivazioni, attuare un dialogo e convincerli delle ragioni per cui hanno imposto delle regole. Il genitore autorevole non ha bisogno della violenza delle percosse per educare il figlio, dunque, ma del dialogo continuo con loro", continua Farnetani. Nel rapporto dei pediatri britannici, si entra nel merito degli impatti negativi sulla salute delle punizioni fisiche durante l'infanzia, spiegando che questi effetti sono "ben documentati". I bambini che subiscono punizioni fisiche hanno "quasi tre volte (2,6 volte) più probabilità di sviluppare una salute mentale peggiore e hanno più del doppio (2,3 volte) delle probabilità di sperimentare gravi aggressioni fisiche e abusi. La punizione fisica aumenta anche la probabilità di problemi comportamentali durante l’infanzia, rapporti più scadenti con i genitori e la famiglia e casi di aggressività più avanti nella vita". "I genitori devono spiegare i limiti imposti e farli rispettare in modo preciso senza ricorrere ad altro che a parole ferme e autorevoli. Perché non va dimenticato che da violenza nasce violenza. E anche una sculacciata lancia un messaggio in questo senso". In pratica comunica ai bambini che per ottenere il rispetto delle regole si può usare la forza. E, conclude Farnetani, "anziché ottenere risultati, questi genitori avranno l'effetto opposto di allevare figli violenti".  —[email protected] (Web Info)

Guido Crosetto dimesso dall’ospedale

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(Adnkronos) – Il ministro della Difesa Guido Crosetto è stato dimesso dall'ospedale San Carlo di Nancy, dove era ricoverato da martedì scorso. Crosetto ha lasciato ieri la struttura sanitaria.  "Gli accertamenti clinici hanno confermato che si è trattato di un nuovo episodio di pericardite presentatosi in forma molto più dolorosa rispetto all’episodio precedente e, come allora, senza implicazioni cardiache. Passata la fase acuta di dolore, la pericardite viene trattata come una normale infezione, con terapia anti infiammatoria" ha dichiarato il primario di cardiochirurgia del San Carlo di Nancy, prof. Giuseppe Speziale, all'indomani del ricovero.   —[email protected] (Web Info)

Incentivi auto 2024, pubblicato il decreto: il nuovo piano

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(Adnkronos) –
Via agli incentivi auto 2024. È stato pubblicato in data odierna in Gazzetta Ufficiale il DPCM riguardante la rimodulazione degli incentivi per l’acquisto di veicoli a basse emissioni inquinanti. La nuova piattaforma Ecobonus per il servizio di prenotazione per l’acquisto di veicoli a basse emissioni inquinanti, sarà attiva dal 3 giugno 2024 dalle 10 (https://ecobonus.mise.gov.it/). Sul sito, gestito da Invitalia per conto del Mimit, saranno resi disponibili i moduli per chiedere il bonus e le tabelle che, distinte per categorie di veicoli, riportano i criteri di attribuzione dei contributi. Per Ecobonus 2024, misura promossa dal ministero delle Imprese e del Made in Italy guidato dal ministro Adolfo Urso, sono disponibili risorse pari a 950 milioni di euro a cui si aggiungono 50 milioni per i veicoli per l’anno in corso stanziati dalla legge 30 dicembre 2020, n. 178, per un totale di un miliardo di euro. Tra le novità, previsti contributi proporzionali alla classe ambientale di appartenenza del veicolo da rottamare, incluse le vetture di classe Euro 5. È agevolato l'acquisto di auto elettriche, ibride plug-in e a motore termico con un livello di emissioni di CO2 fino a 135 gr/km, nonché di motocicli e ciclomotori elettrici e non elettrici e di veicoli commerciali leggeri. Il prezzo di listino compresi optional (Iva esclusa) non deve essere superiore ai 35 mila euro per le autovetture delle fasce 0-20 gr/km (elettriche) e 61-135 gr/km (termiche) e ai 45 mila euro per la fascia 21-60 g/km (ibride plug-in). Il contributo massimo ottenibile per l’acquisto di un veicolo elettrico nuovo, a fronte della rottamazione di un veicolo fino a Euro 2, salirà da 5 mila a 13.750 euro per chi è in possesso di un Isee sotto 30mila euro.  L’obiettivo del provvedimento è incentivare la rottamazione delle auto più inquinanti (classi Euro 0, 1, 2 e 3) che oggi rappresentano il 25% dell’attuale parco circolante. Con questa finalità, è previsto un contributo fino a 2.000 euro per l’acquisto di veicoli usati di classe Euro 6 con emissioni fino a 160 g/km CO2, a fronte della rottamazione di un'auto fino ad Euro 4. Infine, il provvedimento introduce un contributo all'installazione di impianti nuovi a GPL o a metano per autotrazione su autoveicoli di classe fino a Euro 4: il contributo è pari a 400 euro per gli impianti a GPL e 800 euro per quelli a metano.  —[email protected] (Web Info)

Auto, Assogasliquidi: “Decreto ecobonus fondamentale, auspichiamo piena utilizzazione fondi”

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(Adnkronos) – "Provvedimento fondamentale quello adottato dal Mimit perché aiuta anche quegli italiani che non possono permettersi l’acquisto di un’auto nuova. Auspichiamo quindi che a breve siano disponibili i provvedimenti attuativi della misura contenuta nel Decreto Ecobonus appena pubblicato, al fine di consentire ai consumatori di accedere agli incentivi al retrofit". Ad affermarlo in una nota è Andrea Arzà, il presidente di Assogasliquidi-Federchimica commentando il Decreto Ecobonus che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Tra gli investimenti previsti, un fondo di 10 milioni di euro sarà destinato ad incentivare la trasformazione a gpl (400 euro ad intervento) o a gas naturale (800 euro) di auto a carburanti tradizionali con motorizzazione da Euro 4 in su. In tal senso, spiega Arzà, "la nostra richiesta è che si stabiliscano modalità tali da garantire la piena utilizzazione dei fondi entro la fine del 2024. Perché il retrofit a gas rappresenta un valido strumento per contenere le emissioni di quelle auto che continuerebbero comunque a circolare nelle nostre città. La misura darà quindi a queste auto una seconda ma più virtuosa vita dal punto di vista ambientale, oltre alla possibilità di continuare a circolare durante le domeniche ecologiche nella gran parte dei comuni che sono costretti a prendere provvedimenti restrittivi sul traffico. A questi benefici si aggiungono anche i potenziali vantaggi economici in favore non soltanto delle imprese italiane della componentistica e della distribuzione dei carburanti, ma anche delle tante officine sparse in tutto il territorio nazionale".  —[email protected] (Web Info)