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E’ morto Kabosu, il ‘cane dei meme’: il messaggio di Elon Musk

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(Adnkronos) – È morto Kabosu, il cane protagonista del meme 'doge' che da anni impazza sui social e nelle chat. Ad annunciare la scomparsa è Atsuko Sato, la padrona di Kabosu. Il cane, morto a 18 anni, era un esemplare femmina di razza shiba. Dal 2022 conviveva con una forma di leucemia e con una malattia del fegato. Dal 2010 era il volto – anzi, il muso – di uno dei meme più popolari, esploso sul web a partire dal 2013. Il cane era diventato il logo ufficiale della criptovaluta Dogecoin. La morte di Kabosu ha inciso sulle quotazioni della criptovaluta, che ha perso circa il 3%. Su X, Elon Musk ha reso omaggio a Kabosu, ricordando anche un altro animale che ha ispirato tanti meme, il gorilla Harambe, ucciso nello zoo di Cincinnati nel 2016 quando un bambino cadde nel suo recinto. —[email protected] (Web Info)

Siu, influencer fuori dal coma: fermato marito per tentato omicidio

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(Adnkronos) – E' uscita dal coma Soukaina El Basri, la giovane modella e influencer biellese finita in ospedale in terapia intensiva con un ferita al torace e una lacerazione dell'arteria mammaria. La giovane, quando era stata soccorsa nella sua abitazione, era stata trasportata prima in ospedale a Biella e successivamente trasferita a Novara, dove si trova tuttora. Il marito della donna è stato fermato per tentato omicidio. Sul caso indaga la polizia che non ha ancora potuto sentire la donna per le sue condizioni. —[email protected] (Web Info)

Genova, poggiato primo cassone nuova diga foranea

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(Adnkronos) –  Prende forma, al largo del porto di Genova, la nuova diga foranea. Nel cantiere marittimo del consorzio PerGenova Breakwater guidato da Webuild, è stato posato oggi a 25 metri di profondità il primo degli oltre 90 cassoni che comporranno i primi 4 km dei 6 km complessivi dell’opera, i cui lavori vanno avanti senza sosta. Ad assistere alle operazioni di posa, il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, insieme al Viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti Edoardo Rixi, al commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Piacenza, al presidente facente funzione della Regione Liguria Alessandro Piana, al sindaco di Genova e commissario straordinario per la diga Marco Bucci, e a Pietro Salini, amministratore delegato Webuild. Il primo cassone oggi posato è stato realizzato nei cantieri galleggianti allestiti nel porto di Vado Ligure e misura 21,7 metri in altezza, 40 metri in lunghezza e 25 metri in larghezza, con un peso di 10mila tonnellate. Non è uno dei più grandi, dato che alcuni cassoni arriveranno fino a 67 metri di lunghezza, 35 di larghezza e 33 di altezza. La realizzazione di un cassone è un processo complesso che richiede in media 20 giorni e coinvolge circa 50 persone. Su una piattaforma galleggiante viene allestita una struttura metallica provvisoria che riproduce la forma della struttura interna del cassone da realizzare, per procedere con un primo getto di calcestruzzo. Quando il calcestruzzo si è solidificato, la cassaforma si solleva di qualche metro per ricevere altro calcestruzzo. Il procedimento si ripete fino a raggiungere l’altezza necessaria. Una volta realizzato, il cassone viene trasportato nel punto di posa prefissato mediante rimorchiatori, per poi essere affondato tramite riempimento con acqua e con materiale lapideo. Il cassone è poi completato sul posto con la realizzazione di una sovrastruttura e di un muro di protezione. In parallelo alla posa del primo cassone e alla preparazione per il posizionamento dei prossimi mega blocchi, il consorzio Genova Breakwater è impegnato in attività su vari fronti. Sul fondale sono già state posate oltre 1,4 milioni di tonnellate di materiale ghiaioso per il consolidamento delle fondamenta della diga, e sono state realizzate oltre 4.000 grandi colonne sommerse. Proprio per la realizzazione delle prossime colonne sommerse, nei prossimi giorni è previsto il potenziamento dei macchinari impiegati con la messa in opera di una grande chiatta, tecnicamente una barge, che affiancherà il pontone già in uso, triplicando la produzione settimanale delle colonne.  Sono in corso intanto anche le lavorazioni per la barriera di protezione del cantiere di Vado Ligure, composta a sua volta da 5 cassoni, affiancati l’uno all’altro, di dimensioni più contenute rispetto a quelli che andranno a formare lo sbarramento principale. Continuano poi le attività di bonifica bellica in acque profonde, che saranno completate entro l’estate. Il cantiere vede in uso particolari soluzioni all’avanguardia nel rispetto dell’ecosistema marino, come la modalità di lavoro in impianto in iperbarico per la bonifica bellica adottata per la prima volta in Italia, o l’utilizzo di inclinometri per il monitoraggio geotecnico dei fondali posizionati fino a 40 metri di profondità. La Nuova Diga Foranea di Genova, la più profonda in Europa, è un’opera ingegneristica complessa, destinata a ridisegnare il ruolo della città di Genova nelle rotte commerciali globali. L’opera permetterà infatti di allargare il porto, garantendo l’ingresso a navi lunghe fino a 400 metri. Il progetto – realizzato dal consorzio guidato da Webuild al 40%, con Fincantieri Infrastructure al 25%, Fincosit al 25% e Sidra al 10% – coinvolge oggi 230 persone, tra diretti e di terzi, e impiegherà complessivamente circa 1.000 persone, e oltre 130 imprese della filiera coinvolte da inizio lavori. —[email protected] (Web Info)

Dal Covid all’aviaria, Italia ancora in attesa del Piano pandemico 2024-2028

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(Adnkronos) – Che fine ha fatto il nuovo Piano pandemico 2024-2028? Nessuno lo sa o meglio c'è, è pronto, ma è ancora in un cassetto. La storia dell'atteso documento che deve mettere in sicurezza l'Italia in caso di una nuova pandemia è molto incidentata. Il piano è stato elaborato dalla direzione Prevenzione del ministero della Salute, guidata da Francesco Vaia, e presentato a gennaio scorso almeno in una prima bozza alle Regioni – per poi siglare l'accordo in Conferenza Stato-Regioni – ma da quel momento, con le polemiche politiche sopraggiunte, è finito in un limbo. Intanto dal Covid siamo passati all'influenza aviaria H5N1 che ha ricominciato a spaventare, con i focolai negli allevamenti Usa.  
La bozza del piano pubblicata sui media ha suscitato le critiche di una parte della maggioranza al Governo – con interrogazioni al ministro della Salute Orazio Schillaci – per la conferma delle misure di restrizione in caso di pandemia, come previsto da ogni Piano pandemico. Un incubo per chi aveva visto come fumo negli occhi i Dpcm del 2020 varati dall'allora premier Conte per mettere in sicurezza l'Italia alle prese con il Covid. Proprio a fine gennaio, è Schillaci a dover rispondere ad un'interrogazione del senatore della Lega Claudio Borghi sulla revisione degli indirizzi in vista dell'adozione del Piano pandemico per il periodo 2024-2028 e sulla discontinuità del piano rispetto al precedente. "Sento di dover precisare che, per affrontare un patogeno ignoto con un tasso altissimo di mortalità, potrebbe essere necessario adottare misure restrittive che dovranno però essere emanate – aveva precisato il ministro – solo se strettamente indispensabili, rimanere eventualmente in vigore per il tempo strettamente necessario ed essere proporzionate sia alla probabilità sia all'entità dell'evento". Una precisazione per calmare chi nella maggioranza di centro-destra non digerisce le misure restrittive e gli obblighi già vissuti durante il Covid.  
Ufficialmente la bozza – come ha detto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, rispondendo a fine gennaio in Commissione Affari sociali alla Camera all'interrogazione presentata dal M5S – è "ancora in fase istruttoria con il Coordinamento tecnico della Commissione Salute, Area Prevenzione e Sanità pubblica, anche al fine di adeguare il testo alle osservazioni regionali", e "sono in corso di svolgimento riunioni con i referenti regionali e con rappresentanti del ministero dell'Economia e delle Finanze, competente per gli aspetti finanziari".  "Il nostro Piano pandemico è stato apprezzato da tutta la comunità
scientifica, non c'è un collega – anche chi non mi ama troppo – che non l'ha apprezzato. Ed è stato condiviso sostanzialmente anche dalle Regioni. C'è stata qualche osservazione che abbiamo ripreso, per cui il piano è pronto e verrà approvato. Ci sono dei principi che rispettano la libertà individuale, non è previsto l'obbligo vaccinale ed è prevista la volontarietà di accesso al vaccino. C'è la responsabilizzazione del cittadino, se vogliamo imporre non andiamo da nessuna parte". Lo ha detto il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Francesco Vaia, ospite dell'evento 'Siamo pronti alla prossima pandemia?' al Festival dell'Economia di Trento. "Deve essere approvato, perché mai più dobbiamo farci trovare impreparat

i", ha rimarcato.  
Gli esperti sono preoccupati. Le parole di Bassetti, Rezza e Andreoni
 "Serve subito un Piano pandemico nuovo e aggiornato per l'Italia, per non dover rincorrere la prossima pandemia. Perché se dovesse essere che i casi di aviaria si moltiplicassero e ci fosse un contagio interumano, dobbiamo avere una cernita dei posti letto dove ricoverare le persone", dichiara all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova – Serve un piano da dare alle Regioni e non dobbiamo commettere l'errore commesso nel 2020 con un Piano pandemico non aggiornato. Sarebbe bene riprendere in mano il Piano pandemico elaborato dal direttore della Prevenzione Francesco Vaia del ministero della Salute e mandarlo subito alle Regioni".  Secondo l'epidemiologo Gianni Rezza, ex Dg Prevenzione del ministero della Salute, oggi docente straordinario di Igiene all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. "un Piano pandemico aggiornato serve, ma deve essere finanziato bene. Va fatta una stima dei fabbisogni rispetto ad una emergenza sanitaria, ad esempio l'acquisto dei vaccini prepandemici. Quando ero direttore della Prevenzione avevamo già opzionato quello prepandemico influenzale H5N1. E' chiaro che oggi il riferimento è l'aviaria H5N1, ma basta isolare il virus circolante e vedere se ha mutazioni, che non sembra avere, e il vaccino che abbiamo si può aggiornare. Non è come fare un vaccino nuovo contro una malattia X. Serve però avere un Piano pandemico pronto e 'vivo'". E aggiunge: "Le polemiche sugli obblighi, dalle zone rosse alla vaccinazione di massa, con le paure della politica, che ci sono state quando uscirono le bozze del Piano pandemico a novembre – ricorda – si possono superare. Basta infatti non prevedere provvedimenti che poi saranno presi dal Governo. I tecnici indicano le misure, ma poi se fare un Dpcm o un altro lo decide il Governo". "Quello su cui stanno lavorando tutti i Paesi è la preparazione ad una prossima pandemia, a prescindere dal virus H5N1 che oggi ci allarma. Un Piano pandemico nazionale aggiornato è quindi imprescindibile e serve subito, perché è la guida che il Paese si dà per affrontare al meglio un'emergenza, gli interventi da fare, come organizzare la rete ospedaliera. Solo per fare alcuni esempi. Ma non è che l'Italia può muoversi da sola, ci sono regole da seguire in un contesto – l'abbiamo visto con il Covid – in cui nessuno può fare da solo. C'è l'Oms che fornisce le linee guida e i Paesi le seguono perché una pandemia riguarda tutti. La politica deve rimanere fuori da questo processo e non metterci bocca, lasciar lavorare i tecnici, gli organismi sanitari internazionali, che stabiliscono le misure da prendere". Lo afferma Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, la Società italiana di malattie infettive, e professore ordinario all'università Tor Vergata di Roma. —[email protected] (Web Info)

Autismo, convegno su Ai e nuove tecnologie per disturbi spettro autistico

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(Adnkronos) – L'applicazione dell'intelligenza artificiale nella diagnosi precoce e nel trattamento dei disturbi dello spettro autistico; lo sviluppo e l'implementazione di applicazioni e software dedicati per supportare le persone con autismo nelle attività quotidiane; l'utilizzo di robotica e realtà virtuale per favorire l'apprendimento e la socializzazione dei bambini e degli adulti autistici; le sfide etiche e legali legate all'uso della tecnologia nell'ambito dell'autismo. Sono questi i temi al centro del convegno 'Intelligenza artificiale e nuove tecnologie per i disturbi dello spettro autistico', organizzato dalla Fondazione Carlo Mendozzi Ets oggi a Salerno, presso la Camera di commercio.  Obiettivo: promuovere la maggiore consapevolezza e comprensione dei bisogni delle persone affette dai disturbi dello spettro autistico grazie agli interventi di medici specialistici e psicologi, attraverso presentazioni focalizzate sull'applicazione dell'intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie, per migliorare la qualità della vita delle persone con sindrome dello spettro autistico. Al centro dei lavori le ultime scoperte nel campo della tecnologia assistiva, le migliori pratiche nell'implementazione di soluzioni tecnologiche ed i benefici che queste innovazioni possono apportare alla comunità autistica. "La presa in carico dei disturbi dello spettro dell'autismo rappresenta una sfida costante per i servizi sanitari che sono chiamati a fronteggiare un fenomeno crescente nei numeri e nella complessità psicosociale – dichiara Aldo Diavoletto, responsabile Unità operativa neuropsichiatria psicologia infanzia adolescenza (Uonpia) Salerno – Tra i diversi approcci relativi alla presa in carico e alla terapia, l'avvento delle nuove tecnologie rappresenta senz'altro una nuova frontiera e una nuova opportunità da esperire per i risvolti di implementazione delle risorse e di miglioramento della qualità. Il confronto tra esperti del settore, anche di realtà territoriali diverse, costituisce per i nostri gruppi di lavoro un’occasione di arricchimento e di opportuna riflessione su strumenti finora poco conosciuti. La Uonpia di Salerno e il Dsm della Asl sono fortemente impegnati in questo settore e ringraziano tutte le realtà del territorio che si spendono con la stessa motivazione ed energia; in particolare la Fondazione Mendozzi, che ha mostrato in questa occasione una sensibilità e una vicinanza alle nostre iniziative che è foriera di ulteriori sviluppi e collaborazioni. Siamo certi – conclude – che l'evento fornirà ai partecipanti nuovi spunti di approfondimento e di riflessione per contribuire a migliorare la qualità della vita dei bambini affidati alle nostre cure". —[email protected] (Web Info)

Sanità, Romizi (Isde): “In Italia 10mila morti l’anno per antimicrobico resistenza”

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(Adnkronos) – "L'antimicrobico resistenza (Amr) è strettamente legata alla triplice crisi planetaria del cambiamento climatico, della perdita della biodiversità, dell'inquinamento e spreco, guidata dall'attività umana, dal consumo insostenibile e dai modelli di produzione. In Europa causa ogni anno 35mila morti, 3 ogni minuto, e l'Italia con i suoi 10mila decessi l'anno ha il primato in negativo. Nessun Paese Ue è messo peggio. Non solo. L'Oms elenca la Amr tra le 10 principali minacce per la salute globale. Nel 2019 quasi 5 milioni di decessi nel mondo sono stati associati all'antimicrobico resistenza. Il collegamento fra problematiche ambientali e antimicrobico resistenza è sempre più evidente. Il nuovo Parlamento Ue dovrà fare di più". Lo ha detto il presidente dell'Associazione medici per l'ambiente (Isde Italia), Roberto Romizi, nel corso dell'evento promosso oggi da Isde Italia in occasione della 23.esima edizione delle Giornate italiane mediche dell'ambiente, presso l’Ufficio del Parlamento europeo in Italia a Roma. "La cosa che colpisce è che in Italia, su 100.000 abitanti, abbiamo 1,7 morti evitabili per alcol, 6,2 per incidenti stradali, 32 per malattie cerebrovascolari e 18 per antimicrobico resistenza (dati Indice mortalità evitabile, www.mortalitaevitabile.it/index.php/it). Da qui la necessità di fare di più. Non c'è più tempo da perdere", conclude.  —[email protected] (Web Info)

La Mantia (San Marco): “Poliposi nasale ha grande impatto su qualità vita paziente”

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(Adnkronos) – “La poliposi nasale è una patologia flogistica, invalidante, cronica, spesso severa e con un grande impatto sulla qualità di vita del paziente, in quanto presenta una sintomatologia variegata: l’ostruzione nasale, in cui il paziente ha grossi problemi respiratori nasali, spesso una comorbidità asmatica e la diminuzione o la mancanza totale dell'olfatto, chiamata anosmia, che altera la qualità del sonno. L'impatto dei sintomi sulla qualità di vita del paziente è tale che, noi specialisti nel diagnosticare questa patologia, dobbiamo tenere conto di quanto impatta sulle capacità socio-relazionali del paziente”. Lo ha detto Ignazio La Mantia, direttore dell’Unità operativa complessa di Otorinolaringoiatria dell’Azienda universitaria ospedaliero Policlinico – S. Marco di Catania, parlando della rinosinusite cronica con poliposi nasale (Crswnp), in occasione del 110° Congresso nazionale della Società italiana di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale – Sio, in programma a Bergamo dal 22 al 25 maggio 2024, il cui tema è “Il Futuro in ascolto”. (Video) La Mantia approfondisce il tema dell'eosinofilo come fattore centrale nelle recidive di poliposi nasale e spiega come sia un indicatore fondamentale di infiammazione: “Questa patologia dà sicuramente una problematica importante, ossia l’alterazione dell'immunologia del paziente stesso. Abbiamo, infatti, un aumento degli eosinofili, che ritroviamo nel sangue e sulla mucosa nasale. L'ipereosinofilia ha un risvolto importante nel gestire tutta la sintomatologia – spiega – È una situazione che può dare quadri molto più importanti della semplice rinosinusite cronica con poliposi nasale, come delle sindromi quali la Churg Strauss ma anche esofagite eosinofila. Ne consegue che l’eosinofilo è il mediatore più importante ed è quello che andiamo a ricercare. È il biomarker che ci indica che siamo di fronte ad un’infiammazione di tipo 2”. (Video) IL-5 è un target terapeutico importante e centrale nella rinosinusite cronica con poliposi nasale (Crswnp), in quanto in grado di estendere la sua azione oltre alla sola cellula eosinofila: “Le ultime ricerche dicono che l'interleuchina 5 ha un ruolo molto più importante che non la semplice attivazione degli eosinofili. E in questo senso è importante distinguere tra gli eosinofili infiammatori e quelli non infiammatori, ossia i residenti. L'interleuchina 5 impatta anche su altre cellule presenti sia a livello ematico che delle mucose nasali. Dalle ultime ricerche, soprattutto nel congresso che si sta sviluppando in questi giorni a Bergamo, sono emersi dei dati molto importanti su fattori addirittura genetici dell’interleuchina 5. Ne consegue, quindi, che l'interleuchina 5 svolge un ruolo centrale nella genesi di questo tipo di infiammazione (Crswnp)”, conclude.  —[email protected] (Web Info)

Cantone (Federico II): “Farmaci biologici cambiano storia clinica poliposi nasale”

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(Adnkronos) – "Farmaci biologici hanno rivoluzionato la storia terapeutica e clinica della poliposi nasale. Prima avevamo come target terapeutico soltanto la chirurgia, oggi abbiamo la possibilità di utilizzare i farmaci biologici in quei pazienti che falliscono l'iter chirurgico e che presentano una forma severa e non controllata di poliposi nasale sottotipo T2”. Così Elena Cantone, professore di Otorinolaringoiatria e direttrice Speech and Language Therapy School presso l’università di Napoli Federico II, in occasione del 110° Congresso della Società italiana di otorinolaringoiatria – Sio, in programma negli spazi della Fiera di Bergamo dal 22 al 25 maggio, il cui tema è “Il Futuro in ascolto”. (Video) “Abbiamo visto come la cellula effettrice sia l’eosinofilo e come esso sia governato dall'interleuchina 5 – spiega Cantone – In questo contesto, mepolizumab è una target therapy che, bloccando l'interleuchina 5, blocca tutti gli effetti dannosi che sono responsabili delle manifestazioni sintomatiche della poliposi nasale. Si tratta quindi di un farmaco che ha un alto profilo di sicurezza, ma soprattutto è aderente ai documenti di indirizzo che hanno prodotto le linee guida per la gestione di questa patologia e dei farmaci correlati”. (Video) “L’efficacia e la sicurezza di mepolizumab è stata dimostrata dai trials clinici ma, oltre ad essi, nell'ultimo anno sono stati pubblicati diversi documenti in real life – aggiunge Cantone – Sappiamo quindi che la pratica clinica dà delle risposte molto più positive rispetto ai trial, che già erano molto incoraggianti. Recentemente sono stati pubblicati anche dei primissimi studi italiani, i quali dimostrano quanto mepolizumab sia efficace su tutti i sintomi, non solo per livelli di eosinofili molto alti ma anche già a partire dai 150 eosinofili”. “Mepolizumab agisce bloccando l'interleuchina 5 e abbassando il livello di eosinofili, rendendoli stabili nel tempo – spiega l'esperta – Questo si traduce clinicamente in un miglioramento nella clinica e in un minor ricorso sia alla chirurgia di salvataggio che agli steroidi sistemici ed è un grandissimo vantaggio per la qualità di vita dei pazienti”. “La maneggevolezza del farmaco è garantita anche da una somministrazione ogni quattro settimane, per cui il paziente riesce a gestire in maniera domiciliare l'utilizzo di questo farmaco, che è un farmaco iniettivo. Questo protocollo consente di mantenere stabili i livelli di eosinofili che, come abbiamo visto, sono responsabili della maggior parte degli aspetti sintomatici della malattia”, conclude. —[email protected] (Web Info)

Covid Italia, 862 contagi e 8 morti in una settimana: ultimo bollettino

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(Adnkronos) –  Contagi e morti Covid in calo in Italia. Nell'ultima settimana, dal 16 al 22 maggio, i nuovi positivi sono 862 contro i 923 della settimana 9-15 maggio. I nuovi decessi sono 8, contro i 17 dei 7 giorni precedenti. Lo riporta l'aggiornamento settimanale pubblicato sul sito del ministero della Salute, il primo non più comunicato a mezzo stampa. Diminuiscono i tamponi effettuati: 87.983, rispetto ai 94.027 del 9-15 maggio. Stabile all'1% il tasso di positività. A livello regionale, spiccano i 203 nuovi casi del Lazio (la settimana scorsa erano stati 118), con 1 morto (zero nei 7 giorni precedenti).  Cifre nuovamente in calo invece in Lombardia, che la settimana scorsa mostrava numeri in evidente rialzo: i nuovi casi scendono da 324 a 208, i decessi da 11 a 3. Nel periodo 16-22 maggio l'incidenza a livello nazionale è pari a 1 caso per 100.000 abitanti, "sostanzialmente stabile rispetto alla settimana precedente (2 casi per 100.000 abitanti dal 9 al 15 maggio)", si legge nel report. Tuttavia, "risulta in lieve aumento in alcune regioni/province autonome. L'incidenza più elevata è stata riportata nella regione Lazio (4 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Basilicata, Marche, Molise e Valle d'Aosta", dove "non sono stati riportati nuovi casi". L'Rt calcolato con dati aggiornati al 22 maggio, basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 14 maggio risulta sotto la soglia epidemica, pari a 0,9 (0,73-1,09), stabile rispetto alla settimana precedente (Rt 0,93 al 7 maggio, 0,75-1,13). La percentuale di reinfezioni è del 43% circa, stabile. Sul fronte ricoveri, "al 22 maggio l'occupazione dei posti letto in area medica è pari a 0,9% (579 ricoverati), stabile rispetto alla settimana precedente (0,9% al 15 maggio). Stabile anche l'occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,3% (27 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (0,3% al 15 maggio)". Nel report si precisa che "non sono stati registrati nuovi ricoveri in terapia intensiva nella settimana di osservazione".  —[email protected] (Web Info)

Visite ed esami anche il sabato e la domenica, arriva il Dl anti-liste d’attesa: la bozza

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(Adnkronos) – Visite diagnostiche e specialistiche possibili anche di sabato e domenica, con l'estensione della fascia oraria per l'erogazione di queste prestazioni. Sistema unico di prenotazione regionale o infra-regionale, con le strutture private accreditate ospedaliere e ambulatoriali che dovranno afferire al Centro unico di prenotazione (Cup), pena la nullità degli accordi contrattuali per l’accreditamento con il Ssn. Un sistema di 'Recall', attivato dal Cup, per ricordare all'assistito la data di erogazione della prestazione, per richiedere la conferma o per la cancellazione delle prenotazioni: in caso di mancata presentazione e visita non annullata, l’assistito può essere tenuto a pagare lo stesso. Queste alcune delle misure previste dalla bozza del decreto legge del ministro della Salute Orazio Schillaci per la riduzione delle liste di attesa, circa 25 articoli, atteso in Consiglio dei ministri il 3 giugno.  Questa, in sintesi, l'architetttura del provvedimento. "Per implementare l'efficacia del coordinamento di livello nazionale per la riduzione e il superamento delle liste di attesa, con particolare riguardo alla risoluzione delle diseguaglianze regionali e del fenomeno della mobilità attiva e passiva – si sottolinea nella bozza del decreto visionato dall'Adnkronos Salute – presso il ministero della Salute è istituito il 'Sistema nazionale di governo delle liste di attesa' (Singla), "quale insieme delle strutture, degli strumenti e delle competenze" necessarie. Sarà governato da una Cabina di Regia, istituita sempre presso il ministero della Salute e presieduta dallo stesso ministro, che "sovraintende all'elaborazione del Piano nazionale di governo delle liste di attesa e vigila sull'attuazione delle misure" stabilite dal Dl.  Con il Piano nazionale di governo delle liste di attesa, il ministero della Salute definisce apposite Linee di indirizzo rivolte alle regioni e alle Province autonome di Trento e di Bolzano, "dirette all'allineamento della domanda di assistenza sanitaria, definendo standard nazionali di natura organizzativa, tecnologica e infrastrutturale, rilevanti anche per la revisione e l'aggiornamento degli standard assistenziali relativi all'assistenza ospedaliera e territoriale". Sarà l'Agenas ad effettuare il monitoraggio nazionale sul rispetto dei tempi massimi di attesa per classi di priorità delle prestazioni prenotate in regime istituzionale e in regime di libera professione intramoenia. E sempre all’Agenas è istituita la Piattaforma nazionale delle liste di attesa "finalizzata a realizzare l'interoperabilità con le piattaforme per le liste di attesa relative a ciascuna regione e provincia autonoma". Infine, è istituito nel sito internet istituzionale del ministero della Salute il registro delle segnalazioni per il mancato rispetto dei diritti dei cittadini.  La bozza del decreto prevede anche una carta dei diritti dei cittadini per l'erogazione delle prestazioni che rientrano nei Livelli essenziali di assistenza senza il grosso imbuto delle liste d'attesa, fissando i tempi massimi da rispettare. "Ai fini dell'erogazione delle prestazioni sanitarie rientranti nei livelli essenziali di assistenza – si legge nell'articolo 1 del testo, che l'Adnkronos Salute ha visionato – i cittadini hanno diritto ad accedere alle liste di attesa per l'erogazione delle prestazioni sanitarie, senza incorrere nella sospensione delle prenotazioni; all'effettiva erogazione delle prestazioni sanitarie nell'ambito delle strutture pubbliche e private accreditate; al rispetto dei tempi massimi di attesa per l'accesso alle prestazioni sanitarie; a una comunicazione chiara, trasparente e aggiornata sui tempi di attesa massimi previsti e sulla tipologia dei percorsi di tutela per la presa in carico delle richieste per le quali il Servizio sanitario non sia in grado al momento della prenotazione di offrire la prestazione nei tempi garantiti, unitamente alla definizione delle modalità di erogazione delle predette prestazioni".  Le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano garantiscono ai propri assistiti il rispetto di questi diritti, sia attraverso gli strumenti definiti dal Dl, sia attuando "ogni utile iniziativa per assicurare ai propri assistiti l'effettiva erogazione delle prestazioni sanitarie nell'ambito delle strutture pubbliche e private accreditate, per garantire il rispetto dei tempi di attesa, per monitorare e vigilare sui risultati raggiunti, prevedendo, in caso contrario, idonee misure da adottare nei confronti dei direttori generali delle aziende sanitarie". In caso di 'liste bloccate', con la sospensione delle attività di prenotazione delle prestazioni, vengono aumentate le sanzioni previste. Per l'abbattimento delle liste d'attesa, il tetto di spesa per il personale delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale è incrementato a livello regionale, per l'anno 2024. L'aumento è "pari al 25% dell'incremento del fondo sanitario regionale rispetto all'esercizio precedente – si legge nell'articolo 11 della bozza visionata dall'Adnkronos Salute – A decorrere dal 2025, la spesa per il personale delle aziende e degli enti del Ssn, nell'ambito del livello del finanziamento del fabbisogno sanitario standard cui concorre lo Stato, è determinata sulla base della metodologia per la determinazione del fabbisogno di personale del Ssn". Per "contrastare il fenomeno dei cosiddetti 'gettonisti' e di reinternalizzare i servizi sanitari affidati a cooperative, fino al 31 dicembre 2026, le regioni, le Province autonome di Trento e di Bolzano e gli enti del Servizio sanitario nazionale possono reclutare il personale del comparto e della dirigenza medica e sanitaria nonché delle professioni sanitarie attraverso forme di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, in deroga". 
Per aumentare il numero di visite ed esami effettuabili, vengono ritoccati i limiti di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati. Rispetto a quanto previsto dalla legge di bilancio, si aumentano le percentuali di spesa, da +1% a +2% per il 2024, da +3% a +4% per il 2025, da +4% a +5% dal 2026. Le prestazioni salvavita effettuate dai pronto soccorso delle strutture ospedaliere private accreditate non sono soggette ad alcun limite di spesa. "Credo che il governo debba far sì, e lo faremo, con il provvedimento sulle liste di attesa, che i cittadini riescano finalmente a fare gli esami e le terapie di cui hanno bisogno nei tempi previsti" e "che nessuno rimanga indietro, soprattutto a Napoli, al Sud", ha affermato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, a margine dell'evento Lilt a Napoli. Alla domanda dei cronisti se siano in programma delle misure particolari, ha riferito: "Stiamo ancora lavorando". —[email protected] (Web Info)