(Adnkronos) – In soli 2 anni la pandemia di Covid-19 ha cancellato un decennio di progressi nell'aspettativa di vita della popolazione del pianeta. E' il dato shock che emerge dal Rapporto World Health Statistics 2024 dell'Organizzazione mondiale della sanità: "Tra il 2019 e il 2021 – si legge nel report – l'attesa di vita globale si è ridotta di 1,8 anni, scendendo a 71,4 anni" ossia "ai livelli del 2012. L'aspettativa di vita sana è diminuita di 1,5 anni passando a 61,9 anni", sempre "il livello del 2012". L'emergenza Sars-CoV-2 "ha invertito la tendenza al costante aumento dell'attesa di vita alla nascita e dell'aspettativa di vita in buona salute", rileva l'Oms. Un effetto che si è abbattuto in modo ancora più grave in 2 delle 6 regioni in cui l'agenzia ginevrina suddivide il mappamondo: "Americhe e Sudest asiatico sono state le più colpite, con un calo dell'aspettativa di vita di circa 3 anni tra il 2019 e il 2021" e un'erosione "dell'aspettativa di vita sana di 2,5 anni". All'opposto, "la regione del Pacifico occidentale è stata colpita in misura minima durante i primi 2 anni della pandemia, con perdite inferiori a 0,1 anni nell'aspettativa di vita e 0,2 anni nell'aspettativa di vita sana". La malattia da Sars-CoV-2 si è classificata come "la terza causa di morte nel 2020 e la seconda nel 2021. Durante questo periodo", sul pianeta "sono state perse quasi 13 milioni di vite umane", scrive l'Oms. E il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, di rilanciare un appello in vista dell'Assemblea mondiale della sanità (27 maggio-1 giugno): varare l'Accordo pandemico. "Le ultime stime – si legge nel report – indicano che, ad eccezione delle regioni" Oms "dell'Africa e del Pacifico occidentale, Covid-19 è stato fra le prime 5 cause di morte, diventando in entrambi gli anni" 2020 e 2021 "la principale causa di morte nelle Americhe". "Continuano a verificarsi importanti progressi nella sanità globale, con miliardi di persone che godono di una salute migliore, di un migliore accesso ai servizi e di una migliore protezione dalle emergenze sanitarie", dichiara il Dg Tedros. "Ma dobbiamo ricordare quanto fragile possa essere questo progresso", avverte. In soli 2 anni", dal 2019 al 2021, "la pandemia di Covid ha cancellato un decennio di miglioramenti nell'aspettativa di vita. Ecco perché il nuovo Accordo pandemico è così importante: non solo per rafforzare la sicurezza sanitaria globale – sottolinea il vertice dell'agenzia Onu per la salute – ma per proteggere gli investimenti a lungo termine nella sanità e promuovere l'equità tra i Paesi e al loro interno". —internazionale/[email protected] (Web Info)
Eurispes, ‘quasi 7 fumatori su 10 non hanno mai provato a smettere’
(Adnkronos) – Resta difficile, per i fumatori tradizionali, “arrivare all’obiettivo della cessazione: ben il 68% non ha mai provato a smettere di fumare, solo il 31,4% afferma di averci provato” e appena “il 12,2% si propone di smettere di fumare entro 6 mesi. Ben il 15,5% afferma di non voler assolutamente smettere”. E' l’istantanea scattata dal 36.esimo Rapporto Italia dell'Eurispes, pubblicato oggi, nella scheda dedicata ai Centri Antifumo e alla Lilt, Lega italiana per la lotta contro i tumori, le principali strutture sul territorio che portano avanti la lotta al fumo fornendo importanti strumenti a sostegno della disassuefazione da fumo. Sul ruolo dello Stato, il report evidenzia che “qualora fosse scientificamente provato che esistono prodotti senza combustione meno dannosi, rispetto a quelli tradizionali, l’82% dei vaper” ritiene che dovrebbe “essere permesso ai cittadini di essere informati. Secondo il 62,7%, inoltre, lo Stato dovrebbe considerare l’utilizzo della sigaretta elettronica tra i fumatori che, altrimenti, continuerebbero a fumare in ogni caso”. Inoltre, per “il 91,9% dei fruitori di tabacco riscaldato, lo Stato”, se nel caso fosse scientificamente provata l’esistenza di prodotti senza combustione meno dannosi rispetto a quelli tradizionali, “avrebbe il dovere di promuovere campagne di informazione ed è altrettanto alta la percentuale di quanti vorrebbero una riduzione della tassazione su tali prodotti (90,1%)”. Il 71,6% degli intervistati sostiene che “sarebbe giusto anche incentivare tali prodotti sottoponendoli a meno divieti e limitazioni rispetto a quelli tradizionali e, solo una minoranza, preferirebbe un atteggiamento neutrale attraverso l’applicazione delle stesse norme vigenti per i prodotti tradizionali (39,4%)”. E ancora, secondo il report, “l'85% dei consumatori di prodotti a tabacco riscaldato” sostiene che i fumatori, che continuerebbero a fumare, dovrebbero essere “incoraggiati dallo Stato e dalle Istituzioni sanitarie a considerare il passaggio a prodotti a tabacco riscaldato (45,9% ‘probabilmente sì’ e 39,1% assolutamente sì’). In aggiunta, “ solo l’1,5% non utilizzava alcun prodotto prima di utilizzare tali prodotti e il 79,5% afferma di aver abbandonato le sigarette tradizionali dopo essere passati ai prodotti senza combustione”. Attualmente sono attivi nel nostro paese 244 centri antifumo; accanto ad essi c’è la Lilt, articolata in 106 associazioni provinciali e circa 400 ambulatori. L’Eurispes — si legge nel documento – ha voluto fornire in uno studio dedicato una fotografia aggiornata di quella che è la realtà concreta dell’offerta di queste strutture, la maggioranza delle quali (64% del totale) hanno un numero di assistiti che non supera i 50 pazienti. Quasi tutti i centri antifumo e le Lilt che hanno risposto al questionario adottano delle terapie farmacologiche a contrasto della dipendenza. Spesso non si prevede un contatto duraturo nel tempo con il paziente, per cui il dato – precisano gli autori – non risulta rilevabile una volta completato il percorso presso la struttura. In alcuni casi, infatti, manca un follow up che accompagni il fumatore anche dopo gli incontri iniziali e, di conseguenza, il paziente interrompe la terapia o ricomincia a fumare. “Solo 2 strutture parlano di trattamenti efficaci fra l’80% e il 100% dei pazienti – conclude la scheda – Per quel che riguarda l’opinione dei responsabili delle strutture riguardo il potenziale dei prodotti alternativi nel ridurre il rischio rispetto ai prodotti tradizionali del tabacco, meno della metà è contrario, mentre la maggioranza si divide tra coloro che sono favorevoli, coloro che sono favorevoli ma, in concreto, non consigliano l’utilizzo di tali prodotti e, infine, coloro che sono possibilisti”. —[email protected] (Web Info)
Webinar ‘Parliamo di Hiv oggi Per guardare al domani’, lunedì nuova puntata
(Adnkronos) – Un ciclo di webinar per indagare e raccontare i bisogni, le paure e le speranze delle persone con Hiv. È 'Parliamo di Hiv oggi. Per guardare al domani', l'iniziativa promossa da Adnkronos in collaborazione con ViiV Healthcare. Giunta alla seconda stagione, la nuova puntata andrà in onda lunedì 27 maggio alle ore 11, sui canali web e social del gruppo Adnkronos. Condotto dalla giornalista Maddalena Guiotto, il webinar si concentrerà sul tema ‘Come aumentare oggi la qualità della vita della persona con Hiv?'. L’avvento di terapie efficaci contro l’Hiv ha da tempo cambiato il volto di questa patologia in Italia. Oggi, le persone con Hiv sono più longeve, invecchiano, incontrano dunque i bisogni delle persone Hiv negative di pari età, con spesso alcune vulnerabilità in più non solo ‘nel corpo’, se così possiamo dire, ma spesso anche ‘nella mento’ o ‘nello spirito’. E da qui la domanda che dà il titolo all’incontro di oggi: Come aumentare la qualità della vita della persona con Hiv? A discuterne saranno: Miriam Lichtner, professore ordinario di Malattie infettive, dipartimento di Neuroscienze, Salute mentale e organi di senso (Nesmos), Università Sapienza di Roma; Silvia Nozza, medico infettivologo dell'Unità di Malattie Infettive dell'Irccs Ospedale San Raffaele e Maurizio Amato, amministratore delegato di ViiV Italia. —[email protected] (Web Info)
Chirurgia bariatrica tra robotica, IA e Linee guida per la gestione del paziente
(Adnkronos) – Robotica, protocollo per la gestione fast track perioperatoria del paziente obeso, ruolo delle Linee guida, dei Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali e delle Reti assistenziali nell’assicurare sicurezza e qualità della chirurgia bariatrica. Sono questi i temi al centro del 32esimo congresso nazionale Sicob – Società italiana di chirurgia dell'obesità, dal titolo "Obesità: alla ricerca di una nuova alleanza terapeutica", in corso presso Giardini di Naxos (Messina) dove si è riunita la comunità scientifica italiana dedicata alla cura dell’obesità. Il congresso ha costituito un importante momento di confronto sugli aspetti più innovativi del tema obesità. Primo fra tutti lo stato dell’arte della robotica nella chirurgia bariatrica. A questo proposito – riporta una nota – va evidenziato che, rispetto alla laparoscopia tradizionale, la robotica ha segnato progressi significativi su più fronti. Innanzitutto, consente al chirurgo di lavorare in 3D ed in taluni casi con una visione “immersiva”. Permette, quindi, interventi più precisi e più calibrati sul singolo paziente. In secondo luogo, la robotica riduce la curva di apprendimento: il chirurgo impara ad usare la piattaforma più rapidamente di quanto non impari a praticare la chirurgia laparoscopica. Un altro vantaggio è l’assoluta stabilità della piattaforma. Infatti, con la laparoscopia anche la minima instabilità della mano si trasmette anche allo strumento operativo. Con il robot questo non accade. Presto l’intelligenza artificiale – che ad oggi viene usata essenzialmente per la formazione – potrà aiutare il chirurgo attraverso la predittività degli errori. Esiste una grande variabilità anatomica da soggetto a soggetto e la ragione di alcuni errori chirurgici è riconducibile alla percezione errata da parte del chirurgo di ciò che gli sta davanti. Questa percezione – si legge – può infatti differire dalla realtà perché la reale immagine anatomica corrisponde a una variante rispetto all’anatomia normale. Non solo. L’IA aiuterà il chirurgo a riconoscere l’anatomia reale e ad evitare questi errori di percezione. Gli strumenti oggi a disposizione consentono di fare self improwment, educational e networking. Attualmente sono diversi gli elementi che concorrono a tutelare il paziente bariatrico garantendo sicurezza e qualità delle cure. In primo luogo, le Linee guida della Società italiana di chirurgia dell’obesità – emerge dal congresso – Queste ultime sono state recentemente pubblicate, con metodologia Grade e quindi con un livello di evidenza fortemente impattante, secondo i parametri dettati dal Sistema nazionale delle Linee guida dell’Istituto superiore di sanità. Le Linee guida – dettaglia la nota – definiscono uno standard di cura: costituiscono cioè la roadmap che gli specialisti dell’obesità devono seguire per garantire un’ottimale qualità della prestazione. Vengono aggiornate ad intervalli regolari e, per questo, non costituiscono una realtà “statica”. Rappresentano quindi il primo, fondamentale, punto di riferimento per lo specialista che, qualora se ne discosti, deve motivare la propria scelta. “Attraverso le Linee guida si è potuta estendere l’indicazione alla chirurgia bariatrica alla classe I di obesità con complicanze (con indice di massa corporea tra 30 e 35), agli adolescenti e agli anziani senza limiti di età (valutandone ovviamente la fragilità) – afferma Maurizio De Luca, direttore del Dipartimento Chirurgico Ospedale di Rovigo – Considerando la severità della metodologia Grade, l’Ifso (International federation for the surgery of obesity and metabolic disorders) ha chiesto a Sicob la pubblicazione in inglese delle stesse su una rivista internazionale ai fini di acquisire il processo metodologico per esprimere talune raccomandazioni”. Altro strumento importante è il Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta). Si tratta di flow chart – fanno sapere dalla Sicob – che disegna il percorso che le aziende sanitarie pubbliche e private devono garantire al paziente nel trattamento dell’obesità nel momento in cui questo entra in contatto con il Sistema Sanitario o attraverso il medico di base, o attraverso lo specialista o mediante una struttura sanitaria. Il sistema attuale prevede poi le Reti clinico-assistenziali, che mettono in relazione professionisti, strutture e servizi che erogano interventi sanitari. Le Regioni che se ne sono dotate – riferisce la nota – inviano alle strutture sanitarie questionari per valutare il possesso di requisiti in termini organizzativo-strutturali, di personale e in relazione alle attrezzature a disposizione e decidono se la struttura può erogare la prestazione medica. Vengono così individuati centri di primo livello o hub e centri di secondo livello o spoke. I primi possono prendere in carico i casi più complessi, i secondi quelli con un minor grado di complessità. "La medicina moderna è di necessità interdisciplinare, a garanzia di un'adeguata presa in carico del paziente e dei suoi bisogni di cura – sottolinea Mirto Foletto, direttore Uosd Chirurgia bariatrica presso l’Azienda ospedaliera Università di Padova – Per essere efficace, la presa in carico deve avvalersi delle varie competenze disponibili nel territorio. Questo implica che le strutture sanitarie che insistono su questo territorio siano collegate tra di loro all'interno di una Rete assistenziale che consenta un utilizzo razionale di risorse sempre più scarse e l'erogazione di prestazioni di livello adeguato. Per garantire un'adeguata integrazione tra le varie strutture e tra i professionisti della Rete – continua il professore – è necessario sviluppare un linguaggio comune e condiviso da declinare in un percorso clinico-assistenziale (Pdta) definito, che assegna le tappe per il paziente e le competenze per i vari professionisti della salute, con innegabili vantaggi dal punto di vista della qualità percepita e della valorizzazione professionale". Ad oggi solo 2 regioni si sono dotate di reti assistenziali deliberate e riconosciute: il Veneto e la Sicilia. In questi casi – conclude la nota – le operazioni di chirurgia bariatrica possono essere effettuate solo dai centri riconosciuti al livello regionale. Anche in questo caso non si è davanti a una realtà cristallizzata, ma ogni anno viene individuato un “periodo finestra” nel quale si può fare domanda per l’accreditamento. In tutte le regioni dove non c’è una rete assistenziale la Sicob si è dotata di un sistema di accreditamento che è costituito da centri affiliati, accreditati e di eccellenza. La Sicob si è fatta carico di individuare i criteri minimi che individuano i diversi livelli di accreditamento e rilascia la qualifica di centro accreditato per svolgere la chirurgia bariatrica a seguito di verifica dei requisiti. L’Eras Society si è fatta promotrice al livello globale di un programma di accreditamento di centri certificati che seguono il protocollo Eras (Enhanced Recovery After Surgery). Dal congresso Sicob è emersa la proposta di adattare il protocollo alle caratteristiche del Sistema sanitario italiano. Ci si propone di individuare degli items fra i quali scegliere quelli che possono essere implementati più facilmente in Italia. Il fine ultimo è quello di costruire un sistema di accreditamento gestito dalla Società sia dal punto di vista della formazione sia per quanto attiene alle procedure di verifica. “Il nostro scopo deve essere assicurare la salute pubblica – chiosa Giuseppe Navarra, presidente Sicob – Per questo occorre innanzitutto diffondere il concetto che l’obesità non è una colpa ma una patologia cronica e che fortunatamente esistono più approcci terapeutici. La decisione sul percorso deve essere presa quindi da un team multidisciplinare, seguendo le Linee guida della Sicob, i Pdta e muovendosi all’interno di Reti Assistenziali. Tutto questo consente di aumentare il numero di pazienti trattati e di garantire un’elevata qualità e sicurezza delle cure”. —[email protected] (Web Info)
Piazza (Sicob): “Entro 2025 anti-obesità orali da assume settimanalmente”
(Adnkronos) – “Contro l’obesità presto non avremo a disposizione soltanto farmaci somministrabili attraverso iniezioni sottocutanee ma anche terapie orali da assumere non più quotidianamente ma anche soltanto settimanalmente. A breve avremo farmaci ancora più potenti e innovativi che però entreranno nel mercato italiano tra qualche mese, non prima del 2025. Negli Usa grazie a questi farmaci si stanno registrando riscontri in termini di riduzione del tasso di obesità patologica significativa”. Così all’Adnkronos Salute Luigi Piazza, presidente onorario della Società italiana della chirurgia dell’obesità, a margine del 32esimo Congresso nazionale della Sicob dal titolo 'Obesità: alla ricerca di una nuova alleanza terapeutica', in programma dal 23 al 25 maggio presso Giardini Naxos (Messina). “La terapia cosiddetta medica dell'obesità patologica per definizione va indirizzata e proposta ai soggetti che ne hanno bisogno, non deve essere una terapia cosmetica – avverte Piazza – non deve sollevare il paziente obeso dalle proprie responsabilità rispetto alla sua salute. Mi riferisco al cambiamento dello stile di vita, alla osservanza delle regole di corretta alimentazione proposta dagli specialisti. Questi farmaci certamente sono un'arma terapeutica in più che adesso noi abbiamo, ma che va considerata nella sua corretta indicazione”. L'uso dei farmaci antiobesità “senza il controllo medico" può "rappresentare un pericolo per la salute di questi pazienti – mette in guardia l’esperto – Quindi il consiglio è sempre lo stesso: affidarsi ad un team multidisciplinare perché l’obesità è una malattia multifattoriale e necessita quindi di tanti specialisti che insieme collaborano per poter elaborare la corretta terapia per il paziente obeso”. —[email protected] (Web Info)
Ambiente, Romizi (Isde): “Prossima Commissione Ue dovrà riprendere Green Deal”
(Adnkronos) – "Come Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde) crediamo che la prossima Commissione europea debba andare in controtendenza rispetto agli ultimi 6 mesi della presidenza von der Leyen e riprendere in mano gran parte del Green Deal, impostato in maniera intelligente per l'ambiente, e quindi per la salute dell'uomo. Stiamo lavorando perché molte delle direttive e dei regolamenti, affossati dopo le proteste degli agricoltori, vengano ripresi: in particolar modo quello sull'uso sostenibile dei pesticidi, che non è un danno per gli agricoltori perché usare in maniera sostenibile i pesticidi significa prima di tutto tutelare la salute di chi li utilizza, cioè gli agricoltori". Così Francesco Romizi, responsabile relazioni esterne dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde), intervendo all'evento promosso oggi da Isde Italia in occasione della 23.esima edizione delle Giornate italiane mediche dell'ambiente, presso l'Ufficio del Parlamento europeo in Italia a Roma. Per Romizi è necessario anche "riprendere in mano la direttiva Ue Nature Restoration Law che mira a proteggere la biodiversità, oltre che puntare sulle politiche per l'elettrificazione dei mezzi di trasporto. Non possiamo lavorare per una giustizia climatica senza preoccuparsi delle ricadute che soprattutto sui più poveri queste politiche possono avere. Quindi, sì alla transizione ecologica, ma accompagnata da ingenti investimenti economici. Perché la diseguaglianza sociale è strettamente legata alla diseguaglianza ambientale, quindi se non si fanno politiche favore dell'ambiente – conclude – si colpiscono prima di tutto i più poveri". —[email protected] (Web Info)
Roland Garros, Sinner in campo lunedì contro Eubanks
(Adnkronos) – Jannik Sinner debutta lunedì 27 maggio al Roland Garros 2024. E' tutto pronto al Bois de Boulogne di Parigi, dove domenica prossima inizierà il secondo Slam del 2024. Secondo il programma del torneo le giornate del 26 e 27 maggio saranno dedicate alle sfide della parte alta del draw femminile e della parte bassa di quello maschile. Sempre lunedì e poi martedì spazio ai match della parte bassa femminile e della parte alta maschile. In accordo con questa suddivisione e visto l'elenco dei match programmati nel day 1 (con i qualificati ancora da piazzare) il numero uno azzurro Jannik Sinner debutterà lunedì contro lo statunitense Eubanks. La numero uno azzurra Jasmine Paolini, invece, giocherà o lunedì o martedì. Questi gli italiani in campo domenica, qualificati esclusi: Luca Nardi c. Alexandre Muller; Lorenzo Sonego c. Ugo Humbert. Nel main draw maschile Fognini, Musetti, Darderi e Cobolli sono inseriti nella parte alta: Nardi, Arnaldi, Sonego e Sinner nella parte bassa. Queste le italiane in campo il 26 maggio, qualificate escluse: Lucia Bronzetti c. Naomi Osaka; Martina Trevisan c. qualificata. Nel main draw femminile Bronzetti, Trevisan e Cocciaretto sono inserite nella parte alta: Paolini è invece nella parte bassa. —[email protected] (Web Info)
Meloni intervistata da Foa lunedì su Radio1
(Adnkronos) – Giorgia Meloni ospite a 'Giù la maschera. Persone, fatti, notizie alla ricerca della verità', il programma condotto da Marcello Foa su Radio1, lunedì 27 maggio alle ore 9:00. Nell’ampia intervista di Foa al Presidente del Consiglio si farà il punto della situazione sull’operato del Governo, a un anno e mezzo dall’inizio del suo mandato, in vista anche delle prossime elezioni europee. —[email protected] (Web Info)
Ambiente, Bianchi (Isde): “Ue cambi passo su rifiuti, in Italia 35mila siti da bonificare”
(Adnkronos) – "La nuova Ue dovrà cambiare passo: bonifiche e rifiuti sono uno dei grandi temi prioritari per ambiente e salute per l'Oms, le agenzie Ue e nazionali e quindi anche per Isde. Circa 35mila i siti da bonificare in Italia, da Marghera a Livorno, da Gela a Priolo, da Taranto a Manfredonia, per fare qualche esempio, oltre 340mila in Europa. Ma le stime sono da aggiornare, per la maggior parte ancora da caratterizzare o con bonifiche da progettare, solo in piccola parte bonificati; in Italia coprono oltre 300mila ettari (2 volte la provincia di Milano). Milioni di persone sono quindi esposte a rischi chimico-fisici vari che hanno prodotto danni, alcuni noti e altri da studiare". A lanciare l'allarme è Fabrizio Bianchi, epidemiologo ambientale del Comitato scientifico nazionale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde), nel suo intervento durante l'evento promosso oggi da Isde Italia, in occasione della 23.esima edizione delle Giornate italiane mediche dell'ambiente, presso l'Ufficio del Parlamento europeo in Italia a Roma. I rifiuti rappresentano "un problema anziché una risorsa a causa del non rispetto delle 5R, ovvero riduzione, riutilizzo, riciclo, recupero, raccolta differenziata – sottolinea Bianchi, già dirigente di ricerca Istituto di Fisiologia clinica del Cnr, docente incaricato Sant'Anna Pisa e UniPisa – e della piramide Ue sul trattamento (discariche vietate ma ancora molto utilizzate, incenerimento spinto)". Su bonifiche e rifiuti "prosperano attività criminali e malavitose di pericolosità crescente, che non è di sola pertinenza giudiziaria – fa notare l'esperto – Nuovi impianti di trattamento vengono proposti e costruiti nonostante non siano in grado di chiudere il ciclo dell'economia circolare, ma sostenendo il contrario solo perché non si considerano i costi degli impatti su ambiente e salute, o si trattano come esternalità negative e nonostante in molte aree di localizzazione di impianti industriali lo stato ambientale e socio-sanitario sia già critico". "Il sistema normativo europeo è evoluto – ricorda Bianchi – Lo scorso 20 maggio è entrata in vigore la direttiva Ue sul traffico di rifiuti, sebbene migliorabile, ma è sul controllo del suo rispetto da parte degli Stati membri e sulle politiche attive che occorre maggiore sforzo. Leggi, regolamenti, raccomandazioni trovano insufficiente adesione e applicazione per motivi di interessi che, quando nascosti, vanno fatti emergere, e di distorsioni di governo, piegate da valutazioni rischio-beneficio effettuate non appropriatamente e su tempi sbagliati, oltre che da debole cultura della pianificazione: le bonifiche costano troppo, la crisi dei rifiuti la devo risolvere adesso". Gli "stretti legami tra bonifiche e rifiuti" con "la crisi climatica sono sottovalutati – prosegue l'esperto – e c'è bisogno di farli emergere. Gli impatti ambientali e sanitari vanno valutati considerando scenari diversi, anche alternativi a quelli pre-decisi: c'è un attacco alle valutazioni di impatto (Via/Vis, Vas) che richiede la massima attenzione". E sui costi delle bonifiche, Bianchi non ha dubbi: "Bonificare costa molto, però questa storia dei costi bisognerebbe affrontarla in un altro modo. Occorre investire come contro il dissesto idrologico, pensando di ottenere risultati sul lungo periodo, anche in termini economici". Infine l'appello ai candidati alle prossime elezioni europee: "Chiediamo loro un cambio di passo sulle bonifiche, vanno fatte e quindi vanno trovati i finanziamenti europei". —[email protected] (Web Info)
Oms, da infarto a cancro ecco i primi killer, allarme obesità e malnutrizione
(Adnkronos) – Covid-19 si è imposto "rapidamente come una delle principali cause di morte" nel mondo, ma "la prima restano le malattie non trasmissibili": patologie come "la cardiopatia ischemica e l'ictus, i tumori, la malattia polmonare cronica ostruttiva, l'Alzheimer e altre demenze, il diabete. Erano le principali cause di morte prima della pandemia, responsabili del 74% del totale decessi nel 2019", e "anche durante la pandemia hanno continuato a rappresentare il 78% delle morti non legate a Covid". Lo sottolinea l'Organizzazione mondiale della sanità nel Rapporto World Health Statistics 2024. Nel report, l'agenzia ginevrina lancia un allarme sull'aumento dell'obesità e della malnutrizione. "Il mondo – spiega – si trova ad affrontare il problema enorme e complesso della malnutrizione": ha due facce opposte e pesa come "un doppio carico", perché all'interno del capitolo malnutrizione, "la denutrizione coesiste con il sovrappeso e l'obesità. Nel 2022, oltre un miliardo di persone di età pari o superiore a 5 anni convivevano con l'obesità, mentre più di mezzo miliardo erano sottopeso. Colpisce anche la malnutrizione infantile, con 148 milioni di bambini under 5 che hanno avuto un arresto della crescita (troppo bassi per la loro età), 45 milioni affetti da deperimento (troppo magri per la loro altezza) e 37 milioni in sovrappeso". —[email protected] (Web Info)


